giovedì 24 novembre 2016

LA DISGRAZIA DELLA LEGGE TREMAGLIA

Mi sono sempre domandato a che titolo gli italiani che vivano permanentemente all'estero abbiano il diritto di votare se risultano non avere più residenza in Italia e non abbiano più in Italia alcuna proprietà su cui paghino le tasse. Vi è un ingiustificato favoritismo nei confronti di essi, che possono determinare il risultato del voto degli italiani che sono costretti a subire la permanenza in questo Paesaccio in cui comandano i PDoti. Tutta colpa, in questo caso, del governo Berlusconi, sotto il quale fu approvata la legge dell'ex fascista Mirko Tremaglia. Con il suo stupido patriottismo volle conservare un cordone ombelicale con quegli italiani che ormai avevano rotto i ponti con l'Italia. Ciò a conferma che la situazione attuale è da incolpare anche in questo caso al solito Berlusconi, che volle la legge elettorale porcellum con cui si tagliò politicamente i coglioni dando il potere ad una serie di governi non legittimati da elezioni. Ora versa lacrime di coccodrillo chiedendo il proporzionale. Se ne doveva accorgere prima. Con il proporzionale mai avremmo avuto una serie di sciagure di governi culminanti nello sgoverno attuale con a capo un esagitato disonesto pronto ad instaurare la dittatura del partito unico se vincesse sciaguratamente il sì. 

Voto degli italiani residenti all'estero - Wikipedia

https://it.wikipedia.org/wiki/Voto_degli_italiani_residenti_all'estero
   

1 commento:

Sergio ha detto...

Caro professore, in quanto italiano all'estero che ha votato (no) mi sento direttamente interpellato. Già, è vero, con che diritto votano italiani all'estero che non hanno più alcun rapporto con l'Italia e non pagano le tasse. Però se questi italiani votano significa che si sentono ancora italiani, dunque hanno ancora un contatto almeno ideale con la «madrepatria» (scusi l'arcaicismo).

Ma c'è un'latra ragione per cui io ho diritto di votare. Perché sono ancora e di fatto italiano e possiedo solo un permesso di residenza da rinnovare ogni cinque anni nel paese in cui vivo (anche dopo oltre mezzo secolo di residenza). In quanto straniero non posso esercitare il diritto di voto che in Italia, visto che il mio paese di residenza vieta ogni attività politica agli stranieri. Forse si chiederà: ma com'è possibile? Paese che vai usanze che trovi. La Svizzera non regala la cittadinanza che sola permette di partecipare alla vita politica. La domanda di naturalizzazione si può fare dopo dieci anni di permanenza continuativa nel paese. Io non l'ho fatta per una serie di motivi e la Svizzera non regala la cittadinanza a chiunque (in Italia invece le forze del progresso vogliono regalarla subito o dopo poco tempo ai cosiddetti "nuovi italiani"). Il diritto di votare me lo concede solo il mio paese natale e perciò sono in un certo senso autorizzato a esercitare questo diritto.
L'Italia non ha mai fatto pressione sugli altri Stati perché concedano la cittadinanza agli italiani colà residenti. Sarebbe anche una pressione indebita.
Lo sa che una volta (nemmeno tanto tempo fa, trenta o quarant'anni) era "praticamente" impossibile acquisire la cittadinanza italiana? Praticamente, perché l'iter era complicatissimo, anche perché pochi fessi ci tenevano a diventare italiani a tutti gli effetti. Se uno si presentava per fare le pratiche per diventare italiano veniva considerato un po' scemo o un orginale. Oggi invece la cittadinanza italiana non si nega più a nessuno, anzi, avanti c'è posto, benvenuti nella repubblica delle banane.