venerdì 1 marzo 2024

CHE COSA SIGNIFICA NORMALE?

Tutte le definizioni di "normale" concordano nel definirlo come conforme alla norma. In questo modo si cade nella tautologia. Infatti rimane la domanda: ma a quale norma? Questo sembrerebbe  il problema. Ma è un falso problema se la norma dipende da una legge perché si arrriverebbe ad un totale relativismo. In certi Stati è culturalmente normale ciò che non è normale in altri. Come superare il relativismo? Non vi è altra strada se non quella che si riferisce alla medicina. Esiste una temperatura normale altrimenti si ha la febbre, che non è normale. Esiste una norma che non dipenda dalla cultura? Certamente. La definizione non può essere culturale ma metaculturale. Non può dipendere dalla statistica, come ha detto il generale Vannacci. Si rimarrebbe nel culturale. L'omosessualità è normale? Vannacci risponde che non è normale perché rappresenta statisticamente una minoranza. Nella storia ciò che all'inizio sembrava normale è diventato normale, come il riconoscimento dei diritti universali dell'uomo ottenuto spesso con una rivoluzione iniziata da una minoranza. Bisogna riferirsi alla natura per cogliere il significato di "normale". La malattia sembra essere normale perché prima o dopo vi è sempre una causa che nella più tarda vecchiaia porta alla morte. E' normale la morte. Se non fosse normale la vita dovrebbe essere eterna. Ma ciò non toglie che la malattia sia uno stato anormale del corpo.  E' normale mangiare carne? Per affermarlo dovrebbero essere normali tutti gli individui che mangiano carne. Ma è normale mangiare carne e sono anormali allora i vegetariani e i vegani? Secondo Vannacci dovrebbero essere anormali perché statisticamente sono la grande maggioranza nella specie umana. Ma è scientificamente sostenibile che i vegetariani e i vegani siano anormali? E se fosse invece anormale quasi tutta l'umanità perché si nutre di carne nonostante che la struttura dell'organismo escluda che la specie homo sia da includere tra gli animali carnivori anche considerando solo la dentatura e la lunghezza dell'intestino, come già osservava Rousseau nel Discorso sull'origine e i fondamenti della diseguaglianza tra gli uomini?  E' normale l'omosessualità, tema scottante per cui è stato ferocemente attaccato il generale Vannacci. La sua risposta fa capo anch'esso alla statistica. E' anormale secondo Vannacci perché statisticamente gli omosessuali sono una minoranza. No. non è così. Anche in questo caso bisogna dare una risposta che trascenda il rapporto maggioranza-minoranza, che porta al relativismo. L'omosessualità è anormale anche considerando la natura di tutte le specie animali, in cui non si trova l'omosessualità perché vige il rapporto maschio-femmina che porta per istinto naturale alla conservazione della specie. Se l'omosessualità fosse normale sarebbe normale l'estinzione della specie umana. Sono biologiche le cause dell'anormalità, come può dedursi da ciò che ha scritto il biologo francese Jean Didier-Vincent nel libro Che cos'è l'uomo in cui si fa riferimento ad errori nella duplicazione e trascrizione del DNA e a disfunzioni ormonali. Se questi errori sono anormali ne consegue che gli omosessuali non sono anormali perché statisticamente minoranza, come ha scritto Vannacci, rimanendo in una giustificazione che non supera il relativismo del normale inteso come espressione di una maggioranza perché, ho già detto, nella storia umana una minoranza ha avuto l'occasione di diventare maggioranza.       

Secondo il dizionario di Oxford Languages si legge:

Conforme alla consuetudine e alla generalità, regolare, usuale, abituale: polso n.; ritornare alle condizioni n.; temperatura n.; tariffa n., quella che sono tenuti a pagare tutti coloro che non usufruiscono di speciali riduzioni.
Secondo la Treccani
 
Secondo il Dizionario Garzanti
 
https://www.garzantilinguistica.it › ricerca › q=normale
normale: m -i 1. che è di norma, che corrisponde alla norma; solito, consueto, abituale: modo, atteggiamento, disposizione normale; situazione normale; .
 
Secondo  il Dizionario De Mauro
valore dell'accelerazione di gravità al 45° di latitudine al livello del mare, assunto convenzionalmente per definire alcune unità di misura (chilometro, .
 

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