sabato 30 marzo 2013

COME E' STATA COSTRUITA LA BUFALA DEL PAPA CHE VIETA L'AGNELLO.

Debbo ricopiare un articolo di Camillo Langone (che si trova solo nel quotidiano cartaceo LIBERO, e non nella versione internet) che spiega come certi animalisti, a cominciare dalla Michela Vittoria Brambilla, abbiano in malafede fatto passare questo papa come autore della frase con cui chiedeva che non si mangiasse agnello. E' proprio vero che la disonestà si unisce alla vigliaccheria di certi cosiddetti animalisti, che si inventano certe cose danneggiando, invece che favorire, la causa dei diritti degli animali (non umani). Hanno usato la mistificazione del Cantico delle creature, a cui si riferiva questo papa, per trarne la conseguenza che il papa aveva invocato che si facesse una Pasqua senza la barbara tradizione di mangiare agnello. Invece a questo individuo non è mai venuto in testa di dire una simile cosa. Solo un gesto eclatante, che spiegherò nel prosieguo di questo articolo, dopo avere riportato l'articolo di Langone, potrebbe privare il papa di un falsa dignità di cui è stato ammantato dagli stessi inconcludenti animalisti manifestanti in piazza S. Pietro. Non bisogna avere rispetto per il papa perché non ne merita alcuno. E' solo un parolaio peggiore del suo predecessore. Al suo vuoto buonismo unisce solo l'ignoranza e la malafede.Ci vorrebbe un nuovo Giacomo Sciarra Colonna per questo papa. Basterebbe fare qualcosa di simile a ciò che Sciarra Colonna fece A Bonifacio VIII.  E per questo passò alla storia.
Riporterò l'articolo di Langone nel prossimo post. 

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