domenica 27 gennaio 2013

LA RENDITA DELL'INDUSTRIA DELL'OLOCAUSTO E IL NEGAZIONISMO. LA STORIA ANCORA SCRITTA DAI VINCITORI. INFATTI NON SI PARLA DEI MILIONI DI MORTI (ANCHE EBREI) NEI GULAG DI STALIN

domenica 27 gennaio 2013

L'INDUSTRIA DELL'OLOCAUSTO E IL NEGAZIONISMO. LA STORIA ANCORA SCRITTA DAI VINCITORI. INFATTI NON SI PARLA DEI MILONI DI MORTI (ANCHE EBREI) NEI GULAG DI STALIN

Dal mio prossimo libro VERGOGNATEVI! IL DIRITTO NATURALE CONDANNATO ANCHE IN CASSAZIONE. AL LETTORE IL QUARTO GRADO DEL GIUDIZIO

Lo ha scritto un ebreo, Norman G. Frikelstein , autore di un libro intitolato L'industria dell'olocausto. Per questo l'autore fu espulso da Israele e la sua presenza fu definita non gradita. E si può a proposito leggere quanto con illuminazione ha commentato su questo libro il noto giornalista e scrittore indipendente (non appartenente ad alcun partito politico) Massimo Fini. Ecco dunque dove voleva giungere l'accusa scellerata di istigazione all'odio razziale e religioso. Avere persino infamato l'olocausto. E non per averne messo in dubbio l'esistenza da negazionista delle camere a gas (perché si vorrebbe da parte di molti ebrei delle sinagoghe, come Riccardo Pacifici, introdurre assurdamente il reato di negazionismo anche in Italia, come in Francia, in Germania e in Austria, Stati che debbono ricostruirsi una verginità storica che non hanno), ma per il solo fatto di avere scritto che non riuscivo a commuovermi della fine nei lager nazisti degli ebrei farneticanti alla Di Segni che credono di poter ammantare di sacralità e come atto persino educativo la macellazione kosher. E il mio non commuovermi si è voluto tradurlo in istigazione all'odio razziale per tutti gli ebrei. Ma da qui dichiaro il mio assoluto disprezzo per quei parrucconi disonesti che sono giunti persino a tirare in ballo l'argomento dell'olocausto per servire meglio gli interessi liberticidi del potentato degli ebrei delle sinagoghe, di fronte a cui “giudici” della Cassazione sino abbassati le braghe. Perché non si può toccare l'industria dell'olocausto. Guai a chi si permette questo. Ma a me non interessava affatto l'argomento dell'industria dell'olocausto, che mi avrebbe portato fuori tema. Eppure la disonestà ha voluto che si toccasse anche questo argomento per aggravare l'accusa. Questa è una sentenza che, come si suol dire, grida vendetta al cospetto di Dio (ma quale Dio?). I dico, piuttosto, che è una sentenza che grida vendetta al cospetto del diritto naturale.
Avrei preferito non toccare il tema del nagazionismo. Ma di fronte al tentativo di individui, come Riccardo Pacifici, di introdurre anche in Italia il reato di negazionismo uno è costretto a diventare dubitazionista. 
 Nel gennaio del 2012 ha dichiarato Pacifici. “Distinguiamo fra diritto di opinione e negazionismo. Affermare in una casa privata che l’Olocausto non sia mai avvenuto può essere un gesto stupido, immensamente riprovevole e simile a chi sostiene che la Terra è piatta. Ma credo non si possa più concedere il diritto di alzarsi in piedi in un’aula parlamentare, in un’università, in un luogo pubblico in cui si formano le coscienze e dire che la Shoah è stata un’invenzione. La legge riguarderebbe questo ambito”. 
Dunque sarebbe un reato esporre (non dico condividere) in pubblico le tesi sostenute dai due più noti negazioni Robert Faurisson e Paul Rassinier (medaglia d'argento per avere partecipato alla Resistenza ed essere rimasto invalido a causa delle torture subite dai nazisti nei campi di concentramento di Buchenwald e di Mittelbau-Dora, che si trovano in Germania, mentre si è sempre riconosciuto che gli asseriti campi di sterminio si trovavano solo in Polonia). Incredibile. Si vuole portare la storia in Tribunale in oltraggio alla libertà di ricerca storica con l'affermare per principio che il negazionismo non fa parte della ricerca storica. In modo che venga proibito un confronto pubblico tra tesi opposte e la storia sia sempre quella scritta dai vincitori.
A chi ha subito l'olocausto tutto deve essere concesso. Questa rendita non può mai essere toccata. Chi la tocca muore. E l'olocausto degli almeno 7 milioni di morti (ma alcuni dicono siano stati 13) nei lager staliniani anche prima della guerra? E gli almeno un milione e 400 mila ebrei morti nei gulag staliniani prima della guerra e dopo la guerra, con le persecuzioni degli ebrei morti nei gulag sovietici dopo la seconda guerra mondiale con i progrom staliniani? Questi non fanno storia. Non contano. Sono stati uccisi dai sovietici, vincitori nella seconda guerra mondiale. Non fanno parte dell'olocausto. E' evidente che vi sono morti molto meno importanti, anche se molto più numerosi, di cui si può, anzi, si deve, tacere. La storia è scritta dai vincitori. 1
     1)Per quanto riguarda i gulag sovietici all'epoca di Stalin e la persecuzioni degli ebrei scrivere su Google “Stalin e la persecuzione degli ebrei”. Visitare soprattutto i siti metaforum.it e storiain.net, da cui si può trarre anche la bibliografia sull'argomento. In storiain.net si trova il documentato articolo di Ferruccio Gattuso L'ossessione antisemita di Stalin parallela alla follia di Hitler. Da metaforum si ricava che Beria deportò mezzo milione di ebrei che morirono tutti nel loro trasferimento in Siberia. Cfr. di Arthur Koestler Il Yogi e il commissario, Bompiani 1947. Il'ja Erenburg scrisse un libro nero in cui si dice che erano stati sterminati un milione e mezzo di ebrei sovietici. Robert Conquest è autore de Il Grande Terrore (1968), Mondadori 1970 e Rizzoli 1999, 2006. Dal libro di Conquest risulta che furono 7 milioni gli internati nei gulag staliniani. Ma 4 anni dopo Conquest portò la cifra a 13-15 milioni. Libro contestato, quando uscì, dai comunisti di allora. Cfr. anche di Louis Rapoport La guerra di Stalin contro gli ebrei, Rizzoli 2002.

Dal mio libro IO NON VOLEVO NASCERE

Che la cifra di sei milioni di ebrei sia vera è ancora tutta da dimostrare. Tra gli affermazionisti dell’olocausto e i negazionisti io ho inventato la categoria dei dubitazionisti, sulla base di un’ampia letteratura, consegnatami in CD da un frate benedettino – e costretta vergognosamente alla clandestinità - che giunge persino, da parte di alcuni autori, a negare l’esistenza delle camere a gas. E non mi riferisco tanto a David Irving, che ingiustamente fu arrestato in Austria durante una conferenza. Mi riferisco piuttosto a Paul Rassinier e Robert  Faurisson. Il primo, medaglia d'argento della Resistenza, arrestato, torturato (sino ad essere reso invalido) e internato nel lager di Buchenwald, ha scritto La menzogna di Ulisse (1949, ed. Comunità 2001), Il vero processo Eichmann (1962, ed. Effepi 2007) e Il dramma degli ebrei in Europa (1964, ed. Europa 1968). Il secondo è autore, principalmente, di Scritti revisionisti (leggibili integralmene in francese nel sito aaargh.codoh.info/livres/livres). E’ possibile che siano tutti matti o falsari e che la verità stia solo dalla parte degli ebrei, che, essendo parte in causa, come in un comune processo, non possono essere testimoni di se stessi? Perché, per esempio, continuano a rimanere segretati i tre volumi della Croce Rossa internazionale che ispezionava i campi di concentramento nazisti? Evidentemente perché si ha interesse a che rimangano segretati. Come è possibile che siano morti in campi di concentramento (se non anche in camere a gas) sei milioni di ebrei se è stato accertato che nel 1939 la popolazione ebraica in Europa era di 6 milioni e che nell’Europa occupata dai nazisti era non più di tre milioni perché molti erano emigrati in Unione Sovietica, negli Stati Uniti o in Paesi neutrali non toccati dalla guerra? Nessuno degli occidentali poté visitare Auschwitz ed altri campi di concentramento (detti di sterminio) della Polonia, occupata dai sovietici, se non dopo 10 anni dalla fine della guerra. E non si trovarono mai tracce di una passata presenza di camere a gas, mentre i sovietici avrebbero avuto interesse a non cancellarle. Ancor oggi ad Auschwitz si può vedere solo un forno crematorio. Ma poteva servire per bruciare i cadaveri di quelli che vi morivano per altri motivi (soprattutto per dilaganti epidemie), per impedire di dover seppellire i cadaveri ed impedire l’espandersi di epidemie, che decimavano come mosche gli internati negli ultimi mesi di guerra, quando non giungevano più rifornimenti e si moriva anche di fame. E’ possibile che un solo forno crematorio sia bastato a bruciare i cadaveri di 3 milioni di ebrei che nella sola Auschwitz sarebbero morti tutti in camere a gas? Andando nei particolari: come mai la famiglia Frank, arrestata nell’agosto del ‘44, e giunta ad Auschwitz nel mese di ottobre, non finì in camera a gas, ma, addirittura, le due sorelle furono trasferite nel gennaio del 1945 a Bergen-Belsen (non lontano dal confine con l’Olanda), dove morirono entrambe di tifo, mentre la madre, già malata da tempo, morì ad Auschwitz di malattia e il padre sopravvisse sino all’arrivo dei sovietici? Allora è falso quanto si racconta, che gli ebrei in grado di lavorare venivano inviati nelle fabbriche circostanti mentre gli altri finivano subito in camere a gas. O la famiglia Frank era fatta di accozzati di ferro? E come mai Simon Wiesenthal, il noto cacciatore dei nazisti, rimase sempre in un campo di concentramento austriaco, mentre si è sempre riconosciuto che i campi di sterminio si trovavano solo in Polonia? La storia dei 6 milioni di ebrei è nata durante il processo di Norimberga, con un Tribunale che, sotto l’aspetto giuridico fu un obbrobrio, in quanto i cosiddetti giudici non potevano avere alcuna legittimità giuridica. Da chi furono nominati? Dai vincitori! Roba da matti! Lo stesso maresciallo Montgomery, vincitore di El Alamein, commentò ironicamente che in futuro sarebbe stato un crimine contro l’umanità perdere una guerra. Prima o dopo si dovrà conoscere la verità sull’olocausto. E l’olocausto della popolazione civile di Dresda, vigliaccamente rasa al suolo dagli inglesi verso la fine della guerra, quando, oltre tutto, non aveva più senso né scopo giacché per la Germania la guerra era ormai persa? No! Di questo olocausto non bisogna parlare, perché fu attuato dai vincitori. Come furono attuati dai vincitori gli inutili bombardamenti in molte città d'Italia, con la morte di migliaia di civili. Con l'unico scopo di terrorizzare la popolazione, non avendo i palazzi delle città alcuna importanza strategica. Solo dopo 60 anni si è riconosciuto ufficialmente che la strage di 22.000 polacchi nella foresta di Katin fu comandata da Stalin per decapitare l'élite dell'esercito polacco, mentre era stata attribuita da Stalin, e rimase attribuita per tanti decenni, ai nazisti. Si sapeva da sempre la verità, ma non si poteva addebitare tale strage ad un vincitore alleato allora delle potenze occidentali.
La persecuzione dei negazionisti sortisce l’effetto contrario, di far nascere il dubitazionismo, almeno sull’entità dell’olocausto ebraico.
Il poeta John Milton (autore del poema Il paradiso perduto), che, esponente del movimento puritano, giustificò l’esecuzione del re, fu autore anche di diversi scritti politici, in cui, muovendo dalla constatazione che, in base al diritto naturale, ognuno nasce libero, e soltanto in quanto tale conferisce ad altri il potere che gli appartiene per realizzare la giustizia, considerò le leggi umane un’invenzione successiva al diritto naturale, che si pone al di sopra di qualsiasi legge, intercorrendo tra il re e il popolo un contratto che deve essere fondato su principi fondamentali, essendo il potere derivato soltanto dal bene comune del popolo. Appellandosi al cristianesimo come religione della libertà, che esclude l’obbedienza passiva, Milton si pose anche contro la Chiesa presbiteriana, che, nata dal movimento puritano, divisosi tra presbiteriani e indipendenti (tra i quali si riconosceva Milton), era riuscita a farsi riconoscere come Chiesa di Stato pretendendo quelle stesse prerogative di cui prima la Chiesa anglicana aveva goduto contro i puritani, ed aveva richiesto una preventiva censura su un suo testo (The Doctrine and discipline of Divorce, 1644), accusato di essere sedizioso. In difesa della libertà di pensiero e di stampa Milton scrisse l’Areopagitica (1), in cui non riconobbe allo Stato il diritto di esercitare la censura sulla base della distinzione tra teorie che professano il bene e teorie che professano il male, giacché tale distinzione, spiega Milton, non può valere nella ricerca della verità, che comporta la conoscenza e la confutazione degli errori, possibile soltanto con il confronto anche con quei libri che sono ritenuti cattivi. Il male non può essere eliminato senza il libero uso della ragione, e il bene non può essere conosciuto senza la conoscenza del male. Nessun potere politico può arrogarsi il diritto di monopolio del bene. Pertanto, continua Milton, è inutile cercare di impedire la diffusione di scritti che si ritengano contrari alla verità, perché la storia dimostra che le dottrine si sono diffuse nonostante i provvedimenti censori, che servono solo ad alimentare il conformismo, che maschera la pigrizia intellettuale e l’imbecillità, per cui “la mondana accortezza, …l’essere ignavi, l’essere un qualunque solennissimo balordo sarà l’unica vita piacevole”.
Ne ricavo la conclusione che, se il negazionismo è ritenuto un male, non per questo possono essere perseguitati i negazionisti. Il bene, cioè l’affermazionismo, deve avere il coraggio di confrontarsi con il male del negazionismo. Altrimenti si alimenta il dubitazionismo. La stessa rivista dei gesuiti Civiltà cattolica difese il diritto dei negazionisti (vedi voce su Internet) di esprimere pubblicamente le loro tesi. 


Al fascismo – nonostante le disgrazie della guerra di Etiopia, delle leggi razziali e dell’alleanza con il nazismo nel 1940 - si deve riconoscere una legislazione sociale che era all’avanguardia (lodata persino da Churchill). Ricordiamo l’IRI, l’Agip, l’Inps, l’Istituto maternità e infanzia, l’Istituto case popolari, Cinecittà, etc. La Banca Nazionale del Lavoro (BNL) sorse in concorrenza con le banche private, che oggi sono associazioni mafiose legalizzate. Invece di servire oggi come calmiere dei profitti delle altre banche la BNL si è adeguata alla prassi delle altre banche, mentre dovrebbe agire come servizio sociale per mutui a basso tasso di interesse al fine di finanziare, per esempio, l’edilizia economica e far scendere i costi commerciali delle abitazioni, ostacolando la speculazione edilizia.


Di questo si ricordi il rinnegato Gianfranco Fini, che, divenuto presidente della Camera, usa la sua carica come cattedra per seminare ogni giorno perle di “saggezza”, demonizzando tutto ciò in cui prima aveva creduto o aveva fatto finta di credere. Pupillo di Almirante si dichiarava favorevole alla pena di morte e sbandierava un nazionalismo di altri tempi. Per ricostruirsi una verginità è andato a fare il lecchino in Israele e si fa fautore di una società multirazziale. Con l'evidente scopo di dare la scalata alla carica di capo del governo cercando di farsi accettare come foglia di fico della falsa sinistra. Questa banderuola della politica, senza ideali e spregiudicato, ha rinnegato tutto il fascismo, tacendo di ciò che esso fece di positivo nella politica sociale.



Tant'è che non riuscirò mai a spiegarmi come possa esistere un'opposizione tra fascismo e socialismo, piuttosto che tra liberismo e comunismo, essendo rimasto sempre Mussolini d'animo socialista nel suo concepire l'economia sotto il controllo del superiore interesse dello Stato.



Quando Mussolini, forse, contro la sua volontà, fu prelevato dai tedeschi e portato in Germania per costituire la R.S. I., libero dai ceppi della borghesia che l'aveva aiutato a salire al potere, formulò la carta dei principi della socializzazione delle imprese perché gli operai ne fossero partecipi negli utili.
 
(1)Trad. e pref. a cura di S. Breglia, Laterza 1933.

I capi di alcune bande partigiane, formate da comunisti e dai loro fiancheggiatori, come Pertini, rifiutarono di consegnare agli americani Mussolini, contro la volontà degli emissari del governo regio di Badoglio, e ordinarono che Mussolini fosse fucilato temendo che egli da accusato diventasse documentatamene accusatore di molti di essi, antifascisti dell'ultima ora, e anche per timore che egli potesse rendere pubblico un carteggio con Churchill, che, facendo il doppio gioco - con la promessa nascosta di Nizza, della Corsica, della Tunisia (a spese dell'alleata Francia) e della Dalmazia all'Italia - pare avesse indotto Mussolini ad entrare in guerra perché, considerata ormai persa la guerra – quando gli Stati Uniti non erano ancora intervenuti – moderasse le pretese della Germania. Da tali documenti risulterebbe anche che la Germania avrebbe cercato durante la guerra un'alleanza dell'Inghilterra contro l'Unione Sovietica in cambio della liberazione di un milione di ebrei (e pare che questo fosse il numero complessivo di ebrei internati nei lager).3 Anche Churchill avrebbe richiesto tale alleanza, costretto poi a rinunciarvi dopo Stalingrado, quando ormai pareva inarrestabile l'avanzata dei sovietici. 


Quando verranno tolte le medaglie agli assassini materiali che, causando anche vittime civili, il 23 marzo del 1944 provocarono, in una strada di Roma (via Rasella) la rappresaglia delle Fosse ardeatine, perché vigliaccamente rifiutarono di costituirsi, allora finalmente si inizierà a rendere giustizia alle vittime della rappresaglia, come a quelle di altre.1 I mandanti dell'attacco proditorio, e perciò i maggiori responsabili della rappresaglia, furono i componenti di una sedicente Giunta militare del sedicente Comitato di Liberazione Nazionale (CNL). Di tale Giunta erano responsabili Giorgio Amendola (uno dei futuri capi del P.C.I.), Riccardo Bauer (Partito d'Azione) e Sandro Pertini (socialista), un fanatico che poi cercò di scaricare su Amendola la responsabilità dicendo che non era stato informato della decisione di porre in atto l'attentato terroristico e fu premiato con la presidenza della Repubblica. E fu principalmente lui a volere ad ogni costo la morte di Mussolini sovrapponendosi al governo monarchico (riconosciuto dagli alleati) e impedendo che Mussolini, tramite l'accordo cercato con il cardinale Schuster, si consegnasse agli americani, come da essi richiesto in quanto veri legittimati a chiederne la consegna, e non i cosiddetti partigiani, che, pur privi di qualsiasi autonoma legittimazione politica, volevano acquisirla decidendo, con la loro ala oltranzista, di passare per le armi tutti i gerarchi della Repubblica Sociale, senza alcun processo, come si fece, invece, a Norimberga. Fu assassinato dai comunisti persino Nicola Bombacci, che, uomo mite, teorizzatore della socializzazione delle imprese, era stato prima segretario del partito socialista e poi cofondatore nel 1921 del partito comunista, delegato a Mosca dei comunisti italiani nel 1920 ed amico di Lenin, ma espulso nel 1923 dai miopi del suo partito quando alla Camera propose un'alleanza tra fascismo e comunismo sovietico, capendo l'affinità tra le origini socialiste del fascismo e il comunismo sovietico sino a quando condannò la svolta staliniana. Nella Repubblica sociale, dove fu consigliere economico di Mussolini, continuava a chiamare “compagni” gli operai. Morì gridando:”Viva il socialismo”. Mussolini, anche contro la volontà di quei partigiani che l'avevano arrestato nella sua fuga verso la Svizzera, disposti a consegnarlo agli americani, fu sottratto ad essi da una banda di assassini che, al comando di una cupola di fanatici (in prevalenza formata da comunisti, ma tra cui si trovava anche Pertini), furono inviati da Milano a Dongo per anticipare l'arrivo a Milano degli americani e permettere a questi fanatici vigliacchi di fregiarsi di fronte ai vincitori di un'autorità che non avevano e di dare poi in pasto ad una folla scatenata la visione dei cadaveri appesi a testa in giù in piazzale Loreto. Quella stessa folla che, come commentò con disprezzo lo stesso Leo Valiani, leader del Partito d'Azione (e uno dei mandanti dell'assassinio di Mussolini), non era mai stata antifascista. E ora saltava indegnamente sul carro dei vincitori. E poi si parla di guerra di liberazione. Come se fosse stata una guerra di popolo.


1I principali manovali dell'attacco proditorio, da ritenersi di natura terroristica e non azione di guerra perché attuato fuori di un'azione di guerra tra nemici dichiarati sono stati Rosario Bentivegna (che fece esplodere la bomba posta in un carretto dopo essersi travestito da spazzino), Carla Capponi, Pasquale Balsamo e Franco Calamandrei. Gli ultimi tre avevano il compito di segnalare al primo l'arrivo di un battaglione del reggimento (Bozen) di altoatesini che aveva solo compiti di polizia e si dice transitasse disarmato (almeno perché avevano l'ordine di transitare con le armi scariche). Un gruppo di sostegno lanciò altre bombe sulla coda del battaglione portando i morti a 32. I primi tre ebbero nel 1951 dal presidente della Repubblica, su proposta di De Gasperi, rispettivamente una medaglia d'argento, d'oro e di bronzo. Evidentemente la Capponi come terrorista aveva più benemerenze. L'attacco proditorio fu preparato da Carlo Salinari, che negli anni '60 mi ritrovai come professore ordinario di letteratura italiana nella Facoltà di Magistero di Cagliari. Suo è il noto manuale di letteratura italiana adottato in molte scuole. Di indirizzo marxista, come lo era Giuseppe Petronio, professore di letteratura italiana, con cui detti l'esame da studente del corso di filosofia della Facoltà di Lettere e filosofia.
 
V.su Google “carteggio Churchill-Mussolini”. In particolare cronologia.leonardo.it e controst oria.it (Mussolini fucilato-da chi?). Risulta anche da una trasmissione di Rai3 (di data imprecisabile, ma non posteriore al 2005, anno probabile). Ma si dice anche che Churchill avesse voluto preparare una trappola all'Italia estendendo il conflitto per giustificare la richiesta di intervento degi Stati Uniti (v. ad esempio fncrsi.altervista.org e firewolfdossier.blogspot.com) .


Ha scritto un professore universitario ebreo statunitense, Jay Neugeboren, commentando il libro di Esdra, facente parte dell’Antico Testamento: “La risposta di Esdra è chiara: gli ebrei devono diffidare dell’assimilazione; dobbiamo mantenerci distinti e puri dal punto di vista religioso, morale e fisico…tenerci lontani dalle abominazioni dei non ebrei e degli ebrei impuri e immorali… Noi ebrei dobbiamo guardarci anche dalla più piccola unione fisica o morale con quelli diversi da noi, con quelli che non sono stati scelti da Dio…Anche da quegli ebrei che sono corrotti perché la loro genealogia o la loro fede sono dubbi”.1 Se questa non è follia! Ma questo è il principio della religione ebraica, fondato sullo stesso Antico Testamento. Perciò se lo tengano pure tutto per loro l’Antico Testamento gli ebrei credenti. Se lo meritano. Come si può chiamare una stratificazione plurisecolare di menzogne fondate sull’autoinganno? Meno male che lo Stato di Israele è di fatto uno Stato laico, essendo una minoranza i credenti osservanti, come quegli scimuniti ortodossi, vestiti di nero e con cappello nero, che vanno, in modo ridicolo, a ciondolare il capo di fronte al cosiddetto “muro del pianto”. Sì, del pianto di tutti i milioni di animali scannati nel mattatoio, essendo quel muro un residuo di quello che gli antichi ebrei chiamavano tempio, in realtà un grande mattatoio, che essi chiamavano “casa del signore”. Un dio che abita in un mattatoio! E gli ebrei ortodossi ne vorrebbero la ricostruzione. Si noti la sconcertante contraddizione da cui è nata e in cui vive la religione ebraica. Essa non fa, anzi rifiuta di fare, proselitismo; gli ebrei credenti credono che il loro dio sia quello vero ma se lo tengono stretto non ammettendo che i non ebrei se ne possano appropriare. E’ ancor più evidente che questa contraddizione nasce dalla finalità che ho detto: l’Antico Testamento è soltanto la giustificazione del diritto alla terra di Palestina. Di tutto il resto agli ebrei credenti non gliene importa proprio alcunché. L’asserito olocausto è anch’esso in funzione del rafforzamento della tesi biblica secondo cui Jahweh ha sempre avuto bisogno di purificare prima il suo popolo quando ha peccato allontanandosi dalle sue leggi (quelle “mosaiche”), e lo purificava sempre sottoponendolo ad olocausti. Così furono interpretate, per esempio, la catastrofe del 587 con la distruzione di Gerusalemme ad opera di Nabucodonosor e la successiva cattività in Babilonia. La teologia ebraica si fonda sulla seguente successione: peccato del popolo, punizione divina, pentimento, promessa divina di salvezza. Evidentemente il popolo ebraico aveva peccato troppo con il processo di laicizzazione che subì l’ebraismo nel XIX secolo permettendo la nascita di ebrei atei come Marx, Freud e Einstein. Dunque l’asserito olocausto ad opera del nazismo, alla luce di questa scriteriata teologia ebraica, fu voluta da Jahweh. E allora di che si lamentano gli ebrei credenti? Hitler è stato lo strumento di una punizione divina, a cui è seguita, dopo la “purificazione” ad opera del nazismo, la nascita dello Stato d’Israele. Questa scriteriata teologia, d’altra parte, è in contraddizione con la certezza che tutto ciò che accade sia dovuto alla volontà di Jahweh, per cui dovrebbe attribuirsi a lui anche il peccato degli ebrei con il conseguente olocausto.


1 Citato da Waler Brueggemann. Introduzione all’Antico Testamento, Claudiana 2005, p. 389.


Ma, anche se tali narrazioni sono state amplificate, come possono gli ebrei credenti pretendere che ci si commuova per il loro asserito olocausto ad opera del nazismo se essi dimostrano di non saper o voler condannare i metodi peggiori descritti in testi che essi ritengono tuttora sacri? Essi non hanno oggi alcun diritto di richiedere commozione per il loro asserito olocausto se non sono disposti a vergognarsi di quei testi che continuano a ritenere sacri, attribuendo persino al loro dio una volontà stragistica volta ad attuare il disegno della “terra promessa” per il “popolo eletto”.


E i maggiori li attuarono tremendamente proprio tra se stessi, per esempio con la guerra tra lo Stato di Israele (con capitale Samaria a nord) e lo Stato di Giuda (con capitale Gerusalemme) a sud.



Il grande filosofo, ebreo ateo, Spinoza, nel suo Trattato teologico-politico (cap. 18), seguendo il libro delle Cronache (libro dell'Antico Testamento), racconta delle guerre tra il regno di Israele (a nord) e quello di Giuda (con capitale Gerusalemme) in cui l’unico regno si era diviso dopo re Salomone, e scrive: “In un solo combattimento furono trucidati dai Giudei 500 mila Israeliti, e in altro combattimento gli Israeliti uccisero moltissimi Giudei, fecero prigioniero il Re stesso, demolirono le mura di Gerusalemme e spogliarono completamente il Tempio; carichi della ingente preda, sazi di sangue fraterno, ricevuti gli ostaggi e abbandonato il Re nel suo regno, quasi devastato, deposero alfine le armi; ma non tanto per le promesse dei vinti Giudei, quanto perché fatti sicuri della loro impossibilità di nuocere. Non passarono però molti anni che i Giudei, ristorate le loro forze, riaccesero la lotta e assalirono gli Israeliti. Ma anche questa volta vincitori furono gli Israeliti, i quali, dopo avere ucciso 120 mila Giudei, condussero in prigionia donne e fanciulli in numero di 200 mila, portando seco un altro innumerevole bottino. Fino a che, stremati da queste e da quelle altre guerre intestine che troviamo narrate nelle storie, furono alla fine preda dei loro nemici.” Data la popolazione di allora si può dire che vi fu un vero olocausto di Ebrei per guerre tra Ebrei stessi. Abbiamo detto questo perché pensiamo che, se gli Ebrei non si fossero odiati e massacrati tra loro, rendendosi deboli di fronte al nemico esterno, come dice Spinoza, forse sarebbero riusciti a conservare il loro Stato in Palestina.

Spinoza, poiché, essendo ateo, non frequentava la sinagoga, fu dichiarato “maledetto” e perseguitato dagli ebrei della città olandese ove abitava, per cui si trasferì in altra, piccola, città vicina a Leyda. Quando fu ucciso dai calvinisti il capo del partito repubblicano, di ispirazione liberale, Giovanni de Witt, che aveva invitato Spinoza a pubblicare il suo Trattato teologico-politico, tale trattato fu pubblicato anonimo da Spinoza per evidenti timori. Ma, viste, nonostante ciò, le reazioni violente di ebrei, cattolici e protestanti al testo al testo, Spinoza volle che non si desse una pubblicazione della traduzione dal latino all’olandese del suo testo.

Dopo la morte di Spinoza, nel 1677 a soli 45 anni, il testo latino del Trattato fu pubblicato sotto altri titoli, che facevano nella copertina riferimento a tutt’altri argomenti, come di medicina. Ecco che cosa hanno fatto e preteso le religioni. Di imporre il silenzio.

Torna a proposito quanto Bernard Lazare, ebreo ateo, morto a 38 anni, scriveva nel 1899 ne Il letamaio di Giobbe: “Voi sionisti volete imbellettare la verità…e il sommo dovere, per voi, è di non mettere in mostra le vergogne nazionali”. Gli ebrei credenti dovrebbero lavarsi i panni sporchi (L’Antico Testamento) in casa, prima di pretendere che la storia si lavi i suoi con la memoria delle vittime ebraiche del nazismo. E incomincino a richiedere il divieto della “macellazione rituale”, perché in questo modo venga vietato anche agli islamici. Non si può pretendere di condannare l’olocausto ad opera dei nazisti mentre gli ebrei credenti ritengono siano storia sacra gli olocausti descritti nel Pentateuco (Torah), oltre che quelli, ancora più tremendi, descritti nel libro successivo di Giosuè. Non si possono usare due pesi e due misure, sta scritto nel loro Deuteronomio (quinto libro del Pentateuco). Che riducano i primi sei libri della Bibbia a pura mitologia. Altri libri, oltre a Giosuè, cosiddetti storici, (Giudici, Samuele, Re, Cronache) sono soltanto storia romanzata e favolistica, compreso il periodo che inizia con il regno di Saul (Samuele).


La storia umana, si sa, contiene storie di invasioni, di eccidi, di massacri, di genocidi. Dunque non bisognerebbe troppo stupirsi del fatto che anche gli Ebrei ne abbiano commesso. Ma ciò che stupisce è che ancor oggi gli ebrei credenti se ne vantino, almeno per il fatto che gli eventi raccontati, se pur nella confusione tra storia e mitologia, siano da essi ritenuti voluti e ispirati dal loro dio, e che i rotoli della Torah siano custoditi gelosamente in seta preziosa nei tabernacoli delle sinagoghe, mentre dovrebbero vergognarsene, se pretendono che l’umanità abbia memoria del loro asserito olocausto come vergogna, mentre essi si vantano degli olocausti da essi attuati. E della Torah si dovrebbero vergognare anche i cristiani - come se ne vergognava la setta cristiana dei Catari, perseguitati sino all’eccidio nel Medioevo perché ritenevano che L’Antico Testamento fosse stato ispirato dal demonio - non essendo possibile che il Nuovo Testamento fosse un completamento dell’Antico Testamento, nonostante il rispetto da parte di Gesù di una certa ritualità ebraica, come dimostrato dall’ultima cena, che fu una cena pasquale nel senso della tradizione ebraica, con l’uccisione di un agnello nel tempio-mattatoio.

La differenza tra gli ebrei osservanti e i nazisti è che questi ultimi non pretesero che la loro storia fosse una storia sacra, nonostante alcuni di essi dicessero Gott ist mit uns (Dio è con noi). Soltanto il Corano appare coerente ed omogeneo con la Torah, essendo una religione che predica la violenza, come documenterò appresso.

Vi è da domandarsi quale progresso rispetto al paganesimo abbia rappresentato la Torah, in cui appare un dio sanguinario e razzista.

 
A quanto scritto e riportato sopra dal mio libro ho da aggiungere che fu l'Inghilterra ad opporsi al progetto nazista di trasferimento degli ebrei tedeschi in Palestina. Infatti l'Inghilterra non voleva porsi contro gli arabi che vivevano in Palestina (da considerarsi solo invasori) perché l'Inghilterra aveva avuto un protettorato su tutto il Medioriente dopo la prima guerra mondiale, con la scomparsa dell'impero ottomano che si estendeva anche su regioni del Medioriente occupate (cioè invase) precedentemente dagli arabi nelle loro invasioni plurisecolari a iniziare dagli immediatamente successivi alla morte di Maometto (632). Dall'XI secolo incominciò a sovrapporsi sui territori conquistati dagli arabi e su quelli dell'impero bizantino l'invasione turca, prima quella dei turchi selgiukidi e poi quella dei turchi ottomonani. La Palestina doveva dunque, e deve tuttora, considerarsi ebraica giacché gli ebrei vi avevan avuto un regno che durava da più di un millennio e ne furono espropriati con la forza dalla dominazione romana. Non sono infatti sopravvissute altre popolazioni antiche della Palestina che possano rivendicare un diritto storico ad avere un loro Stato nell'antica terra di Canaan (questo era il nome della Palestina nell'antichità biblica). Solo il popolo ebraico sopravvisse perché rimasto unito, pur nella diaspora, alle tradizioni bibliche. Si consideri infatti che l'Antico Testamento fu scritto, non con lo scopo di fare proselitismo - ché, anzi, il popolo ebraico fu sempre geloso di quel ridicolo dio chiamato Jahweh, mandante di tutte le stragi (secondo i più grandi studiosi mondiali - e non ebrei - inventate o esagerate per costruire l'immagine ebraica di un dio degli eserciti) ma con lo scopo di giustificare, con una sorta di autoinganno, il diritto ebraico ad avere il possesso della terra di Palestina, che gli sarebbe stata assegnata da Jahweh. Chi non ha considerato ciò non ha capito l'unica finalità dell'Antico Testamento, che proibisce al cosiddetto popolo eletto (autodichiaratosi eletto) di mescolarsi con altri popolo. Da qui il plurisecolare isolazionismo degli ebrei della millenaria diaspora e il loro rifiuto di integrarsi prescindendo dalle loro tradizioni. E questa fu la causa principale delle persecuzioni che subirono. Come già spiegò Spinoza nel suo citato Trattato, vedendo nella mancata separazione tra Stato e religione la causa maggiore della debolezza dello Stato ebraico con tutti i suoi dissidi interni. Ma nell'800 l'ebraismo percorse un processo di laicizzazione, e da quel momento gli ebrei non credenti nelle fregnacce dell'Antico Testamento, incominciarono ad appartenere alla migliore intelligenza mondiale, apportando grandi contributi al progresso della conoscenza scientifica, alla filosofia e all'arte.
Ma gli ebrei religiosi non fanno proselitismo. Meno male. Essi sono gelosi del loro dio. Se lo tengano pure tutto per loro. Al contrario, il Corano è il fondamento del proselitismo islamico. Libro dettato ad uno scriba da un pazzo analfabeta di nome Maometto che diceva che gli veniva dettato direttamente da Allah tramite l'arcangelo Gabriele. Nessuna distinzione vi può essere secondo il Corano tra islam (che significa sottomissione ad Allah) e Stato. Non esiste un islam moderato se non è un falso islam. Infatti non esiste un Corano moderato. Leggere per questo il mio florilegio del Corano del 20 ottobre 2009. Per questo non ci si può aspettare dagli islamici alcun contributo al progresso della conoscenza. L'accusa di razzismo rivolta allo Stato di Israele nei confronti degli arabi vuole nascondere un fatto fondamentale. Se esistesse un unico Stato in Palestina (ebraico-arabo) lo Stato di Israele sarebbe condannato alla sparizione. Infatti gli arabi sanno fare bene solo una cosa: fare figli come conigli in allevamento.    


Riporto ora quanto scritto nel mio libro Scontro tra culture e metacultura scientifica

E non approfondiamo in questa sede il tema dell’asserito olocausto ad opera dei nazisti, limitandoci ad osservare che esiste un’ampia letteratura, costretta alla clandestinità, e di cui siamo in possesso, che, con pretese di seria documentazione, o ne riduce di molto la dimensione o ne nega addirittura l’esistenza. E’ bene che le tesi opposte si scontrino finalmente alla luce del sole perché, anche sulla base dell’asserita esistenza di un carteggio Mussolini-Churchill1 volutamente occultato dai vincitori, emerga la verità, se è vero che da tale carteggio risulterebbe, tra le altre cose, che gli ebrei prigionieri erano un milione, che i nazisti sarebbero stati disposti a liberarli in cambio di una cessazione delle ostilità, per volgere la guerra unicamente contro l’Unione Sovietica.

Il 5 settembre 1939 Chaim Weizmann, presidente dell’Organizzazione Sionista (1920) e dell’Agenzia Ebraica (1929), più tardi primo presidente della Repubblica di Israele, dichiarò guerrà alla Germania in nome di tutti gli Ebrei del mondo. Per conseguenza, sulla base di leggi internazionali, gli Ebrei furono internati come prigionieri, nemici dichiarati della Germania. La stessa cosa fecero gli Stati Uniti e il Canada nei confronti di tutti i cittadini giapponesi viventi negli Stati Uniti e nel Canada, come avevano già fatto gli inglesi nella guerra contro i Boeri, internando anche donne e bambini. Dal calcolo degli ebrei viventi in Europa prima della guerra risulta che fossero 6.500.000. L’esodo degli Ebrei dall’Europa prima e durante la guerra li ridusse a 5.000.000. Di questi, 1.550.000, viventi in Polonia, si rifugiarono nell’Unione Sovietica subito dopo il 1939. Bisogna aggiungere inoltre gli Ebrei che vivevano in Stati neutrali, come la Svizzera, il Portogallo, la Svezia, l’Irlanda, a cui bisogna aggiungere l’Inghilterra, dove, si sa, i nazisti non giunsero mai. E’ stato calcolato che questi ultimi Ebrei fossero più di 400.000. Pertanto gli Ebrei rimasti nei territori occupati dai tedeschi si riducono a circa 3.000. 000. Inoltre dal “Rapporto della Croce Rossa” del Comitato Internazionale della Croce Rossa (in 3 volumi), che pare abbia avuto l’autorizzazione dal 1943 di visitare i campi di internamento e di distribuire pacchi viveri, si ricava un completo silenzio sull’argomento dell’olocausto. Da tale rapporto, pare – perché non lo possediamo – che durante gli ultimi mesi di guerra aumentassero le vittime nei campi di concentramento perché non arrivavano più rifornimenti, anche a causa dei bombardamenti degli Alleati sulla rete dei trasporti – da cui le accuse della Croce Rossa contro tali bombardamenti - mentre si accenna a varie epidemie scoppiate in tali campi. Non vogliamo andare oltre, per ora. Ma ci domandiamo: come è possibile che siano morti 6.000.000 di ebrei nei lager nazisti, di cui 3.000.000 soltanto ad Auschwitz, di cui i sovietici per 10 anni, dalla fine della guerra, impedirono sempre l’ispezione? E’ chiaro che se, si tocca la cifra di 6.000.000, nascono dei dubbi a catena. Tutti parlano sempre di tale cifra, ma non è stato mai spiegato come sia stata calcolata. E’ ora che venga spiegato, anche per rintuzzare l’accusa secondo cui tale cifra sarebbe convenuta per aumentare l’entità del risarcimento dovuto agli ebrei. Quanti sanno che la cosiddetta “soluzione finale” consistette dal 1938 al 1940 nel progetto di uno Stato ebraico nel Madagascar (colonia della Francia) e che tale progetto - sospeso a causa della dichiarazione di guerra contro la Germania da parte di Weizmann e della sopravvenuta opposizione della Francia nel 1940, e trasformato, dopo l’invasione della Russia nel 1941, nel progetto di un trasferimento degli Ebrei nel Governatorato Generale della Polonia a causa della necessità di utilizzare anche mano d’opera nell’industria di guerra – fu poi ripreso dallo stesso Hitler nell’agosto del 1942? Quanti sanno che il governo nazista, prima della guerra, favori l’emigrazione di circa 800 mila Ebrei dalla Germania, dall’Austria e dalla Cecoslovacchia, costruendo in Austria dei campi di addestramento per gli Ebrei in attesa che si preparassero ad introdursi clandestinamente in Palestina, protettorato inglese? Quanti sanno che nel maggio del 1944 fu inviato a Istanbul il rappresentante della comunità ebraica di Budapest per trattare con gli Alleati la liberazione di un milione di Ebrei in cambio della cessazione delle ostilità e che Churchill, che prima era favorevole ad un rovesciamento delle alleanze per far fronte comune contro l’Unione Sovietica, nel 1944, di fronte all’avanzata dell’armata rossa non si sentì più di porsi contro l’alleato sovietico per cui rifiutò l’accordo? Come si spiega la richiesta di Hitler nel maggio del 1943 al capo del governo ungherese filonazista Horthy di poter utilizzare 100.000 Ebrei ungheresi nel piano Aerei da caccia della Luftwaffe? Come spiegare il fatto che i tedeschi perdessero tempo nel catturare Ebrei con grande dispendio di forze, mentre erano impegnati su tre fronti di guerra (russo, francese e italiano)? Ma vi è di più. Bisognerebbe spiegare perché Anna Frank e la sorella, dopo una lunga permanenza ad Auschwitz (in Polonia), dove arrivarono il 3 settembre 1944 con il padre e la madre, siano state trasferite il 28 ottobre 1944 nel campo di Bergen-Belsen (Germania occ.), che non è mai stato riconosciuto come campo di sterminio, giacché, come in tanti altri campi, come è stato riconosciuto, non esistevano camere a gas. Dunque non vi fu nemmeno all’inizio il disegno di eliminarle. Entrambe le sorelle morirono a Bergen-Belsen per un’epidemia di tifo. Non si capisce come mai la madre, rimasta ad Auschwitz, sia morta solo il 6 gennaio 1945, e di malattia, né si capisce come mai il padre Otto sia rimasto vivo ad Auschwitz sino all’arrivo dei Russi. Nemmeno in questo caso si può dire vi sia stato il disegno di applicare la “soluzione finale”. E se, come si racconta, Himmler diede l’ordine di sospendere le esecuzioni il 2 novembre 1944, ne risulterebbe, comunque, che i nazisti non ebbero mai alcuna fretta nell’eliminare i coniugi Frank, che non risulta siano stati utilizzati per lavori.2 Anche ciò contrasterebbe con la “soluzione finale”. Con tutto ciò contrasta quanto scritto recentemente in un articolo3 che riporta una asserita confessione al processo di Norimberga di un colonnello nazista del campo di Auschwitz, secondo cui “gli ebrei giungevano con treni provenienti da ogni parte d’Europa. Quelli in grado di lavorare erano inviati alle diverse officine e i restanti, compresa la maggior parte delle donne e tutti i bambini piccoli, erano inviati immediatamente alle camere a gas". Come mai, al contrario, le sorelle Frank e la madre non finirono in camere a gas nonostante non fossero in grado di lavorare, date le loro condizioni fisiche, soprattutto della madre, e, addirittura, ci si preoccupò, dopo circa due mesi, di trasferire le due sorelle a Bergen-Belsen e la madre morì di malattia nel gennaio del 1945? I filmati su Auschwitz proiettati a Norimberga erano tutti sovietici: dunque non potevano essere imparziali. Inoltre, se, come si sostiene, il campo di sterminio di Auschwitz sarebbe stato attrezzato nel marzo del 1942, come è possibile che da quella data sino all’ottobre 1944 siano stati eliminati solo ad Auschwitz 3 milioni di ebrei?4 Come mai Simon Wiesenthal, il noto ebreo “cacciatore” di nazisti, fu trovato vivo alla fine della guerra nel campo di Mauthausen (Austria), che non è compreso tra gli asseriti campi di sterminio? Tornando ai Frank, sembra che sia stato un certo Mayer-Levin a scrivere il famoso Diario sulla base di poche annotazioni di Anna e che il padre Otto, trasferitosi negli Stati Uniti, lodasse il lavoro di trasformazione delle poche note scritte dalla figlia in Diario, di cui si accaparrò i diritti d’autore facendo una fortuna. I forni crematori di Dachau risultarono costruiti dagli americani subito dopo la guerra, perché nella fretta si erano dimenticati di costruire i camini. Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi. Cose che appaiono come documentate e lette. Vi sarebbe da riferire di alcuni asseriti falsi fotografici (fotomontaggi) e di molte incongruenze. Ci siamo limitati a riportare solo poche cose, senza prendere posizione e senza riprendere l’argomento in questo libro. La verità verrà fuori soltanto quando si permetterà alla ampia storiografia condannata alla clandestinità, anche con minacce di morte per gli autori, di emergere per un libero confronto-scontro tra tesi opposte. Consigliamo ai cinque autori di una recente opera in cinque tomi sull’“Olocausto antiretorico”5 di confrontarsi con questa storiografia prima di continuare ad offrire verità a senso unico, con il sospetto che siano ideologiche. Vi è da sperare soltanto che l’asserito olocausto sia vero come è vera la Bibbia.

Amicus Plato, sed magis amica veritas”, disse Aristotele.


1 Ci riferiamo ad un ampio servizio sull’argomento messo in onda da Rai 3 nel 2003(o 2004?).

2 Cfr. Appendice di Frediano Sessi al Diario (pref. di Natalia Ginzburg), Einaudi 1992. Si sa che molti internati di Auschwitz, sovraffollato, come altri campi di prigionia polacchi, dopo l’avanzata sovietica, furono trasferiti a Bergen-Belsen e a Buchenwald. Ma questi trasferimenti contrastano con l’asserita “soluzione finale”.

3 G. M. Gilbert, Nella psiche dello sterminatore, Il Sole-24 Ore, 13 novembre 2005.

4 Esiste uno scritto intitolato La menzogna di Auschwitz (Kritik Verlag, Mohrkirch 1973) di Thies Christophersen, che era distaccato ad Auschwitz per per la produzione di gomma sintetica per conto del Kauser-Wilhelm-Insitut. L’autore scrive:”Non ho notato il più piccolo indizio che potesse far pensare a gassazioni di massa…Mi dispiace, ma quando abbandonai Auschwitz nel dicembre 1944 non vidi questa costruzione “ (con gli enormi camini di un presunto forno crematorio). Oggi ad Auschwitz viene mostrato solo un piccolo forno che sarebbe servito a incenerire milioni di internati. Ma per eliminare 3 milioni di ebrei in 32 mesi è stato calcolato che se ne sarebbero dovuti eliminare 3.350 al giorno 24 ore su 24. S. Wiesenthal pretese con arroganza che a causa di questo scritto l’editore avv. Roeder comparisse di fronte ad una commissione disciplinare, provocando le reazioni della stampa, che si domandava se Wiesenthal fosse un governatore della Germania. Il numero di 6 milioni di ebrei proviene soprattutto dalla Commissione Centrale di Storia Ebraica della Polonia. Paul Rassiner, che fu docente di Storia alla Academie di Besançon e che, combattente nella resistenza, fu catturato dalla Gestapo e internato a Buchenwlld, smentì coloro che affermavano che in detto campo esistessero camere a gas. Nel suo libro La menzogna di Ulisse(Le Rune, Milano 1966) negò l’esistenza di un progetto di sterminio degli ebrei sulla base di interrogatori di coloro che lo affermavano. Risultò che nessuno degli interrogati era stato testimone. Rassinier è anche autore di Le Veritable Procès Eichmann (1962) e di Il Dramma degli Ebrei in Europa (Roma 1968). Rassinier vuol far emergere la “menzogna” , secondo lui, delle camere a gas. Rassinier è la punta di un iceberg di un’ampia letteratura negazionista costretta alla clandestinità anche sotto minacce.

5 Storia deklla Shoah. La crisi dell’Europa, lo sterminio degli ebrei e la memoria del XX secolo, Utet 2005.
Ho tratto quanto segue dal sito

mostruosità del nazismo,tutto vero?

9 post - 7 autori - 15 dic 2010
Massacro di Nanchino da parte dei giapponesi sulla popolazione inerme. Eccidi in .... Distruzione e strage in villaggi sloveni per rappresaglia contro i partigiani locali. In Grecia, la ... Drobitsky Yar - 15-12-41 15.000 -- Odessa ...
GyJeX
04-10-2007, 14:41
Per le certezze di cui sopra... Eh... E' un bel problema... alcune mie certezze sono:

la camera a gas di auschwitz è stata costruita solo nell'aprile del 1948 e questo lo attesta lo stesso direttivo del museo con un bel cartello all'ingresso della famosa camera...

Simon Wiesenthal ha detto che in Germania non c'erano campi di Sterminio, ha anche detto che Dachau era un campo di sterminio...

I 50000 dollari destinati a chi avesse procurato prove certe della presenza operativa di camere a Gas ad Auschwitz durante la guerra sono ancora in banca...

Un'altra certezza è che non si capisce un'accidente di quanta gente è morta in questo campo, tutti sparano cifre, tutti documentano le cifre, tutti portano fonti e documenti:

DATA....................................FONTE..... .................................................. ......................DECESSI

31/12/1945...............Centro d'indagine francese sui crimini di guerra ............................8.000.000

20.04.1978 ..................Le Monde(Parigi)..................................... ..................................5.000.000

23.01.1995 .................. Die Welt.............................................. ..................................... 5.000.000
01.10.1946...................IMT Tribunale di Norimberga, Documento 008-URSS.............. 4.000.000
24.11.1989...................Procuratore Majorowsly, Wuppertal......................................... 4.000.000
26.07.1990...................Allgemeine Jüdische Wochenzeitung..................................... .... 4.000.000
08.10.1993....................ZDF................. ........................... ............................................. 4.000.000
25.01.1995....................Wetzlater Neue Zeitung........................................... ................. 4.000.000
01.10.1946.................... IMT Tribunale di Norimberga, Documento 3868-PS................3.000.000
01.01.1995.....................Damals (rivista storica tedesca).......................................... ......3.000.000
25.07.1990.....................Hamburger Abendblatt........................................ ....................2.000.000
27.01.1995.....................Die Welt.............................................. .................................... 2.000.000
11.06.1992.....................Allgemeine Jüdische Wochenzeitung..................................... ...1.500.000
23.01.1995.....................Die Welt.............................................. .....................................1.500.000
01.09.1989.....................Le Monde (Parigi).......................................... ..........................1.433.000
02.02.1995.....................Bunte (periodico illustrato tedesco)......................................... 1.400.000
22.01.1995.....................Welt am Sonntag........................................... .......................... 1.200.000
21.12.1994..................... IfZ (Istituto di Storia Contemporanea, Monaco).................... 1.000.000
31.12.1989........Pressac, "Auschwitz: technique and operation of the gas chambers" .......928.000
27.09.1993......................Die Welt.............................................. ...................................... 800.000
31.12.1994......................Focus............. .................................................. ..........................700.000
31.12.1994..................... Pressac, "Le macchine dello sterminio".....................................470.000
06.01.1990..................... Frankfurter Rundschau......................................... .................... 74.000

Quindi la certezza è che non c'è che una sola certezza... che lì, qualcuno, c'è morto per davvero...
GyJeX
04-10-2007, 14:49

Guarda che definizione hanno coniato alcuni siti per la parola "revisionismo":
Il revisionismo è essenzialmente un metodo di ricerca storica, la normale metodologia storiografica applicata da tutti gli storici a tutte le epoche della storia.
Il revisionismo non ha colore politico: il caposcuola riconosciuto di questa corrente storiografica è un socialista francese, Paul Rassinier, ex combattente nella "resistenza" francese e detentore di decorazioni e medaglie per l'attività antinazista svolta durante l'occupazione tedesca della Francia.
Moltissimi sostenitori del revisionismo in Francia sono uomini di sinistra: infatti la principale casa editrice che pubblica scritti revisionisti è la sinistrorsa "Vieille Taupe".
Il professor Faurisson è un radical-libertario, il revisionista svedese Ditlieb Felderer è un testimone di Geova. Uno dei migliori revisionisti americani è il giovane ebreo David Cole. Anche in Italia esistono revisionisti dell'area della sinistra comunista, come Cesare Saletta.
Pubblicato da Pietro Melis a 15:42

Il giorno 29 ho visto sul canale IRIS il film Senza destino tratto dal romanzo autobiografico Essere senza destino del premio Nobel per letteratura l'ebreo Imre Kertész. Il protagonista, cioè lo stesso Kertész, allora un ragazzino di 15 anni, era sopravvissuto dopo aver perso i genitori. Era stato internato prima ad Auschwitz e dopo a Buchenwald. Tornato a casa si sente domandare dai parenti: vi erano camere a gas ad Auschwitz? Egli risponde: ne ho sentito parlare, ma io ero a Buchenwald. Strano che egli non le abbia viste e sia stato trasferito a Buchenwald. Davvero strano trattandosi di un racconto autobiografico. 

Nessun commento: