sabato 15 luglio 2023

RAGAZZE ALLA RICERCA DI RICATTI PER AVERE PUBBLICITA'

Sono peggio delle puttane perché queste sono oneste e da considerarsi operatrici sociali perché permettono anche ad un anziano di poter godere sessualmente di una giovane e anche più o meno bella (altrimenti non potrebbero esercitare la professione). Nell'antichità esisteva la prostituzione sacra. Chi subisce uno stupro una delle due: o preferisce non parlarne per non portarne pubblicamente il marchio oppure preferisce accusare lo stupratore. In quest'ultimo caso bisogna distinguere. Se lo stupratore è uno senza alcuna notorietà (e soprattutto non ricco) allora potrebbe avere ragione la Meloni quando dice che non vi debbono essere limiti di tempo per sporgere denuncia (ma andiamoci piano con il tempo perché non può trattarsi di anni). Se invece l'asserito stupratore ha una notorietà, diretta o indiretta, allora le cose cambiano. In questo caso le cosiddette vittime hanno certamente un progetto disonesto consistente nel farsi pubblicità oppure nel richiedere (ma una cosa non esclude l'altra) soldi come risarcimento danni. E' evidente che mi riferisco al caso attuale di Leonardo La Russa figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa. Questi avrebbe dovuto fare una sola cosa: tacere e non difendere pubblicamente il figlio ponendoci la faccia e compromettendo la sua figura istituzionale. La Russa padre fece due errori. Nel permettere che il figlio potesse fare entrare in casa sua delle ragazze sconosciute. Errore imperdonabile perché avrebbe dovuto dire al figlio: bada a chi frequenti perché tu potresti avere una notorietà conseguente a qualche fatto increscioso. Secondo errore, come già detto, l'avere difeso pubblicamente il figlio, per di più senza sapere come fossero andate veramente le cose. Il figlio non poteva essere persona attendibile. Poiché, al contrario di quanto si legge nell'Antico Testamento, le colpe dei padri ricadono sui figli sino alla quarta gernerazione (ma il (falso) profeta Geremia si opponeva a questa tradizione), invertendo il rapporto padre figli, le colpe dei figli non possono ricadere sui padri se i padri non sono esempio di capacità educatrice. Ma uno, come Ignazio La Russa, che abbia raggiunto la seconda carica dello Stato, non può sottrarsi al dovere di essere stato un buon padre di famiglia. In tale qualità sarebbe stato anch'egli responsabile di quanto è accusato il figlio. Poiché certamente a Ignazio La Russa non possono mancare i soldi per comprare al figlio un piccolo appartamento dove avere la sua vita privata, anche sessuale, non si giustifica il fatto che il padre abbia permesso al figlio di portare una ragazza in casa sua, dico del padre. La legge dovrebbe imporre un limite di tempo per fare denuncia di stupro, non potendo ritenersi che occorra del tempo perché la asserita vittima possa elaborare il dolore psicologico, non certamente fisico. Il figlio avrebbe usato la cosiddetta droga dello stupro che consentirebbe di non ricordare lo stupro? E se non lo ricorda come mai se ne ricorda molto tempo dopo? Questo è il problema. Che non cancella una responsabilità indiretta del padre. Che avrebbe dovuto preferire una sola cosa: il silenzio, anche se avesse avuto la certezza che il figlio fosse innocente per asserito consenso della ragazza.                   

2 commenti:

marcorighi1979@gmail.com ha detto...

se il figlio di la russa fosse stato omosessuale i giudici e i giornalisti ci sarebbero andati molto più cauti, timorosi di ferire l'orgoglio gay. Sicuramente ha sbagliato, non lo giustifico. ma se aveva delle pulsioni, cosa comprensibile per un ventenne, era meglio anche per lui se le sfogava con delle professioniste.

Pietro Melis ha detto...

Professioniste che fanno comunque un lavoro socialmente utile.