mercoledì 2 aprile 2014

SPERIMENTAZIONE ANIMALE E GRADI DIVERSI DI UMANITA'

Non tutti gli uomini sono eguali. E non perché esistano le razze (anche se gli ignoranti dicono che non esistono per un male inteso antirazzismo). Non sono eguali perché si differenziano per diverse distanze da un ideale di umanità. Perciò non saprei preferire la salvezza di un individuo appartenente solo biologicamente alla specie umana a quella di qualsiasi animale non umano. Fatta questa premessa sono convinto che sarebbe meglio sottoporre a sperimetazionale animale un criminale (per esempio un capo mafia) piuttosto che un topo. Per non parlare di scimmie, di cani e di gatti. D'altronde negli Stati Uniti (almeno in alcuni Stati ove vige la pena di morte) è data la possibilità al condannato a morte di sottrarsi all'esecuzione se si sottopone a sperimentazione animale.
E per quanto riguarda la sperimentazione animale sui cani o i gatti (per esempio) vorrei sapere se qualcuno sarebbe disposto a sacrificare il proprio cane per la sperimentazione. Se non fosse disposto, come vi è da credere, allora mi domando perché dovrebbe concepirsi la sperimentazione su cani che non hanno padrone (come i randagi o quelli internati nei canili). Forse la loro sofferenza sarebbe minore perché non hanno legami d'affetto con l'uomo? Se non l'hanno attualmente l'avrebbero potenzialmente. L'amara conclusione è che chi dice di amare il proprio cane in realtà ama se stesso nel cane e non il cane.

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