sabato 24 luglio 2010

CHI HA UCCISO VERAMENTE MUSSOLINI?

Ho ascoltato su Rai3 venerdì 24 ( e ho registrato) la trasmissione sulla versione della morte di Mussolini e sul carteggio Mussolini-Churchill. La trasmissione a metà era confusa perché non si è spiegato che cosa si sia fatto esattamente dei cadaveri di Mussolini e di Claretta subito dopo la loro uccisione. Comunque è stata fatta menzione solo della versione che sia stato un emissario di Churchill a farlo uccidere da Giovanni Lonati verso le 11, secondo le dichiarazioni di quest'ultimo, intervistato (forse in una vecchia intervista). L'emissario di Churchill (che, da sempre ammiratore di Mussolini, fu sempre un doppiogiochista, sino a proporre un rovesciamento delle alleanze per far guerra unicamente contro Stalin) voleva impossessarsi del compromettente carteggio Churchill-Mussolini, durato sino a pochi giorni prima della fine della guerra. Longo (futuro segretario del P.C.I. dopo Togliatti) sarebbe arrivato la sera e si sarebbe infuriato perché avrebbe voluto...non si è capito bene ... farlo uccidere dai partigiani subito o sottoporlo a processo. Dalle mie ricerche, invece, risulta che Longo sia il maggiore indiziato e che sarebbe arrivato lui la mattina del 28 aprile sottraendolo alla custodia di Pedro che voleva consegnare Mussolini agli americani, come convenuto negli accordi col governo Badoglio. Poi i partigiani per attribuirsi essi il merito attribuirono l'uccisione alla scialba figura del ragionier Walter Audisio, per non coinvolgere Longo, mentre si sa che l'Audisio arrivò a Dongo solo la sera. In un capitolo di un mio prossimo libro dimostro di essere meglio informato, presentando le cinque versioni sulla morte di Mussolini. La trasmissione giunge alla faziosità nel voler discolpare Pertini, che si sarebbe opposto alla fucilazione di Mussolini, mentre risulta che fu uno dei più fanatici a volerne la morte. Dopo l'esame del cadavere di Mussolini e di Claretta da parte di un medico legale risultò che Mussolini e Claretta furono uccisi nudi perché molti fori di proiettili non corrispondevano a quelli degli abiti su cui fu sparato dopo che erano già morti e che che Claretta fu prima stuprata e violentata con un bastone di scopa in vagina e nell'ano sino a provocarne delle emorragie. Spero che il mio libro, assai documentato, susciti un vespaio anche su questo argomento, oltre che per avere presentato i partigiani responsabili di tutte le rappresaglie dei nazisti. Si sa che la causa della strage di Marzabotto fu il fatto che i nazisti persero la testa quando i partigiani - fatto INCREDIBILE - uccisero tutti i componenti dell'ambasceria che Kesserling aveva ad essi inviato per chiedere che la ritirata dei tedeschi dalla linea gotica potesse avvenire pacificamente senza essere colpiti alle spalle. Nessuno l'ha mai scritto. Racconto di altri fatti esecrandi dei partigiani (tra cui la vigliacca azione terroristica di via Rasella che provocò la rappresaglia delle Fosse Ardeatine (rappresaglia prevista dalle convenzioni internazionali di guerra (a partire dalla convenzione de L'Aja del 1901). I partigiani furono responsabili anche della morte dei fratelli Cervi, su cui i comunisti provocarono la rappresaglia uccidendo apposta un podestà perché si scatenasse la rappresaglia sui Cervi, colpevoli di non essere comunisti. E scrivo anche della bella figura di Nicola Bombacci fucilato a Dongo perché, cofondatore con Gramsci del partito comunista, da cui fu espulso perché antistaliliano, e rimasto sempre socialista, era stato nominato consigliere economico da Mussolini nella R.S.I. Morì gridando: viva il socialismo. Partigiani assassini di innocenti. Il capitolo termina con una mia frase (su cui desidero l'imprimatur): il nazismo fu la rovina del fascismo, ma il fascismo fu ancor più la rovina del nazismo. Senza l'intervento in guerra di Mussolini (pur voluto da Hitler) la Germania (ligia e fedele all'alleanza con il fascismo, ma anche masochistica) dovette intervenire sempre per salvare gli eserciti italiani, in Grecia, in Africa, e poi in Italia, distraendo un gran numero di divisioni dal fronte russo nello stesso periodo. Se la Germania non avesse avuto la palla al piede del fascismo forse non ci sarebbe stata Stalingrado. E la controffensiva dopo Stalingrado avrebbe potuto avere successo, come l'ebbe all'inizio. Invece di combattere solo sul fronte russo la Germania fu costretta a combattere su QUATTRO FRONTI (Africa, Italia e Francia dopo lo sbarco americano in Normandia, oltre che in Russia). Infatti, se il Giappone alleato della Germania non avesse bombardato la flotta americana a Pearl Harbor (7 dicembre 1941) non avrebbe offerto agli Stati Uniti (in cui l'opinione pubblica era favorevole alla Gemania) la scusa per intervenire in guerra. Precedentemente Roosevelt aveva sempre negato aiuto all'Inghilterra. Il nazismo fu vittima dei suoi due alleati. Paradossale ma vero.
Tutto ciò indipendenemente dal giudizio che si possa dare sul nazismo e sul fascismo e dalla domanda se sia stato meglio vincere o perdere la guerra.
LA STORIA DEVE ESSERE RISCRITTA PERCHE' NON CONTINUI AD ESSERE UNA STORIA IDEOLOGICA.
L'anonimo che in risposta si definisce "democristiano incallito" ha ragione. Infatti ha i calli nel cervello. E prima di consigliare agli altri di cambiare mestiere dovrebbe dire lui che mestiere fa e quanti libri ha letto. Si direbbe che non ne ha letto nemmeno uno (almeno sull'argomento). Era naturale che molti attaccassero Gianpaolo Pansa per avere scritto "Il sangue dei vinti". Guai a toccare la storia scritta dai vincitori. Se il democristiano incallito non fosse ignorante saprebbe che è ormai accertato storicamente che Mussolini non c'entrò minimamente con l'assassinio di Matteotti, e che egli stesso disse alla Camera: "Mi hanno buttato un cadavere tra le gambe". Si ricordi che Mussolini, al contrario di Hitler, non fece mai eliminare fisicamente i suoi avversari, limitandosi in alcuni casi ad "esiliarli" confinandoli in qualche piccola isola. Mai fu attribuito a Mussolini l'uccisione di un avversario. Gramsci non morì in clinica a causa dei dieci anni di carcere. Ed in carcere gli fu permesso di avere tutti i libri che voleva, e di scrivere senza alcuna censura. Come ebbe piena libertà di scrivere e pubblicare l'antifascista Benedetto Croce. In compenso dei vigliacchi partigiani, miserabili assassini (camuffati da studenti con libri sotto il braccio), uccisero l'inerme Giovanni Gentile dentro la sua auto fermatasi di fronte a casa sua. Anche questa fu guerra di liberazione? L'ignorante democristiano incallito non sa di tutte le benemerenze culturali di Gentile (fondatore, tra tante altre cose, dell'enciclopedia Treccani). Egli fu anche un grande storico della filosofia, con studi tuttora insuperati sul Rinascimento e curatore dell'edizione nazionale delle opere di Giordano Bruno. Ma chi ha i calli nel cervello vede il male solo da una parte, mentre io lo vedo ovunque possa vederlo. E non da filofascista, essendo stato iscritto al P.S.I. all'epoca di Nenni (ero dell'ala interna di Riccardo Lombardi). Riconosco per obiettività storica le colpe del fascismo, che, se non fosse intervenuto in guerra, avrebbe avuto solo da guadagnarci. Non è necessario essere filonazisti per dover riconoscere che il fascismo cooperò, come ho già spiegato, alla sconfitta del nazismo con la sua entrata in guerra a fianco del nazismo. Ma ciò non toglie che i partigiani per la maggior parte furono dei fanatici assetati di sangue. Ho trovato un documento con una lunga lista di noti fascisti che nel 1943 passarono soprattutto al partito comunista saltando sul carro dei futuri vincitori (si fa per dire), e divennero esponenti di partiti antifascisti e noti "intellettuali" di sinistra. Tra questi la miserabile figura di Norberto Bobbio, che ben conosco nei suoi scritti (soprattutto contro il diritto naturale, essendo egli un giuspositivista, per cui rimase filosoficamente disarmato nel condannare poi il fascismo). Egli diventò ordinario di filosofia del diritto dopo aver scritto, DA FASCISTA, una lettera indecorosa e priva di dignità a Mussolini rivendicando i suoi meriti di fascista durante l'espletazione del concorso a cattedra, protestando contro altri candidati che non avrebbero avuto lo stesso merito. Poi divenne antifascista per opportunismo, mostrando grande faccia tosta nel presentarsi come punto di riferimento della cultura antifascista e "democratica". E sino a quando non verrà tolta (ormai alla memoria, essendo defunti) la medaglia a quei luridi e miserabili individui, manovali di un'azione proditoria, che misero una bomba in via Rasella (attentato preparato da una sedicente "giunta militare", autoinvestitasi di un potere giuridicamente inesistente e composta da Giorgio Amendola, Riccardo Bauer e Sandro Pertini) non sarà resa giustizia ai morti delle Fosse Ardeatine. E abbiamo come capo dello Stato (che vergogna) un Giorgio Napolitano che non ha mai chiesto perdono per avere dichiarato nel 1956 (aveva 32 anni) che "i carri armati sovietici avevano portato la pace in Ungheria" (con 20.000 morti). Sapeva delle foibe in Istria. Ma soltanto negli ultimi anni ne ha parlato con lacrime da coccodrillo, ben sapendo che fu proprio il suo maestro Togliatti (IL PEGGIORE) a favorire l'ingresso delle armate comuniste di Tito in Istria, comandando di far fuori i partigiani non comunisti che tentavano di difendere i confini istriani, perché questi comunisti si sentivano prima comunisti che italiani. Gli basti questo a "l'incallito democristiano" con i calli al cervello. Simili commenti rafforzano la necessità di demolire l'impalcatura di menzogne che sinora sono state scritte per nascondere la verità. MA QUESTA ORMAI STA VENENDO FUORI ANCHE CONTRO TUTTI QUELLI CHE HANNO I CALLI AL CERVELLO.

7 commenti:

mamma ha detto...

ho seguito anche io la trasmissione di rai tre, interessante anche se di difficile comprensione, troppi avvenimenti concatenati, troppi nomi, troppe versioni.
Anche se devo ammettere che Lonati mi ha parzialmente convinto, non so se sia stato effettivamente lui a sparare il colpo mortale a Mussolini, ma sicuramente ha partecipato all'operazione.
Sono altresi d'accordo con lei , professore, sulla cattiveria , violenza, e incivilta' dei partigiani . peggio dei carnefici
Come si intitola il suo libro ?

Pietro Melis ha detto...

Alla lettrice "mamma2 avrei potuto rispondere personalmente se mi avesse lasciato la sia mail. Per ora non posso dirle il titolo. Il mio libro è autobiografico e filosofico. Tratta di molti argomenti. Quello sugli anni 1943-45 è solo parte di un capitolo. Il 25 aprile non si festeggia una guerra di liberazione, ma una guerra persa, indipendentemente dal giudizio se sia stato meglio vincerla o perderla. Questo è un altro discorso. Ma l'obiettività storica vuole che si dica che non vi fu una guerra di liberazione fatta dai partigiani, che causarono soltanto dei morti in più, provocando soltanto rappresaglie con i loro vigliacchi attentati terroristici, che non possono considerarsi azioni di guerra. Vedi l'attentato folle di via Rasella, di cui faccio i nomi dei veri responsabili, tra cui Pertini. Ho spedito all'editore le prime bozze corrette ed attendo le seconde. Esso comprende anche un capitolo sulla schifosa giustizia in Italia con documentazione di sentenze in una allucinante vicenda giudiziaria civile personale (con i nomi di 14 "giudici" che dovrebbero essere sottoposti a visita psichiatrica. Traggo spunto dalla mia vicenda personale per scoperchiare la fogna della giustizia in Itaia, con 8 milioni di processi civili impantanati. Il disegno di riforma di questo governo è una cura peggiore del male. Espongo la gattopardesca riforma dell'ordinamento giudiziario che consente che i giudici continuino a far carriera per sola anzianità, che, senza alcun controllo di merito, non pagano mai di persona (assicurandosi) quando fanno sentenze palesemente aberranti. Sono una casta di arroganti ignoranti e/o sragionanti che, da quandi entrano in magistratura, possono anche smettere, per legge, di aprire un libro di diritto per il resto della vita. Sono incappato anche in un giudice corrotto finito in galera. Propongo una seria riforma del Codice di Procedura Civile.Ancor più dovrebbero pagare i "giudici" quando mandano in galera degli innocenti (cioè individui che poi vengono assolti). Starebbero più attenti prima di emettere una sentenza. Demolisco anche tutte le stronzate dei più noti filosofi italiani, che, pur facendo gli opinionisti, non si rendono conto delle stronzate che dicono, entro una concezione del diritto ancora puramente formalistica che prescnde completamente dal diritto naturale, senza il quale si può giustificare tutto e il contrario di tutto. Preciso che ho tratto il termine "stronzate" dal titolo di un filosofo statunitense, Harry G. Frankfurt (Stronzate, Rizzoli 2005). Menzogne sono le frasi che, pur non prive di pensiero, risultano tuttavia false alla verifica. Stronzate sono i luoghi comuni di dire (dettati dalla morale comune) che sono anche privi di pensiero perché sono dei non sensi linguistici. Esempio: "il dono della vita". GRANDE STRONZATA. La vita non si dona. A chi, se manca il ricevente? E' forse uno dei 200 milioni di spermatozoi che per primo arriva all'ovulo? E perché non si dice allora "il dono della morte"? E' difficile demolire i luoghi comuni. Disse Einstein che è più facile scindere un atomo che demolire un pregiudizio. La gente comune vive da ebete nei pregiudizi, senza accorgersi di dire stronzate, come tutte quelle documentate dei filosofi d'oggi, che metto alla berlina. Questo è il bel risultato di avere insegnato per 40 anni storia della filosofia all'Università.

MAMMA ha detto...

La ringrazio per la risposta
Credo che il suo libro sia interessante , non solo perche' revisionista di un periodo storico ( quello del post fascismo ) che a mio avviso fu una vera e propria guerra civile ( chiunque fosse sospettato di essere fascista veniva brutalmente ucciso ) , ma anche perche'supportato da documenti ufficiali e da ricerche dettagliate che dimostrano che anche i partigiani non erano pane per ostia.
Avevo gia' letto il libro di Gianpaolo Pansa , e , ero rimasta inorridita da tanta crudelta', ma ora sono sempre piu' convinta che i partigiani siano stati strumento del comunismo per prendere piede in Italia.
Resto in attesa del suo libro
Saluto cordialmente

Anonimo ha detto...

Cambi mestiere....mi sembra ne abbia bisogno...mi dispiace di averla trovata su internet. Si ricordi che i partigiani, tutti, da i democristiani all'ultimo dei comunisti, sono esistiti perchè è esistito il fascismo. Le ricorda niente il nome di Matteotti??....anzi sa cosa le dico: si vergogni!! Un democristiano incallito.

mamma ha detto...

Grazie Sig Melis
per cio' che dice , per come lo dice.
l'anonimo e' un anonimo
se fosse stato un individuo con una personalita' definita e una cultura almeno mediocre, non sarebbe stato anonimo ne avrebbe scritto tante stupidaggini
La saluto

Matteo De Marzo ha detto...

Gentile prof.Melis, La ringrazio per i suoi studi e per le Sue ricerche. Spero di conoscere presto il titolo del Suo libro. Ossequi

Pietro Melis ha detto...

Il mio libro è uscito nell'edizione Bastogi ed è per metà autobiografico. Titolo: Io non volevo nascere. Sottotitoli: "Un mondo senza certezze e senza giustizia. Filosofi odierni alla berlina". Cerchi su Google alcune recensioni. Il libro può essere ordinato anche all'editore. Ma so che IBS lo invia con uno sconto. Io non ci guadagno nemmeno un euro perché ho ceduto all'editore i diritti d'autore per renderlo più interessato alla promozione. Ho in mente da tempo, anche per richiesta di un editore, di sviluppare alcune pagine del suddetto libro per dimostrare documentatamente il motivo per cui Hitler perse la guerra. La perse anche a causa della fedeltà di Hitler a Mussolini, che voleva ad ogni costo salvare mentre era una palla al piede del nazismo. A sua volta l'alleanza in guerra con il nazismo fu la rovina del fascismo. Lo storico deve stare super partes senza parteggiare per alcuna delle parti. Deve fare come il fisico, che ricerca obiettivamente le cause che generano gli effetti.