sabato 28 maggio 2022

LA MALASANITA' ITALIANA

Dire mala è troppo poco. E non si tratta della pandemia come causa principale. Soprattutto il personale paramedico dovrebbe essere sottoposto ad una severa selezione comprendente il lincenziamento. Segnalo quanto ho vissuto dal 6 al 21 maggio nel maggiore ospedale sardo, il Brotzu, i cui 11 piani sono piani di inferno. Vi sono arrivato con il 118 alle 2 di notte a causa di una caduta in verticale per essere inciampato in un groviglio di fili partenti da una presa di corrente. Non potevo rialzarmi. Sono stato imbragato in una lettiga e portato all'ortopedia 2 per frattura composta del femore della gamba sinistra. Ma il mio era un caso strano. Vi sarei dovuto andare mesi prima, ma in altro reparto: neurologia. Pare che una stenosi (restringimento ) del canale vertebrale non faccia scorrere la corrente nervosa nelle gambe, soprattutto la destra, con la conseguenza di un intorpedimento della muscolatura. Sottopostomi a 8 sedute di terapia del dolore (mentre io non avevo dolori) all'ospedale Businco con infiltrazoni di antinfiammatori e cortisone il risultato fu del tutto nullo. Per abbreviare i tempi del ricovero la norma è sempre la stessa: passare una visita privata in un centro privato dove l'operatore ti chiederà la modica cifra di 150 euro,  che andranno tutti a lui . La visita cosiddetta intra moenia non conviene perché una parte se la prende l'ospedale. E chi ha difficoltà a pagare la visita entra moenia? Si arrangi. E chi volesse una visita in convenzione? Anche se ha fretta perché ha dei dolori si metta in coda aspettando mesi. Ma non voglio essere oltremodo polemico trattandosi di salute. In fondo si paga la visita e solo un ticket per tutta la durata del ricovero (nel mio caso solo  due giorni). Il risultato nullo indusse il responsabile del reparto terapia del dolore a consigliarmi una serie di sedute di ozonoterapia previa la solita visita. Non gli avessi mai dato retta. Dall'intorpidimento passai al dolore delle gambe, talvolta così forte da sembrare di impazzire. Risolsi di rivolgermi ad un altro  noto esperto in terapia del dolore, il dott. Tomaso Cocco dell'ospedale Binaghi: Risultato? Nessuno. Il dott. Cocco mi disse onestamente che il mio caso non rientrava nella sua competenza e su un foglietto scrisse nome, cognome e numero di telefonino del dott. Renato Bassani neurochirurgo dell'Istituto Galeazzi di Milano. Ma ancor prima mi ero prenotato presso una clinica privata vicina a Cagliari per un intervento tramite laser agente sulla colonna vertebrale per allargarlo (periduroscopia). Mi fu proposto da una neurologa un ricovero per due giorni a pagamento per la modica cifra di 2000 euro. Rifiutai non tanto per il costo (per nulla eccessivo) quanto per i miei seri dubbi sulla modalità dell'intervento. Allora la neurologa vide in me una buona fonte di reddito. La prima visita avvenne in una clinica privata per la modica cifra di 100 euro. Ma bisognava poi organizzare i tempi dell'intervento. L'organizzazione con visita domiciliare costò 180 euro. Una seconda visita domiciliare da me non richiesta costò 150 euro perché le dissi che la fattura era per me  carta straccia e ne potevo fare a meno. Qualche giorno prima dell'intervento ebbe la "sana" idea di incominciare a programmare i farmaci venendo nuovamente a casa mia (abitando lei a circa 200 metri di distanza). Visita del costo di 150 euro. Mi disse che dovevo ringraziarla perché era riuscita ad abbreviare i tempi del (mini)intervento. Operava infatti in camera operatoria con il responsabile del reparto di ortopedia. Stando supino sentivo la sua mano guidata dal responsabile che la indirizzava su vari punti della schiena dove iniettava prima un anestetico e poi un antinfiammatorio. Risultato? NESSUNO. Mi si disse che dovevo attendere perché si manifestassero i benefici. Ma benefici non ve ne sono stati dal 23 febbraio. E ora torniamo all'inferno del Brotzu, dichiarato ospedale di eccellenza. Ero stato ricoverato in un reparto per me sbagliato perché la causa maggiore del mio stato di malessere era di natura neurologica. I dolori erano tali che nella notte insonne ero costretto a gridare: infermiera!!!!!Se ero fortunato trovavo una che mi dava una tachipirina, mentre io avevo bisogno di antidolorifici quali il Palexia e l'Efexor. Se ero sfortunato, come quasi sempre, arrivava una coppia di sadiche pronte a ripetermi "stia zitto ché non fa dormire gli altri". Al dolore si aggiungeva la rabbia di non poter porre nemmeno un piede fuori del letto a causa della frattura al femore. L'intervento avvenne due giorni dopo. Mi vennero fissate tre viti (così mi si disse) per ricomporre le parti fratturate. Dopo un ricovero di cinque giorni un'ambulanza privata mi riportò a casa. Ero pronto ad organizzarmi secondo le  disposizioni del foglio di dimissioni quando i dolori di origine neurologica, quasi mi stessero aspettando per il ritorno a casa, si scatenarono come mai prima di allora. Dovetti chiamare nuovamente il 118 per tornare al Brotzu e questa volta al piano di medicina 2. Qui almeno erano minimamente attrezzati con gli antidolorifici, che mi permisero almento, finalmente, di godere di qualche ora di sonno. Dal foglio di dimissioni è risultato che quando ero arrivato nuovamente al Brotzu, oltre alla temperatura di 38,5 ero guarito da una polmonite. Dove avrei potuto prenderla se non nello stesso ospedale durante il primo ricovero? In questo reparto il personale paramedico era ancor più insofferente nei riguardi di normali manifestazioni vocali dei dolori. E per non essere disturbati oltre una certa misura erano stati strappati i fili che collegavano il pomello alla suoneria. Bisognava gridare con inisistenza in piena notte per avere la speranza che qualcuna di affacciasse alla porta della stanza e si degnasse di applicare al braccio una flebo con antidolorifico. Ingenuamente avevo lasciato in vista alcuni antidolorifici che mi ero fatto portare da casa. Vietato usare farmaci che non fossero di dotazone ospedaliera. E ora sto seguendo a casa una terapia un po' diversa da quella ospedaliera perché combinata con quella che già i neurologi mi avevano prescritto. Controllo radiologico tra una settimana. Ma la causa dei dolori alle gambe non è stata eliminata. Dunque ho già pronta la copia di tutti gli esami richiestimi dal dott. Bassani dell'Istituto Galeazzi di Milano per una visita a distanza da prima rifiutatami e poi, forse per commozione accoltami, per sapere finalmente se si possa intervenire direttamente sulle vertebre per eliminare la causa dei dolori alle gambe. Ho perso almeno due anni nella speranza di uscire in Sardegna dalla mia condizione di sofferenza. Non avevo capito che non si trattava di uscire in Sardegna ma DALLA Sardegna.                          

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