Innanzi tutto vi è da considerare che i 10 comandamenti non sono
originali ma riprendono alcune norme del codice di Hamurrapi. I racconti
biblici sino al regno di Saul e di Davide (il cui racconto,compreso nel
libro di Samuele, segna l'inizio della storia ebraica, se pur
romanzata nella Bibbia) sono puramente mitologici, come la creazione
del Genesi (e non della Genesi, come ha detto Benigni), o puramente romanzeschi, come tutti i racconti che partono
dalla cosiddetta schiavitù in Egitto, con la successiva fuga nel deserto
del Sinai (descritta nell'Esodo), le guerre condotte da Mosè e poi dal
suo successore Giosuè. Si può dire che la Bibbia sino all'Esateuco (cioè
ai primi cinque libri oTorah con aggiunta del sesto libro (Giosuè) sono
pure invenzioni. I tre patriarchi Abramo, Isacco, Giacobbe, erano
personaggi appartenenti a tre separati racconti mesopotamici. Gli ebrei
hanno riunito questi racconti facendo diventare Abramo padre di Isacco e
Isacco padre di Giacobbe. E non è vero che gli ebrei che si trovavano
in Egitto prima della loro romanzesca fuga fossero un milione, come ha
detto Benigni, che si è inventato questa cifra. Dallo stesso Esodo
risulta fossero 400.000 oppure 430.000 secondo un altro passo (che
dimostra la disparità dei racconti orali che venivano tramandati e che
poi furono raccolti insieme solo a metà del V secolo, naturalmente
a.C.). Perciò Benigni rispetti almeno le cifre della Bibbia (se pur
inventate). Dall'esegesi biblica più accreditata risulta che Mosè è un
personaggio inventato, tratto da un racconto di origine egizia. E se
cade Mosè cade tutta la Bibbia, perché viene a cadere il racconto della
rivelazione di Jahweh a Mosè e della consegna delle tavole con i
comandamenti. Adesso cito solo alcuni punti dell'esposizione da
spettacolo per gli ignoranti fatta da Benigni, che ha continuato a
propagare come verità storiche le fiabe bibliche.
1) Per quanto riguarda la santificazione del sabato come giorno di riposo Benigni ha detto delle enormi falsità dicendo che, non dovendo lavorare il sabato nemmeno gli animali, questi erano stati dotati di diritti ed elevati al livello umano. Stronzate. Nell'Esodo si racconta che Mosè fece condannare a morte uno che il sabato si era era permesso di salvare il proprio asino caduto in un burrone. Ritenere che gli ebrei considerassero gli animali come prossimi dell'uomo è una grande menzogna. Lo dimostra anche il fatto che essi ritenevano che il tempio-mattatoio di Gerusalemme fosse casa del Signore. Il primo tempio mattatoio fu fatto costruire da Salomone su progetto del padre Davide (1020-960). In questo periodo gli ebrei erano per la maggior parte ancora pagani. Infatti lo stesso libro di Samuele dice che Salomone - che di saggio non ebbe alcunchè perché fu la causa della divisione del Regno ereditato da Davide in due Regni, Israele a nord con capitale Samaria e Giuda a sud con capitale Gerusalemme perché quelli di Israele non erano più disposti a pagare tasse per le manie di grandezza di Salomone, che, vivendo con 300 mogli e un migliaio di concubine nella lussuosa reggia che si era fatto costruire - per non dispiacere a molte mogli o concubine straniere pagane nel tempio-mattatoio faceva uccidere animali anche in onore di divinità pagane. Gli ebrei incominciarono a diventare monoteisti solo dopo il 587, cioè dopo la distruzione del tempio (mattatoio) di Gerusalemme ad opera del re babilonese Nabucodonosor, che era stato tradito dagli ebrei dopo un patto di alleanza con lui contro l'Egitto. Solo dopo questa distruzione gli ebrei deportati a Babilonia incominciarono a pensare che il disastro fosse dovuto a Jahweh, che si era volto vendicare per il fatto che gli ebrei riconoscessero ancora altre divinità. Mentre Benigni ha fatto passare gli ebrei come monoteisti da sempre.
2) Benigni, come al solito, ripercorrendo la stupida interpretazione di Caino e Abele, ha detto che Abele era il buono. Ma Abele era un pastore, che si rese gradito a Jahweh per avergli sacrificato i primogeniti delle pecore. E quando Caino, che era contadino, gli offrì invece le primizie del raccolto Jahweh lo guardò torvo ed offeso. Allora Caino capì che aveva a che fare con un dio sanguinario e non trovò di meglio, per protesta contro questo dio, o per meglio compiacere a questo dio, che offrirgli un sangue ancor più prezioso, quello del fratello.
3) Quanto al comandamento "non uccidere", Benigni ha detto che questa norma appariva per la prima volta nell'umanità. Ma questa è una grossa falsità. Senza dover andare a ripescare il citato Codice di Hammurapi, come si può pensare che gli stessi antichi Greci e Romani non avessero concepito nel loro diritto la stessa norma come condizione della sopravvivenza della società nonostante le guerre di conquista e le guerre interne cosiddette civili? La norma "non uccidere" per gli ebrei valeva solo e sempre all'interno della comunità ebraica, perché non valeva nei confronti dei non ebrei, come dimostrano i racconti di stragi, se pur romanzate, effettuate da Mosè e, ancor di più, dall'efferato Giosuè, le cui crudeltà, nei confronti delle antiche popolazioni autoctone della Palestina, durante le prime guerre di conquista, fanno impallidire quelle naziste. Ma delle stragi effettuate da Mosè e da Giosuè Benigni non ha fatto nemmeno cenno. Altro che dire "non uccidere". Non per nulla Jahweh nei testi dei (falsi) profeti viene chiamato "dio degli eserciti". Dunque il "non uccidere" ebraico non è affatto una norma universale. E Benigni è o un ignorante o un disonesto non avendolo detto. Benigni è giunto a dire spudoratamente che anche un assassino che l'avesse fatta franca non sarebbe stato perdonato dal dio biblico. Evidentemente non ha letto il racconto della vita di Davide, che, invaghitosi della moglie di un altro, Betsabea, manda in guerra in prima fila il marito per sbarazzarsene, dando il preciso ordine che di fronte alle prime frecce nemiche il marito venisse lasciato scoperto. E infatti morì. E Jahweh che cosa fa? Punisce Davide? Manco a pensarlo. Punisce Betsabea facendole morire il primo figlio, pur innocente, avuto da Davide, ma poi accetta che il secondo figlio di Betsabea avuto da Davide, Salomone, figlio del peccato, divenisse re succedendo al padre. Questa era l'antica scriteriata logica ebraica. Come è stato rilevato da molti studiosi.
4) Quanto al comandamento "non rubare", qui la fantasia da regista ed attore di Benigni raggiunge il massimo in fatto di falsità. Egli ha detto che non rubare significava per gli ebrei anche non appropriarsi della persona altrui, e dunque significava la condanna della schiavitù. FALSO, FALSISSIMO. Gli ebrei giustificavano la schiavitù, come la giusgtifica lo stesso Mosè, figura che, se pur romazesca, rappresentava la concezione ebraica. Dopo una battaglia di conquista Mosè (Esodo e Deuteronomio) rimprovera un suo subalterno di avere risparmiato la vita di alcuni nemici sconfitti, e di non avere rese schiave degli ebrei tutte le donne perché, accoppiandosi con gli ebrei, figliassero dei futuri schiavi per gli ebrei. E questo disonesto Benigni si permette di dire il contrario, attribuendo agli ebrei la condanna della schiavitù.
5) Quanto all'8° comandamento (non dire falsa testimonianza), in questo caso Benigni ha detto solo cose ovvie, cioè che si può e si deve mentire in caso di necessità, se si tratta per esempio di fare i nomi di persone innocenti che verrebbero perseguitate da governi dittattoriali a causa della mancanza di libertà di pensiero. Gli ho dato ragione quando ha detto che il potere mente sempre. E se Benigni non fosse un prezzolato della RAI (quanti soldi ha avuto?) avrebbe detto che oggi abbiamo a capo del governo un mentitore incallito.
6) Solo sul 6° comandamento ha fatto un po' ridere con il suo riferirsi al "non fornicare", che non si capiva all'inizio che cosa significasse (si pensava ai forni o o alle formiche), e che, dopo che si è capito, ha rovinato in passato molti ragazzini che andavano a confessarsi con i loro dei sensi di colpa per pratiche autoeorotiche, per cui bisognerebbe fare un class action per chiedere i danni psicologici alla Chiesa.
7) Benigni ha detto, per giustificare il 10° comandamento (che nell'Esodo va insieme con il 9°), che tale comandamento richiede la fedeltà nell'amore e che non si può separare l'amore dalla fedeltà. Orbene, si sa che gli antichi ebrei, come i pagani, avevano schiavi e schiave stranieri (infatti era assolutamente proibito avere schiavi o schiave ebree, e ogni ebreo doveva farsi carico del riscatto di un ebreo che fosse divenuto schiavo di non ebreo). Dunque che va ciurlando Benigni dicendo che tra gli antichi ebrei non era ammesso il tradimento? Non era ammesso il tradimento di un uomo con una donna moglie di un ebreo. Ma con donne non ebree il tradimento non esisteva. E poi c'era sempre la possibilità per l'uomo, non per la donna, di divorziare facilmente, e senza conseguenze economiche. Benigni non si è nemmeno accorto del non senso linguistico quando ha detto che non si può separare l'amore dalla fedeltà. Infatti si può avere una relazione fisica anche senza amore, e perciò senza tradire l'amore. Anche se in parte Benigni si è ripreso considerando che dopo tanti anni l'amore può cessare. Ma avrebbe dovuto aggiungere che può cessare una certa forma d'amore, quello iniziale fatto anche di attrazione sessuale, che non è detto debba spegnere una successiva forma d'amore, che forse è la più sincera, perché non più motivata dal sesso, e perciò non più materiale.
Non poteva mancare un riferimento a Gesù rivoluzionario per aver detto "ama il prossimo tuo come te stesso" e "ama anche il tuo nemico". Frasi buttate lì per fare effetto ma senza alcuna capacità di riflessione critica. Chi è il mio prossimo? Anche il mio nemico? Anche chi mi ha fatto del male? Qui risponde il giovane Hegel degli Scritti sul cristianesimo: se una società si fondasse sui precetti evangelici si autodistruggerebbe. Aggiungo che è evidente che verrebbe a mancare anche il fondamento della giustizia fondata sulla norma neminem laedere. Un cretino è libero di perdonare chi l'ha danneggiato ingiustamente, ma non per questo può richiedere che sia cancellato il reato. "Ama il prossimo tuo come te stesso" e "ama anche il tuo nemico" significherebbero andare anche contro gli stessi Vangeli, che infatti sono contraddittori nel loro contenuto perché due di essi Matteo e Luca concludono col dire: andate per le nazioni e battezzate. Chi crederà sarà salvato antrimenti sarà condannato. Dunque nessun perdono per quelli che non credono, anche se non hanno commesso cattive azioni. Però io dovrei perdonare anche il mio nemico? Questa contraddizione non poteva certamente essere colta da quell'affabulatore di Benigni, disonesto nel fare quattrini alle spalle dei gonzi.
Io ho la vita amareggiata perché uno come Benigni si permette di avere successo di ignoranza di fronte a un grande pubblico dicendo menzogne o banalità, mentre io debbo vivere nell'oscurità non potendo controbattergli in pubblico.
Benigni ha concluso con delle banalità che servono sempre a commuovere le masse ma che di fatto non servono a un cazzo. Me le sono segnate come perle di sciocchezze. "C'è la felicità, cercatela perché è nascosta e attende di essere trovata. C'è un gran mistero nella vita, ci potrebbe capitare qualcosa di infinito. Bisogna inginocchiarsi di fronte all'esistenza. La natura è eterna. Non vedo nulla che sia male. Esiste la vita e il potente spettacolo continua". E tutta la massa di stronzi ignoranti che l'applaudiva facendolo tornare più volte sulla scena.
Lui la felicità se l'è trovata, e anche con i soldi. Vada a dire ai poveri, ai disoccupati che non trovano lavoro, agli ammalati di malattia inguaribile e a tanta gente che soffre di andare a cercarsi la felicità perché basta cercarla. Così va il mondo! Vince chi fa spettacolo. Io mi sono fatto un mazzo per anni studiando e citando di prima mano in un libro di 800 pagine i testi dei maggiori studiosi mondiali dell'Antico Testamento e debbo sopportare uno spettacolo in cui viene dato successo ad un ignorante da parte di una massa ignorante che non ha mai letto quel mattone tremendo che è l'Antico Testamento e prende per oro colato le falsità di un ex comico che ha voluto cambiare mestiere, rubandolo ad altri, studiosi di professione, avendo ormai esaurito la sua carriera da attore comico, come dimostra l'insuccesso dei suoi ultimi film.
1) Per quanto riguarda la santificazione del sabato come giorno di riposo Benigni ha detto delle enormi falsità dicendo che, non dovendo lavorare il sabato nemmeno gli animali, questi erano stati dotati di diritti ed elevati al livello umano. Stronzate. Nell'Esodo si racconta che Mosè fece condannare a morte uno che il sabato si era era permesso di salvare il proprio asino caduto in un burrone. Ritenere che gli ebrei considerassero gli animali come prossimi dell'uomo è una grande menzogna. Lo dimostra anche il fatto che essi ritenevano che il tempio-mattatoio di Gerusalemme fosse casa del Signore. Il primo tempio mattatoio fu fatto costruire da Salomone su progetto del padre Davide (1020-960). In questo periodo gli ebrei erano per la maggior parte ancora pagani. Infatti lo stesso libro di Samuele dice che Salomone - che di saggio non ebbe alcunchè perché fu la causa della divisione del Regno ereditato da Davide in due Regni, Israele a nord con capitale Samaria e Giuda a sud con capitale Gerusalemme perché quelli di Israele non erano più disposti a pagare tasse per le manie di grandezza di Salomone, che, vivendo con 300 mogli e un migliaio di concubine nella lussuosa reggia che si era fatto costruire - per non dispiacere a molte mogli o concubine straniere pagane nel tempio-mattatoio faceva uccidere animali anche in onore di divinità pagane. Gli ebrei incominciarono a diventare monoteisti solo dopo il 587, cioè dopo la distruzione del tempio (mattatoio) di Gerusalemme ad opera del re babilonese Nabucodonosor, che era stato tradito dagli ebrei dopo un patto di alleanza con lui contro l'Egitto. Solo dopo questa distruzione gli ebrei deportati a Babilonia incominciarono a pensare che il disastro fosse dovuto a Jahweh, che si era volto vendicare per il fatto che gli ebrei riconoscessero ancora altre divinità. Mentre Benigni ha fatto passare gli ebrei come monoteisti da sempre.
2) Benigni, come al solito, ripercorrendo la stupida interpretazione di Caino e Abele, ha detto che Abele era il buono. Ma Abele era un pastore, che si rese gradito a Jahweh per avergli sacrificato i primogeniti delle pecore. E quando Caino, che era contadino, gli offrì invece le primizie del raccolto Jahweh lo guardò torvo ed offeso. Allora Caino capì che aveva a che fare con un dio sanguinario e non trovò di meglio, per protesta contro questo dio, o per meglio compiacere a questo dio, che offrirgli un sangue ancor più prezioso, quello del fratello.
3) Quanto al comandamento "non uccidere", Benigni ha detto che questa norma appariva per la prima volta nell'umanità. Ma questa è una grossa falsità. Senza dover andare a ripescare il citato Codice di Hammurapi, come si può pensare che gli stessi antichi Greci e Romani non avessero concepito nel loro diritto la stessa norma come condizione della sopravvivenza della società nonostante le guerre di conquista e le guerre interne cosiddette civili? La norma "non uccidere" per gli ebrei valeva solo e sempre all'interno della comunità ebraica, perché non valeva nei confronti dei non ebrei, come dimostrano i racconti di stragi, se pur romanzate, effettuate da Mosè e, ancor di più, dall'efferato Giosuè, le cui crudeltà, nei confronti delle antiche popolazioni autoctone della Palestina, durante le prime guerre di conquista, fanno impallidire quelle naziste. Ma delle stragi effettuate da Mosè e da Giosuè Benigni non ha fatto nemmeno cenno. Altro che dire "non uccidere". Non per nulla Jahweh nei testi dei (falsi) profeti viene chiamato "dio degli eserciti". Dunque il "non uccidere" ebraico non è affatto una norma universale. E Benigni è o un ignorante o un disonesto non avendolo detto. Benigni è giunto a dire spudoratamente che anche un assassino che l'avesse fatta franca non sarebbe stato perdonato dal dio biblico. Evidentemente non ha letto il racconto della vita di Davide, che, invaghitosi della moglie di un altro, Betsabea, manda in guerra in prima fila il marito per sbarazzarsene, dando il preciso ordine che di fronte alle prime frecce nemiche il marito venisse lasciato scoperto. E infatti morì. E Jahweh che cosa fa? Punisce Davide? Manco a pensarlo. Punisce Betsabea facendole morire il primo figlio, pur innocente, avuto da Davide, ma poi accetta che il secondo figlio di Betsabea avuto da Davide, Salomone, figlio del peccato, divenisse re succedendo al padre. Questa era l'antica scriteriata logica ebraica. Come è stato rilevato da molti studiosi.
4) Quanto al comandamento "non rubare", qui la fantasia da regista ed attore di Benigni raggiunge il massimo in fatto di falsità. Egli ha detto che non rubare significava per gli ebrei anche non appropriarsi della persona altrui, e dunque significava la condanna della schiavitù. FALSO, FALSISSIMO. Gli ebrei giustificavano la schiavitù, come la giusgtifica lo stesso Mosè, figura che, se pur romazesca, rappresentava la concezione ebraica. Dopo una battaglia di conquista Mosè (Esodo e Deuteronomio) rimprovera un suo subalterno di avere risparmiato la vita di alcuni nemici sconfitti, e di non avere rese schiave degli ebrei tutte le donne perché, accoppiandosi con gli ebrei, figliassero dei futuri schiavi per gli ebrei. E questo disonesto Benigni si permette di dire il contrario, attribuendo agli ebrei la condanna della schiavitù.
5) Quanto all'8° comandamento (non dire falsa testimonianza), in questo caso Benigni ha detto solo cose ovvie, cioè che si può e si deve mentire in caso di necessità, se si tratta per esempio di fare i nomi di persone innocenti che verrebbero perseguitate da governi dittattoriali a causa della mancanza di libertà di pensiero. Gli ho dato ragione quando ha detto che il potere mente sempre. E se Benigni non fosse un prezzolato della RAI (quanti soldi ha avuto?) avrebbe detto che oggi abbiamo a capo del governo un mentitore incallito.
6) Solo sul 6° comandamento ha fatto un po' ridere con il suo riferirsi al "non fornicare", che non si capiva all'inizio che cosa significasse (si pensava ai forni o o alle formiche), e che, dopo che si è capito, ha rovinato in passato molti ragazzini che andavano a confessarsi con i loro dei sensi di colpa per pratiche autoeorotiche, per cui bisognerebbe fare un class action per chiedere i danni psicologici alla Chiesa.
7) Benigni ha detto, per giustificare il 10° comandamento (che nell'Esodo va insieme con il 9°), che tale comandamento richiede la fedeltà nell'amore e che non si può separare l'amore dalla fedeltà. Orbene, si sa che gli antichi ebrei, come i pagani, avevano schiavi e schiave stranieri (infatti era assolutamente proibito avere schiavi o schiave ebree, e ogni ebreo doveva farsi carico del riscatto di un ebreo che fosse divenuto schiavo di non ebreo). Dunque che va ciurlando Benigni dicendo che tra gli antichi ebrei non era ammesso il tradimento? Non era ammesso il tradimento di un uomo con una donna moglie di un ebreo. Ma con donne non ebree il tradimento non esisteva. E poi c'era sempre la possibilità per l'uomo, non per la donna, di divorziare facilmente, e senza conseguenze economiche. Benigni non si è nemmeno accorto del non senso linguistico quando ha detto che non si può separare l'amore dalla fedeltà. Infatti si può avere una relazione fisica anche senza amore, e perciò senza tradire l'amore. Anche se in parte Benigni si è ripreso considerando che dopo tanti anni l'amore può cessare. Ma avrebbe dovuto aggiungere che può cessare una certa forma d'amore, quello iniziale fatto anche di attrazione sessuale, che non è detto debba spegnere una successiva forma d'amore, che forse è la più sincera, perché non più motivata dal sesso, e perciò non più materiale.
Non poteva mancare un riferimento a Gesù rivoluzionario per aver detto "ama il prossimo tuo come te stesso" e "ama anche il tuo nemico". Frasi buttate lì per fare effetto ma senza alcuna capacità di riflessione critica. Chi è il mio prossimo? Anche il mio nemico? Anche chi mi ha fatto del male? Qui risponde il giovane Hegel degli Scritti sul cristianesimo: se una società si fondasse sui precetti evangelici si autodistruggerebbe. Aggiungo che è evidente che verrebbe a mancare anche il fondamento della giustizia fondata sulla norma neminem laedere. Un cretino è libero di perdonare chi l'ha danneggiato ingiustamente, ma non per questo può richiedere che sia cancellato il reato. "Ama il prossimo tuo come te stesso" e "ama anche il tuo nemico" significherebbero andare anche contro gli stessi Vangeli, che infatti sono contraddittori nel loro contenuto perché due di essi Matteo e Luca concludono col dire: andate per le nazioni e battezzate. Chi crederà sarà salvato antrimenti sarà condannato. Dunque nessun perdono per quelli che non credono, anche se non hanno commesso cattive azioni. Però io dovrei perdonare anche il mio nemico? Questa contraddizione non poteva certamente essere colta da quell'affabulatore di Benigni, disonesto nel fare quattrini alle spalle dei gonzi.
Io ho la vita amareggiata perché uno come Benigni si permette di avere successo di ignoranza di fronte a un grande pubblico dicendo menzogne o banalità, mentre io debbo vivere nell'oscurità non potendo controbattergli in pubblico.
Benigni ha concluso con delle banalità che servono sempre a commuovere le masse ma che di fatto non servono a un cazzo. Me le sono segnate come perle di sciocchezze. "C'è la felicità, cercatela perché è nascosta e attende di essere trovata. C'è un gran mistero nella vita, ci potrebbe capitare qualcosa di infinito. Bisogna inginocchiarsi di fronte all'esistenza. La natura è eterna. Non vedo nulla che sia male. Esiste la vita e il potente spettacolo continua". E tutta la massa di stronzi ignoranti che l'applaudiva facendolo tornare più volte sulla scena.
Lui la felicità se l'è trovata, e anche con i soldi. Vada a dire ai poveri, ai disoccupati che non trovano lavoro, agli ammalati di malattia inguaribile e a tanta gente che soffre di andare a cercarsi la felicità perché basta cercarla. Così va il mondo! Vince chi fa spettacolo. Io mi sono fatto un mazzo per anni studiando e citando di prima mano in un libro di 800 pagine i testi dei maggiori studiosi mondiali dell'Antico Testamento e debbo sopportare uno spettacolo in cui viene dato successo ad un ignorante da parte di una massa ignorante che non ha mai letto quel mattone tremendo che è l'Antico Testamento e prende per oro colato le falsità di un ex comico che ha voluto cambiare mestiere, rubandolo ad altri, studiosi di professione, avendo ormai esaurito la sua carriera da attore comico, come dimostra l'insuccesso dei suoi ultimi film.
Nessun commento:
Posta un commento