sabato 17 dicembre 2011

LETTERA INVIATA AL DIRETTORE DEL QUOTIDIANO CATTOLICO L'AVVENIRE

Lettera inviata ad Antonio Castaldo del Corriere autore dell'articolo sull' ICI e la Chiesa pubblicato oggi 17dicembre

Non vorrei fare io (ateo-agnostico) l'avvocato (del diavolo) della Chiesa sollevando una possibile difesa della Chiesa se questa chiedesse l'extra territorialità degli edifici da essa posseduti incorporandoli nello Stato della città del Vaticano. E' cosa possibile?

Al direttore de L'Avvenire

vorrei sapere che fine farà l'abete, se è stato tagliato (e dunque ucciso) e non portato vivo con le radici per essere nuovamente radicato. Penso che sia stato tagliato. E allora sarebbe ora di farla finita con questa usanza di uccidere un abete per fare del suo cadavere una luminaria in piazza S. Pietro. Possibile che non si abbia rispetto per la vita di un albero?
D'altronde, io odio il Natale e la Pasqua, feste di sangue con stragi di agnelli. Mai un papa ha parlato contro queste stragi perché in armonia con la figura del Cristo agnello sacrificale. Siete rimasti pagani. Ma state attenti perché in Italia i vegetariani sono saliti a 6-7 milioni e gli animalisti non si sentono rappresentati da una Chiesa del silenzio sul tema dei diritti degli animali. Le chiese si svuoteranno sempre di più.
A gennaio uscirà un mio libro intitolato Addio a Dio. Sottotitoli: Dialogo con Dio (la trinità ) chiedente perdono. "Beati coloro che non credono in Dio se...Essi saranno i primi nel regno dei Cieli".

La mia tesi di fondo espressa dal secondo sottotitolo è basata su una nuova lettura (esoterica e non essoterica come quella tradizionale) di tutti i più importanti passi delle Epistole di Paolo e dei Vangeli. Dio mi invita a continuare a vivere da ateo come se non esistesse (tamquam Deus non esset) per avere maggiori meriti di fronte a lui. Dio infatti si identifica con la legge naturale (LOGOS) da cui discende il diritto naturale. Il LOGOS (greco) è divenuto la seconda persona della trinità. Senza il LOGOS compreso nella trinità non si capisce e non si capirà mai perché la rivoluzione scientifica potesse avvenire solo nell'Europa cristiana (spiego nell'Introduzione al Dialogo). Astuzia della ragione! direbbe Hegel. Ma il proselitismo serve solo per gli uomini bambini ("da latte" li chiama Paolo nell'Epistola ai Romani). Gli adulti, coloro che rispettano la giustizia fondata sul diritto naturale, che, in quanto naturale, non può essere della sola natura umana, data l'evoluzione biologica da una comune origine di tutte le forme di vita (come riconosciuta anche dalla Chiesa nel 1996 con Giovanni Paolo II, anche se l'evoluzione è stata interpretata finalisticamente, cioè antiscientificamente, dai teologi) non hanno bisogno di credere in Dio. E se Dio esiste premierà maggiormente gli atei-agnostici che rispettano la giustizia per se stessa e non per timore di Dio. I credenti sono dunque inferiori di fronte a Dio in quanto sono degli opportunisti. Tesi, ripeto, ricavata dalle Epistole di Paolo e dei Vangeli. I credenti credono sia necessario credere in Dio per salvarsi l'anima o per avere dei benefici in terra, non pregando Dio, ma la madonna o i santi. Infatti con Dio non si può avere un rapporto familiare in una sua raffigurazione. Ormai anche Gesù non è più gettonato per chiedere a lui delle grazie. Infatti non vi sono apparizioni di Gesù. Bisogna ricorrere alla madonna e ai santi per avere delle grazie. Più opportunisti di così! E come mai le asserite apparizioni della madonna avvengono sempre in aree geografiche cattoliche a beneficio di coloro che già credono? Mai che sia apparsa la madonna, non dico ad un ateo, ma nemmeno ad un cristiano protestante. Infatti i protestanti non hanno il culto della madonna e dei santi. Ma se la madonna chiede di pregare perché il mondo si converta non sarebbe più semplice che apparisse, per esempio, durante la seduta plenaria dell'assemblea del Partito Comunista Cinese (anche se di comunista la Cina non ha più nulla)? Che qualche teologo come Gianfranco Ravasi me lo spieghi...se ci riesce. Ma non si arrampichi sugli specchi.

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