martedì 21 febbraio 2017

E' MORTO IL FILOSOFO TOM REGAN IL PIU' NOTO TEORICO DEI DIRITTI DEGLI ANIMALI

In una dispensa ad uso degli studenti che seguivano le mie lezioni universitarie di storia della filosofia sull'argomento "MORALE E DIRITTO" avevo nelle ultime pagine analizzato e criticato il grosso volume di Regan intitolato The case for animal rights, tradotto in italiano con il titolo Diritti animali (ed. Garzanti). Regan contrasta l'utilitarismo di Peter Singer (autore del libro Liberazione animale che diede l'inizio agli argomenti sui diritti degli animali). Secondo Singer il piacere di mangiare carne deve essere ritenuto inferiore all'interesse di un animale a conservare la propria vita. Regan ritiene che l'utilitarismo sia insufficiente perché gli animali sono "soggetti-di-vita" (sic!)  e dunque dotati di "valore intrinseco". Già l'uso del termine "valore", scrissi, è inappropriato perché il termine "valore" appartiene all'etica e non al diritto. Inoltre Regan lasciò in sospeso la domanda se tutti gli animali avessero valore intrinseco. Egli, di fatto, prende in esame solo i mammiferi perché dotati, oltre che di coscienza, anche di autocoscienza. Si domanda infatti se anche una gallina, per esempio, sia dotata di autocoscienza, e sembra escluderlo. Dunque il punto di partenza di Regan mi sembrava errato. Come può escludersi a priori che gli animali non mammiferi siano privi di autocoscienza? Prescindiamo da questo errore iniziale e consideriamo solo i mammiferi. Regan, favorevole (come me) alla pena di morte, porta un esempio. Supponiamo che in una caverna che rimanga chiusa a causa di una frana si trovino 50 criminali e in un'altra caverna (sempre chiusa a causa di una frana) si trovi un cane. Quale caverna dovrà essere riaperta per prima? Regan scrive che bisogna salvare il cane perché si tratta di un animale innocente, mentre i 50 criminali hanno perso il diritto alla tutela della loro vita. Un altro esempio di Regan: supponiamo che una zattera non possa sopportare un peso oltre un certo limite e che in essa si trovi un certo numero di uomini ed un cane. Chi bisognerà sacrificare? Regan risponde che bisogna sacrificare il cane in quanto il suo valore intrinseco è inferiore a quello degli uomini, ammesso che si tratti di uomini innocenti. Ma in che senso sarebbero innocenti? Regan non lo dice. Notare che in tutto il libro di Regan non appare mai l'espressione "diritto naturale", benchè essa appaia sottintesa. Da questo mancato uso esplicito del "diritto naturale" derivano tutte le insufficienze della sua corposa e difficile analisi tutta espressa entro l'ambito della filosofia analitica, cioè dello studio dell'uso del linguaggio oltre quello filosofico. A Regan basterebbe opporre una famosa frase di Geremy Bentham secondo cui non si tratta di stabilire se gli animali siano capaci di pensare, ma se siano capaci di soffrire. In effetti tutte le aporie dell'analisi di Regan derivano da un mancato impiego del "diritto naturale", che gli avrebbe permesso di semplificare il suo complicato discorso. Il diritto naturale è tale in quanto non riducibile alla sola natura umana. Al contrario, i giusnaturalisti moderni (sino a Kant) intesero antropocentricamente il diritto naturale come diritto della ragione, così riducendo contraddittoriamente il diritto naturale alla sola natura umana. Dopo Kant si ebbe, a cominciare con l'idealismo, l'eclisse del diritto naturale, sebbene inteso come diritto della ragione. Il libro di Regan si rivolge ai filosofi e non al lettore comune, e pertanto appare assai difficile la sua lettura.  Se si parte dal diritto naturale non ha più senso la distinzione tra animali mammiferi (autocoscienti) e animali non mammiferi su cui Regan fa pendere la domanda se essi siano autocoscienti e perciò "soggetti-di-vita" dotati di "valore intrinseco". Regan risulta essere stato vegetariano (non vegano). Ma il suo vegetarianesimo non trovava giustificazione nella sua distinzione tra mammiferi dotati di "valore intrinseco" e non mammiferi privi di tale valore. Egli coerentemente si sarebbe dovuto nutrire di tutte le carni degli animali non mammiferi. Il termine "valore" porta ad una concezione antropocentrica e antropomorfica della natura animale. I mammiferi sarebbero dotati di valore perché, anche se Regan non lo dice, più vicini agli uomini in quanto dotati di autocoscienza. Non si esce in questo modo dall'antispecismo. O tutte le specie hanno diritto alla vita, senza distinzione tra mammiferi e non mammiferi, oppure non esiste il diritto alla vita. Ma allora, qualcuno obietterà, non ci si deve difendere nemmeno dagli insetti nocivi? E come si giustifica, altra obiezione,  che in natura esista la catena preda-predatore? La risposta a queste obiezioni è assai semplice, proprio in considerazione del diritto naturale. Questo comporta il diritto alla legittima difesa della propria vita. Prima viene la mia vita e poi quella degli altri, nonostante esempi di altruismo materno come ci insegna l'etologia, scienza che studia il comportamento degli animali. In base al diritto naturale ho il diritto di difendermi da tutti gli animali che mettano a repentaglio la mia vita, riducendosi di fatto questi animali agli insetti che siano dei parassiti e siano portatori di malattie. Pertanto ho il diritto di difendermi da pulci, pidocchi, zecche, zanzare e così via, eliminandoli. La zanzara (femmina) e la zecca (schifosa) hanno il diritto naturale di succhiare il sangue della vittima per riprodursi, ma la vittima ha il diritto naturale di difendersi da esse uccidendole. Così pure, il predatore ha il diritto naturale di uccidere la preda altrimenti morirebbe di fame, mentre la preda ha il diritto naturale di cercare di sfuggire al predatore. Posta in questi termini la questione riguardante i diritti degli animali viene semplificata senza incorrere nello specismo di una concezione antropocentrica della natura. Mi meraviglio del fatto che nessun filosofo abbia mai rivolto a Regan questa obiezioni, nemmeno il filosofo della morale Salvatore Veca, che ha scritto l'introduzione alla traduzione italiana del libro di Regan. I filosofi hanno sempre la  "capacità" di complicare le cose invece di semplificarle.                        


LA MORTE DI TOM REGAN


Da: Massimo Terrile anti.spec@tiscalinet.it

Oggetto: IN MORTE DI TOM REGAN


19 febbraio 2017

Ci è giunta oggi la tristissima notizia della scomparsa del Prof. Tom Regan, noto filosofo americano che pubblicò nel 1983 la prima opera dedicata interamente ai diritti animali (The case for animal rights), dopo il libro di Peter Singer che nel 1975 sollevò l’indignazione dell’opinione pubblica mondiale per le conseguenze dello specismo (Animal liberation).  A lui si deve primariamente l’individuazione del ‘valore inerente’ di ogni essere senziente a dover essere primariamente tutelato in quanto soggetto di una vita, al di là di ogni ontologia e di  ogni conflitto di interessi. La sua seconda opera, ‘Gabbie vuote, la sfida dei diritti animali’, del 2004, rappresenta il suo caloroso, pressante appello a mettere in pratica i principi dell’antispecismo, indicandone uno degli obiettivi fondamentali.
Tra i primi a sottoscrivere il ‘Manifesto per un’etica interspecifica’, il pensiero di Tom Regan è stato e sempre sarà un fondamentale punto di riferimento per il ‘Movimento Antispecista’, e per tutti coloro che parteciparono alla sua fondazione e contribuiscono oggi allo sviluppo della sua missione.
Nell’unirci al dolore della famiglia per la sua scomparsa, lo ricordiamo a nome di tutti con profonda stima e affetto.
Per il Movimento Antispecista
Massimo Terrile

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3 giorni fa - E' morto Tom Regan, professore emerito di filosofia all'Università statale del North Carolina, autore di uno dei più celebri saggi sui diritti degli .

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GRAZIE TOM REGAN - LAV

www.lav.it/news/morto-tom-regan
15 ore fa - Da quel giorno, per quel valore e per tutte le altre pagine scritte da Tom Regan siamo stati tutti più forti, in tutto il mondo, nella rivendicazione ...

Il Dolce Domani: Come Tom Regan mi ha cambiato la vita

www.ildolcedomani.com/2017/02/come-tom-regan-mi-ha-cambiato-la-vita.html
3 giorni fa - Nel 2008 ho letto i I diritti animali (The case for Animal Rights) di Tom Regan. Alla fine del libro mi decisi a diventare vegetariana. Lui mi aveva ... 

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