venerdì 22 gennaio 2010

Teorema: UN UOMO PUO' VALERE MENO DI UN CANE. Dimostrazione

Un anonimo vigliacco, da bue che dice cornuto all'asino, mi ha lasciato un commento al post "QUESTE SON BELLE NOTIZIE. CACCIA AI CACCIATORI". Chi è curioso vada a leggersi la mia replica. Costui (che è un cacciatore o difensore dei cacciatori) ha anche scritto che sono una bestia perché amo gli animali e odio gli uomini. Non si è accorto di avermi fatto un elogio. Infatti la maggior parte dell'umanità sarebbe migliore se fosse bestiale, mentre egli appartiene al livello più basso della subanimalità. Egli è peggio di una bestia. Lo dimostra l'uso odioso che egli fa del termine "bestia", impiegandolo in senso offensivo, essendo il termine residuo di una tradizione (soprattutto religiosa) che continua a distinguere gli uomini dalla cosiddette bestie, da ritenere prive di anima, in spregio alla comune origine di tutte le forme di vita, e credendosi assolutamente migliore di una "bestia", a conferma della sua appartenenza ad una umanità che sta sotto il livello della bestialità.
Qui voglio limitarmi a citare una frase che si trova all'inizio del libro TUTTA MIO PADRE di Rosa Matteucci: "Il cordoglio provato per la scomparsa dei genitori naturali è piscio di gallina in confronto al dolore irrimediabile che si prova per la morte del cane".
Mi immagino i commenti dei benpensanti. Come si permette di scrivere certe cose costei? E' sana di mente? Per me il sopracitato subanimale (deve essere un cacciatore, cioè uno appartenente alla schifosa genia in via di estinzione, che però sembra avere ancora, come una perfida lobby, un incredibile potere elettorale da parte di politici altrettanto schifosi ) ha scritto che soffro di onnipotenza dichiarandomi migliore di quasi tutta l'umanità e che meriterei una clinica psihiatrica.
Alla faccia dei benpensanti che credono che un uomo, anche soltanto perché appartenente biologicamente alla specie umana, valga più di un cane, aggiungo che non provo alcuna pietà per i morti del terremoto di Haiti se essi praticavano i riti superstiziosi e crudeli del vudu. I subanimali che praticano il vudu non potranno mai contribuire al progresso morale e scientifico dell'umanità. Un'umanità simile è meglio perderla che acquistarla. Che ci sta a fare sulla faccia della terra? Nulla. Se non ad aumentare la crudeltà e la fame nel mondo perché, come scrisse il maggiore genetista sperimentale del XX secolo Theodor Dobshansky (L'evoluzione della specie umana, Einaudi), normalmente sono gli imbecilli coloro che fanno più figli, per cui, aggiunge Dobshansky, la stupidità sulla Terra è destinata ad aumentare. Si pensi che all'inizio del XX secolo la popolazione umana era ancora di un miliardo e mezzo. In un secolo è arrivata a quasi 7 miliardi. Mi domando se questa non sia una umanità di follia. La povertà incrementa la popolazione e la fame nel mondo. Ed io mi dovrei preoccupare di questa umanità? Io che non ho contribuito ad aumentarne il numero? Io mi estinguerò perché non ho voluto discendenza. Che si estingua la maggioranza dell'umanità, che ha ridotto gli spazi naturali. Non è il petrolio ad avere inquinato la Terra con l'emissione di CO2. E' l'eccessivo uso del petrolio che sta inquinando la Terra per soddisfare una popolazione pazza che aumenta di numero come conigli in allevamento.
Prendendo spunto dalla frase della Matteucci, chi buttereste da una torre? un capomafia pluriassassino (anche di innocenti) vissuto per arricchirsi con il crimine o un cane? Qui vi voglio. Io butterei dalla torre anche tutta l'umanità che preferirebbe salvare il capomafia perché, nonostante tutto, come direbbe il papa (nel mio libro ho fatto l'elenco di tutte le frasi-stronzate che ha scritto o pronunciato) nel capomafia esiste pur sempre la dignità della persona umana. Io ribatto che la dignità non può appartenere ad un uomo soltanto per una appartenenza biologica. La dignità bisogna meritarsela. Perché un uomo può valere meno di un cane. Che dico? Meno di un insetto nocivo. Molta umanità sta sotto il livello dell'animalità. Il predatore non uccide per crudeltà ma per ragioni di sopravvivenza. Solo l'uomo è capace di uccidere per crudeltà. Ma per ragioni culturali, avendo avuto una natura corrotta dalla cultura delle cosiddette civiltà, che sono nate prima dalla schiavizzazione degli animali, poi delle donne e poi ancora degli uomini. Così aveva già pensato il grande filosofo neoplatonico Porfirio (III secolo d.C.). Civiltà nate da spargimento di sangue umano e non umano. E le cose non sono mai cambiate. Che razza di concetto volete che abbia di questa umanità? Quella migliore della stragrande maggioranza di essa è costituita da ipocriti, che mangiano carne anche se non sarebbero mai capaci di andare una volta nella vita a ricavarsi da sé la bistecca in un mattatoio.
Voglio concludere con un riferimento ad un noto "maestro di pensiero" che risponde al nome di Luigi Lombardi Satripani, professore emerito (stronzo) di etnologia alla Sapienza (che si trova al 161esimo posto nella classifica delle Università europee). Egli, commentando su RAINEWS24ORE i morti di Haiti, ha detto che gli europei hanno avuto il torto di non rispettare l'identità della popolazione locale (notoriamente discendente dagli schiavi che la follia colonizzatrice aveva condotto nelle Americhe dall'Africa, con la benedizione della Chiesa cattolica, che ancora nell'800 si domandava con i gesuiti se i negri avessero anch'essi un'anima). Ebbene, questo professore emerito (stronzo) ha fatto l'elogio delle tradizioni ancestrali di origine africana, ed entro la sua misera concezione relativistica, che sta rovinando l'Occidente, ne ha chiesto il rispetto con la solita nauseante cantilena del rispetto dell'identità. Come se ogni identità, ogni tradizione, pur barbara, come quella della corrida, avesse titolo per essere rispettata. Dovremmo forse rispettare anche le tradizioni islamiche che, fondate sul Corano, giustificano l'oppressione della donna? Dovremmo continuare a rispettare la caccia perché esiste da quando l'homo erectus nella savana, per motivi di sopravvivenza alimentare, divenne cacciatore pur essendo costituzionalmente già stato formato come animale erbivoro (discendente dall'australopithecus)? Insomma, tutto ciò che è passato, in quanto tradizione rispecchiante un'identità, deve avere rispetto? E allora si continui ad avere rispetto anche per la tradizione storica che ha visto sempre prevalere tra gli uomini il diritto del più forte. Si abbia il coraggio di arrivare a questa conclusione da parte di tutti quei miserabili rappresentanti di una umanità che crede di essere dalla parte del progresso rivendicando il rispetto dell'identità come rispetto di una tradizione, senza la capacità di percepire le conseguenze folli di tale rispetto. Ma la follia pare che sia ispiratrice di libri e di discorsi anche nelle Università, come ha dimostrato quell'inconsistente e miserabile individuo che è il prof. Luigi Lombardi Satripani.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

non mi dilungo nel mio pensiero, ma da tempo ormai sostengo che l'essere "umano" è l'essere più feroce del pianeta.
magari gli umani si comportassero come bestie! almeno ucciderebbero per la sopravvivenza,a differenza dell'Uomo capace di crudeltà e ferocia incomparabili.
Giusy Grimaldi

Solinas Deborah ha detto...

Questo teorema è stato dimostrato e riconfermato più volte,sono totamlente d'accordo.

Anonimo ha detto...

Caro professore condivido il suo pensiero e le sue battaglie, abbiamo tra l'altro inviato lettere da tutta Italia come ci aveva chiesto per i cani di Quartu. L'unico mio rilievo, se mi permette, è la sua eccessiva passionalità che rischia con la provocazione di farci passare per i soliti fanatici. Diciamo che sui contenuti siamo d'accordo ma troviamo una forma diversa. Purtroppo, come lei ben sa, la verità ci fa male. Siamo un paese di ipocriti, in compenso stiamo pagando caro il distacco dall'ambiente e la sua distruzione per favorire il business. Parliamo di disastri ambientali? Ma piuttosto piantiamo gli alberi, come dice una mia saggia amica. Costa poco o nulla, ma è lì il problema...

Pietro Melis ha detto...

Ringrazio l'anonimo che, d'accordo sul contenuto, mi ha consigliato di moderarmi nella forma. Ma ognuno ha il carattere con cui è nato. Il carattere non si acquisisce. D'altronde, l'uso del fioretto invece della spada (che io preferisco) non provoca reazioni e lascia le cose come stanno. Viviamo in una società di violenti o di ipocriti. Come si può essere pacifisti con i violenti? Io contro questa gente preferisco usare la spada. Si devono sentire colpiti fortemente. Comunque, mi farebbe piacere conoscere non anonimamente chi mi ha scritto anche per ringraziarlo per la storia assurda dei cani di Quartu. Se rimaniamo anonimi tra noi la nostra forza sarà debole. Mi scriva pure al mio indirizzo personale. profpietromelis@gmail.com. Mi scuso per il prof iniziale, ma è stato il tecnico ad aggiungerlo perché vi sono troppi Pietro Melis.

Anonimo ha detto...

Caro Prof, sono da anni volontaria in un canile, e faccio attivita' con animali tutti i giorni, pur lavorando nello stato ed avendo buona parte della giornata contatti con essere (cosidetti umani)e mi trovo puntualmente a difendere i diritti di chi non ha voce, purtroppo anch'io tocco con mano ogni giorno l'insensibilita'e la sterilita' dell'uomo di oggi, con rammarico condivido con lei ogni parola che ha detto. Isa

Anonimo ha detto...

Buongiorno prof. Pietro,
credo che chi non ama gli animali preferisca nascondere questa grande carenza e deficienza del suo "spirito" (ammesso che ne abbia uno) con la scusa dell'amore verso gli esseri umani, per qualche strana superstizione, più meritevoli di attenzione e di rispetto.
Questo atteggiamento falso ed ipocrita nasconde in realtà un animo egoista verso chiunque (umani compresi)... gli animali sono una scusa: mi sono sentita "rimproverare" dal mio ex commercialista (che naturalmento ho cambiato) perché devolvevo l'8 per 1000 ad un gattile ("con tutte le persone che hanno bisogno...")... peccato che lui, miliardario, non mi risulti faccia volontariato o donazioni a nessuno!!!
Quanto poi a chi mangia carne e trova pallide scuse di possibile anemia, vorrei che continuasse la sua alimentazione ma avesse almeno il coraggio di andarsi a procurare il suo cibo non in un asettico supermercato dove gli animali (a pezzi informi) sono collocati in vassoietti di plastica ma direttamente al macello, in mezzo al sangue e alle grida disperate di tanti innocenti. (vorrei anche ricordare che i milioni di Indiani di fede induista sono vegetariani da secoli, tale meravigliosa scelta alimentare non mi sembra proprio che abbia loro impedito di fare grandi cose... Gandhi ne è l'esempio illuminante).
Stesso discorso per tutte quelle BEFANE che goffamente indossano pellicce non loro, pensando di essere eleganti e non avendo neppure il coraggio di ribattere quando gli fai loro notare che stanno indossando dei CADAVERI (solitamente affrettano il passo e fuggono strisciando lungo i muri...).
Infine i cacciatori, i toreri (e gli imbecilli che vanno a vedere le corride), non valgono niente, sono solo dei frustrati che ad armi impari provocano sofferenza ad un animale che non può difendersi... per loro naturalmente l'unico augurio è una vita lunga di sofferenze e dolore.

Grazie Pietro, peccato che di persone come te ce ne siano sempre troppo poche.

W gli animali e chi li ama e li protegge!

Antonella, Kokeshi e Dolly, Alì e Jack, Shanti, Chandra, Miele e Raja

http://shantivitadacani.blogspot.com ha detto...

Buongiorno Professore,
sono una volontaria nell'ambito animalista. Dirò poco per ora perché il tempo è sempre tiranno e vorrei leggere il suo blog con il tempo che merita. Intanto, poiché giornalemnte mi scontro con l'ignoranza, la cattiveria gratuita, imbecillità (ci vuole!) di moltissimi esseri appartenenti alla "razza umana", che non conoscono la pietas tutta animale, non posso che compiacermi del suo pensiero e, quanto alla forma, che, spesso, purtroppo, ci penalizza, beh...una passionale non può che condividere, ben conscia delle consueguenze che poi si subiscono..ma a me sembra che il galateo sia considerato riserva di una sola parte: quella degli idioti che ancora pensano che il genere umano sia superiore...mi viene solo da dir loro (ma tanto, come ben sa, ci sarebbe da aggiungere), che il mondo senza l'uomo vive benissimo, è l'uomo senza natura e esseri animali che non può neppure pensare di sopravvivere...chi è superiore? chi ha bisogno dell'altro??
grazie
paola