venerdì 7 ottobre 2011

AL PROCURATORE CAPO DI TORINO GIANCARLO CASELLI, COMMESSO VIAGGIATORE PER TUTTA L'ITALIA PER PUBBLICIZZARE UN SUO LIBRO DA AUTOPANEGIRICO

A Giancarlo Caselli -------- Messaggio originale --------
Oggetto: MEDICE, CURA TE IPSUM
Data: Sun, 04 Sep 2011 16:44:11 +0200


A: procura.torino@giustizia.it


Ho notato che lei ha fatto il giro d'Italia per presentare in varie città il suo libro Le due guerre. Un magistrato fuori legge dove lei fa il suo autopanegirico. In questo libro lei difende anche il suo operato riguardo l'interrogatorio del mio amico Luigi Lombardini, che si suicidò nel 1999 nella sua stanza del palazzo di "giustizia" per sottrarsi ad una persecuzione giudiziaria da lei promossa. Avrei voluto che vi fosse un incontro pubblico tra lei e Grauso per spiegare come mai Grauso sia stato assolto per i fatti addebittatigli nel contesto dell'episodio del sequestro di Silvia Melis. Se non vi fu estorsione nei confronti del padre Tito e se risulta vera la versione di Grauso secondo cui fu lui a pagare per la liberazione di Silvia Melis (non escluso un versamento non riconosciuto apertamente anche da parte dello Stato), come mai Lombardini poteva essere accusato dello stesso reato per cui è stato assolto Grauso? E' da escludere che Lombardini, ben conoscendo la sua dirittura morale, abbia sconfinato in un reato. Al massimo si è impicciato in una questione che non poteva riguardarlo come capo della Pretura, ufficio a cui era stato confinato dall'invidia rancorosa dei colleghi di Cagliari. E vi è una questione importante da chiarire. Grauso in una intervista (leggibile su Internet) ha dichiarato dopo l'assoluzione che il gip di Palermo non aveva dato a lei alcuna autorizzazione all'interrogatorio di Lombardini e che lei pertanto avrebbe agito oltre i limiti del mandato. Se la cosa fosse vera lei avrebbe commesso una grave irregolarità (se non un reato attribuendosi un potere che non aveva). Nella sua vita lei ha predicato bene ma ha razzolato male. Un magistrato serio non fa il commesso viaggiatotore girando per l'Italia al fine di pubblicizzare il proprio libro. A lei piace il palcoscenico, come ormai piace a molti magistrati penali, che, non sopportando di vivere nell'oscurità, approfittano della loro veste per esibirsi in pubblico anche come personaggi televisivi. Lei si vanta di aprire i suoi discorsi agli studenti dicendo: "non fidatevi di ciò che dico". Dunque non debbo fidarmi nemmeno di ciò che lei scrive a sua difesa. Nemmeno della sua versione dei fatti che portarono Lombardini al suicidio, di cui le dovrebbe rimordere la coscienza. Ai magistrati deve essere tolta la boria che essi hanno nel sentirsi padroni, e non umili servitori, della giustizia. Io ho smesso di votare dal 1994 perché nella baraonda politica che sta perdurando non mi sento rappresentato da alcun partito, e tanto meno da Berlusconi, che in tanti anni di governo non ha rivoluzionato (non basta riformarlo) l'ordinamento giudiziario. Non aggiungo altro perché ciò che dovrei aggiungere l'ho già scritto nel mio ultimo libro, come risulta da quanto ho scritto nel sito sotto citato. Legga bene perché si renda conto che anche in campo civile si possono commettere degli ORRORI giudiziari che gridano vendetta. Il mio esposto del 2009 al ministro Alfano e al P.G. presso la Cassazione perché venisse aperta un'inchiesta sulla mia allucinante vicenda civile ha avuto una risposta del CSM ma non se ne farà nulla. Non so nemmeno se il P.G. presso la Cassazione abbia avuto voglia di occuparsi della mia vicenda e se il CSM abbia trasmesso gli atti alla sezione disciplinare. Vi sono dei giudici che dovrebbero pagarla cara per certe sentenze aberranti. E' inutile che lei si proponga in pubblico come maestro se non riconoscerà che un giudice deve rispondere personalmente dei gravi errori che commette sottraendosi al principio costituzionale che dice che tutti i cittadini sono eguali di fronte alla legge. Non è vero. Vi è una categoria di arroganti, a cui lei appartiene, che si sentono al di sopra della legge perché sono resi esenti da qualsiasi responsabilità. I pubblici ministeri in teoria non dovrebbero avere alcuna responsabilità perché indagano ma non giudicano. In pratica non è così perché essi sono vicini di stanza dei giudici, che spesso firmano senza nemmeno darsi la pena di studiare bene il fascicolo presentato dai pubblici ministeri. Questi dovrebbero vivere in diversi palazzi e non avere alcuna confidenza con i giudici. Dovrebbero darsi del lei. In pratica, invece, sono i pubblici ministeri che comandano. Lei certamente sarebbe uno dei più fieri oppositori della costituzione di un'Alta Corte di giustizia non formata da giudici togati (ma da una giuria popolare di esperti, come negli Stati Uniti) a cui un cittadino possa rivolgersi direttamente per porre sotto processo un giudice quando faccia sentenze palesemente aberranti , dettate da "ignoranza o negligenza inescusabile" (art. 1 Provvedimenti disciplinari) senza più passare attraverso le pastoie di altri magistrati. Se non è d'accordo sulla responsabilità civile dei giudici (senza che sia lo Stato, con le tasse pagate dai cittadini, a pagare in loro vece il risarcimento dei danni alle vittime della "giustizia") lei è un venditore di fumo, un imbroglione che predica solo da cattivo maestro.
(tra l'altro domandandomi come mai non sia andato oltre una casetta editrice come Melampo). Ho letto interamente su Internet la sua storia. Non ha sopportato di essere stato escluso dalla direzione antimafia con una legge ad hoc contro di lei.
Email inviata a www.processomediatico.it

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