mercoledì 29 settembre 2010

HITLER: PIU' CHE DIO POTE' IL DEMONIO. MEDITINO I TEOLOGI

Dopo avere ascoltato la trasmissione Atlantide (LA 7) del 28 settembre riguardante la vera identità del teschio conservato a Mosca e attribuito a Hitler sono venuto a sapere che in effetti quel teschio non può essere quello di Hitler essendo il teschio di una donna. Da ciò la tesi (priva di qualsiasi supporto storico) che Hitler sarebbe sopravvissuto alla fine della guerra e i resti del cadavere bruciato (secondo la volontà dello stesso Hitler insieme con quello di Eva Braun) sarebbe il cadavere di un sosia. Ma vi è allora da domandarsi come mai non si sia parlato mai dei resti del cadavere bruciato di Eva Braun. Esistono testimonianze di coloro che vissero anch'essi nel bunker della cancelleria sino alle ultime ore di Hitler, che si sarebbe suicidato sparandosi alla testa dopo avere ingoiato una pastiglia di cianuro e dopo aver sparato anche al suo cane prediletto, un pastore tedesco. Non si sa con certezza se Eva Braun si sia suicidata o si sia fatta sparare da Hitler.

Ma non è questo l'oggetto della mia riflessione.

E' veramente sconcertante il fatto che Hitler sia riuscito a scampare sempre a vari attentati. Ancora più sconcertante è il fatto che sia potuto scampare all'ultimo tentativo di eliminarlo. Seguite ora la sequenza degli eventi che messi insieme in ordine cronologico fanno pensare che Hitler avesse la protezione di una forza demoniaca sopraffattrice di una volontà divina impotente di fronte a quella del demonio oppure che Dio stesso (in questo caso non migliore del demonio) avesse dato piena libertà di azione al demonio. Alcuni vertici dell'esercito, sia che fossero stati sempre antinazisti, sia che per opportunismo, pur essendo stati sempre nazisti, cercassero di evitare più disastrose conseguenze, avendo capito che nel luglio del 1944 la guerra doveva ritenersi ormai persa, organizzarono una congiura contro Hitler per anticipare la fine della guerra. Chi si assunse il compito in prima persona fu il colonnello von Stauffenberg. Hitler aveva indetto una riunione di vari comandanti distrettuali degli eserciti in una stanza della cancelleria. Poi cambiò idea (non si sa perché) e la riunione venne spostata in una casamatta (in legno) che si trovava a qualche decina di km da Berlino. Tra gli invitati alla riunione vi era il colonnello von Stauffenberg, che, pur non essendo mai stato un filonazista, era al di là di ogni sospetto. Egli aveva il compito di portare in una borsa, insieme con i documenti richiestigli, due bombe al plastico da fare esplodere ponendo la borsa vicino a Hitler sotto il tavolo. Arrivato alla casa della riunione von Stauffenberg inventò una scusa per ritardare l'ingresso nella stanza della riunione. Da notare che la riunione fu anticipata improvvisamente di un'ora. Ciò impedì a von Stauffenberg di agire con maggiore calma. La riunione fu anticipata perché Hitler non voleva arrivare in ritardo all'appuntamento con Mussolini che doveva accogliere alla stazione. Non basta. Von Stauffenberg trovò una scusa per ritardare l'ingresso nella stanza della riunione dicendo che doveva cambiarsi la camicia. In realtà doveva preparare in un'altra stanza (dove si chiuse a chiave) l'innesco delle due bombe. Mentre faceva ciò gli bussarono alla porta dicendogli che il generale Keitel stava sollecitando la sua presenza alla riunione per la consegna dei documenti. A questo punto von Stauffenberg capì che non aveva più il tempo per preparare l'innesco della seconda bomba e dovette sperare che ne bastasse solo una per eliminare Hitler e tutti o quasi tutti i presenti alla riunione. Presentatosi alla riunione chiese di sedersi a fianco di Hitler adducendo la scusa (inventata) che era un po' debole di udito. Dopo avere tolto dalla borsa i documenti e averli posati sul tavolo ripose sotto il tavolo, quasi a contatto di Hitler, la borsa contenente le bombe (di cui una sola con l'innesco a tempo).A questo punto si inventò un'altra scusa dicendo che doveva fare una telefonata urgente per assentarsi dalla stanza. Ma anche qui il “demonio” intervenne a favore di Hitler perché un altro si sedette al posto di von Stauffenberg e spostò la borsa (che probabilmente dava fastidio ai suoi piedi), e spostandola la mise a destra di una grossa gamba del tavolo, mentre prima si trovava a sinistra, più a contatto con Hitler. Fu questa gamba del tavolo ad attutire le conseguenze dello scoppio fungendo da riparo nei confronti di Hitler. Quando deflagrò l'unica bomba Hitler ebbe soltanto qualche leggera escoriazione ad un braccio. Se di bombe ne fossero scoppiate due non sarebbe bastato il riparo della gamba del tavolo a salvare Hitler. Vi furono vari morti nell'attentato oltre a molti feriti. Ma Hitler rimase illeso. Consideriamo la circostanza che Hitler abbia spostato nella casa di legno in mezzo ad una foresta la riunione che avrebbe dovuto tenersi nella cancelleria. In una stanza con muri di pietra lo spostamento d'aria causato dall'esplosione non avrebbe risparmiato alcuno. Invece la casa di legno permise che la deflagrazione trovasse sfogo verso l'esterno. Chi suggerì a Hitler di spostare la riunione in altro luogo? Chi fece sì che la riunione venisse anticipata di un'ora perché Hitler non arrivasse in ritardo al maledetto appuntamento con Mussolini? Si può dire che Mussolini fu anch'egli con la sua visita in Germania la salvezza (provvisoria) di Hitler ma fu anche la rovina posteriore di se stesso. Di fronte ad una serie di circostanze che appaiono fortuite si è quasi tentati di pensare che le stesse circostanze non fossero nemmeno tanto fortuite. Sembrano dettate da una volontà maligna che non voleva risparmiare altri milioni di morti, che sarebbero stati risparmiati se il 20 luglio 1944 il demoniaco Hitler fosse rimasto vittima dell'attentato. Naturalmente tutti i congiurati furono scoperti. Von Stauffenberg venne fucilato subito con altri cospiratori, mentre molti alti ufficiali vennero processati e impiccati con corde di ferro dopo un processo farsa in un cosiddetto tribunale del popolo presieduto da un fanatico criminale di nome Freisler, che morì qualche mese dopo sotto un bombardamento.

I TEOLOGI HANNO MATERIA PER RIFLETTERE SULLA ASSERITA PROVVIDENZA DIVINA . DOPO DI CHE DEBBONO SOLO NASCONDERSI PER LA VERGOGNA.

2 commenti:

and ha detto...

Secondo me il caso( da non confondere con il destino!), cioè quella variabile non sempre prevedibile della realtà, è NEUTRO.
Solo che la maggior parte delle persone, specialmente se credenti e superstiziose, quando questa variabile imprevedibile, fa capitare eventi particolarmente positivi( dal loro punto di vista) allora parlano di miracolo, divina provvidenza ecc...invece quando per caso succedono tutta una serie di coincidenze particolarmente negative, gli stessi parlano di sfortuna!
Dal punto divista scientifico non esiste ne fortuna, nè sfortuna, nè miracoli, nè eventi demoniaci, esistono soltanto delle variabili della realtà, che non sempre siamo capaci di prevedere...

Pietro Melis ha detto...

Io non credo nel destino (tranne che in quello iscritto nel DNA)né in altre cause che non siano fisiche. Il mio voleva essere solo una esposizione di fatti che nella loro concatenazione appaiono paradossali. Tanto incredibili nella loro essere così fortuiti da indurre a pensare altro. Sebbene questo altro non sia nemmeno esso credibile. Volevo esprimere solo la pura casualità di una serie di fatti senza la quale la storia avrebbe potuto avere una conclusione assai diversa. Questo va contro ogni concezone deterministica della storia. Si dice che la storia non seve essere fatta con i "se". Invece la casualità impone di considerare anche tutti i "se" che non sono stati realizzati per pura casualità.