Inutilmente ho risposto a Claudio Magris in una lettera al Corriere della sera. Disturbava e demoliva la figura di Claudio Magris, uno dei tanti falsi maestri di pensiero che fanno gli opinionisti sui giornali. Ecco la lettera.
In un articolo del 13 settembre Claudio Magris ha fatto il panegirico di Norberto Bobbio. Tra tante altre cose gli ha attribuito il merito di avere distinto tra morale e diritto. Ma scherziamo? Ha letto Magris "Giusnaturalismo e giuspositivismo "(1965), dove Bobbio si scaglia, da giuspositivista contro il diritto naturale? In esso Bobbio ha scritto di “matrici culturali di ogni ordinamento giuridico”, di “diritti umani quali pii desideri prima che vengano riconosciuti in un ordinamento giuridico”, mentre il liberalismo veniva considerato un'ideologia. Insomma: una totale commistione di positivismo giuridico (alla Hans Kelsen) e di storicismo, da cui può conseguire solo il relativismo dei valori morali. Pertanto non si capisce su che cosa Bobbio abbia potuto fondare la sua scelta nel passaggio dal suo giovanile fascismo al suo antifascismo dell'ultima ora. Chi vuole essere maestro di vita e di pensiero deve rispettare la norma della coerenza. In base al positivismo giuridico e allo storicismo di Bobbio si può giustificare tutto e il contrario di tutto. Quale diritto Bobbio ha distinto dalla morale? Quello positivo fondato sulla volontà dello Stato, come anche il contraddicentesi Benedetto Croce? Bobbio non ha mai capito che lo storicismo dei valori morali si accorda pienamente con il positivismo giuridico, per cui anche la libertà, invece di essere un diritto naturale, diventa, come egli la concepisce, “un pio desiderio”, che si può realizzare nel diritto. Altro che dire che Bobbio distinse tra morale e diritto. Ha detto il contrario. Egli ebbe sempre una grossa confusione in testa. In un mio libro ho scritto che Bobbio “rimane come emblema negativo di tutti i giuristi incapaci di rendersi conto della miseria della loro concezione morale del diritto, muto, cieco e sordo di fronte, e dunque inservibile, di fronte ai problemi più inquietanti del nostro tempo”. Filosofia del diritto da museo antropologico è quella di Bobbio. Dal relativismo “della lotta mortale tra valori morali”(Max Weber, la cui lezione Bobbio non ha mai imparato) si può uscire solo con il diritto naturale, che non è culturale ma metaculturale, in quanto esprime la legge naturale che dice che ogni organismo tende alla sua auto-conservazione. Da questa legge discende il diritto naturale (che io preferisco chiamare “principio naturale”, per evitare la connotazione antropomorfica del termine “diritto”), e dal diritto naturale discende il diritto (il principio) alla (della) vita e alla (della) libertà, che non è dunque un valore morale (soggetto al relativismo culturale), ma molto di più: è un principio naturale che deve sovrastare la volontà del legislatore. Ma questo Bobbio non l'ha mai capito scrivendo, contraddicendosi nella sua scelta di vita, contro il diritto naturale.
Una triestina (F.) mi ha scritto su Magris, sotto il titolo "un uomo inutile e dannoso":
Lo vedevo uscire dall’università con quell’aria da becchino in attesa, tutto vestito di nero e scuro in volto, l’immagine della negatività, in realtà uno che nessuno calcola, perché nella vita di ogni giorno è solo al caffè san marco e la gente nemmeno si gira a guardarlo. Non gli restano che i suoi libri (che purtroppo mia madre legge, per questo mi dà fastidio), pino roveredo con le sue fiasche e i suoi vestiti puzzolenti e i mezzi di dis-informazione. Con tutti i premi e le onorificenze che gli hanno conferito, rimane un povero cronico, come dice mia sorella.
Mi era venuto anche in mente di parlargli, ma non ho tempo da buttare per uno come lui.
1 commento:
Piuttosto li defineri Uomini all'ingiù. Non rida ma ho scritto la prima definizione che mi è saltata per la mente.Se studiassi i paralleli capirei il perchè del disturbo angolare!!!
La saluto
Monica
Posta un commento