MARCO
FANCIOTTI. LA CHIESA E GLI ANIMALI
Secondo il Genesi Dio ha
consegnato gli animali a colui che egli ha creato a sua immagine. E' dunque
legittimo servirsi degli animali per provvedere al nutrimento o per
confezionare indumenti . Possono essere addomesticati, perché aiutino l'uomo nei
suoi lavori e anche per ricrearsi negli svaghi. Le sperimentazioni mediche e
scientifiche sugli animali sono pratiche moralmente accettabili, se rimangono
entro limiti ragionevoli e contribuiscono a curare o salvare vite umane.
A
proposito dell'utilizzo di animali nei laboratori risulta interessante la
posizione del Dizionario di Teologia morale, diretto dal cardinale Francesco
Roberti che, alla voce vivisezione orgogliosamente afferma come "nei paesi
protestanti le associazioni protettrici degli animali hanno quasi sempre
ottenuto che la legge controlli strettamente e disciplini la vivisezione (...)
donde un evidente ostacolo, che i paesi cattolici non conoscono, al progresso
della fisiopatologia, che nella vivisezione ha il suo principale mezzo.".
Di conseguenza, non stupisce come, analogamente, la medesima opera sancisca con
ridondante dialettica che "l'ordine gerarchico delle creature, voluto dal
Creatore, ha posto l'uomo re e quindi proprietario e usufruttuario di
tutti gli essere inferiori . Gli zoofili perdono troppo di vista lo scopo per
cui gli animali, creature irragionevoli, sono stati da Dio creati, cioè a
servizio e uso dell'uomo ".
Non si riscontra
un atteggiamento analogo nella vita e nelle dichiarazioni di diversi santi e
padri della Chiesa. A scopo esemplificativo merita di esser citato S.Girolamo,
il quale, in un libro tra i più rilevanti della patristica sostiene che
"dopo che Cristo è venuto a nessuno è permesso mangiare carni. " Egli
si ritirò in eremitaggio nel deserto siriaco, dedicandosi per diversi anni
all'esegesi biblica, e, a seguito di tali profonde meditazioni, sostenne fra
l'altro, che il presunto permesso di mangiar carne accordato dal Signore a
partire da Noè, altro non sia che un' interpolazione del testo sacro, apposta
tardivamente in un'epoca d'infimo profilo spirituale ". Merita infine
esser rilevato come lo stesso S.Girolamo, alla morte di Papa Damaso I nel 384,
suo protettore, si trovò costretto a fuggire in Palestina, in quanto a Roma gli
si rivolsero contro numerosi nemici insofferenti dell'ondata di ascetismo
monastico che portò nell'Urbe . Questo dato storico testimonia ancora una volta
la presenza di accesi conflitti in merito all'interpretazione del messaggio
cristiano.
Origene, vissuto tra il II e il III secolo, fu uno degli scrittori più prolifici nei primi secoli di cristianesimo, nonché il più illustre biblista della Chiesa delle origini . Egli fu il primo sostenitore della citata teoria secondo la quale i sacrifici animali sono stati inventati dall'uomo come pretesto per mangiarecarne.
E ancora, Clemente d'Alessandria, apologista cristiano di origine greca, nella prima metà del III secolo scrisse riguardo chi si nutriva di carne, dichiarando che essi "sono governati da un demone estremamente lussurioso, che non ho vergogna a chiamare il demone della pancia, il peggiore di tutti i demoni (...). E' molto meglio essere felici che rendere i nostri corpi simili a tombe di animali ".
Origene, vissuto tra il II e il III secolo, fu uno degli scrittori più prolifici nei primi secoli di cristianesimo, nonché il più illustre biblista della Chiesa delle origini . Egli fu il primo sostenitore della citata teoria secondo la quale i sacrifici animali sono stati inventati dall'uomo come pretesto per mangiarecarne.
E ancora, Clemente d'Alessandria, apologista cristiano di origine greca, nella prima metà del III secolo scrisse riguardo chi si nutriva di carne, dichiarando che essi "sono governati da un demone estremamente lussurioso, che non ho vergogna a chiamare il demone della pancia, il peggiore di tutti i demoni (...). E' molto meglio essere felici che rendere i nostri corpi simili a tombe di animali ".
Si rinviene
una carica di affettuoso pietismo, sentimento del quale ci si avvale anche per
descrivere l'atteggiamento che alcuni santi avrebbero in passato manifestato
verso tutte le creature . Viene scomodata, a tal riguardo, la figura di san
Filippo Neri, il quale, sebbene vissuto nel XVI secolo, può ben considerarsi un
esempio di animalista nel senso contemporaneo. Egli, si legge negli "Atti
del processo di canonizzazione", non riusciva a passare per i macelli,
tale era la sua cristiana compassione; soffriva ogniqualvolta vedesse patire un
animale e addirittura ordinò che non si ammazzassero i topi, seppure nocivi per
le attività umane. A san Filippo è attribuita la resurrezione di un passero
nonché l'attenzione di non calpestare lungo il cammino alcun essere vivente e,
infine, è riportata l'attrazione che egli esercitava sui cani, attirandoli a
sé, come avveniva per gli umani che lo incontrassero. Il Catechismo parla
di delicatezza, ma, da quanto riportato, pare evidente che l'atteggiamento del
santo fiorentino sia contraddistinto da una carità ben più sostanziale nei confronti
di ogni animale di quanto l'attributo benevolo del num. 2416 lasci intendere.
Particolare scalpore suscitò poi un elegio
papale in merito all'attività dei circensi, in particolare nella parte in cui
il pontefice Giovanni Paolo II descrive con apparente ingenuità ciò che il circo dovrebbe
rappresentare : "L'abilità e la creatività dell'uomo, lo spettacolo,
l'insieme di luci e colori, il contatto singolare con gli animali costituiscono
fonte di sano divertimento per la società e in modo particolare per tutta la
famiglia". E poco dopo dichiarerà che nell'ambiente del circo,
"l'uomo si lascia incantare da ciò che è bello e buono e si apre ai valori
di pace, bontà e verità che gli vengono comunicati. Occorre qui ricordare che
per ottenere il contatto singolare al quale Giovanni Paolo II si riferisce, vi
sono più di mille grandi animali, nei soli circhi italiani , che conducono una
vita di prigionia. Si tratta prevalentemente di tigri stabulate in contenitori
metallici di tre metri quadrati, di elefanti perennemente alla catena, e di
cavalli ignari di cosa sia una stalla, tanto i loro spazi assomigliano più alle
aree di sosta dei macelli. Non si comprende, alla luce di ciò, dove risiedano i
valori di pace e di bontà vagheggiati nella dichiarazione in oggetto. E sempre
riguardo all'utilizzo degli animali negli svaghi umani, nel gennaio del 1997 il
Papa accordò un'udienza privata a J. de Ubrique uno dei maggiori e più
acclamati toreri di Spagna. Nel corso della riunione nonostante le pressioni
esercitate dalla Società mondiale per la Protezione degli animali, il Santo
Padre ritenne opportuno non rivolgere alcun riferimento alle torture inflitte a
centinaia di animali dal devoto torero recante in dono una statua della Vergine
Maria. Tutto ciò risulta peraltro in linea con una costante presenza di una
cappella a uso dei matador, all'interno di ogni Plaza de Toros della
cattolicissima Spagna.
Fortunatamente il clero non si presenta in forma monolitica sul tema della corrida, tant'è che l'arcivescovo di Madrid Carlo Alberto Iniesta Cano si scagliò contro questa tradizione incivile e primitiva con parole che non lasciano spazio ad altre interpretazioni :" Possiamo noi, come cristiani, e anche come uomini civili, rimanere indifferenti di fronte a una "festa" che degrada così tanto l'uomo??"
Da Paolo Ricci (Bailador.org) ricevo
Fortunatamente il clero non si presenta in forma monolitica sul tema della corrida, tant'è che l'arcivescovo di Madrid Carlo Alberto Iniesta Cano si scagliò contro questa tradizione incivile e primitiva con parole che non lasciano spazio ad altre interpretazioni :" Possiamo noi, come cristiani, e anche come uomini civili, rimanere indifferenti di fronte a una "festa" che degrada così tanto l'uomo??"
Da Paolo Ricci (Bailador.org) ricevo
SE NON HAI UN’ANIMA TI SI PUÒ FARE
DI TUTTO
Se
non hai un’anima ti si può fare di tutto. Non hai un’anima e sei una scarpa
vecchia e sfondata. Lo schiavismo dei negrieri era giustificato dai pii
portoghesi e dai protestanti inglesi con il fatto che gli africani non
possedevano un’anima. Più tardi la recupereranno.
Un olocausto di 10
milioni di morti deve avere una base ideologica.
Se non hanno un’anima
li vendi come tronchi d’alberi. Come scarpe della Nike.
E
poi c’è una cornucopia di detti che giustificano lo schiavismo: Romani 13: 1,
Colossesi 3:2, 1 Pietro 2:18, 1 Timoteo 6:1, Efesini 6:5 ecc. ecc….
Cortez e Pizzarro
distrussero impunemente imperi e vite per salvare anime e convertirle.
Ed erano seguiti da
frati mostruosi che bruciavano vivi gatti e cani per rendere chiaro alle
popolazioni conquistate cosa voleva dire finire tra le fiamme dell’inferno con
le natiche abbrustolite dal fuoco eterno. Altro che frate lupo! Gli stermini si
basano sempre su fondamenta ideologiche. E la Bibbia ne offre una mostruosa
quantità con le ingiunzioni di Jahvè al massacro di uomini, donne, bambini e
animali: Deuteronomio 20: 13-14, Salmo 109: 4-13; Giosuè 6, 21, 1; Samuele 15:
2-3; Esodo 11, 4-7 ecc… ecc…
E non c’è stato più
grande orrore di quello decretato dalla Bibbia in Genesi 9: 1-4 con l’ingiunzione
al terrore verso il non umano. E non c’è incitamento più grande al macello per
i cattolici del sogno di Pietro (Atti 10: 9-16). Uno mangia pesante, roba
condita con un chilo di aglio, ronfa e saliva, ha un incubo e ne deriva un
fiume di sangue di arti troncati e di indicibile strazio. Ma si … avevano
ragione gnostici e catari: un Dio della Luce infinita non può essere un
macellatore, Jahvè è solo un demiurgo. Ma da questi sogni, in un torrido
meriggio, prende spazio l’imbecillità pretesca che si concretizza nell’invito
del vescovo di Orvieto a malmenare gli animalisti.
Nessun commento:
Posta un commento