...nella trasmissione in corso sul racconto della Bibbia, mentre scrivo. Cazzullo non sa che Mosè è un personaggio romanzesco, mai esistito, a parte tutte le altre invenzioni. Nel mio libro di 700 pagine dedicato per più della metà all'esposizione degli studi dei maggiori studiosi mondiali dell'Antico Testamento, tra cui alcuni ebrei, gli autori anonimi dell'Antico Testamento nell'esposizione dei libri riguardanti i cosiddetti profeti, tra cui Isaia, non hanno alcuna conoscenza dell'esistenza di Mosè. Poiché i primi cinque libri (Pentateuco) rappresentano la Legge è impossibile che i "profeti" ignorassero la figura di Mosè se fosse realmente esistito. E poiché nei Vangeli si racconta che Gesù aveva dialogato con l'anima di Mosè lascio a voi la conclusione sull'affidamento dei Vangeli. A parte la considerazione che solo nel periodo greco-alessandrino, cioè per influenza della filosofia greca, gli ebrei, con i farisei, incominciarono a credere nell'immortalità dell'anima. Ma i sadducei, che si ritenevano i più rigorosi interpreti dell'Antico Testamento, continuarono a non credere nell'immortalità dell'anima anche ai tempi di Gesù. E infatti gli ebrei credenti, si sa, hanno espunto dall'Antico Testamento i Vangeli, non fosse altro perché i Vangeli ci pervennero in greco e mai gli ebrei, credenti e non credenti, avrebbero ammesso che potessero essere inclusi libri ebraici scritti in greco e non in ebraico, anche considerando che la lingua parlata (anche da Gesù) era l'aramaico e non l'ebraico. Tuttavia Cazzullo è un bravo espositore, senza però essere uno studioso. L'ho già scritto in altro articolo e lo riporto nel mio prossimo libro intitolato Il mondo al oicsevor (rovescio) tanto per imitare il Vannacci del suo Il mondo al oirartnoc (contrario), di cui apprezzo alcune cose ma non l'impianto del libro che gli ha dato un enorme successo in danaro e in politica diventando parlamentare europeo. E' stato attaccato principalmente per avere scritto: "Cari omosessuali, normali non lo siete. Fatevene una ragione". Frase che è una grande CRETINATA perché Vannacci ritiene che la normalità derivi dalla maggioranza. Poiché è privo di conoscenze scientifiche ho completato io la frase con un solo aggettivo: "... fatevene una ragione scientifica". Perché, a parte il diritto allo schifo che rivendico per l'omosessualità maschile, ho esposto le cause biologiche che debbono far ritenere anormale l'omosessualità. Riprendo le pagine del biologo francese Jean-Didier Vincent nel suo libro Che cos'è l'uomo. Non è infatti la maggioranza che possa essere fondamento di una verità, altrimenti Galilei e il martire del libero pensiero Giordano Bruno sarebbero stati anormali. Nel mio testo cito Vannacci solo nella prefazione ringranziandolo prima di tutto per avermi dato lo spunto per pubblicare un libro in cui condivido molte cose, ma malamente fondate perché rientranti in una concezione antropocentrica, e perciò antiscientifica, sui temi dell'ambientalismo e dell'animalismo. Sono costretto a seguire l'iter di Vannacci per il mio prossimo libro, che è stato accettato dall'editore Il Cerchio, lo stesso editore del libro di Vannacci, che però ha iniziato con una autopubblicazione su Amazon. Il Cerchio mi ha detto che debbo attendere addirittura sino a novembre per arrivare nelle librerie. Non posso attendere. Vada pure per novembre, ma percorrendo prima la stessa strada percorsa da Vannacci. Non attenderei con Il Cerchio nemmeno se avessi trentanni in meno. Non capisco il perché di tanta attesa con Il Cerchio, se pubblica solo qualche decina di libri all'anno. Tornando a Cazzullo, ha attribuito a Gesù la frase "Non fare agli altri ciò che non vorresti fatto a te. ERRORE non perdonabile! Nei Vangeli si legge: Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te. E questa è una norma morale, che consiglia, non ordina, di fare del bene. Non si finisce in tribunale per non avere fattodel bene. E poi, che cosa si intende per bene? Le diverse culture hanno concetti diversi di bene. Basti considerare ciò che è bene per gli islamici. Ogni cultura vede il bene con i propri occhi. Il male inteso come danno deve essere invece ben visto da tutti. Basta astenersi dall'interferire nella vita degli altri se questi altri non gradiscono questa interferenza. Cazzullo ha confuso con la frase di Confucio: Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te. Che è una frase giuridica e non morale perché ordina di non fare del male inteso come danno (neminem laedere era la formula del giusnaturalista romano Ulpiano).
mercoledì 9 aprile 2025
UN'ALTRA BALLA DI ALDO CAZZULLO...
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
6 commenti:
Parte due
Il proverbiale "last nail in the coffin", secondo me, è la datazione con il carbonio 14 della data della rivolta che pose fine alla dominazione egiziana su Canaan.
Come ho accennato in un altro commento, il prof. Aaron Burke, dell'UCLA, nel 2013-2014 ha scavato a Joppa/Jaffa trovando le rovine bruciate della fortezza che alloggiava il governatore egiziano della provincia di Canaan.
L'articolo è consultabile su Academia.edu e contiene anche delle belle ricostruzioni in grafica 3D.
"You Have Entered Joppa”
3D Modeling of Jaffa’s New Kingdom Egyptian Gate
Ci furono due fasi.
Una prima ribellione, nel 1135, probabilmente durante il regno di Ramses VI, quindi una cinquantina di anni dopo l'arrivo dei popoli del mare, portò alla distruzione della fortezza.
Ma gli Egiziani, pur indeboliti, furono in grado di occupare di nuovo il sito e di ricostruire la cittadella, fino a quando non fu di nuovo messa a ferro e fuoco intorno al 1125.
Questo dimostra che il controllo del Nuovo Regno sulla provincia si mantenne a lungo.
Gli antenati degli ebrei, Habiru o Apiru, come spiegato anche da Liverani nel suo saggio Oltre la Bibbia, erano cananei "fuggitivi" o indebitati, che lasciavano le città ancora sotto il dominio egiziano per andare sulle alture dell'interno, dove fondarono piccoli villaggi. Poche migliaia di individui, autoctoni, che si spostarono di qualche decina di chilometri.
Anche il Burke concorda con tale interpretazione (già avanzata da Liverani, Naaman, Hendel) nel saggio.
"The Decline of Egyptian Empire, Refugees, and Social Change in the Southern Levant, ca. 1200-1000 BCE".
Gratuitamente reperibile nel portale Academia.
Aneddoto personale, divertente ma amaro.
Quando ero al liceo, tardi anni 90, sul libro di religione, pubblicato dalle edizioni paoline, c'erano della cartine.
Ovviamente la narrazione tradizionale non era minimamente messa in discussione.
In una si elencavano i popoli che gli Israeliti e il mitico Giosuè avrebbero combattuto, collocandoli nelle aree vicine.
Una bella mappa con tanto di legenda.
Si immagini la mia reazione anni dopo, ormai titolato (laurea magistrale e dottorato di ricerca in storia), ho letto il saggio di Mario Liverani in cui si spiegava che alcuni di quei popoli erano stati inventati di sana pianta.
La prima edizione del volume di Liverani è del 2003, ma queste informazioni erano già reperibili negli anni 90.
Possibile che si permetta ancora di riempire i manuali liceali di tali finzioni?
Eppure nessuno sostiene più che Roma sia stata fondata da un discendente del mitico troiano Enea o che gli Etruschi siano venuti dall'Asia Minore.
Gli Etruschi, come provato da recenti ricerche genetiche, erano autoctoni, semplicemente discendenti dei Villanoviani, oggi considerati proto-etruschi.
Così come gli antenati degli Israeliti erano geneticamente cananei, cugini dei Fenici.
Molti popoli dell'antichità, una volta raggiunto un grado di civilizzazione più elevato, vergognandosi dei propri antenati rozzi, cercavano di nobilitare le proprie origini con miti di fondazione, antenati illustri e "divini" venuti da fuori (Enea figlio di Venere, re Davide prediletto del dio biblico).
Ultima letture che raccomando:
1) Il saggio di Shlomo Sand, studioso ebreo laico, "L'invenzione del popolo ebraico".
Non è antisemita, ma smonta molti di questi miti, in modo maggiormente divulgativo dei volumi accademici citati prima.
2) Il saggio di Francesca Stavrakopolou, "Anatomia di dio" in cui si descrive l'origine molto materiale e corporea del dio biblico (con occhi, braccia, gambe reali non allegorici), che solo in epoca tarda, probabilmente per influenza del pensiero ellenistico, divenne immateriale. E per molto tempo ebbe una moglie, poi rimossa, Asherah, "ereditata" dal dio cananeo El (l'archeologo William Dever le ha dedicato un libro).
Letture molto più gratificanti e utili delle... CAZZULLATE.
Parte terza, una breve difesa del prof. Melis.
Persone prevenute e ignoranti hanno ingiustamente attribuito al professore tendenze antisemite.
La "reductio ad hitlerum".
Ma non hanno compreso le sue argomentazioni.
Se ricordo bene il professore si era limitato a dire che secondo la concezione biblica di "peccato e punizione" (da lui NON condivisa, anzi esposta in modo critico) gli ebrei o altri popoli che sono stati perseguitati avrebbero meritato di soffrire.
Voglio spiegare in poche parole questo concetto.
In parte riprenderò delle argomentazioni elaborate dagli studiosi Finkelstein e Silberman.
L'invenzione "geniale" del clero yahwista, gradualmente elaborata tra l'epoca del regno di Giosia (VII secolo BCE) e il periodo della cattività babilonese fu quella di spostare la responsabilità di eventuali sofferenze sulle vittime.
La maggior parte dei popoli antichi si aspettava dai propri dei protezione e vantaggi materiali in questa vita. Al massimo per i propri discendenti figli e nipoti.
I popoli del vicino oriente antico non erano monoteisti, ma molte volte le elite avevano un rapporto privilegiato con una divinità in particolare, Assur, Marduk, o per i Fenici il "Baal" (termine generico che voleva dire signore) della propria città.
Quando un popolo veniva sconfitto in guerra e assoggettato tendeva ad adottare le divinità del vincitore, considerate più potenti di quella venerata precedentemente.
I membri del clero Yahwista, consapevoli della debolezza politica e militare del piccolo regno di Giuda, circondato nelle varie epoche da popoli molto più forti (egiziani, assiri, ittiti), al fine di prevenire la "fuga" di fedeli, inventarono o comunque portarono alle massime conseguenze il concetto di sofferenza come "Punizione / espiazione del peccato".
Inizialmente il peccato, più che una azione immorale nei confronti degli altri umani, era concepito come mancanza nei confronti della divinità.
Esempio.
"Avete perso in battaglia contro gli Assiri?"
"I Babilonesi vi hanno sottomessi e deportati?"
(Nota: secondo molti studiosi la cattività a Babilonia non riguardò tutti gli Israeliti, ma una parte, l'elite).
"Ve lo siete meritato, perchè non avete adorato abbastanza e in modo esclusivo (monolatria) YHWH".
"E lui vi punisce tramite i nemici".
"Rimanetegli fedeli, pregatelo di più, fate più offerte (tradotto, mantenete noi sacerdoti) e prima o poi vi perdonerà".
Qualche decennio dopo emergeva nell'area una nuova potenza o un sovrano sconfiggeva i nemici degli Ebrei (ad esempio Ciro il Grande) e allora il clero yahwista celebrava la vittoria come il clemente perdono di YHWH, che dopo due o tre generazioni, mosso a compassione, si serviva di un altro popolo per "liberarli".
In pratica il clero vinceva sempre.
Una idea analoga si trova in una delle lettere paoline, non ricordo quale, in cui Paolo (o chi scrisse in suo nome, circa la metà sono contraffazioni redatte decenni dopo).
Paolo di Tarso aveva promesso a chi gli aveva creduto che non sarebbe morto, perchè il regno di dio sarebbe arrivato in meno di una generazione. Una concezione apocalittica (il discorso sarebbe molto lungo comunque è opinione di molti studiosi che l'idea di un giudizio finale e di una sconfitta del male sia entrata nel giudaismo tramite l'influenza dello zoroastrismo).
Passarono 20-25 anni, le persone iniziarono a morire per malattia, vecchiaia.
E l'autore delle lettere li rimproverò dicendo che "avevano bevuto dalla coppa dei demoni" (citazione non letterale, non voglio perdere tempo con le farneticazioni di quel tizio, che in altri tempi sarebbe stato ricoverato in manicomio, come suggerì anche Thomas Paine nell'Età della Ragione) o comunque avevano peccato "flirtando" con altri dei.
La ringrazio per averli pubblicati, probabilmente un filtro ha bloccato la prima parte.
La riinvio, buona giornata.
Probabilmente Cazzullo non è molto informato riguardo al consenso accademico, ovvero le conclusioni a cui sono arrivati praticamente tutti i più autorevoli studiosi, indipendentemente dalla loro formazione culturale e religiosa di partenza.
Ma penso che gli convenga "ignorare" tutti i volumi e gli articoli pubblicati negli ultimi 30-40 anni. Evidentemente vuole mantenere buoni rapporti con il vaticano e vendere copie del libro non ricevendo attacchi dai bigotti.
Che non fossero narrazioni credibili e attendibili era già stato suggerito centinaia di anni fa da intellettuali come Spinoza (che fu maledetto e "scomunicato" dalle comunità ebraiche dell'epoca) e Thomas Paine, uno dei padri della rivoluzione americana, autore del bellissimo saggio L'Età della Ragione.
In tempi più recenti, a partire dagli anni 80 e 90 del Novecento, la "scuola di Copenhagen" (a volte chiamata dei "minimalisti"), formata da figure come l'americano Thomas Thompson, il danese Niels Peter Lemche, il britannico Davies, ha progressivamente dimostrato l'origine leggendaria dei patriarchi e di molti profeti.
E gli archeologi/storici di Tel Aviv (Herzog, Finkelstein, Naaman per citarne alcuni), con moderne metodologie, lavorando sul campo, hanno messo in luce l'infondatezza della fuga degli Israeliti dall'Egitto e dalla "conquista".
In questo assistiti anche da egittologi come Donald Redford, autore di una splendida monografia sui rapporti tra l'Egitto, Canaan e Israele (pubblicata nel 1992-1993) e Zahi Hawass, figura discussa (ex ministro dei beni culturali di Mubarak) ma competente, molto attento a ripulire l'immagine degli antichi Egizi dalle troppe calunnie bibliche.
Tanto per fare un esempio, le piramidi NON furono costruite da schiavi, frustati e costretti a spostare blocchi di pietra, come si vede in quei ridicoli film americani degli anni 50, ma da operai ben pagati e liberi, tagliapietre professionisti che abitavano con le famiglie in piccoli villaggi vicino ai cantieri. Gli archeologi hanno trovato anche tracce dei loro pasti, notando che avevano una dieta ricca, che includeva carni e birra.
Tanto è che oggi anche molti ebrei credenti delle correnti riformate, non credono alla lettera a quelle narrazioni. Le faccio l'esempio di uno studioso che ha insegnato per molti anni in una prestigiosa istituzione di livello universitario che forma rabbini a New York, David Sperling, che già in un saggio del 1998 concordava con le conclusioni di Lemche e di altri biblisti europei circa le origini autoctone degli antenati degli Ebrei (Abiru / Hapiru) e descriveva la fuga dall'Egitto come un mito, una "allegoria" della liberazione di Canaan dalla dominazione egiziana (XII secolo BCE) che permise alle piccole realtà locali di emergere.
E un altro studioso, Ron Hendel, ha spiegato efficacemente la non storicità di quelle narrazioni in un articolo pubblicato addirittura su TheTorah, il principale portale di riferimento degli studiosi biblici ebrei.
Ma qui viviamo in una "bolla" fuori dal tempo.
La debbo ringraziare per avere speso tanto tempo regalandomi una erudita esposizione che vanno a completare le mie conoscenze. Mi farebbe piacere avere uno scambio di idee anche al di fuori del blog. Può lasciarmi il suo indirizzo di posta che non pubblicherei, come ho fatto alcune altre volte.
Come mai ciò che ha scritto mi appare inviato anche come scritto da SDEI? E' lo stesso che commentava nel blog di Roberto Duria? Mi dispiace che Roberto abbia chiuso il suo blog per sostituirlo con Facebook.
90 minuti di applausi al prof.Melis ed all'erudito commentatore...mm
Posta un commento