So di scandalizzare molti per il titolo. Ma può scandalizzarsi solo chi non è capace di preveggenza. Si scriveva di "primavera araba". Poi si è capito che si trattava di inverno arabo voluto dai fanatici che vorrebbero imporre la legge di un libro che è la più grande disgrazia della storia: il Corano, dettato da un pazzo analfabeta ad uno scriba che si portava dietro dicendogli che gli veniva dettato da Allah tramite l'arcangelo Gabriele. L'Occidente miope vorrebbe un intervento (come nella Libia) della NATO. Ho scritto un'altra vola che la NATO è un'organizzazione criminale che opera anche contro il suo Statuto, che prevede l'intervento solo nei casi in cui un suo membro venga attaccato. E invece ha bombardato la Serbia (con il postcomunista, falso comunista D'Alema allora presidente del Consiglio), ha combardato l'Iraq con tutte le conseguenze disastrose, ha bombardato la Libia e ora vorrebbe bombardare, sempre vigliaccamente, la Siria. Ma perché l'Europa è sempre serva dell'America? Le dittature negli Stati islamici sono l'unico baluardo contro l'andata al potere del Corano. Avete notato che la moglie di Assad non porta il velo? Non è una questione da poco.Significa che le donne in Siria non sono costrette a coprirsi la testa per manifestare la loro soggezione all'uomo perché considerate nel Corano esseri inferiori. Ma questo non lo si vuole capire. Che Assad massacri questi fanatici, e liberi la Siria dalla loro lurida presenza. Si sarà liberato di individui la cui vita vale meno di quella di un animale non umano.
Ricopio ora scrivendo sulla tastiera quasi interamente un articolo di Alberto Negri compreso nell'inserto Domenica de Il sole24ore di oggi:
"A un'ora da Damasco, Malula e Sednaya sono una meta storica dei pellegrinaggi dei cristiani siriani, il 10% della popolazione su 23 milioni. Qui arrivano i cristiani scappati da Hama e da Homs (in mano ai ribelli, n.d.r.). 'Per una parola sbagliata una ragazza è stata sgozzata, un'altra è stata minacciata di morte, il caos delle bande armate è insostenibile',racconta Abdu, un imprenditore edile di 38 anni. E' sfollato con un sarto di 77 anni e le loro famiglie: 'Da Hama se ne vanno tutti i cristiani che hanno parenti in qualche posto più tranquillo. L'esercito entra di giorno a combattere e di notte si ritira, lasciando la città in mano agli insorti che si vendicano: o sei con loro o contro di loro'
I cristiani temono per il futuro, ma secondo il nunzio apostolico, monsignor Mario Zenari 'non vi è persecuzione, soffrono come soffrono tutti i siriani'. Alcuni giorni dopo questa dichiarazione, davanti all'escalation di violenza, è stato proprio il nunzio a lanciare un appello accorato per fermare 'il bagno di sangue'.
Da Homs scappano anche gli sciiti, come raccontano all'associazione di soccorso Sheik Abu Jaber descrivendo una sorta di pulizia settaria dove nel mirino ci sono anche i cristiani e gli alauiti. Così come gli alauiti fedeli ad Assad colpiscono sistematicamente la popolazione musulmana sunnita nei villagi e nei quartieri delle città in mano agli insorti. Anche questo fa parte della guerra civile di Siria. 'La Siria - dice il nunzio apostolico - per noi ha un'importanza storica e culturale, è la culla del cristianesimo dopo Gerusalemme'. E con una grande varietà confessionale: ci sono sei Chiese cattoliche (greca, siriaca, maronita, arlenam, caldea e latina), quelle ortodosse fedeli alla tradizione antiochena, una Chiesa armena che porta ancora le ferite del martirio subito durante la prima guerra mondiale, infine alcune comunità evangeliche e la Chiesa assira d'Oriente con due ramificazioni. 'Ad Antiochia di Siria abbiamo ricevuto il nome di cristiani, a Damasco vi è stato il primo califfato dell'Islam; la comunità internazionale ha il dovere di aiutare questo Paese che ha per altro un'evidente importanza geografica: senza una forte solidarietà dall'estero sarà difficile che la Siria possa uscire da sola dalla crisi'. Più politico il punto di vista di Maria Saadeh, architetto cristiano e deputato dell'opposizione: 'Non si può dire che il regime abbia protetto i cristiani in quanto tali; piuttosto è lo Stato laico che ha garantito i loro diritti, come è accaduto pure per le altre minoranze: un cambiamento di regime deve assolutamente preservare la natura secolare della repubblica siriana'. Ma queste forse sono differenze sottili che l'Occidente ha difficoltà a cogliere, nonostante l'esempio di quanto è avvenuto nel decennio scorso nel confinante Iraq. Qui i cristiani da un milione e mezzo che erano ai tempi di Saddam Hussein sono scesi a 200.000, un esodo passato quasi sotto silenzio anche da parte della Chiesa. 'Se i cristiani dovranno lasciare la Siria siamo pronti ad accoglierli come profughi', è arrivato a dire nei mesi scorsi l'ex presidente francese Sarkozy al patriarca di Aleppo che non credeva alle sue orecchie. La maggioranza dei cristiani, almeno qui, a Malula e Sednaya, ha sostenuto l'alauita Assad, esponente di una setta musulmana che i sunniti considerano eretica. 'Assad ha restaurato le chiese, è venuto a farci visita, è uno come noi', afferma un gruppo seduto davanti ad una bottega che vende il vino locale. Sul distributore della Coca Cola, in bella vista per visitatori e clienti, il proprietario ha incollato, una accanto all'altra, le immagini di una curiosa cosmogonia politico-religiosa: una foto del barbuto islamico sciita Masrallah, capo Hezbollah alleati di Damasco e di Teheran, una del generale cristiano libanese Aoun, amico degli sciiti, un'altra di Assad affiancata dalla riproduzione di due icone della vergine Maria. Una contraddizione apparente che esprime però tutta la complicazione siriana e del quadro geopolitico mediorientale. I siriani non credono che la diplomazia fermerà i massacri. La guerriglia vuole le armi per sconfiggere il regime, Assad non cede perché pensa di farcela con una repressione brutale. 'Crede che Assad vincerà?', chiedo a Maria Saadeh: 'Questo Stato fa acqua da tutte le parti ma ha consacrato per decenni metà del suo bilancio all'esercito e alla sicurezza, le forze di Assad useranno tutte le armi che hanno' . Chi spera in una riconciliazione è padre Elias Zahlaoui, 80 anni, padre greco cattolico della Chiesa melchita di Notre Dame di Damasco. 'Abbiamo sempre vissuto tutti insieme, cristiani e musulmani, chi vuole dividerci sono le potenze che incoraggiano i gruppi radicali islamici. Ecco, vede, questo è l'appello che sto inviando al presidente francese Francois Hollande'.
Nel 2001, dopo l'11settembre, padre Elias ha fondato un coro di 650 giovani cristiani e musulmani, diventato famoso fuori e dentro la Siria. Lo sguardo si commuove quando mostra la foto di uno spettacolo dell'Opera di Damasco, con Assad al comando e la moglie Asma sorridente in mezzo alla corale: è il Natale del 2010. Ma sembra un secolo fa".
Qui termina l'articolo di Alberto Negri.
Per comprendere l'articolo bisogna tener presente che l'ala alauita è una setta musulmana che vuole, come volle Assad, padre dell'attuale Assad e fondatore del partito socialista laico Baas, la separazione tra politica e religione. Se vincessero i ribelli sarebbe la fine di una Siria sostanzialmente laica. Vi immaginate un governo islamici dei ribelli che si unisce ad un coro il giorno di Natale? Impossibile.
La follia occidentale avrebbe voluto che l'ONU intervenisse tramite la solita criminale Nato per riprodurre in Siria lo sfacelo dell'Iraq, da dove i cristiani sono stati costretti quasi tutti a fuggire, mentre sotto Saddam Hussein (che aveva come vice primo ministro il cattolico di rito caldeo Taraq Aziz) i cristiani venivano protetti e le donne eran libere di uscire sole anche di notte senza alcuna paura, e non costrette ad esibire sopra la testa quel maledetto copricapo o velo come simbolo di sottomissione all'uomo. Meno male che in sede ONU la Russia e la Cina hanno posto il diritto di veto contro l'intervento dell'ONU (Organizzazione ridicola che comprende anche tutti gli Stati dispotici o teocratici come la schifosa Arabia Saudita, che dovrebbero essere espulsi perché in contrasto con la stessa Carta dell'ONU, che parla di diritti umani). Ma si sa che il petrolio vale più dei decantati diritti umani. Che una dittatura militare sia migliore in molti Stati islamici è certo, perché non si può esportare la democrazia quando questa serve a portare al potere la legge del Corano o shari'a. Mussolini e Hitler andarono al potere democraticamente. Questo maledetto Occidente, cavallo di Troia dell'invasione islamica, complice anche la Chiesa cattolica, pavida e timorosa nei confronti degli islamici, se lo dimentica, e sta portando avanti una politica internazionale ispirata dalla follia.
Lo ha scritto chiaramente la grande Ida Magli nel suo ultimo libro La dittatura europea, con l'accusa all'Europa di essere ormai preda solo degli interessi finanziari delle banche e di una congiura della massoneria alleata con la grande finanza, che ha espropriato gli Stati europei della loro sovranità anche monetaria imponendoci di forza, dall'alto della burocrazia, e con un parlamento europeo buffonesco, con membri scelti dai partiti e non dal popolo, le loro direttive stabilite da una banda di burocrati che hanno come fine il mondialismo del mercato. Ben venga il fallimento dell'euro. Anche se le prime conseguenze fossero negative tuttavia questo sarebbe il primo passo necessario per sottrarre ogni Stato facente parte della farsesca Unione Europea alla dittatura della finanza mondiale che ci sta rovinando e portando alla povertà. E intanto stiamo subendo una quarta invasione islamica (dopo quella araba e dei turchi selgiuckidi ed ottomani) grazie alla scellerata politica ispirata al multiculturalismo e alla società multirazziale. L'Europa si sta avviando verso il suicidio, come si suicidò l'Impero Romano dal momento in cui, giunto con Traiano alla sua massima espansione, i Romani furono stanchi di combattere per difendere i confini e credettero di poter tenere buone le popolazioni barbariche concedendo ad esse la cittadinanza. Ma pare che la storia non sia affatto maestra di alcunché.
Ricopio ora scrivendo sulla tastiera quasi interamente un articolo di Alberto Negri compreso nell'inserto Domenica de Il sole24ore di oggi:
"A un'ora da Damasco, Malula e Sednaya sono una meta storica dei pellegrinaggi dei cristiani siriani, il 10% della popolazione su 23 milioni. Qui arrivano i cristiani scappati da Hama e da Homs (in mano ai ribelli, n.d.r.). 'Per una parola sbagliata una ragazza è stata sgozzata, un'altra è stata minacciata di morte, il caos delle bande armate è insostenibile',
Per comprendere l'articolo bisogna tener presente che l'ala alauita è una setta musulmana che vuole, come volle Assad, padre dell'attuale Assad e fondatore del partito socialista laico Baas, la separazione tra politica e religione. Se vincessero i ribelli sarebbe la fine di una Siria sostanzialmente laica. Vi immaginate un governo islamici dei ribelli che si unisce ad un coro il giorno di Natale? Impossibile.
La follia occidentale avrebbe voluto che l'ONU intervenisse tramite la solita criminale Nato per riprodurre in Siria lo sfacelo dell'Iraq, da dove i cristiani sono stati costretti quasi tutti a fuggire, mentre sotto Saddam Hussein (che aveva come vice primo ministro il cattolico di rito caldeo Taraq Aziz) i cristiani venivano protetti e le donne eran libere di uscire sole anche di notte senza alcuna paura, e non costrette ad esibire sopra la testa quel maledetto copricapo o velo come simbolo di sottomissione all'uomo. Meno male che in sede ONU la Russia e la Cina hanno posto il diritto di veto contro l'intervento dell'ONU (Organizzazione ridicola che comprende anche tutti gli Stati dispotici o teocratici come la schifosa Arabia Saudita, che dovrebbero essere espulsi perché in contrasto con la stessa Carta dell'ONU, che parla di diritti umani). Ma si sa che il petrolio vale più dei decantati diritti umani. Che una dittatura militare sia migliore in molti Stati islamici è certo, perché non si può esportare la democrazia quando questa serve a portare al potere la legge del Corano o shari'a. Mussolini e Hitler andarono al potere democraticamente. Questo maledetto Occidente, cavallo di Troia dell'invasione islamica, complice anche la Chiesa cattolica, pavida e timorosa nei confronti degli islamici, se lo dimentica, e sta portando avanti una politica internazionale ispirata dalla follia.
Lo ha scritto chiaramente la grande Ida Magli nel suo ultimo libro La dittatura europea, con l'accusa all'Europa di essere ormai preda solo degli interessi finanziari delle banche e di una congiura della massoneria alleata con la grande finanza, che ha espropriato gli Stati europei della loro sovranità anche monetaria imponendoci di forza, dall'alto della burocrazia, e con un parlamento europeo buffonesco, con membri scelti dai partiti e non dal popolo, le loro direttive stabilite da una banda di burocrati che hanno come fine il mondialismo del mercato. Ben venga il fallimento dell'euro. Anche se le prime conseguenze fossero negative tuttavia questo sarebbe il primo passo necessario per sottrarre ogni Stato facente parte della farsesca Unione Europea alla dittatura della finanza mondiale che ci sta rovinando e portando alla povertà. E intanto stiamo subendo una quarta invasione islamica (dopo quella araba e dei turchi selgiuckidi ed ottomani) grazie alla scellerata politica ispirata al multiculturalismo e alla società multirazziale. L'Europa si sta avviando verso il suicidio, come si suicidò l'Impero Romano dal momento in cui, giunto con Traiano alla sua massima espansione, i Romani furono stanchi di combattere per difendere i confini e credettero di poter tenere buone le popolazioni barbariche concedendo ad esse la cittadinanza. Ma pare che la storia non sia affatto maestra di alcunché.
MEDIO ORIENTE
Siria, bombardamenti del regime su Damasco
Israele: "Assad è ancora nella capitale"
Un elicottero sta bersagliando la zona della capitale che era stata conquistata dai ribelli. Ma il fronte anti-Assad avanza nella seconda città del Paese. Secondo l'osservatorio per i diritti umani, sono oltre 19mila le vittime dall'inizio delle proteste. Giallo sui due italiani "scomparsi"
DAMASCO - E' ancora mistero sulla sorte dei due italiani "spariti" da ieri in Siria. Sono un piemontese e un laziale, dipendenti di una società genovese subappaltatrice dell'Ansaldo e sarebbero stati 'fermati' mentre cercavano di lasciare il Paese per rientrare in Italia. Lo scrive Il Secolo XIX. Secondo la fonte, i connazionali sarebbero stati "rapiti da ribelli armati". "Stavano cercando di rientrare in Italia con un aereo da Damasco, via Beirut - si legge sull'edizione online del quotidiano genovese - viaggiavano con altri otto colleghi. La loro auto è stata bloccata sulla strada per l'aeroporto da un gruppo di uomini armati". L'unità di crisi della Farnesina "segue da vicino e sin dall'inizio la vicenda poco chiara" dei due italiani fermati in Siria in circostanze "ancora da definire". La Farnesina è in contatto con i familiari e con l'impresa per cui lavorano i due, e segue la vicenda con tutti i canali diplomatici e, sul terreno, con l'ambasciata di Beirut. Intanto il Ministero degli Affari esteri ribadisce l'invito agli italiani in Siria a lasciare il Paese "in considerazione del progressivo deterioramento della situazione di sicurezza in Siria e a tutela dell'incolumità dei nostri connazionali" si legge in una nota.Ancora scontri. Le forze governative siriane hanno compiuto attacchi aerei a Damasco nei quartieri di Mazzeh e Barzeh, nella zona ovest della capitale. Lo riferisce l'Osservatorio siriano per i diritti umani. I ribelli - che avevano occupato quest'area nei giorni scorsi - sono stati costretti a ritirarsi. Ma il fronte anti-Assad avrebbe lanciato un'offensiva nella seconda città del Paese, Aleppo: scontri sono in corso tra ribelli e le forze del presidente Bashar al Assad, nei pressi del qualrtier generale dell'intelligence. A Damasco gli intensi bombardamenti sul quartiere Mezzeh "hanno fatto tremare le mura dell'albergo 'Damas Rose', il quartier generale degli osservatori Onu a Damasco affermano alcuni testimoni nella capitale siriana.
"Assad è a Damasco". Vengono intanto smentite da fonti israeliane le voci che vorrebbero la famiglia del presidente in fuga. Il generale Bashar al-Assad e la sua famiglia si trovano ancora a Damasco, ha detto il generale Yoav Mordechai, portavoce delle Forze di Difesa di Israele. "I militari in Siria sono ancora leali ad Assad, malgrado un'ondata di diserzioni veramente elevata", ha osservato Mordechai. "Lui e i familiari", ha aggiunto, "si trovano tuttora a Damasco". Nei giorni scorsi si era vociferato che il leader siriano, in seguito all'attentato di mercoledì nella capitale contro il quartier generale della Sicurezza Nazionale, si fosse trasferito a Latakia, la città portuale sulle cui colline possiede una lussuosa residenza estiva; e che la moglia Asma fosse riparata in Russia. Da quattro giorni Assad comunque non appare in pubblico: l'ultima sua immagine, trasmessa in tv, risale appunto a mercoledì, quando nominò il nuovo ministro della Difesa al posto di quello ucciso nell'attacco.
Intanto è giunto in Turchia, nella notte, un altro generale che ha disertato dall'esercito siriano, portando a 25 il numero dei generali siriani che hanno attraversato la frontiera, secondo quanto riferisce una fonte del ministero degli Esteri di Ankara.
Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, sono 19.000 le persone morte nelle violenze in Siria dall'inizio delle proteste nel marzo 2011: la gran parte - oltre 13 mila - sarebbero civili. Rami Abdel Rahmane, direttore dell'Osservatorio, ha reso noto tra l'altro che sono 4.861 i militari delle forze del presidente Bashar al Assad rimasti uccisi e 949 le vittime tra i disertori.
(22 luglio 2012)
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