...dopo La Mecca e Medina.
Il fondamento di tale pretesa ha nella Sura XVII del Corano una spiegazione del tutto risibile perché ha un valore inferiore persino a quello di una leggenda essendo fondata sul viaggio notturno che Maometto avrebbe fatto da La Mecca a Gerusalemme. La successiva tradizione si accompagnò ad una relativa iconografia per descrivere il viaggio notturno fatto sotto la guida dell’arcangelo Gabriele mentre Maometto sedeva su un animale mostruoso che, stando tra l’asino e il mulo, era dotato di ali ed aveva la testa di donna, a cui la tradizione islamica aggiunse anche il nome Buraq. Maometto, stando sempre seduto su questo animale, salì attraversando la sfera dell’inferno, diviso in più piani, ognuno con pene adatte al peccato commesso. Nei livelli più bassi le punizioni sono più atroci e la temperatura più alta. Le anime dell'inferno soffriranno terribili pene fino al giorno del giudizio.
Maometto fu invitato da Allah a salire sino alla sfera del paradiso perché conoscesse i suoi precedenti profeti, compreso Gesù, e ricevesse direttamente da Allah l’ordine delle cinque preghiere canoniche quotidiane. Non saprei dire se Maometto fosse un allucinato o un impostore, anche considerando che era persino analfabeta e si portava dietro uno scriba a cui dettava le sue allucinazioni o imposture finalizzate comunque alle successive conquiste degli arabi considerando che il Corano impose un falso proselitismo perché, al contrario del cristianesimo, fu fondato sin dall’inizio sulle armi nelle guerre di espansione nel Medioriente, nelle coste africane e parzialmente in Spagna sino alla “reconquista” spagnola con la fine dell’occupazione araba. E vi è più di un miliardo di cervelli che ancora credono in questo racconto trasformandolo incredibilmente in un fatto storico. La Gerusalemme degli ebrei è ben lontana dalla ridicola tradizione islamica avendo con sé una tradizione storica che si rifà al regno di Davide risalente all’anno mille.
Voglio qui anticipare quanto Benedetto XVI disse con coraggio nella sua Lectio magistralis tenuta il 12 settembre 2006 a Ratisbona riportando un dialogo tra l’imperatore bizantino Manuele II Paleologo e un persiano colto: "Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava". Bastarono queste parole per provocare una rivolta da parte del mondo musulmano, capace persino di negare l’evidenza storica della mancanza di ragione nella più grande disgrazia della storia che è il Corano.
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