venerdì 8 gennaio 2010

Immigrati sfruttati ma padroni. Distruggono auto e nessuno viene arrestato. Dov'è il governo? Ha paura di essere accusato di razzismo. Ormai è follia

ROSARNO - Centinaia di auto distrutte, cassonetti divelti e rovesciati sull'asfalto, ringhiere di abitazioni danneggiate. E' il bilancio di un pomeriggio di guerriglia urbana a Rosarno, nella Piana di Gioia Tauro, per la protesta di alcune centinaia di extracomunitari, lavoratori dell'agricoltura, accampati in condizioni disumane in una vecchia fabbrica in disuso e in un'altra struttura abbandonata. Risale a maggio dello scorso anno l'arresto di tre imprenditori, sempre a Rosarno, per "riduzione in schiavitù" di alcuni immigrati. A dicembre del 2008, invece, un episodio simile a quello di oggi: due giovani a bordo di un'auto spararono alcuni colpi di pistola contro due ragazzi africani di ritorno dai campi. Anche in qual caso gli extracomunitari reagirono con una violenta protesta.

Armati di spranghe e bastoni, gli extracomunitari in larga parte provenienti dall'Africa hanno invaso la strada statale che attraversa Rosarno mettendo a ferro e fuoco alcune delle vie principali: dalle auto - in qualche caso anche con persone a bordo - alle abitazioni, ai cassonetti dell'immondizia. A nulla è valso l'intervento di polizia e carabinieri in assetto antisommossa, schierati di fronte ai più agguerriti, un centinaio di persone tenute sotto stretto controllo.

In serata sono arrivati i rinforzi e si è tentata una trattativa per far rientrare la protesta. Anche la popolazione ha reagito e, in queste ore, alcuni giovani di Rosarno, circa un centinaio, stanno seguendo l'evolversi della situazione ad alcuni metri dalle forze dell'ordine. Sul posto tutti i dirigenti dei commissariati di Pubblica sicurezza e delle compagnie di carabinieri della Piana. Tra Rosarno, l'ex fabbrica in disuso, e Gioia Tauro, sono circa 1.500 gli extracomunitari che lavorano come manodopera nell'agricoltura.
QUESTA LA NOTIZIA.

Se la rivolta fosse stata opera di italiani certamente vi sarebbero stati degli arresti. E ora chi paga i danni? Nessuno.Siamo allo sbando. QUESTO E' IL RISULTATO DEI FOLLI CHE FAVORISCONO LA POLITICA DELL'ACCOGLIENZA favorendo la clandestinità a vantaggio dei criminali che sfruttano i clandestini disposti a lavorare in nero e con paghe da fame. E poi si dice che vi sono lavori che gli italiani non vogliono fare. Certo. Non vogliono farli perché subiscono la concorrenza degli immigrati (clandestini o non). Uno di questi violenti ha detto: sono venuto in Italia credendo di star meglio e invece ho trovato l'inferno. Bene. Allora se ne vada dall'Inferno tornando in Africa perché qui non c'è più posto. Le squadracce dei disonesti di fronte alla reazione della popolazione di Rosarno (che era sempre vissuta pacificamente con i clandestini) hanno usato subito la solita parola "razzismo" per nascondere la realtà di una situazione che era divenuta non più sopportabile.
Si dice che la popolazione straniera registrata sia in Italia il 5%. Ammesso e non concesso che sia così, si sottraggano da questo 5% gruppi notoriamente pacifici come gli ucraini e i filippini. I cinesi costituiscono una comunità chiusa e non rappresentano un pericolo per quanto riguarda la violenza fuori della loro comunità. I conti se li regolano tra loro. Ebbene il resto del 5% costituisce 1/3 della popolazione cerceraria, che è di 64.000. E' bene evidente la sproporzione.
Il dato si commenta da sé. Le carceri, che potrebbero contenere al massimo 40.000 reclusi, stanno scoppiando a causa di quel terzo in più, destinato ad aumentare, frutto della politica del cattocomnismo.
Ecco i risultati del buonismo di cui è complice la tolleranza della politica dell'accoglienza. Con la complicità della Chiesa.
Deve esistere una regola ferrea. Premesso che i clandestini debbono essere rispediti al loro Paese, anche tutti coloro che, arrivati allo sbando, non richiesti, hanno avuto un permesso di soggiono ma non hanno un lavoro dipendente legalmente retribuito, non saltuario (per di più in nero), come nei lavori stagionali, debbono essere rispediti al loro Paese . Non vi è posto per essi. Clandestini e non. E coloro che li assumono illegalmente debbono essere stangati senza pietà. Altrimenti è il caos.

2 commenti:

amoresbastardo ha detto...

Veramente questo è ciò che succede quando NON si sostituisce la politica dell'accoglienza a quello dello sfruttamento e della schiavitù. Perché capovolge il senso delle cose?

Mi dispiace che non ho trovato più il tempo per rispondere al suo commento di risposta di una nostra conversazione di qualche tempo fa. ma lo farò.
saluti
Giuseppe

Pietro Melis ha detto...

Mi dispiace che amorebastardo (potrebbe lasciarmi una sua email perché rinuncio a scrivere nei blog altrui quando è necessario iscriversi con tante complicazioni) capovolga l'ordine logico a causa del solito prevalere della morale del buonismo sul diritto. Io ho posto una questione di ordine pubblico. Prima di tutto ho rilevato l'innefficienza dei governi e delle istituzioni che sapevano dell'esistenza di una massa di clandestini che venivano sfruttati e, non avendo neppure abitazione, venivano ammassati in una struttura abbandonata. Se questa gente nn ha un lavoro regolare (senza toglierlo ai disoccupati italiani) deve essere rispedita al suo Paese senza se esenza ma. E bisogna stangare senza pietà coloro che li assumono in nero sfruttandoli. La radice del male è tutta qui. In secondo luogo ho notato che questi clandestini si sono permessi di danneggiare centinaia di auto, di sfasciare vetrine e di assalire vigliaccamente una donna e il suo bambino dentro un'auto (con probabile perdita di un occhio da parte di una donna). Non mi risulta che alcuno sia finito in galera. Il paradosso è che la polizia abbia cercato di intavolare trattative con questa massa di violenti autori di reati gravi. Siamo all'assurdo.Se non si fa funzionare la ragione considerando le cose sulla base del diritto invece di continuare a predicare la follia dell'accoglienza sulla base del sentimentalismo, che porta poi a conseguenze come queste, è inutile continuare a discutere. Pertanto amorebastardo faccia a meno di replicare. Io non ho altro da aggiungere a chi è peggio di un sordo perché non vuol sentire, corrotto dall'ideologia della politica dell'accoglienza che favorisce i criminali che la sfruttano e la violenza che ne consegue. Pietro Melis