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Blog del prof. Pietro Melis

Questo è il blog del prof. Pietro Melis, autore del testo intitolato "Scontro tra culture e metacultura scientifica: l'occidente e il diritto naturale. Nelle sue radici greco-romano-cristiane. Non giudaiche e antislamiche".

domenica 20 luglio 2025

MI E' STATA RINNOVATA LA PATENTE DOPO 2 ANNI DI TRIBOLAZIONI

Nel 2021 mi accorsi che la patente era scaduta da poco meno di 5 anni. Ero andato in pensione e pertanto l'auto non mi serviva più per andare in Facoltà, dove insegnavo storia della filosofia. Regalai a un nipote la Peugeot 308. Credevo che potesse essermi rinnovata con la visita medica (in realtà oculistica). Ma non era così. Coloro che avevano la patente scaduta da più di 5 anni dovevano sostenere un esperimento di guida. Incontrai un esaminatore fuori di testa che nel verbale scrisse un cumulo di falsità deducibili da tutte le contraddizioni in cui era caduto. La La Circolare ministeriale dice che l'esperimento di guida deve durare almeno venti minuti e nel traffico. Il mio esperimento di guida del 2 settembre 2021 durò pochi secondi e fuori del traffico, in una strada a vicolo cieco (via Serantini, dove ha sede L'Abbanoa), perché avevo avviato il motore prima di allacciarmi la cintura di sicurezza. Incredibile. Non vi è alcuna norma che dica che, stando l'auto ferma in parcheggio, ci si debba allacciare la cintura prima dell'avvio del motore. Il Codice della Strada non lo dice. Avevo anche dei testimoni che potevano sostenere che il verbale era pieno di falsità. L'esperimento di guida, al contrario dell'esame di guida, non può essere ripetuto, e la bocciatura comporta la revoca della patente. Come se uno non l'avesse mai avuta. Inoltrai un ricorso gerarchico a Roma ma trovai un ignorante (o disonesto?) che rigettò il mio ricorso scrivendo che la patente era scaduta da + di 3 anni. Costui (in buonafede o in malafede?) per difendere l'esaminatore scrisse che  la Circolare ministeriale richiedeva l'esperimento di guida a chi aveva la patente scaduta da + di 3 anni. Io li avevo superati. Ma una successiva Circolare, dettata dallo stato di pandemia, estese l'esperimento di guida a chi aveva superato i 5 anni di ritardo. Io non li avevo superati. Pertanto io non dovevo sospenere l'esperimento di guida perché avevo la patente scaduta da meno di 5 anni. Per evitare lungaggini burocratiche avevo accettato di sostenere l'esperimento di guida pensando che, avendo la patente dal 1963, l'esperimento di guida sarebbe stato una pura formalità. Fui costretto ad iscrivermi da vecchio patentato (dal 1963) ad una autoscuola per seguire le lezioni necessarie per superare l'esame orale consistente nel rispondere in 20 minuti a 30 quiz (alcuni veramente difficili perché costituivano un tranello) rispondendo VERO o FALSO. Commisi un solo errore pur potendosi superare l'esame anche con 3 errori. Conseguii finalmente il foglio rosa come se fossi un ragazzo di  18 anni alla prima patente. I primi due esami andarono male, ma solo per delle inezie. Per esempio, avevo superato di alcuni centimetri la striscia bianca che si trova a fianco del semaforo, che era rosso quando arrivai alla striscia.  Dovetti pagare per rinnovare il foglio rosa ed avere la possibilità di dare altri due esami. Ero sconfortato perché ritenevo che gli esaminatori non fossero disposti a rinnovarmi la patente a causa della mia età (avevo superato gli 80 anni). Non si considera che sono quasi sempre i giovani coloro che commettono gravi infrazioni. Dovrebbe esistere una scheda anagrafica per conoscere tutto il passato di un automobilista. Un'altra volta fui bocciato perché non avevo segnalato l'uscita a destra da una rotatoria senza che vi fossero altre auto dietro la mia. La terza volta mi andò bene avendo trovato una esaminatrice non prevenuta nei miei confronti come gli altri due esaminatori. Nel 2009, essendo andato in pensione come prof. univ. di storia della filosofia, mi accorsi che l'auto non mi serviva più e non volevo sottopormi allo stress della ricerca di un parcheggio. Ma, non volendo rinunciare alla guida di un auto, mi venne lo sfizio di acquistare due auto d'epoca, l'Alfa Romeo Giulietta 1300 T.I. del 1961 di color bianco, eguale a quella che aveva comprato mio padre e che guidavo anch'io nonostante avesse un sedile unico davanti e il cambio al volante con 5 marce. Ma la Giulietta non poteva servirmi come garçonnier perché aveva un sedile unico non ribaltabile. Comprai allora anche una Alfa Romeo Giulia 1300 T.I. del 1966, con il cambio a cloche e i due sedili ribaltabili. Se non fossi riuscito ad avere il rinnovo della patente sarei caduto in uno stato di depressione.  Io non avevo superato i 5 anni e pertanto doveva bastarmi il rituale e comune esame di rinnovo della patente. Ora posso finalmente guidare le due auto citate senza più avere bisogno di un accompagnatore che non abbia più di 65 e la patente da almeno 10 anni quando guidavo le due auto con il foglio rosa. Due auto che mi hanno riportato ai tempi della giovinezza. Ho notato che riscuote maggiore curiosità la Giulia, forse perché era l'auto dei carabinieri e della polizia. 

Debbo decidere se presentare o non una denuncia per falso in atto pubblico contro colui che mi revocò la patente scrivendo un cumulo di falsità.             

Pubblicato da Pietro Melis alle 06:34 1 commento:

mercoledì 16 luglio 2025

TIZIANA MAROGNA: E' MORTA UNA GIUDICE CHE MI HA ROVINATO L'ESISTENZA

 Ho sentito adesso (ore 23,50 su rete 4 nella trasmissione ZONA BIANCA che il 69,5 degli italiani ha una completa sfiducia nella magistratura. La mia storia conferma questa sfiducia. L'ho sempre chiamata M(C)arogna per ciò che  ha scritto contro di me. Era stato nominato illegittimamente un liquidatore voluto da due pseudo fratelli che volevano costringermi a vendere anche la mia quota del 66% della proprietà del cinema Corallo a Cagliari per sanare i loro debiti PERSONALI  e per questo mi assalirono in sede di giudizio. Dopo che un presidente del tribunale, Marco Onnis, nominò un liquidatore dandomi come acquiescente mentre dagli atti del giudizio, compresi i verbali di udienza, risultava che avevo chiesto la revoca della sua nomina perché per legge il liquidatore può essere nominato soltanto se vi è l'unanimità dei soci che però sono in disaccordo circa la persona del liquidatore. Mi rivolsi al Tribunale perché la nomina del liquidatore era palesemente illegittima per il motivo detto. Orbene, questa M(C)arogna rigettò la mia domanda scrivendo con una ordinanza che avevo sbagliato indirizzo. Mi sarei dovuto rivolgere alla Cassazione e non al Tribunale. Vi erano due indirizzi giurisprudenziali nel merito: una minoritaria diceva che mi dovevo rivolgere alla Cassazione, l'altra, di molto maggioritaria, diceva che mi dovevo rivolgere al Tribunale per chiedere la rimozione della nomina del liquidatore, il peggiore individuo in cui incappai in tutta la vita, un individuo assetato di danaro come un vampiro assetato di sangue. Mi ingannò dicendo che mai avrebbe venduto prima che vi fosse stata una sentenza passata in giudicato riguardante la mia sospensione da amministratore perché non avevo notificato il bilancio entro il mese di marzo, come previsto dallo statuto, invece che nel mese di giugno come si era concordato con i due soci di minoranza per fare coincidere la notifica del bilancio con la dichiarazione dei redditi nel mese di giugno. Il Tribunale con sentenza 11 novembre 1997 assurdamente assunse questo motivo per revocarmi la carica di amministratore, che solo di facciata avevo assunto perché di fatto era amministratore il commercialista nominato anche con l'assenso dei due soci di minoranza. Premetto che questa sentenza fu dichiarata NULLA dalla Corte d'Appello con sentenza del dicembre 2000, con la conseguenza che io ero stato sempre amministratore. La giudice Donatella Aru in Corte d'Appello citò questa sentenza senza trarne la dovuta conseguenza: io ero stato sempre amministratore, come dimostrato dal fatto che il giudice del registro Vincenzo Amato provvide a reintegrarmi nella carica di amministratore della Cinecorallo. Ma andiamo all'origine di questa assurda vicenda. Il presidente del Tribunale Marco Onnis, la maggiore disgrazia di questa vicenda, sfruttò l'inciso per dire che anch'io riconoscevo necessaria la nomina del liquidatore perché vi era un dissidio tra i soci, ma senza tener conto che il dissidio tra i soci può essere fatto valere per legge (art. 2272 C.C.) al fine della nomina di un liquidatore solo quando il dissidio impedisca il conseguimento dell'oggetto sociale. Non era questo il caso perché la Cinecorallo, da sempre in attivo, continuava a conseguire pacificamente il suo oggetto sociale. Il mio avvocato sbagliò perché avrebbe dovuto evitare questo inciso che diceva che la nomina del liquidatore sarebbe stata necessaria se fosse stata confermata la revoca della mia nomina di amministratore. In ogni caso il mio avvocato concludeva chiedendo il RIGETTO della domanda avversaria della nomina di un liquidatore. Bastava comunque la richiesta di RIGETTO della domanda avversaria per dimostrare che ero contrario alla nomina del liquidatore. Vi è da osservare anche che io avevo chiesto ai due soci di minoranza che uno di essi facesse da amministratore al mio posto, togliendo ad essi ogni motivo ulteriore che potesse giustificare la nomina di un liquidatore. E di questo avvisai quel  farabutto di liquidatore e il promissario acquirente. Essi avrebbero dovuto attendere una sentenza passata in giudicato prima di procedere con la vendita, tanto più che nessuno dei motivi previsti dall'articolo 2272 C.C. poteva giustificare la nomina di un liquidatore per una società che, da sempre in attivo, continuava a conseguiva pacificamente il suo oggetto sociale con l'affitto della sala cinematografica essendo la proprietà distinta dalla gestione. Mi rincresce di non essere andato in udienza per sbattere in faccia al presidente del Tribunale Marco Onnis questa frase: lei non può nominare il liquidatore perché occorre l'unanimità dei soci. E io, per di più titolare del 66% delle quote, sono contrario alla nomina del liquidatore, potendo i due soci di minoranza chiedere soltanto la liquidazione della loro quota. Punto e basta. E avrei potuto aggiungere, magari consegnando uno scritto, che i due soci volevano costringermi a vendere per sanare i loro debiti personali, l'uno perché doveva pagare ancora 100 milioni di lire alla BNL per l'acquisto di una casa all'amante, divisa sempre con la moglie, l'altro perché doveva pagare 180 milioni di lire alla Banca Cariplo. Feci male a non andare in udienza fidandomi del fatto che fosse chiaro che occorreva l'unanimità dei soci per nominare il liquidatore. E infatti la disgrazia del presidente del Tribunale lo nominò ritenendomi, ma falsamente, favorevole alla nomina del liquidatore. Telefonai a Marco Onnis chiedendogli un appuntamento, che avvenne sotto casa sua in via Lai. Egli mi trattò con arroganza e non volle riconoscere il suo grave errore. Era chiaro che mai avrebbe riconosciuto il suo errore annullando il suo provvedimento come atto di autotutela. La sua casa, dove viveva da scapolo con la sorella, pochi giorni dopo rimase distrutta da un incendio. Morì dopo un paio di anni. Dovetti attendere un anno perché andasse in pensione e fosse sostituito da Antonio Porcella. E torno adesso alla M(C)arogna, la quale si valse della giurisprudenza minoritaria per scrivere che mi sarei dovuto rivolgere alla Cassazione. Ma la giurisprudenza nettamente maggioritaria diceva che mi sarei dovuto rivolgere al Tribunale, come io avevo fatto. L'ultima sentenza a ridosso dell'ordinanza della M(C)arogna  (Cass. 2 dicembre 1996, n. 10718) apparteneva alla giurispudenza maggioritaria, e perciò a mio favore. A questo punto mi rivolsi al nuovo presidente del Tribunale Antonio Porcella per chiedere la revoca della nomina del liquidatore, e l'11 dicembre 1997 fu revocata la nomina del liquidatore perché risultava che la sua nomina era illegittima in quanto avvenuta contro la mia volontà, essendo io per di più titolare del 66% delle quote del cinema Corallo. Purtroppo la revoca della nomina del liquidatore (11 dicembre 1997) avvenne meno di un mese dopo la vendita avvenuta il 13 nombre 1997. Perché la MC)arogna ignorò volutamente la giurisprudenza maggioritaria? Il liquidatore era anche curatore fallimentare, e dunque in stretta confidenza con tutti i giudici che passavano per la direzione della Sezione fallimentare del Tribunale essendo in tale veste un loro collaboratore. Questa storia è una storia di collusione dei giudici per cui sono passato con il liquidatore. A questo punto la responsabilità si spostò sulla giudice in Corte d'Appello Donatella Aru che fece due sentenze tremende, pur bastandone una. Invertì il rapporto logico-giuridico incominciando dalla parcella del liquidatore invece di partire dalla domanda di nullità o annullamento della vendita a causa dell'illegittimità della nomina del liquidatore. Queste due sentenze basterebbero per giustificare il licenziamento della Aru per la loro gravità, essendo tutte e due piene di contraddizioni, in cui necessariamente doveva cadere stante la sua volontà di salvare ad ogni costo il liquidatore. Con la prima sentenza mise subito al riparo la parcella del liquidatore di ben 166 milioni di lire, ignorando completamente il comportamento del liquidatore che giocò sempre con mosse di anticipo. L'ordinanza della M(C)arogna 7 novembre 1997 ebbe come risultato la vendita avvenuta il 13 novembre, cioè solo 5 giorni dopo l'ordinanza della M(C)arogna, e ciò per mettermi subito di fronte al fatto compiuto perché l'ordinanza mi fu notificata il 20 novembre, e a partire dal 20 novembre io sarei potuto ricorrere al Collegio per chiedere la revoca dell'ordinanza perché non esisteva nemmeno un motivo per giustificare la nomina del liquidatore per una società da sempre in attivo. Non basta. L'11 novembre uscì la sentenza dl Tribunale con cui, per il motivo sopra esposto, veniva revocata la mia nomina di amministratore (che di fatto veniva tenuta dal commercialista). Dunque la vendita avvenne 2 soli giorni dall'uscita della sentenza del Tribunale, anche in questo caso senza attendere la notifica della sentenza del Tribunale che avvenne anch'essa il 20 novembre. Alcuni mesi prima avevo scritto al liquidatore e al promissario acquirente che non potevano procedere con la vendita perché occorreva, come minimo, una sentenza passata in giudicato riguardante la mia revoca da amministratore, perché, venendo a mancare l'unico motivo per cui era stata chiesta la nomina del liquidatore, la vendita sarebbe risultata illegittima, stante l'illegittimità della nomina del liquidatore. A questo punto entra in scena la Aru con le sue due sentenze pazzesche, a tal punto che merita una indagine sul suo male operato. Per fare il gioco del liquidatore non poteva evitare tutte le pesanti contraddizioni in cui necessariamente doveva cadere per difendere la sua stratosferica parcella di ben 166 milioni di lire. Faccio alcuni esempi. A p. 6 ha scritto che avevo promosso un giudizio ordinario per chiedere la revoca della nomina del liquidatore. Ma avendo sostituito la testa con i piedi dopo qualche pagina mi ha rimproverato di non avere promosso un giudizio ordinario, quello stesso a cui prima aveva fatto riferimento. Ma la cosa più grave, tale da dover meritare un linceziamento, consiste nel fatto di avere impiegato l'ordinanza della M(C)arogna e la sentenza del Tribunale per giustificare la vendita, come se l'ordinanza e la sentenza del Tribunale fossero due sentenze passate in giudicato. INCREDIBILE! Infatti scrisse che il liquidatore era "confortato" (sic) dal fatto che vi erano due provvedimenti a me sfavorevoli, senza domandarsi se tali provvedimenti potessero essere riformati nel prosieguo del giudizio, come infatti furono riformati, perché l'11 dicembre 1997 il liquidatore venne revocato dal presidente dl Tribunale, che ribaltò l'ordinanza del suo predecessore Marco Onnis. Quanto alla sentenza del Tribunale essa fu dichiarata NULLA dalla Corte d'Appello. Io accuso la Aru di avermi dato spunto per fondare il mio sospetto che le sue due sentenze fossero state fatte in favore del liquidatore, per collusione con lui di tutti i giudici per cui sono passato con i loro provvedimenti negativi nei miei confronti. La Aru, a conferma delle GRAVI contraddizioni in cui necessariamente doveva cadere per favorire gli interessi del liquidatore, citò la sentenza della Cassazione a Sezioni Unite del 2002  che aveva cancellato la giurisprudenza minoritaria sulla base della quale la M(C)arogna aveva rigettato la mia domanda di revoca della nomina del liquidatore. Citò contro di me questa importante sentenza che dava torto alla sua deceduta collega senza trarne la conseguenza: io ero stato sempre amministratore e pertanto non poteva giustificarsi la nomina del liquidatore al mio posto. Che un giudice citi contro di me una sentenza della Cassazione a me favorevole è il massimo dell'idiozia. Incredibile ma vero. Ho pronto da molti mesi un esposto di 62 pagine che ancora non ho indirizzato al ministro Nordio e al CSM per due motivi: debbo raccogliere i 40 documenti facendone fotocopia e perché credo che sia una fatica inutile, salvo che la Aru faccia il mio gioco rendendo pubblico contro di me quanto ho scritto contro di lei, ma anche contro tutti i giudici che hanno fatto gli interessi del liquidatore.                                                                                            Ecco i necrologi di gente che non conosce la mia verità

Cagliari, addio alla giudice Tiziana Marogna



L'Unione Sarda.it
https://www.unionesarda.it › Cronaca Sardegna › Cagliari
1 giorno fa — Si è spenta dopo una breve malattia Tiziana Marogna, presidente della seconda sezione penale della Corte d'Appello di Cagliari.

Lutto nel Tribunale di Cagliari: morta la giudice Tiziana ...



Facebook · L'Unione Sarda
Oltre 20 reazioni · 1 giorno fa
UNIONESARDA.IT · Cagliari, addio alla giudice Tiziana Marogna - L'Unione Sarda.it · La scomparsa dopo una breve malattia: aveva 67 a ...

Cagliari, addio alla giudice Tiziana Marogna - X



X · UnioneSarda
1 giorno fa
Cagliari, addio alla giudice Tiziana Marogna https://t.co/uS0cu1SSE8. 
Vi è uno dell'Unione Sarda che ha avuto la faccia tosta di scrivere:  
 
La giudice, molto nota per il suo equilibrio nelle decisioni, è morta all’età di 67 anni. Sino a qualche settimana fa aveva presieduto il collegio della sua sezione in vari processi.  
Pubblicato da Pietro Melis alle 23:38 Nessun commento:

giovedì 10 luglio 2025

I GIUDICI IN ITALIA SONO LA FOGNA DELLA GIUSTIZIA

Indirizzato a donatella.aru@giustizia.it 

e a 

ministro@giustiziacert.it 

 Sono l'istituzione più squalificata in Italia. Nell'ultimo sondaggio risulta che solo il 38% si dichiara non contraria a tale istituzione nonostante il pantano in cui la giustizia oggi si trova per colpa dei giudici. Ne so io qualcosa per avere subito un processo CIVILE durato 25 anni. Soprattutto una giudice di Corte d'Appello, Donatella Aru, che per ciò che ha scritto dovrebbe essere indagata per fondato sospetto di collusione con il liquidatore. Oltre la Cassazione una reale riforma della giustizia dovrebbe portare in Italia la Corte di giustizia europea, a cui sono ricorso, perché rimane pur sempre una Corte straniera, anche se formata da giuristi (studiosi del diritto) e non da giudici togati (manovali del diritto), come dovrebbe essere la stessa Corte tradotta in Italia per avere un potere superiore a quello della Cassazione, come lo ha la Corte Europea. I giudici togati dovrebbero sentire sopra la loro testa una Corte composta da giuristi e non da giudici togati.  Perderebbero la loro spocchia per il loro non sentirsi più padroni della giustizia. 

Questa donna ha scritto che avevo aperto un giudizio ordinario per chiedere la rimozione della nomina del liquidatore perché non vi era nemmeno un motivo che potesse giustificare la nomina del liquidatore di una società in cui avevo il 66% delle quote ed era stata sempre in attivo. Ebbene, poche pagine dopo mi ha rimproverato di non avere promosso un giudizio ordinario per chiedere la rimozione della nomina del liquidatore, nominato su richiesta di due pseudo fratelli che mi volevano costringere a vendere per sanare i loro debiti PERSONALI, convolgendo per questo la società che era stata sempre in attivo e conseguiva l'oggetto della società anche contro la volontà dei due soci di minoranza. Come può essere definito un giudice se non fuori di testa perché poche pagine dopo asserisce il contrario di ciò che aveva scritto poche pagine prima? Un'altra giudice, Tiziana Marogna, aveva rigettato la mia domanda di rimozione della nomina del liquidatore perché scrisse in una ordinanza che mi sarei dovuto rivolgere alla Cassazione. Vigeva in Cassazione una giurisprudenza minoritaria che le dava ragione ma ignorando colpevolmente che vi era una giurisprudenza altamente maggioritaria che diceva che mi sarei dovuto rivolgere al Tribunale, come avevo fatto. E a ridosso dell'ordinanza (11 novembre 1997) l'ultima sentenza della Cassazione su tale argomento (2 dicembre 1996, n. 10718) dava ragione a me. Orbene, come può essere definito un giudice come la Donatella Aru, che, anche per difendere la sua collega, giustificò l'ordinanza nonostante che nella sentenza avesse scritto che la Cassazione a Sezioni Unite nel 2002 aveva cancellato la giurisprudenza minoritaria? L'ha citata ma non ne ha tenuto conto. Come può essere definito un giudice come la Donatella Aru che non ha avuto alcunché da ribattere al giudice del Tribunale Mario Farina che incredibilmente ritenne che fosse valida la notifica del bilancio con annessa la parcella di 166 milioni di lire avvenuta nel febbraio del 1998 dopo la revoca della nomina del liquidatore avvenuta nel mese di dicembre 1997 perché il Farina scrisse che il liquidatore poteva pensare in buona fede di essere ancora liquidatore? Roba da matti. Come può essere definito un giudice che non ha tenuto conto nemmeno della sentenza della stessa Corte d'Appello che nel gennaio del 2001 aveva dichiarato nulla la sentenza del tribunale che mi aveva revocato dalla carica di amministratore, con la conseguenza che io ero stato sempre amministratore, e pertanto, anche per questo motivo, non poteva ritenersi valida la nomina del liquidatore non potendo sussistere insieme l'amministratore e il liquidatore? Come può essere definito un giudice come la Donatella Aru che ha riempito la sentenza con sentenze della Cassazione senza mai accorgersi che erano tutte favorevoli a me? Incredibile ma vero. Come può essere definito un giudice che rigetta l'actio nullitatis con la domanda di nullità del processo (per assenza in giudizio della società, litiscosorte necessaria) scrivendo che bastava l'art. 742 C.P.C.? L'art. 742 riguarda un provvedimento camerale che non può mai dare luogo a un giudicato perché tale provvedimento può essere sempre rimosso senza limiti di tempo, facendo salvi i diritti dei terzi in buona fede. Come può essere definito un giudice che scrive che io non potevo oppormi alla liquidazione stante la volontà di due soci di minoranza? Veramente incredibile. La Donatella Aru ha scritto che il liquidatore era stato nominato anche con la mia volontà. Terribile. Terribile. Come può definirsi un giudice come la Donatella Aru che ha ritenuto privo di valore il decreto del presidente del tribunale che in data 11 dicembre 1997 aveva revocato la nomina del liquidatore perché occorreva l'unanimità dei soci mentre il presidente del tribunale Antonio Porcella aveva riconosciuto in base ai verbali di udienza che il liquidatore era stato nominato contro la mia volontà, per di più contro la volontà del socio di maggioranza al 66%? Avrete già capito che costei, se non è perseguibile per fondato sospetto di collusione con tutti i giudici per cui ero passato, meriterebbe di essere licenziata a causa di tutte le documentate falsità in due sentenze piene di contraddizioni e affermazioni palesemente aberranti. Ho pronto l'esposto che a termini di legge deve essere indirizzato al ministro della giustizia. Se non l'ho ancora presentato dipende dal fatto che debbo fare fotocopia di 40 documenti. L'incapacità di rispettare la logica è più grave dell'ignoranza. Dal momento in cui mettono piede in un tribunale fanno carriera per sola anzianità. E non pagano mai di tasca propria quando facciano sentenze palesemente aberranti. Sono deluso a causa del fatto che il ministro Nordio nulla abbia ancora detto sulla responsabilità dei giudici quando facciano sentenze palesemente aberranti. Un giudice può rimanere tutta la vita in Tribunale (nel mio caso un Vincenzo Aquaro) e tuttavia andare in pensione con il titolo di consigliere della Cassazione. Capite a che assurdo si arriva?             

Pubblicato da Pietro Melis alle 00:48 Nessun commento:

giovedì 3 luglio 2025

LE STRONZATE TEOLOGICHE DI VITO MANCUSO

Vito Mancuso filosofo teologo


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Vito Mancuso filosofo teologo, Bologna. 48960 likes · 5430 talking about this. Pagina per autentici ricercatori spirituali, al di là di ogni dogma e...

Scriva mio nome e cognome su Google per avere notizie su di me. La teologia è uno scrivere sul nulla, anche ammesso che esista un Dio. Chi pretende di scrivere su Dio cade nel ridicolo per la sua presunzione. I teologi dovrebbero spiegarci quando sarebbe apparsa l'anima immortale nell'evoluzione biologica. Se l'uomo proviene dall'Australopithecus ed è passato per l'homo abilis, poi per l'homo erectus, poi per l'ho sapiens di Neanderthal e poi ancora per il sapiens sapiens, quando sarebbe apparsa l'anima immortale? Se lo immagina l'uomo di qualche milione di anni fa dotato di coscienza morale? Se è impossibile dare una risposta è bene che i teologi vadano a zappare la terra. Ho sentito oggi Mancuso nella trasmissione Quantestorie su Rai3. Ha parlato di valori morali. Non entra in testa ai filosofi e ai teologi che i valori morali sono sempre culturali e perciò non possono pretendere di essere universali. Anche il nazismo aveva i suoi valori morali fondati sulla superiorità della razza germanica. Gli islamici pretendono che i loro valori morali fondati sul Corano siano superiori a qualsiasi concezione del diritto. Il famoso Norberto Bobbio non si accorse che il suo giuspositivismo sfociava necessariamente nel relativismo. Da puro imbecille Bobbio ha scritto che basta considerare che in natura vige la legge del più forte (e portò l'esempio del pesce grande che mangia il pesce piccolo) per capire che proprio il suo esempio è una conferma del diritto naturale, contro cui si è scagliato nel suo libro Giuspositivismo e diritto naturale (1965). Non ha capito che il pesce grande mangia il pesce piccolo perché costrettovi dal diritto naturale, altrimenti il pesce grande morirebbe di fame. La maggiore forza del predatore è posta sempre al servizio del diritto naturale inteso come diritto alla propria autoconservazione. Solo l'uomo per ragioni culturali e non naturali ha posto l'uso della forza al servizio della sopraffazione da parte del più forte. Caro Mancuso, vada a zappare la terra come contadino invece di continuare a scrivere stronzate (secondo il significato che H. Frankfurt ha dato a questo termine nel suo libretto intitolato Stronzate (titolo in inglese On Bullshit), che sono le proposizioni senza alcun significato, al contrario delle menzogne, le cui falsità non escludono che siano dotate di senso. Tutti i suoi libri stanno tra le stronzate e le menzogne.

Pubblicato da Pietro Melis alle 18:57 Nessun commento:

ECCO LA CENSURA DI GOOGLE. MA IO SO CHI E' STATO A VOLERE LA CANCELLAZIONE

 

Un saluto da Google,

Come forse già saprai, le nostre Norme della community (https://blogger.com/go/contentpolicy) descrivono i limiti di ciò che consentiamo, e non consentiamo, su Blogger. Abbiamo ricevuto una richiesta di revisione per il tuo post intitolato "MI E' STATO CANCELLATO DA GOOGLE L'ULTIMO ARTICOLO ". Abbiamo stabilito che viola le nostre norme e abbiamo eliminato il post, in precedenza all'indirizzo https://pietromelis.blogspot.com/2025/07/mi-e-stato-cancellato-da-google-lultimo.html .

Perché il tuo post del blog è stato eliminato?

I tuoi contenuti sono stati valutati in base alle nostre Norme relative all'incitamento all'odio. Per ulteriori informazioni, visita la pagina sulle nostre Norme della community tramite il link fornito in questa email.

Se ritieni che sia stato commesso un errore, puoi presentare ricorso all'indirizzo https://www.blogger.com/go/appeal-post?blogId=3698737143120738598&postId=2274417466135458622 . Questo comporterà una revisione del post.

Potresti avere la possibilità di presentare le tue rivendicazioni in tribunale. In caso di domande di natura legale o se vuoi esaminare le eventuali opzioni legali a tua disposizione, ti consigliamo di rivolgerti al tuo consulente legale.

Ti invitiamo a rivedere l'intero contenuto dei tuoi post del blog per assicurarti che siano in linea con i nostri standard, poiché ulteriori violazioni potrebbero comportare la chiusura del tuo blog.

Per ulteriori informazioni, consulta le seguenti risorse:

  • Termini di servizio: https://www.blogger.com/go/terms
  • Norme della community di Blogger: https://blogger.com/go/contentpolicy

Cordiali saluti,
Il team di Blogger

Pubblicato da Pietro Melis alle 13:46 Nessun commento:

mercoledì 2 luglio 2025

NON E' VERO QUANTO E' CONTRARIO ALLA CONOSCENZA SCIENTIFICA

  

Questo articolo non è completo perché ho dovuto eliminare molte frasi. Ho ripetuto qui quanto avevo già scritto e son dovuto andare a memoria. Avrei dovuto porre in memoria l'articolo per rimetterlo nuovamente nel blog. Questo articolo è stato messo in memoria.  Sono ancor più convinto che questa massa vuole la libertà solo per sé stessa.  

Cercherò di riassumere tutto andando a pescare nella memoria. L'articolo nella prima parte era una breve storia di astronomia al tempo di Galileo per chiarire che l'anormalità non deriva dal fatto che una certa credenza o un certo comportamento vengono espressi da una minoranza. Altrimenti, ho scritto, anche Galileo e Giordano Bruno dovrebbero essere considerati anormali. E avevo fatto chiarito come l'astronomia del libro di Copernico (De revolutionibus orbium coelestium) non fosse stata condannata dalla Chiesa cattolica perché il teologo cristiano luterano Osiander aveva pubblicato il libro di Copernico aggiungendo una prefazione scrivendo che quella di Copernico era soltanto una teoria che non voleva affatto sostituirsi all'astronomia antica di Tolomeo che vedeva ancora la Terra immobiile e al centro di un Universo finito. Invece Galileo aveva visto nell'opera di Copernico una descrizione corrispondente alla realtà. Fece bene Galileo ad abiurare per salvarsi da una condanna. In questo modo poté continuare a vivere nel dorato esilio di Arcetri dove portò a termine il suo capolavoro Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze. Il sistema copernicano non fu meno complesso di quello tolemaico perché anche Copernico fece uso dei cerchi per descrivere il moto dei pianeti intorno al Sole. Anzi, dovette aggiungere dei cerchi per spiegare il movimento dei pianeti, soprattutto del movimento di rivoluzione di Marte intorno al Sole di Marte. Ogni pianeta si muoveva su un cerchio che a sua volta di muoveva lungo il primo cerchio chiamato epiciclo. La stessa cosa avrebbe dovuto fare Giordano Bruno, martire della libertà di pensiero. Per di più il Bruno aggiunse l'immagine di un Universo infinito. Ciò lo condannò al rogo. Ed è strano perché già il cardinale filosofo tedesco Nicolò Cusano (con il cognome Cues) aveva scritto che la Terra non era al centro dell'Universo e, se pure confusamente, aveva scritto che esistevano più universi. E nel XIII secolo l'arcivescovo di Parigi Stefano Tempier aveva affisso sul portale della Chiesa di Notre-Dame una serie di proposizioni contro S. Tomaso e la sua concezione di un Universo finito avente al centro la Terra. Nello stesso secolo l'arcivescovo di Parigi Nicola di Oresme aveva scritto che la Terra aveva un movimento rotatorio intorno al suo asse perché in questo modo il cielo delle stelle fisse, che indicava il limite dell'Universo,  non doveva fare un movimento rotatorio in 24 ore, dovendosi preferire che il movimento rotatorio fosse attribuito alla Terra per una questione di logica. La condanna di Galileo e quella di Giordano Bruno, a cui fu applicato una morsa nella bocca perché non potesse parlare, e tanto meno urlare quando le fiamme lo stavano bruciando nel rogo istituito nella piazza Campo dei fiori, dove oggi si trova la sua statua con un braccio rivolto in direzione del Vaticano, come ad indicare da dove partì la sua condanna al rogo. Fu Keplero a sostituire i cerchi con delle ellissi lungo le quali si muovevano i pianeti. E nei manuali di fisica sono presenti le tre leggi empiriche di Keplero, che aveva fatto frutto delle osservazioni dell'astronomo danese Tycho Brahe, che con un suo sistema astronomico ibrido aveva posto la Terra al centro dell'Universo ma con tutti gli altri pianeti giranti intono al Sole. Dai dati astromici di Ticho Brahe Keplero potè l'ipotesi che i pianeti si muovessero tutti lungo delle ellissi. A questa conclusione Keplero giunse considerando che l'astronomia fondata sui cerchi non poteva spiegare il movimento di Marte intorno al Sole perché sembrava che, muovendosi nel cerchio ruotante a sua volta nel cerchio di base chiamato epiciclo, Marte si spostasse sia sopra che sotto il piano del cerchio per giungere in qualche tratto a invertire il movimento. Fu dunque Marte ad offrire a Keplero la necessità di superare le difficoltà del movimento di rivoluzione di Marte. Keplero cercò, da prima, di usare una ellisse ad un solo fuoco. A questo punto, scrisse lo stesso Keplero che stava per impazzire non trovando una spiegazione per il complesso movimento di rivoluzione di Marte. E se la prende poi con se stesso per non avere capito subito che doveva impiegare una ellisse a DUE FUOCHI per spiegare il movimento di rivoluzione di Marte. Keplero inviò a Galileo una copia della sua Diottrica ove spiegava, tra le altre cose, i fenomeni della riflessione e rifrazione della luce passante da un mezzo meno denso a un mezzo più denso, perciò anche nel passaggio del raggio di luce dall'aria all'acqua. Fu Newton ad utlizzare le 3 leggi empiriche che, ripeto, si trovano nei manuali di fisica per le scuole, perché le 3 leggi empiriche di Keplero furono spiegate introducendo la legge della gravitazione universale. Senza Keplero non vi sarebbe stato Newton, mentre senza Galileo vi sarebbe stato comunque Newton, che per modestia scrisse che egli ebbe la fortuna di assisersi sulle spalle dei giganti per vedere meglio lontano. 

La storia ha riabilitato Galileo e la filosofia rende omaggio a Giordano Bruno. 

Vannacci nel suo famoso libro Il mondo al oirartnoc (contraio) non ha capito che la anormalità non dipende dal fatto che essa si fondi su una minoranza. Vannacci nel suo libro ha scritto: Cari omosessuali, normali non lo siete. Fatevene una ragione. Io nel mio prossimo libro Il mondo al oicsevor (rovescio) ho fatto notare che Vannacci avrebbe dovuto aggiungere una parola scrivendo: Cari omosessuali, normali non lo siete. Fatevene una ragione scientifica. Cioè biologica. Infatti sono errori della natura, precisamente la conseguenza di errori di duplicazione e trascrizione del DNA in RNA transfert e di disfunzioni ormonali. Come spiegato nel libro del biologo francese Jean-Didier Vincent Che cos'è l'uomo. I normali sono sottomessi alla dittatura del pensiero unico degli anormali. Tutto ciò è la conseguenza della malattia mortale dell'Occidente che è il relativismo, per cui non esistono verità ma solo interpretazioni, come disse Nietzsche, contraddicendosi perché anche ciò che ha scritto non è verità ma interpretazione. Non è più reato l'oscenità in luogo pubblico?  

Da notare come Aristotele considerasse l'omosessualità una malattia (Etica nicomachea VII,5), da considerare "fuori dei confini del vizio, come lo è la bestialità". Anche Platone considerò innaturale l'omosessualità nell'opera intitolata Leggi, dove (836e) scrive: "Non so chi non disprezzerà l'uomo che, prendendo il posto della donna, si assimila alla natura femminile. Quale uomo vorrà introdurre nelle leggi queste abitudini? Nessuno, io penso, purché abbia idea di che cosa  è la legge". E in un passo successivo (841d-842a) Platone prescrive "che uomo non ami sterilmente altri uomini", per cui deve essere "bandita completamente l'omosessualità fra maschi" e richiede che il trasgressore, privato della cittadinanza, "sia considerato straniero" e perciò esiliato. Platone fa riferimento alla stessa "legge naturale (839b) che vieta il matrimonio tra consanguinei.  


Pubblicato da Pietro Melis alle 02:35 Nessun commento:

mercoledì 18 giugno 2025

TELMO PIEVANI

Sono più grande in età rispetto a Telmo Pievani. Prima che iniziasse a farsi conoscere come divulgatore scientifico io nel 1999 avevo pubblicato un libro di circa 500 pagine intitolato Biologia e filosofia. Origine della vita ed evoluzione biologica. Casualità e necessità. Purtroppo fu pubblicato negli Annali della Facoltà di Scienze della formazione (oggi chiamata Facoltà di Studi Umanistici dopo la unificazione con la Facoltà di Lettere e filosofia). Nel mio libro ho esposto largamente le opere di Mario Ageno con cui avevo un rapporto epistolare. Purtroppo venne a mancare poco prima che gli inviassi un biglietto d'aereo di andata e ritorno perché venisse a Cagliari per tenere una conferenza. Ageno fu professore di biofisica ottenendo la cattedra di tale insegnamento istituita proprio per lui. Nel mio prossimo libro, di cui ho già inviato il testo a un editore, ho dedicato due capitoli all'evoluzione cosmologica e biologica utilizzando quanto ho già scritto sull'evoluzione biologica in due libri. Pievani ha evitato di dedurre chiaramente le conseguenze dell'evoluzione biologica sulle credenze non scientifiche che dominano l'esistenza umana, forse perché non ha voluto apparire polemico nei confronti delle religioni. Pievani non ha voluto, per esempio, dare una risposta a chi, come me, si è domandato quando sarebbe sorta l'immortalità dell'anima umana nell'evoluzione partita circa sei milioni di anni fa dall'Australopithecus africanus per arrivare al Sapiens Sapiens passando attraverso il Sapiens dell'uomo di Neanderthal meno di un milione di anni fa. Circa un milione di anni fa aveva la specie umana una coscienza morale che deve essere un presupposto necessario per giustificare l'immortalità umana? Dopo qualche anno ho ricevuto un commento ad un mio articolo sul noto o famoso filosofo Emanuele Severino, su cui ho sempre irriso a causa delle sue affermazioni che appaiono pazzesche nel suo affermare nel libro Gli abitatori del tempo che l'evoluzione biologica non esiste perché, andando oltre Parmenide, l'eternità deve essere attribuita non solo all'essere considerato nella totalità dell'Universo ma anche a tutti gli enti. Con la conseguenza assurda che era necessario che Severino nascesse e che fosse vittorioso lo spermatozoo che, compreso tra milioni di spermatozoi compresi in una eiaculazione, arrivò a fecondare l'ovulo. E tutti gli altri spermatozoi erano anch'essi eterni? Per Severino la nascita e la morte non esistono perché la nascita è un apparire nel mondo fisico mentre la morte è un sottrarsi alla visibilità. E Severino fu anche opinionista nel Corriere della sera. I suoi libri sono una ripetizione sino alla nausea della immortalità di tutti gli enti e non solo dell'essere di Parmenide. Nel mio libro prendo in esame anche il lussureggiante sproloquio onirico di Massimo Cacciari che ha preteso di discettare sulla natura di Dio scrivendo che la sua natura deve essere ritenuta non comprensibile perché Dio è anche aldilà di ogni rigore voluto dalla logica. Però Cacciari, negando la comprensabilità della natura divina, tuttavia non si è accorto che è lui che non rispetta la norma del principio di non contraddizione. Sull'evoluzione biologica Cacciari non si è espresso, ma è evidente che la sua teologia non può non essere demolita dall'evoluzione biologica. 

Tornando a Pievani, bisogna riconoscere che egli si è astenuto da prendere posizione di fronte all'ignoranza dei filosofi. Però mi è sempre rimasta impressa la domanda: perché l'essere piuttosto che il nulla? Mi spaventa l'eternità dell'Universo, o del Multiverso se esistono altri universi oltre a quello visibile. Pievani evidenzia soprattutto la casualità che ha dominato tutta l'evoluzione biologica. La casualità demolisce ogni interpretazione antropocentrica dell'evoluzione biologica. E  Pievani ha mancato di rilevare un'altra conseguenza riguardo alla specie umana. Se si va nel campo dei diritti umani ne consegue che l'uomo non può considerarsi padrone della Terra come se tutta l'evoluzione biologica avesse come fine l'apparizione della specie homo. Se è casuale l'apparizione della specie umana questa specie non può arrogarsi per sé sola il diritto di esistere. L'esistenza della ragione di cui ci si serve per giustificare la superiorità dell'homo su tutte le specie di vita non può più essere il motivo che giustifichi la presunzione che tutte le specie viventi siano al servizio dell'uomo. Conseguentemente, ancora, se chiamiamo diritto naturale il diritto di esistere, tale diritto non può più essere circoscritto alla specie umana. Questo è l'aspetto rivoluzionario dell'evoluzione biologica fondata sulla casualità delle mutazioni, che distrugge la credenza alimentata dalle religioni che il diritto di esistere appartenga solo alla specie umana. Se il diritto naturale è il diritto di esistere come diritto all'autoconservazione lo stesso diritto deve esistere anche per tutte le specie viventi. Ma allora anche le pulci, le zecche, i pidocchi, le zanzare (e perché non anche tutti i batteri nocivi alla salute?) hanno diritto di esistere? Purtroppo sì, debbo rispondere. Quasi tutti i famosi filosofi o giuristi hanno ritenuto che il diritto naturale non esista perché in natura esiste il diritto ad esistere come diritto del più forte. Faccio i nomi di Hans Kelsen, Norderto Bobbio, Benedetto Croce. L'immeritatamente famoso Norberto Bobbio nel suo libro Giusnaturalismo e positivismo giuridico ha ritenuto che il diritto naturale non esista perché in natura esiste solo il diritto del più forte, come dimostrato, secondo Bobbio, dal fatto che il pesce grande mangia il pesce piccolo. Nessuno che gli abbia fatto notare questa cretinata considerando che questo esempio non demolisce il diritto naturale perché il pesce grande mangia il pesce piccolo in quanto costrettovi dal suo diritto naturale, cioè dalla sua necessità di nutrirsi se vuole continuare ad esistere. Quando Bobbio venne a Cagliari per una conferenza evitai  di ridicolizzarlo perché non avevo ancora maturato il mio pensiero sul diritto naturale. Egli merita di essere ridicolizzato perché non si accorse che il suo esempio confermava il diritto naturale avendo il diritto naturale di uno il limite del diritto naturale di un altro, come nella catena alimentare preda-predatore. Solo l'uomo, per ragioni culturali e non naturali, ha indirizzato la forza oltre la necessità naturale della sua autoconservazione. Nessun predatore uccide la preda oltre la sua necessità di autoconservarsi in vita. Se la zanzara (femmina) ha il diritto naturale di succhiarmi il sangue per riscaldare le sue uova e riprodursi io ho il diritto naturale di ucciderla per difendermi. La questione è così semplice, come scoperta dell'acqua calda, che vi è da domandarsi come mai filosofi e giuristi non l'abbiano capito ed abbiano considerato il rapporto preda-predatore come dimostrazione che il diritto naturale, ammesso che esista, possa valere solo per l'uomo. Pievani avrebbe dovuto allargare le conseguenze della casualità delle mutazioni biologiche alla sfera delle questioni che riguarda il diritto. Il diritto naturale o è di tutte le specie animali o è di nessuna, e così si rimarrebbe nel relativismo dei valori morali, e nella conseguente "guerra mortale tra valori morali" per usare un'espressione di Max Weber. Solo con il diritto naturale si può uscire dal relativismo dei valori morali, che sono sempre culturali e non naturali. Pievani non ha saputo, o non ha voluto, cogliere le conseguenze rivoluzionarie scaturenti dal diritto naturale, lasciando così le cose come stanno sul piano del discorso riguardanti i diritti umani, avendo trascurato le conseguenze scaturenti dalla casualità che domina l'evoluzione biologica.                                      

                   

  

Pubblicato da Pietro Melis alle 15:46 Nessun commento:

E GUERRA SIA

Qualunque governo si sostituisca a quello dei fanatici che opprimono la popolazione in Iran non sarebbe peggiore di quello che dal 1979 si è instaurato in Iran accogliendo un pazzo che viveva esiliato in Francia. Il governo laico dello Scià era un governo illuminato nonostante fosse dispotico. I nati nel 1979 oggi hanno  46 anni e subiscono l'oppressione voluta da coloro che oggi sono morti da molti anni o sono arrivati ad una vecchiaia avanzata. Perché oggi la maggioranza deve subire l'oppressione da essi non voluta nel 1979? Bene arrivate le bombe se servono a spazzare via un governo che opprime qualunque forma di libertà di cui subiscono le conseguenze soprattutto le donne. Si tratterebbe in questo caso di bombe liberatorie.  

Pubblicato da Pietro Melis alle 14:47 1 commento:

martedì 17 giugno 2025

RIVENDICO IL DIRITTO DI PROVARE SCHIFO

 per le manifestazioni delle anormalità fisiche dei cosiddetti gaypride. Pretendono di essere normali mentre sono SCIENTIFICAMENTE anormali, come ho dimostrato riportando quanto ha scritto il biologo francese Jea-Didier Vincent nel libro Che cos'è l'uomo 

Pubblicato da Pietro Melis alle 09:23 4 commenti:

lunedì 9 giugno 2025

DALLE RAPE SANGUE NON SE NE PUO' CAVARE. RIFORMARE IL CALCIO

Il 70% dei calciatori è costituito da stranieri. Bisogna introdurre un limite alla presenza di stranieri permettendo il tesseramento a 3 stranieri ma impedendo che ve ne possano essere più di 2 in campo.Questa invasione di stranieri impedisce che vengano presi in considerazione ragazzi italiani che meriterebbero di emergere. Che cosa impedisce che le squadre non siano piene di stranieri? Poi si dà la colpa sempre agli allenatori. Ma questi non possono cambiare in fuoriclasse gente mediocre, delle schiappe.    

Pubblicato da Pietro Melis alle 23:27 Nessun commento:
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