martedì 29 settembre 2009

LO SCHIFO PRESCELTO PER CONCORRERE ALL'OSCAR

Leggo:

Sarà "Baaria" di Giuseppe Tornatore il candidato italiano agli Oscar. Il film di Tornatore ha prevalso su "Fortapasc" di Marco Risi, "Il grande sogno" di Michele Placido, "Si può fare" di Giulio Manfredonia e "Vincere" di Marco Bellocchio.

Le pellicole, autoproposte dalle società di produzione, sono stati giudicati da una commissione istituita dall'Anica, in qualità di rappresentante dell'Academy of Motion Pictures Arts and Science, ovvero l'organismo americano che presiede all'assegnazione dell'ambita statuetta. Quattordici i membri della commissione: i registi Lina Wertmuller e Paolo Sorrentino, i giornalisti e critici Alberto Barbera, Fulvia Caprara e Piera Detassis, i produttori Pio Angeletti, Aurelio De Laurentiis, Valerio De Paolis, Nicola Giuliano, Fulvio Lucisano, Andrea Occhipinti, Domenico Procacci e Riccardo Tozzi, insieme al Direttore Generale per il Cinema, Gaetano Blandini.

Commento; gli ignobili individui della cosiddetta giuria sono dei liberi deficienti o sono stati corrotti dalla Medusa film che ha finanziato con 25 milioni di euro tanta schifezza? Nella prima ipotesi non si sono resi nemmeno conto di aver voluto portare negli Stati uniti, oltre alla scena orribile (girata vigliaccamente in Tunisia perché era in contrasto con le norme italiane sulla macellazione) dell'uccisione di un bue conficcandogli un chiodo in testa, anche l'immagine più negativa dell'Italia, quella della mafia siciliana che è stata esportata negli Stati Uniti, con tutte le conseguenze che conosciamo, di cui il popolo americano avrebbe voluto fare a meno. Invece di farsi dimenticare per questa sciagurata esportazione della mafia l'Italia riproporrà l'immagine peggiore di sé. E' mai possibile che il governo non intervenga contro l'esportazione di un film schifoso che diffama l'immagine di tutta l'Italia? Speriamo che dopo la batosta ricevuta a Venezia il presuntuoso Tornatore finisca la sua resistibile carriera con una seconda batosta. E dopo morto non sia pace all'animaccia sua.

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