Severino da una vita intera scrive che il nascere è un passaggio dall'invisibile al visibile e la morte un passaggio dal visibile all'invisibile. Non ha mai precisato se ogni forma di vita sia soggetta a cicli di reincarnazione. Platone (La Repubblica) ammetteva la reincarnazione ma è stato sempre ambiguo su questo tema dicendo che vi erano cicli di reincarnazione di mille anni e che un'anima, se avesse dovuto subire una punizione, si sarebbe reincarnata in un animale inferiore. Ma allora esistono animali che inconsciamente hanno l'anima umana ed altri animali che non l'hanno? Come si vede, il pur grande Platone non si rendeva conto di certe bischerate. Anche il neoplatonico Plotino (III secolo d. C.) fu ambiguo sulla reincarnazione avendo omesso di dire chiaramente se la reincarnazione riguardasse anche tutte le altre forme di vita. Riguardo agli uomini disse: "Prima si muore e prima ci si reincarna". E dove? Si ha la possibiltà di scegliere il luogo dove reincarnarsi? Non lo si dice. E ci credo. Sarebbe stato ammettere un assurdo oltre la già fantasiosa ed incomprensibile reincarnazione. Se non avessi la possibilità di scegliere dove reincarnarmi dovrei subire il rischio di reincarnarmi in Africa e, ancora peggio, in uno Stato islamico. Per carità! Meglio non reincarnarsi. E poi a che serve reincarnarsi se non si ha la memoria di una precedente vita? E' come nascere per la prima volta. E tralascio di approfondire la inspiegabilità conseguente dell'aumento della popolazione se tutti i viventi sono esseri reincarnati. Ho già scritto altre volte sul famoso eccentrico Severino, che è voluto andare oltre la famosa tautologia di Parmenide (L'essere è e il non essere non è) con cui si voleva dire che l'universo (finito e sferico secondo Parmenide perché l'infinito non può essere pensato se "essere e pensare sono la stessa cosa") è eterno, senza inizio e senza fine. Non bastandogli Parmenide il Severino, tanto per essere originale, è voluto andare oltre Parmenide dicendo che, se l'essere è eterno, sono eterni anche gli enti che in esso sono compresi. E così (in Abitatori del tempo) ha voluto negare l'evoluzione biologica pur contro scienziati, da lui citati, come Jacques Monod e François Jacob. L'evoluzione è solo apparente, non esiste casualità, tutto è predeterminato. Roba da manicomio. Nonostante Severino sia stato per molti anni editorialista del Corriere della sera. Ci dica Severino se in tal modo egli creda che anche le pulci, le zecche, i pidocchi, le zanzare, e, perché no, anche i batteri, siano eterni. Però ha ragione circa i necrologi: trovatemene uno in cui per il defunto si faccia riferimento alla sua morte. Non esiste. Il defunto non è morto. E' scomparso. Dove sia andato a finire però non si saprà mai. E' inutile chiamare polizia e carabinieri per rintracciarlo. Rimarrà per sempre irreperibile. Strano modo di scomparire escludendo a priori la possibilità di ritrovarlo.
I defunti? Sono solo scomparsi
I defunti? Sono solo scomparsi
1 commento:
Per Severino ogni stato fisico e psichico è un eterno (almeno così l'ho capita io dopo aver ahimè frequentato Severino per anni). Chi me l'ha fatto fare? Mah, trovavo questa visione dell'eternità di ogni cosa suggestiva. Però effettivamente se tutto è eterno - dalla cosa più umile a quella più alta e sublime - allora lo sono anche uno sputo o uno scarafaggio (per non dire altre cose ...). E allora si cade nel ridicolo. Sembra però che l'eterno ritorno di Severino si distingua profondamente dall'eterno ritorno nicciano (almeno secondo lui). In che cosa si distinguano non lo so. Non ho poi ancora capito cosa ci sia di consolante nel sapere che "ritorneremo", siamo eterni, indistruttibili: Severino arriva a dire (ma logicamente) che l'uomo è più grande di Dio (perché Dio non esiste, esiste solo il concetto di Dio che sorge in un dato momento della storia dell'uomo). Ma se tutto, assolutamente tutto è eterno torneremo a fare le medesime cose, gli stessi errori, le stesse sciocchezze ecc. ecc. Torneranno anche l'impero romano, Auschwitz, Hitler e Mussolini. Grandissima consolazione davvero. Ma ti dicono che essere è infinitamente meglio di non essere. Mah!
P.S. L'indistruttibilità degli enti sembra però essere stata postulata anche da S. Tommaso. E torna poi anche nel discorso di tanti atei o agnostici, per es. quando l'agnostico Goethe scrive i versi: "Kein Wesen kann zu nichts zerfallen!" (Nessun essere può dissolversi nel nulla). Ma più che una profonda verità è piuttosto una licenza poetica o un wishfull thinking.
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