martedì 9 settembre 2025

LA NOTA IRONIA DI STEFANO BENNI DEFUNTO OGGI

Nella mia libreria (di cui ho scritto in un articolo precedente) non vi sono libri che non siano di contenuto scientifico e filosofico. La lettura di un romanzo significava per me una sottrazione di tempo da dedicare a libri che mi ampliassero la conoscenza scientifica. Nella mia libreria non vi è mai stato spazio per la letteratura, a parte un certo numero di libri (anche classici) che lessi da bambino e da adolescente, libri per lo più di avventure. Riconosco di essere un ignorante in fatto di letteratura. E non me ne vergogno. Quanti libri hanno letto coloro che si fanno riprendere con una libreria alle spalle? E poi di quale contenuto? Ho una conoscenza solo indiretta o parziale di autori come Kafka (Metamorfosi), Dostoevskji (I fratelli Karamazov, Louis Ferdinand Celine (Viaggio al termine della notte), Italo Svevo (La coscienza di Zeno), Pirandello (di cui da studente del primo anno del corso di filosofia feci una scorpacciata delle sue mirabilI Novelle per un anno, Robert Musil (L'uomo senza qualità), etc. Chi legge romanzi rimane ignorante. Kafka era ebreo, Celine antisemita, ma ciò non gli impedì di essere considerato un grande scrittore. Da studente I promessi sposi (libro di testo nel programma di esame di letteratura italiana) mi apparvero un romanzo palloso. Sbagliavo. Manzoni scrisse un solo romanzo. Un capolavoro. Storie che si celinintrecciano mirabilmente tra loro. Romanzi in un solo romanzo.  Manzoni impiegò ben 20 anni per passare da una prima stesura (con il titolo Fermo e Lucia) all'ultima stesura. Alla faccia di coloro che sfornano romanzi in catena di montaggio. Confesso di non aver letto alcunché di Stefano Benni.  Ma molti anni fa mi fu detto che è di Benni la frase che dice: "a me mi hanno rovinato le donne. Troppo poche". Se esiste un aldilà è questo che mi rattrista maggiormente: non poter più il Benni aumentare il numero delle donne.   

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