domenica 10 luglio 2016

ADESSO CI MANCAVA ANCHE IL PRETACCIO VINICIO ALBANESI DELLA CARITAS

Naturalmente il pretaccio Vinicio Albanesi, che ospitò i due clandestini, non può che dare la sua versione pur non essendo testimone ed essendo in contrasto con le prime risultanze della perizia. Con quali prove può dire che il nigeriano  morì per un pugno in testa e non per avere battuto la testa cadendo? Sta in buona compagnia con la cloaca dei centri sociali. Come poteva il negro essere ucciso con un pugno dato tra il labbro e la mandibola senza per altro subito fratture? Un pugno sulla mandibola non può provocare la morte per frattura documentata del cranio. La mandibola non fratturata non è il cranio fratturato. Eppure si vuole confondere la mandibola con il cranio. Il prete ha persino il coraggio di costituirsi parte civile. Ma a che titolo se non è parte lesa? Incredibile. Non basta. L'orango Kienge (come la definì Calderoli offendendo gli orango) ha detto di volersi costituire anch'essa come parte civile. Ma che c'entra costei con il nigeriano? Allora tutti i negri potrebbero costituirsi parte civile? Siamo arrivati all'assurdo. Un orango non avrebbe preteso una cosa simile. Questo schifoso prete ha dimostrato di essere un disonesto e di indossare indegnamente la veste da prete. Altro che perdono cristiano! Costui è la negazione del cristianesimo mostrando solo accanimento contro un accusato senza nemmeno avere le prove di ciò che dice. Il vescovo da cui dipende avrebbe dovuto riprenderlo e dissociarsi da lui. E invece silenzio. Pur di difendere una falsità adesso ci si mette anche un prete. Il fatto che poi un testimone sia stato minacciato di morte incomincia a far pensare che vi sia una congiura per far valere la menzogna per interessi più o meno oscuri, oltre che per motivi ideologici. Il prete per ora risulta complice di questa congiura, mentre si sarebbe dovuto astenere dal fare commenti in contrasto con ciò che finora è emerso dalla perizia e dai testimoni.

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E adesso la sceneggiata della negra, che ha lasciato il segno dei morsi su un braccio del Mancini, su cui sono stati riscontrati vari ematomi per i colpi subiti mentre si difendeva. A questo punto bisognerebbe anche verificare se corrisponda a verità il racconto della bomba di Boko Aram che avrebbe distrutto la casa in cui sarebbero morti un suo figlio e i genitori di lui. Molto strano che invece questi due si siano salvati rimanendo illesi. Vi sono seri motivi per pensare che questo racconto sia una menzogna costruita appositamente per indurre a pietà acquisendo l'immagine di vittime con tutti i benefici conseguenti. E la cloaca della politica ben rappresentata dalla Boldrini e dalla Boschi, usurpatrici del potere, ben può rappresentare questo schifo ai funerali.         

2 commenti:

RIC ha detto...

Mai difendersi da una aggressione con palanchino se il palanchino lo usa un negro.
L'accusa e' immediata.Se quel tizio avesse capito questo pensiero corrente di un epoca moderna e progressista proiettata in un futuro alla Sgualdrini , non avrebbe le conseguenze che vedremo. Avrebbe dovuto fare come le vittime di kabobo che hanno capito in tempo come ci si deve comportare in un paese civile . A questi ultimi non ho letto di nessuna denuncia di razzismo. Si evince che la giustizia funziona perfettamente se i cittadini la comprendono.
saluti prof.Melis.

Anonimo ha detto...

professore,
mi associo al pensiero di RIC. anche di kabobo si disse che era una vittima. eppure in quel caso i ruoli erano invertiti...che strano !
saluti,
marco