Scriva mio nome e cognome su Google per avere notizie su di me. La teologia è uno scrivere sul nulla, anche ammesso che esista un Dio. Chi pretende di scrivere su Dio cade nel ridicolo per la sua presunzione. I teologi dovrebbero spiegarci quando sarebbe apparsa l'anima immortale nell'evoluzione biologica. Se l'uomo proviene dall'Australopithecus ed è passato per l'homo abilis, poi per l'homo erectus, poi per l'ho sapiens di Neanderthal e poi ancora per il sapiens sapiens, quando sarebbe apparsa l'anima immortale? Se lo immagina l'uomo di qualche milione di anni fa dotato di coscienza morale? Se è impossibile dare una risposta è bene che i teologi vadano a zappare la terra. Ho sentito oggi Mancuso nella trasmissione Quantestorie su Rai3. Ha parlato di valori morali. Non entra in testa ai filosofi e ai teologi che i valori morali sono sempre culturali e perciò non possono pretendere di essere universali. Anche il nazismo aveva i suoi valori morali fondati sulla superiorità della razza germanica. Gli islamici pretendono che i loro valori morali fondati sul Corano siano superiori a qualsiasi concezione del diritto. Il famoso Norberto Bobbio non si accorse che il suo giuspositivismo sfociava necessariamente nel relativismo. Da puro imbecille Bobbio ha scritto che basta considerare che in natura vige la legge del più forte (e portò l'esempio del pesce grande che mangia il pesce piccolo) per capire che proprio il suo esempio è una conferma del diritto naturale, contro cui si è scagliato nel suo libro Giuspositivismo e diritto naturale (1965). Non ha capito che il pesce grande mangia il pesce piccolo perché costrettovi dal diritto naturale, altrimenti il pesce grande morirebbe di fame. La maggiore forza del predatore è posta sempre al servizio del diritto naturale inteso come diritto alla propria autoconservazione. Solo l'uomo per ragioni culturali e non naturali ha posto l'uso della forza al servizio della sopraffazione da parte del più forte. Caro Mancuso, vada a zappare la terra come contadino invece di continuare a scrivere stronzate (secondo il significato che H. Frankfurt ha dato a questo termine nel suo libretto intitolato Stronzate (titolo in inglese On Bullshit), che sono le proposizioni senza alcun significato, al contrario delle menzogne, le cui falsità non escludono che siano dotate di senso. Tutti i suoi libri stanno tra le stronzate e le menzogne.
giovedì 3 luglio 2025
LE STRONZATE TEOLOGICHE DI VITO MANCUSO
ECCO LA CENSURA DI GOOGLE. MA IO SO CHI E' STATO A VOLERE LA CANCELLAZIONE
Un saluto da Google,
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Cordiali saluti,
Il team di Blogger
mercoledì 2 luglio 2025
NON E' VERO QUANTO E' CONTRARIO ALLA CONOSCENZA SCIENTIFICA
Questo articolo non è completo perché ho dovuto eliminare molte frasi. Ho ripetuto qui quanto avevo già scritto e son dovuto andare a memoria. Avrei dovuto porre in memoria l'articolo per rimetterlo nuovamente nel blog. Questo articolo è stato messo in memoria. Sono ancor più convinto che questa massa vuole la libertà solo per essa.
Cercherò di riassumere tutto andando a pescare nella memoria. L'articolo nella prima parte era una breve storia di astronomia che chiarire che l'anormalità non deriva dal fatto che una certa credenza o un certo comportamento vengono espressi da una minoranza. Altrimenti, ho scritto, anche Galileo e Giordano Bruno dovrebbero essere considerati anormali. E avevo fatto chiarito come l'astronomia del libro di Copernico (De revolutionibus orbium coelestium) non fosse stata condannata dalla Chiesa cattolica perché il teologo cristiano luterano Osiander aveva pubblicato il libro di Copernico aggiungendo una prefazione scrivendo che quella di Copernico era soltanto una teoria che non voleva affatto sostituirsi all'astronomia antica di Tolomeo che vedeva ancora la Terra immobiile e al centro di un Universo finito. Invece Galileo aveva visto nell'opera di Copernico una descrizione corrispondente alla realtà. Fece bene Galileo ad abiurare per salvarsi da una condanna. In questo modo poté continuare a vivere nel dorato esilio di Arcetri dove portò a termine il suo capolavoro Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze. Il sistema copernicano non fu meno complesso di quello tolemaico perché anche Copernico fece uso dei cerchi per descrivere il moto dei pianeti intorno al sole. Anzi, dovette aggiungere dei cerchi per spiegare il movimento dei pianeti, soprattutto del movimento di rivoluzione di Marte intorno al Sole di Marte. Ogni pianeta si muoveva su un cerchio che a sua volta di muoveva lungo il primo cerchio chiamato epiciclo. La stessa cosa avrebbe dovuto fare Giordano Bruno, martire della libertà di pensiero. Per di più il Bruno aggiunse l'immagine di un Universo infinito. Ciò lo condannò al rogo. Ed è strano perché già il cardinale filosofo tedesco Nicolò Cusano (con il cognome Cues) aveva scritto che la Terra non era al centro dell'Universo e, se pure confusamente, aveva scritto che esistevano più universi. E nel XIII secolo l'arcivescovo di Parigi Stefano Tempier aveva affisso sul portale della Chiesa di Notre-Dame una serie di proposizioni contro S. Tomaso e la sua concezione di un Universo finito avente al centro la Terra. Nello stesso secolo l'arcivescovo di Parigi Nicola di Oresme aveva scritto che la Terra aveva un movimento rotatorio intorno al suo asse perché in questo modo il cielo delle stelle fisse, che indicava il limite dell'Universo, non doveva fare un movimento rotatorio in 24 ore, dovendosi preferire che il movimento rotatorio fosse attribuito alla Terra per una questione di logica. La condanna di Galileo e quella di Giordano Bruno, a cui fu applicato una morsa nella bocca perché non potesse parlare, e tanto meno urlare quando le fiamme lo stavano bruciando nel rogo istituito nella piazza Campo dei fiori, dove oggi si trova la sua statua con un braccio rivolto in direzione del Vaticano, come ad indicare da dove partì la sua condanna al rogo. Fu Keplero a sostituire i cerchi con delle ellissi lungo i quali si muovevano i pianeti. E nei manuali di fisica sono presenti le tre leggi empiriche di Keplero, che aveva fatto frutto delle osservazioni dell'astronomo danese Ticho Brahe, che con un suo sistema astronomico ibrido aveva posto la Terra al centro dell'Universo ma con tutti gli altri pianeti giranti intono al Sole. Dai dati astromici di Ticho Brahe Keplero potè l'ipotesi che i pianeti si muovessero tutti lungo delle ellissi. A questa conclusione Keplero giunse considerando che l'astronomia fondata sui cerchi non poteva spiegare il movimento di Marte intorno al Sole perché sembrava che, muovendosi nel cerchio ruotante a sua volta nel cerchio di base chiamato epiciclo, Marte si spostasse sia sopra che sotto il piano del cerchio per giungere in qualche tratto a invertire il movimento. Fu dunque Marte ad offrire a Keplero la necessità di superare le difficoltà del movimento di rivoluzione di Marte. Keplero cercò, da prima, di usare una ellisse ad un solo fuoco. A questo punto, scrisse lo stesso Keplero che stava per impazzire non trovando una spiegazione per il complesso movimento di rivoluzione di Marte. E se la prende poi con se stesso per non avere capito subito che doveva impiegare una ellisse a DUE FUOCHI per spiegare il movimento di rivoluzione di Marte. Keplero inviò a Galileo una copia della sua Diottrica ove spiegava, tra le altre cose, i fenomeni della riflessione e rifrazione della luce passante da un mezzo meno denso a un mezzo più denso, perciò anche nel passaggio del raggio di luce dall'aria all'acqua. Fu Newton ad utlizzare le 3 leggi empiriche che, ripeto, si trovano nei manuali di fisica per le scuole, perché le 3 leggi empiriche di Keplero furono spiegate introducendo la legge della gravitazione universale. Senza Keplero non vi sarebbe stato Newton, mentre senza Galileo vi sarebbe stato comunque Newton, che per modestia scrisse che egli ebbe la fortuna di assisersi sulle spalle dei giganti per vedere meglio lontano.
La storia ha riabilitato Galileo e la filosofia rende omaggio a Giordano Bruno.
Vannacci nel suo famoso libro Il mondo al oirartnoc (contraio) non ha capito che la anormalità non dipende dal fatto che essa si fondi su una minoranza. Vannacci nel suo libro ha scritto: Cari omosessuali, normali non lo siete. Fatevene una ragione. Io nel mio prossimo libro Il mondo al oicsevor (rovescio) ho fatto notare che Vannacci avrebbe dovuto aggiungere una parola scrivendo: Cari omosessuali, normali non lo siete. Fatevene una ragione scientifica. Cioè biologica. Infatti sono errori della natura, precisamente la conseguenza di errori di duplicazione e trascrizione del DNA in RNA transfert e di disfunzioni ormonali. Come spiegato nel libro del biologo francese Jean-Didier Vincent Che cos'è l'uomo. I normali sono sottomessi alla dittatura del pensiero unico degli anormali. Tutto ciò è la conseguenza della malattia mortale dell'Occidente che è il relativismo, per cui non esistono verità ma solo interpretazioni, come disse Nietzsche, contraddicendosi perché anche ciò che ha scritto non è verità ma interpretazione. Non è più reato l'oscenità in luogo pubblico?
Da notare come Aristotele considerasse l'omosessualità una malattia (Etica nicomachea VII,5), da considerare "fuori dei confini del vizio, come lo è la bestialità". Anche Platone considerò innaturale l'omosessualità nell'opera intitolata Leggi, dove (836e) scrive: "Non so chi non disprezzerà l'uomo che, prendendo il posto della donna, si assimila alla natura femminile. Quale uomo vorrà introdurre nelle leggi queste abitudini? Nessuno, io penso, purché abbia idea di che cosa è la legge". E in un passo successivo (841d-842a) Platone prescrive "che uomo non ami sterilmente altri uomini", per cui deve essere "bandita completamente l'omosessualità fra maschi" e richiede che il trasgressore, privato della cittadinanza, "sia considerato straniero" e perciò esiliato. Platone fa riferimento alla stessa "legge naturale (839b) che vieta il matrimonio tra consanguinei.
mercoledì 18 giugno 2025
TELMO PIEVANI
Sono più grande in età rispetto a Telmo Pievani. Prima che iniziasse a farsi conoscere come divulgatore scientifico io nel 1999 avevo pubblicato un libro di circa 500 pagine intitolato Biologia e filosofia. Origine della vita ed evoluzione biologica. Casualità e necessità. Purtroppo fu pubblicato negli Annali della Facoltà di Scienze della formazione (oggi chiamata Facoltà di Studi Umanistici dopo la unificazione con la Facoltà di Lettere e filosofia). Nel mio libro ho esposto largamente le opere di Mario Ageno con cui avevo un rapporto epistolare. Purtroppo venne a mancare poco prima che gli inviassi un biglietto d'aereo di andata e ritorno perché venisse a Cagliari per tenere una conferenza. Ageno fu professore di biofisica ottenendo la cattedra di tale insegnamento istituita proprio per lui. Nel mio prossimo libro, di cui ho già inviato il testo a un editore, ho dedicato due capitoli all'evoluzione cosmologica e biologica utilizzando quanto ho già scritto sull'evoluzione biologica in due libri. Pievani ha evitato di dedurre chiaramente le conseguenze dell'evoluzione biologica sulle credenze non scientifiche che dominano l'esistenza umana, forse perché non ha voluto apparire polemico nei confronti delle religioni. Pievani non ha voluto, per esempio, dare una risposta a chi, come me, si è domandato quando sarebbe sorta l'immortalità dell'anima umana nell'evoluzione partita circa sei milioni di anni fa dall'Australopithecus africanus per arrivare al Sapiens Sapiens passando attraverso il Sapiens dell'uomo di Neanderthal meno di un milione di anni fa. Circa un milione di anni fa aveva la specie umana una coscienza morale che deve essere un presupposto necessario per giustificare l'immortalità umana? Dopo qualche anno ho ricevuto un commento ad un mio articolo sul noto o famoso filosofo Emanuele Severino, su cui ho sempre irriso a causa delle sue affermazioni che appaiono pazzesche nel suo affermare nel libro Gli abitatori del tempo che l'evoluzione biologica non esiste perché, andando oltre Parmenide, l'eternità deve essere attribuita non solo all'essere considerato nella totalità dell'Universo ma anche a tutti gli enti. Con la conseguenza assurda che era necessario che Severino nascesse e che fosse vittorioso lo spermatozoo che, compreso tra milioni di spermatozoi compresi in una eiaculazione, arrivò a fecondare l'ovulo. E tutti gli altri spermatozoi erano anch'essi eterni? Per Severino la nascita e la morte non esistono perché la nascita è un apparire nel mondo fisico mentre la morte è un sottrarsi alla visibilità. E Severino fu anche opinionista nel Corriere della sera. I suoi libri sono una ripetizione sino alla nausea della immortalità di tutti gli enti e non solo dell'essere di Parmenide. Nel mio libro prendo in esame anche il lussureggiante sproloquio onirico di Massimo Cacciari che ha preteso di discettare sulla natura di Dio scrivendo che la sua natura deve essere ritenuta non comprensibile perché Dio è anche aldilà di ogni rigore voluto dalla logica. Però Cacciari, negando la comprensabilità della natura divina, tuttavia non si è accorto che è lui che non rispetta la norma del principio di non contraddizione. Sull'evoluzione biologica Cacciari non si è espresso, ma è evidente che la sua teologia non può non essere demolita dall'evoluzione biologica.
Tornando a Pievani, bisogna riconoscere che egli si è astenuto da prendere posizione di fronte all'ignoranza dei filosofi. Però mi è sempre rimasta impressa la domanda: perché l'essere piuttosto che il nulla? Mi spaventa l'eternità dell'Universo, o del Multiverso se esistono altri universi oltre a quello visibile. Pievani evidenzia soprattutto la casualità che ha dominato tutta l'evoluzione biologica. La casualità demolisce ogni interpretazione antropocentrica dell'evoluzione biologica. E Pievani ha mancato di rilevare un'altra conseguenza riguardo alla specie umana. Se si va nel campo dei diritti umani ne consegue che l'uomo non può considerarsi padrone della Terra come se tutta l'evoluzione biologica avesse come fine l'apparizione della specie homo. Se è casuale l'apparizione della specie umana questa specie non può arrogarsi per sé sola il diritto di esistere. L'esistenza della ragione di cui ci si serve per giustificare la superiorità dell'homo su tutte le specie di vita non può più essere il motivo che giustifichi la presunzione che tutte le specie viventi siano al servizio dell'uomo. Conseguentemente, ancora, se chiamiamo diritto naturale il diritto di esistere, tale diritto non può più essere circoscritto alla specie umana. Questo è l'aspetto rivoluzionario dell'evoluzione biologica fondata sulla casualità delle mutazioni, che distrugge la credenza alimentata dalle religioni che il diritto di esistere appartenga solo alla specie umana. Se il diritto naturale è il diritto di esistere come diritto all'autoconservazione lo stesso diritto deve esistere anche per tutte le specie viventi. Ma allora anche le pulci, le zecche, i pidocchi, le zanzare (e perché non anche tutti i batteri nocivi alla salute?) hanno diritto di esistere? Purtroppo sì, debbo rispondere. Quasi tutti i famosi filosofi o giuristi hanno ritenuto che il diritto naturale non esista perché in natura esiste il diritto ad esistere come diritto del più forte. Faccio i nomi di Hans Kelsen, Norderto Bobbio, Benedetto Croce. L'immeritatamente famoso Norberto Bobbio nel suo libro Giusnaturalismo e positivismo giuridico ha ritenuto che il diritto naturale non esista perché in natura esiste solo il diritto del più forte, come dimostrato, secondo Bobbio, dal fatto che il pesce grande mangia il pesce piccolo. Nessuno che gli abbia fatto notare questa cretinata considerando che questo esempio non demolisce il diritto naturale perché il pesce grande mangia il pesce piccolo in quanto costrettovi dal suo diritto naturale, cioè dalla sua necessità di nutrirsi se vuole continuare ad esistere. Quando Bobbio venne a Cagliari per una conferenza evitai di ridicolizzarlo perché non avevo ancora maturato il mio pensiero sul diritto naturale. Egli merita di essere ridicolizzato perché non si accorse che il suo esempio confermava il diritto naturale avendo il diritto naturale di uno il limite del diritto naturale di un altro, come nella catena alimentare preda-predatore. Solo l'uomo, per ragioni culturali e non naturali, ha indirizzato la forza oltre la necessità naturale della sua autoconservazione. Nessun predatore uccide la preda oltre la sua necessità di autoconservarsi in vita. Se la zanzara (femmina) ha il diritto naturale di succhiarmi il sangue per riscaldare le sue uova e riprodursi io ho il diritto naturale di ucciderla per difendermi. La questione è così semplice, come scoperta dell'acqua calda, che vi è da domandarsi come mai filosofi e giuristi non l'abbiano capito ed abbiano considerato il rapporto preda-predatore come dimostrazione che il diritto naturale, ammesso che esista, possa valere solo per l'uomo. Pievani avrebbe dovuto allargare le conseguenze della casualità delle mutazioni biologiche alla sfera delle questioni che riguarda il diritto. Il diritto naturale o è di tutte le specie animali o è di nessuna, e così si rimarrebbe nel relativismo dei valori morali, e nella conseguente "guerra mortale tra valori morali" per usare un'espressione di Max Weber. Solo con il diritto naturale si può uscire dal relativismo dei valori morali, che sono sempre culturali e non naturali. Pievani non ha saputo, o non ha voluto, cogliere le conseguenze rivoluzionarie scaturenti dal diritto naturale, lasciando così le cose come stanno sul piano del discorso riguardanti i diritti umani, avendo trascurato le conseguenze scaturenti dalla casualità che domina l'evoluzione biologica.
E GUERRA SIA
Qualunque governo si sostituisca a quello dei fanatici che opprimono la popolazione in Iran non sarebbe peggiore di quello che dal 1979 si è instaurato in Iran accogliendo un pazzo che viveva esiliato in Francia. Il governo laico dello Scià era un governo illuminato nonostante fosse dispotico. I nati nel 1979 oggi hanno 46 anni e subiscono l'oppressione voluta da coloro che oggi sono morti da molti anni o sono arrivati ad una vecchiaia avanzata. Perché oggi la maggioranza deve subire l'oppressione da essi non voluta nel 1979? Bene arrivate le bombe se servono a spazzare via un governo che opprime qualunque forma di libertà di cui subiscono le conseguenze soprattutto le donne. Si tratterebbe in questo caso di bombe liberatorie.
martedì 17 giugno 2025
RIVENDICO IL DIRITTO DI PROVARE SCHIFO
per le manifestazioni delle anormalità fisiche dei cosiddetti gaypride. Pretendono di essere normali mentre sono SCIENTIFICAMENTE anormali, come ho dimostrato riportando quanto ha scritto il biologo francese Jea-Didier Vincent nel libro Che cos'è l'uomo
lunedì 9 giugno 2025
DALLE RAPE SANGUE NON SE NE PUO' CAVARE. RIFORMARE IL CALCIO
Il 70% dei calciatori è costituito da stranieri. Bisogna introdurre un limite alla presenza di stranieri permettendo il tesseramento a 3 stranieri ma impedendo che ve ne possano essere più di 2 in campo.Questa invasione di stranieri impedisce che vengano presi in considerazione ragazzi italiani che meriterebbero di emergere. Che cosa impedisce che le squadre non siano piene di stranieri? Poi si dà la colpa sempre agli allenatori. Ma questi non possono cambiare in fuoriclasse gente mediocre, delle schiappe.
domenica 8 giugno 2025
VI SONO DELITTTI COSI' EFFERATI DA RICHIEDERE LA PENA DI MORTE
Ragazzi assassini che escono da casa con un coltello. Mafiosi che pretendono di sostituirsi allo Stato. A sinistra del mio blog appare l'espressione Ordine liberale. Cliccatevi sopra ed entrerete nel sito dentro il quale potrete scegliere l'argomento che preferite. Questo sito (a pagamento al contrario del mio blog) risale al 2009 e con l'aiuto di un tecnico (a cui avevo dato dei dischetti, che poi furono sostituiti dalla pennina) perché vi riversasse molti argomenti tratti principalmente dal mio libro intitolato Scontro tra culture e metacultura scientifica e scelse lui come copertina l'uomo vitruviano di Leonardo. Il sito è una sorta di manifesto che espone quanto sono andato meditando sugli argomenti trattati. Qui mi limito a rilevare quanto sia dispotico e contraddittorio uno Stato che esclude la pena di morte. Molti giuristi e filosofi partono da un ipotetico stato di natura per giustificare la pena di morte perché nello stato di natura ognuno ha il diritto di uccidere il suo offensore facendosi giustizia da sé. Non si capisce perché lo Stato voglia dispoticamente sostituirsi al cittadino che non avrebbe mai voluto perdonare il suo eventuale assassino. Notare la contraddizione: chi si difende contro il suo eventuale assassino viene riposto dallo Stato nello stato di natura, in cui l'assalito ha il diritto di farsi giustizia da sé. Ma se l'assassino uccide una vittima innocente lo Stato restituisce all'assassino il suo diritto alla vita sottraendolo alla pena di morte.
Ciò che segue è tratto dal mio sopra citato libro Scontro tra culture e metacultura scientifica.
Bisognerebbe dunque concludere che Beccaria non sarebbe oggi contrario alla pena di morte almeno per i delitti di mafia, in cui “i disordini tengon luogo di leggi”, o contro i trafficanti di droga, cioè di morte, siano collegati o non con la mafia.
La mafia non può essere combattuta democraticamente, ma sospendendo nelle regioni mafiose ogni forma di rappresentanza politica, esposta localmente ai ricatti mafiosi, e ogni forma di garanzia costituzionale nei confronti delle famiglie mafiose, a cui soggiace anche tutto l’apparato giudiziario, dalle guardie carcerarie ai direttori delle carceri, sino ai magistrati che dovrebbero giudicare i criminali mafiosi, i quali smetterebbero di comandare e ricattare anche dal carcere soltanto se venissero condannati alla pena di morte. Soltanto da morti non potrebbero più comandare e ordinare altre uccisioni. Si sa quali sono le famiglie mafiose, e quando si peschi dentro esse si pesca sempre bene, senza andare tanto per il sottile. Oggi lo Stato fa impiego dei cosiddetti “pentiti”, premiati per le loro “confessioni”. È il risultato, direbbe Beccaria, di uno Stato che, non avendo la forza di difendersi, a causa del suo garantismo nei riguardi delle organizzazioni criminali, cerca di comprarla, mandando in rovina l’edificio dell’ordinamento giuridico, fondato sulla proporzionalità della pena al delitto.
Uno Stato che non voglia intendere ciò è o buffone o connivente con questa feccia di specie solo biologicamente umana. Merito principale di Beccaria è l’avere evidenziato la necessità di “una proporzione tra i delitti e le pene”. Ma proprio tale proporzione sarà rivendicata da Kant contro Beccaria per giustificare la pena di morte.
Oggi nella dottrina penale americana prevale una concezione retributiva della pena che giustifica la posizione di Kant basata sul principio di eguaglianza. La legge del taglione (lex talionis) raccomanda di “fare agli altri ciò che questi hanno fatto a te”, come rafforzativa della regola aurea secondo cui bisogna “fare agli altri
ciò che vorresti fosse fatto a te” (norma evangelica). In base alla lex talionis si ripristina l’eguaglianza che è stata turbata dal crimine È questa la tesi di J. H. Reiman. In base a tale principio il crimine è un attacco alla sovranità dell’individuo che pone il criminale in una posizione di illegittima sovranità su un altro. La vittima ha il diritto, e la società il dovere, di rettificare la posizione del criminale riducendone la sovranità nello stesso grado.
La vittima avrebbe avuto, o ha, il diritto, ma non il dovere, di perdonare chi abbia attentato al suo diritto naturale, rispettando il principio che la vita della vittima innocente non possa essere valutata come inferiore rispetto a quella del suo uccisore.
Una pena alternativa come l’ergastolo (che in Italia di fatto non esiste più) non sarebbe in accordo con il principio di umanità della pena e dell’ipocrita funzione rieducativa di essa. È stato anche scritto: “Chi non avverte che vi è qualcosa di macabro e di beffardo in un processo nel quale la vittima non può più udire la propria voce?…Ma vi è di più, chi uccide con il suo delitto diminuisce in tutti il valore della vita, togliendo a ognuno un po’ di sicurezza di vivere, il che è come dire che lo priva di una parte della sua vitalità…L’esclusione della pena di morte per omicidio è un portato di maggiore civiltà o non è invece il segno di una minore sensibilità morale e di una meno chiara percezione del vero?…Chi con deliberato proposito uccide un uomo deve essere a sua volta ucciso dalla società costituita, che non può sottrarsi al suo obbligo senza macchiarsi di una colpa…È forse giusto che chi uccide non venga a sua volta ucciso? E che gli si infligga invece una pena di carcere che sarà mite in ragione di come saprà difendersi contro un morto”, grazie ad avvocato prezzolato o al solito psicologo o sociologo di turno pronto a trovare tutte le attenuanti generiche e specifiche? Si vuole spesso dimostrare che l’assassino nel momento del crimine fosse incapace di intendere e volere. Ma poi riacquista sempre la lucidità! Si pretende assurdamente che il criminale si riconcili con la società senza tenere in alcun conto la vita dell’ucciso.
Justice, Civilation and the Death Penalty, Justice 1991.
Carlo Cetti, Della pena di morte/. Confutazione a Beccaria, Como 1960, pp. 12-13.
Gli abolizionisti sono proprio coloro che ipocritamente o disonestamente tengono in minor valore la vita umana, stando a difesa anche dei più spietati assassini.
Questo discorso vale anche per gli idioti di Amnesty International e di Nessuno tocchi Caino, che, come direbbe Hegel, alla ragione sostituiscono la “brodaglia del cuore” (Lineamenti di filosofia del diritto, pref.): associazioni di saccenti presuntuosi e arroganti che credono di avere un cervello migliore di quello di tutti i pensatori che abbiamo citato.
A parte la giustizia che bisogna rendere alla vittima, anche se morta, vi è un superiore interesse della società a liberarsi degli assassini che a ritenere “sacra”, come stupidamente si dice, anche la vita di un criminale.
T. Sellin volle dimostrare con un’indagine statistica che la pena di morte negli Stati Uniti non aveva un’influenza frenante sugli indici di morte per omicidio. Gli rispose Isaac Ehrlich, che scrisse che i metodi statistici erano inattendibili, mentre, avvalendosi di diverse ipotesi, si poteva affermare che durante il periodo 1935 ciascuna esecuzione capitale aveva prevenuto il verificarsi di sette o otto omicidi in più. Infatti il criminale, in base alle offerte di mercato, conforma la sua condotta al desiderio di massimizzare il suo guadagno e di minimizzare i costi personali. Quando tra i possibili costi vi è la pena di morte diminuisce il desiderio di massimizzare il profitto. Ma questi sono argomenti utilitaristici che non scalfiscono mimamente il principio secondo cui la vita dell’assassino non deve valere più di quella della sua vittima.
Chi è favorevole alla pena di morte ormai non ha più il coraggio di dirlo pubblicamente o non trova spazio, in Europa, soprattutto in Italia, per affermarne la giustezza perché i mass media, operando una dispotica censura, hanno deciso che i favorevoli alla pena di morte sono dei barbari, che non debbono corrompere i civili.
L’opposizione alla pena di morte vuole essere espressione di superiorità morale, ma è di fatto soltanto espressione di inferiorità giuridica.
Da notare come gli stessi mass media, essendo totalmente privi di alcuna capacità o volontà di discutere sul piano razionale, essendo capaci di fare soltanto affermazioni moralistiche ed emotive contro la pena di morte, gonfi di sentimento e vuoti di ragione, confermino che la morale nasce soltanto dal sentimento e non dalla ragione, perché non trovano altro mezzo di persuasione, giocando sui sentimenti, che
impiegare la telecamera per far vedere il condannato che soffre o l’ambiente della camera della morte, approfittando del fatto che non vi è mai una telecamera pronta a riprendere l’assassino quando infierisce impietosamente sulla vittima innocente. E se le immagini dell’assassino all’opera esistessero, ipocritamente non verrebbero fatte vedere con la scusa di non turbare la sensibilità dello spettatore. Inoltre gli abolizionisti non vogliono misurarsi con il gran numero di sostenitori della pena di morte facendo finta che non esistano o impediscono un pubblico confronto, certamente timorosi di scoprirsi in minoranza. Essi sono anche dei disonesti arroganti, e pretendono di essere rappresentanti del progresso civile, sapendo solo demonizzare verbosamente come incivili chi ha seri argomenti contro di essi.
Sia almeno riconosciuto ad ognuno il diritto di dichiarare se sia disposto a perdonare il suo eventuale assassino, perché lo Stato non si sostituisca alla volontà della vittima innocente.
È contraddittorio che ognuno per legittima difesa possa anticipare il suo aggressore armato uccidendolo, mentre si riconosce allo stesso aggressore che abbia anticipato la vittima il diritto di continuare a vivere.
La legittima difesa presuppone che nel momento dell’aggressione la vita dell’aggressore non disponga più della tutela della legge e che esso si ponga in uno stato di natura, ponendo la sua vita alla mercé dell’aggredito. Non si capisce dunque perché lo Stato restituisca la tutela alla vita dell’assassino soltanto perché questo è riuscito ad anticipare la vittima.
The Death Penalty, The American Law Insitute, Philadelphia 1959.
The deterrent effect of punishment: a question of life and death, American Economics Reviw, 65, 1975.
mercoledì 4 giugno 2025
L'IGNORANZA DI LANDINI SUL REFERENDUM
Ha detto che presentarsi al seggio elettorale e rifiutare le 5 schede è come andare al mercato e rifitare di compare. Gli manca completamente la logica. Chi rifiuta di andare al seggio coopera a non far raggiungere il 50% più uno. E io sono tra questi. E' la migliore opposizione al referendum con cui disonestamente è stata inclusa nel referendum la domanda se si voglia ridurre a 5 gli anni richiesti per avere la cittadinanza. Come dire: paghi uno e prendi due. Gli imbecilli sono ben rappresentati da Landini (quanto guadagna al mese?) che crede che presentandosi al seggio per garantire il posto di lavoro a fronte di un licenziamento senza giusta causa sia indotto a votare SI anche per ridurre della metà gli anni richiesti per avere la cittadinanza (da 10 a 5 anni). Come dire: paghi uno e prendi due. Andando al seggio per essere iscritto nel registro apposito significa includere il non voto nel 50% più uno dei presenti nel seggio elettorale. La Meloni ha voluto esprimere la sua contrarietà al referendum e allo stesso tempo chiudere la bocca a coloro che la possono accusare di rifiutare la migliore forma di democrazia che è il referendum con cui agli elettori si dà la possibilità di esprimersi direttamente saltando le pastoie del parlamento. Ma sarebbe stato necessario introdurre un referendum anche propositivo. Ma ciò è impossibile perché la Costituzione ha voluto impedire la vera forma di democrazia che è quella diretta, come la concepì Rousseau nel Contratto Sociale contro la democrazia rappresentativa che toglie al popolo la possibilità di promuovere una legge e non solo quella di cancellare una legge. Da notare che l'art. 1 della Costituzione dice che il potere appartiene al popolo. Ma è falso se non si dà al popolo il potere di legiferare con un referendum propositivo. Data la sua figura di presidente del Consiglio la Meloni ha voluto dare l'immagine di chi accetta la democrazia nella forma di democrazia diretta e non solo rappresentativa. Ma coloro che non hanno da difendere una immagine pubblica è meglio che non si presentino al seggio per impedire che si raggiunga il 50% più uno degli elettori. Ma in cuor suo la Meloni spera che siano una minoranza coloro che si presenteranno al seggio. Se non si raggiunge il 50% più uno la Meloni potrà vantare una sua vittoria contro tutta l'opposizione che vuole ancora l'invasione dell'Italia da parte dei clandestini, quasi tutti musulmani.
lunedì 2 giugno 2025
NELLA STRISCIA DI GAZA NON VI E' UN GENOCIDIO...
...come si sta dicendo da varie parti. La popolazione araba nella striscia di Gaza è aumentata, ho appreso. Si rimane sconcertati nell'apprendere l'aumento della popolazione a Gaza. Il che significa che gli arabi continuano a fottere anche sotto le bombe. Una donna ha perso sotto le bombe 9 dei suoi 10 figli. L'unico sfuggito alle bombe verrà in Italia per le cure. Mi viene in mente ciò che aveva scritto Oriana Fallaci rilevando che le pance delle donne arabe avrebbero fatto vincere gli arabi invasori. Bisogna non andare ai seggi elettorali perché non venga superata la metà degli aventi diritto al voto. Se non si vuole aumentare la popolazione islamica in Italia non basta votare NO. Votando si favorirebbe il raggiungimento del quorum, necessario perché il referendum venga ritenuto valido. E' stata spesa una somma enorme a causa di più di 20 milioni di copie per stampare il lenzuolo contenente i 5 punti contenuti nelle schede stampate per il referendum.