Orgosolo, le ragazze di Antonia Mesina:
"La verginità è un valore da difendere"
La festa per la beata Mesina
Clarissa ha dormito
in casa di Antonella Carta e ieri mattina alle 7 le due amiche erano già
due puntini in mezzo alla processione preceduta dal camioncino sul
quale era assisa l'urna della Beata Antonia Mesina. «Volevo esserci...»,
puntualizza mentre avanza a passo spedito. Ha 14 anni, viene da Ottana,
e come la sua amica di Orgosolo studia al Liceo Classico di Nuoro.
Clarissa Sedda è una delle centinaia di giovanissimi pellegrini arrivati
sabato scorso a Orgosolo per il raduno diocesano dei ragazzi.
L'occasione è il venticinquesimo anniversario della beatificazione di
Antonia Mesina, la martire ragazzina che il 17 maggio del 1935 venne
assassinata da un compaesano con settantaquattro colpi di pietra. Aveva
sedici anni e morì per difendere la sua verginità, come una Maria
Goretti della Barbagia.«Se la verginità è un valore per le ragazze di
oggi?». Giulia Fancello, studentessa del Classico, e Caterina Patteri,
allieva del Liceo Scientifico, hanno 15 anni e vengono da Dorgali. «Oggi
non viene data alcuna importanza alla purezza, però - dicono - noi
crediamo sia un valore da rispettare perché è uno degli aspetti della
dignità di una donna». È quel che pensa anche Caterina Succu, 18 anni,
di Orgosolo, iscritta al corso dell'Ipsia di Nuoro per aspiranti
assistenti sociali. «Si tratta di dignità. Una ragazza - sottolinea -
deve difendere ciò in cui crede».
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