Iraq, catena di esplosioni a Bagdad
Ci sono almeno 60 morti e 160 feriti
Spiccato un ordine d'arresto per il sunnita Tareq al-Hashemi, per presunte attività terroristiche
colpito il centro della capitale irachena
Iraq, catena di esplosioni a Bagdad
Ci sono almeno 60 morti e 160 feriti
Spiccato un ordine d'arresto per il sunnita Tareq al-Hashemi, per presunte attività terroristiche
BAGDAD - Sale a 60 vittime e 160 feriti il bilancio degli attentati avvenuti giovedì mattina a Baghdad. Lo comunica Ziad Tariq, portavoce del ministero della Salute iracheno. Le esplosioni, spiegano gli ufficiali, sono state almeno 14, causate da autobombe, ordigni piazzati su strada o attaccate a veicoli, in 11 diversi quartieri della capitale irachena. Almeno in un caso si è trattato di un attentato suicida.
La peggiore esplosione si è verificata nel quartiere di Karrada, dove un kamikaze alla guida di un'ambulanza ha avuto accesso alla zona vicina a un ufficio anti-corruzione del governo, dopo aver raccontato di dover raggiungere un vicino ospedale alle guardie che bloccavano la strada. Questo attacco ha causato la morte di 25 persone. Gli attacchi sono l'episodio più grave avvenuto dall'inizio della crisi politica tra il governo sciita e i rivali sunniti iniziata lo scorso fine settimana in seguito al ritiro degli ultimi soldati americani, che fa temere un nuovo innesco di violenze settarie nel Paese.
L'ORDINE DI ARRESTO - Intanto un ordine di arresto è stato spiccato nei confronti di uno dei due vice presidenti, il sunnita Tareq al-Hashemi, per presunte attività terroristiche: avrebbe avuto ai suoi ordini uno «squadrone della morte». Il premier Nouri al-Maliki, sciita moderato, ha ingiunto al governo autonomo del Kurdistan di consegnare Hashemi alle autorità centrali, e ha inoltre chiesto le dimissioni di uno dei suoi vice, Saleh al-Mutlak, anch'egli di confessione sciita e appartenente al cartello «Iraqiya», lo stesso del vice presidente finito nell'occhio del ciclone: la colpa di Mutlak è l'aver definito il governo di unità nazionale a guida sciita una «dittatura». «Iraqiya» dal canto suo ha intrapreso il boicottaggio dei lavori parlamentari e governativi, inducendo il primo ministro a minacciare di sostituire i membri del proprio gabinetto che fanno capo a tale partito.
22 dicembre 2011 | 27
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