lunedì 12 settembre 2016

LA BENEDIZIONE DELLE ARMI ALLA LA SCHIFOSA GENIA DEI CACCIATORI. DA PORTARE AD ESTINZIONE

Anche nelle passate guerre si chiedeva ai preti la benedizione delle armi. Evidentemente si rivolgevano ad un dio contento che gli opposti eserciti si ammazzassero tra loro. 
Non so come abbiano trovato il mio indirizzo email. Fatto sta è che mi è pervenuta una pubblicità per la caccia da  www.fattoriadeibarbi.it
Alla quale ho risposto come meritavano. Ho infatti risposto in questo modo, inviando la risposta anche al mio corrispondente dall'Inghilterra Paolo Ricci (che ha il blog bailador.org.

Il giorno Sep 7, 2016, alle ore 5:09 , prof. Pietro Melis (segue indirizzo email) ha scritto:

Caro Paolo

come si sono permessi questi luridi individui subanimali di inviarmi la loro propaganda? Da dove hanno preso il mio indirizzo email? Normalmente, per legge, la pubblicità è consentita solo se appare alla fine la possibilità di richiesta di proibizione di inviare email non gradite cliccando l'apposita voce per cancellare l'iscrizione. Come hanno fatto questi luridi subanimali a pormi nell'elenco dei loro indirizzi? Non sanno questi maledetti che io considero la loro vita inferiore a quella dei poveri animali che essi uccidono solo per il gusto di uccidere. Se non esistesse la galera mi prenderei il gusto di farne fuori qualcuno per dare l'esempio. Che non si permettano più di lordare il mio indirizzo email. Li sputtanerò nel mio blog. Avrebbero dovuto sapere questi stronzi che io sono un fiero nemico della loro genia, come dimostrato dai miei vari articoli. Che riporto qui sotto. Questi disonesti adesso tentano anche si farsi passare come ecologisti e tutori dell'ambiente sapendo che sono ormai in via di estinzione e cresce l'ostilità nei confrionti di gentaccia che considera l'uccidere uno sport. Sono peggio dei macellatori dei mattatoi perché questi non hanno la pretesa di divertirsi uccidendo e facendo il lavoro sporco per tutti gli ipocriti che mangiano carne e credono di avere le mani monde di sangue, mentre le hanno più sporche di quelle dei macellatori, di cui sono i mandanti.

Dopo avere inviato quanto sopra ho avuto due risposte da un'impiegata che si è scusata spiegandomi che aveva avuto l'incarico pur non essendo coinvolta direttamente in questa pubblicità. 

Gentile Professore
ha tutte le ragioni per arrabbiarsi, il tasto unsubscribe manca perché è scomparso farcendo copia e incolla dal sistema di invio delle mail, ma normalmente c’è.
Mi assumo la responsabilità di averLa importunata, cercherò anche di capire come mai la sua mail risulti nelle nostre mailing list, se non lo ha richiesto.
Probabilmente la Sua mail appare in qualche sito di caccia, avendo commentato protestando però.

Provvedo a cancellarLa, e mi scuso davvero.
Daniela Mugelli

le scrivo privatamente… io sono d’accordo con lei e contro la caccia e i cacciatori, che si sappia! fosse per me la caccia la darei sì, ma ai cacciatori!
ma il mio lavoro di comunicazione per le aziende non prevede obiezione di coscienza, ahimè

un caro saluto, leggerò i suoi articoli e mi dispiace enormemente averla disturbata
daniela

 
INVITO

BENEDIZIONE DELLE ARMI | THE BLESSING OF ARMS FOR HUNTING

FATTORIA DEI BARBI Loc. Podernovi, 170 53024 Montalcino SI www.fattoriadeibarbi.it
RSVP e INFORMAZIONI | RSVP AND INFORMATION
info@fattoriadeibarbi.it | T. +39 0577 841111
Cliccare su JPG per vedere la vomitevole immagine di uno di questi luridi individui che usano i cani come prolungamento dei fucili. 

800.jpg

BENEDIZIONE DELLE ARMI ALLA FATTORIA DEI BARBI | Domenica 11 settembre
La caccia è antica come l’uomo, e non è solo sparare agli animali. È lunghe passeggiate nel chiarore dell’alba, è il cane, è passione, è lo stare insieme. Ma la natura e le armi impongono un duro pedaggio agli incauti. E agli sfortunati. Per questo da sempre si è sentito il bisogno di un aiuto Superiore, di un rito che “scacci il male”.
Per secoli la domenica che precede l’apertura della caccia si celebrava la benedizione delle armi e dei cani insieme ai cacciatori, mangiando e bevendo poi con gli amici, davanti al fuoco. Nel senso della convivialità, che è lo spirito che lega tutte le nostre iniziative, la Fattoria Dei Barbi intende far rivivere questa bella tradizione, aprendola a tutti gli appassionati e ai curiosi.
Dalle ore 11'00 ritrovo in Fattoria con visite guidate alle Cantine e degustazione, alle 13.00 pranzo in Taverna dei Barbi con un menù dedicato, alle 16.30 benedizione dei cacciatori e dei loro cani, e, per finire, dalle 17,30 in poi, visita guidata al Museo del Brunello.
Prezzo della giornata € 25'00. E' gradita la prenotazione > info@fattoriadeibarbi.it oppure t. (+39) 0577 841111
------------------------------------------------------------------------------------------DOVE SIAMO | WHERE WE ARE
FATTORIA DEI BARBI Loc. Podernovi, 170 53024 Montalcino SI www.fattoriadeibarbi.it

RSVP e INFORMAZIONI | RSVP AND INFORMATION
info@fattoriadeibarbi.it | T. +39 0577 841111

ACCREDITI E INFORMAZIONI STAMPA | EXCLUSIVELY FOR MEDIA ENQUIRES
press@fattoriadeibarbi.it 

COSTO DELLA GIORNATA, pranzo incluso > 25 EURO | PRICE TICKET > eur 25. The lunch is included.
AMPIO PARCHEGGIO | AMPLE PARKING
LOCANDINA SCARICABILE | FLYER AVAILABLE TO DOWNLOAD  https://drive.google.com/file/d/0B8EXhjX4m1BlSTU0aXk0YXBRTlE/view?usp=sharing
------------------------------------------------------------------------------------------

COME RAGGIUNGERCI   
  • A1 Da Roma a Chianciano Terme (172 km), da Chianciano Terme, seguire la provinciale 53 fino a S. Quirico d’Orcia, a San Quirico D’Orcia immettersi sulla SR2 Cassia fino a Torrenieri, poi immettersi sulla Provinciale Traversa dei Monti fino a Montalcino (40 km).
  • Da Grosseto: SS 223 (56 km).
  • Da Arezzo: (83.5 km), direzione Monte S. Savino, Foiano della Chiana, Torrita di Siena, Pienza, S. Quirico d’Orcia, Torrenieri.
  • Arrivati a Montalcino, proprio all’esterno del centro storico, c’è una rotatoria, seguire le indicazioni per S.ANTIMO e CASTELNUOVO DELL’ABATE.
  • Dopo 4 km precisi, sulla Vostra sinistra, c’è una strada sterrata con cartelli che indicano: FATTORIA DEI BARBI – BARBI. Percorretela per circa 800 metri e siete arrivati a destinazione.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

professore,
in tempi recenti in america varie chiese hanno benedetto le guerre...mi sembra che la chiesa benedica un po' tutto, basta che si paghi !
di questo passo allora la chiesa potrebbe benedire anche i pastori sardi che bruciano i boschi, è pur sempre pericoloso !
è strano perché il papa dice che il creato va rispettato...mah, forse lo dice davanti a un bel piatto di bistecca !
saluti,
marco

Anonimo ha detto...

Dunque innanzitutto il testo sul fascino della caccia è talmente fuori del tempo da risultare grottesco oltre che irritante. Di sicuro non comprerò mai più un vino dei Barbi e verserò nel wc le ultime bottiglie di brunello che ancora possiedo. Quanto alla signora Daniela forse sarebbe stato meglio non pubblicare il post in cui le confida ("in privato") di ripudiare anch'essa la caccia. Ha scritto "si sappia", ma credo intendesse dire che si sapesse tra voi due professore. Antonio

Anonimo ha detto...

Mah, che dire sulla caccia..tra tutti gli onnivori loro sono gli "intoccabili", in quanto al pari dei macellatori sono i più coerenti di tutta la categoria. Uccidono altri animali con diletto, ma Magellano con le loro mani e si cibano di ciò che cacciano, assolvendo al destino naturale dell' esistenza della preda, ove nel suo patrimonio genetico vi è scritto di essere nata per essere cibo per altri animali (istinto alla fuga). Mannaggia alla catena alimentare. Per quanto concerne i cacciatori, più che brama o diletto nell'uccidere gli altri animali, vi vedo "frenesia", simile a quella di un branco di lupi o di iene quando stanno per azzannare la loro preda e partecipano ad un azione di caccia. Poi che altro dire, la differenza sostanziale tra macellatori/allevatori e cacciatori è che i primi appartengono a delle categorie lavorative ben definite, oltre che essere propensi a farlo è il loro lavoro. I cacciatori, invece, sono chiunque possieda in sé quell' atavico "istinto venatorio", ma appartengono ad una categoria infinita di mansioni che variano dai più umili come cassaintegrati, operai, pastori, muratori, per arrivare fino ai ceti più alti quali politici, medici, avvocati, professori e classe dirigente in generale. Poi, c'é la grande maggioranza degli onnivori ipocriti, a cui piace mangiare carne ma il proprio istinto venatorio è assopito dal progresso, dalla tecnologia, dalla pigrizia, dall' avere la "pappa pronta" . Infine ci sono gli "eletti" coloro che hanno maturato consapevolezza e ripudiano la loro condizione naturale e non solo il proprio istinto venatorio è assopito, ma è proprio rinnegato, tanto da eliminare ogni derivato animale dall' alimentaziome e in generale sono coloro che non ucciderebbero nemmeno una mosca. Ultima riflessione sul tema è lo sforzo ipocrita delle assicurazioni Venatorie di distinguere caccia e bracconaggio. Ma mi chiedo per un animale morire in estate (caccia chiusa) o in inverno (caccia aperta) che differenza fa? Nessuna. L' unica differenza è che con la caccia vi è un controllo dello Stato per la tutela della specie a cui viene concesso un riposo biologico per l'accompiamento e l' incremento della stessa specie, ma caccia e bracconaggio fanno parte della stessa medaglia ma sono due facce diverse è opposte. La caccia è il controllo legale imposto dallo Stato dove, la pratica venatoria è associata ad un iter burocratico ed un calendario venatorio, ma cacciatori è i bracconieri sono le stesse persone che possiedono l'istinto venatorio, ma i primi sono la forma legalizzata dei secondi, in quanto rispettano modi, tempi, specie e quantità. Se non esistesse la caccia, come forma di controllo legale, il bracconaggio avrebbe dimensioni consistenti sopratutto laddove emergono determinate culture, sarebbe deleterio per l' ambiente. Infine, per lo Stato è anche fonte di lucro. Io penso che indipendentemente dal colore politico del governo, la caccia non sarà mai abolita né dai Verdi e nemmeno dai 5 stelle, al limite sarà limitata al massimo a determinate specie e per limitati periodi, ma sempre caccia è. (Vedasi Referendum Caccia Piemonte).I cacciatori negli ultimi anni con leggi restringenti si sono più che dimezzati passando da 1.500.000 degli anni '90 (anni referendum caccia radicali) ai 700.000 odierni, ma i bracconaggio è calato? Molti per dar sfogo al loro istinto venatorio hanno appeso il fucile e si sono dedicati all'allevamento amatoriale, altri ancora hanno sostituito il fucile alla canna da pesca, le cartucce ai piombi e gli ami, e le prede (non più lepri, cinghiali o conigili ma spigole, orate, etc) in quanto danno sfogo al loro istinto venatorio ma non pagano tasse. È sempre caccia.

Pietro Melis ha detto...

Ma quale istinto venatorio? Non è mai esistito. Era una necessità di sopravvivenza sin dall'homo erectus, prima del sapiens, nella savana. I cacciatori vogliono forse essere ancora alla stregua dell'erectus? Essi considerano l'uccidere un divertimento per mettere alla prova la capacità di sparare ad un bersaglio mobile. E sono anche vigliacchi perché usano una rosa di pallini non lasciando scampo all'animale. Sono esseri ributtanti e quando accadono incidenti di caccia e ne crepa qualcuno per me è grande gioia.

Anonimo ha detto...

Certamente non sono il paladino di questa categoria, ma continuo a vederli come i più coerenti tra gli Onnivori, nonostante la Walt Disney me li abbia presentati anni fa come squallidi assassini. Per alcuni "l'istinto venatorio" è un istinto tanto quanto quello della riproduzione o l'istinto materno; il sesso è atavico ed animalesco ed è stato praticato per procreare, durante tutta l'evoluzione, fino ad oggi sempre allo stesso modo, ossia una semplice penetrazione tra uomo e donna.
L' istinto venatorio è presente in alcuni, in altri è assopito, e in altri, in particolare i vegani, che hanno avuto la capacità introspettiva di analisi, è stato individuato e cancellato. L'etica animalista, se ci pensa, nasce proprio dalla sopressione di quell' istinto: non guardare un maiale o qualsiasi altro animale sotto forma di bistecca o prosciutto, ma di essere vivente. Se l'istinto venatorio non esistesse, la caccia sarebbe strettamente legata al grado di cultura e istruzione dei ceti medio-bassi, invece nella storia e tutt'oggi è praticata indistintamente da tutti i ceti sociali anche coloro che sono colti e appartengono a ceti alti. Oggi, come nel passato del resto, la classe di cacciatori è stata selezionata dopo il 1992, la legge nazionale e i costi per praticarla essendo molto esosi hanno tagliato fuori il ceto Medio basso (operai, agricoltori etc.) dimezzando la categoria. Questi che hanno dovuto rinunciare, si sono convertiti in altre forme ma continuano ad essere nello spirito cacciatori. Continuo a credere che sia un istinto, se un cacciatore cacciasse solo per sadismo o misurare le sue abilità, getterebbe via le prede incarnierate, piuttosto che macellarle e mangiarle. D'altraparte, sarebbe conveniente per loro andare al tiro al piattello con un notevole risparmio economico.
La fortuna è che, come ho detto in precedenza, la cultura rurale è stata surclassata dal progresso, da internet e dalla globalizzazione (con tutti i pro e i contro) creando gli onnivori ipocriti, incapaci di assecondare l'istinto assopito.

Pietro Melis ha detto...

Debbo ripetere che non esiste alcun istinto venatorio, nemmeno assopito. Si tratta ormai di una tradizione subculturale praticata solo da individui subanimali. I predatori uccidono non per divertirsi ma per sopravvivere, lasciando qualche possibilità di scampo alla preda. I predatori non hanno fucili. Non esistono fucili in natura. Chi non capisce ciò è un imbecille o cerca di difendere una causa persa in partenza.