La proposta può sembrare assurda solo per coloro che non sappiano usare la logica. Più figli si hanno e maggiori dovrebbero essere le condizioni economiche per mantenerli. Due figli sostituiscono nel futuro i genitori e la popolazione non aumenta. L'Italia ha un territorio di 301.000 kmq con una popolazione di residenti (compresi gli stranieri) pari a circa 60 milioni. Dunque è un Paese sovraffollato. E in un Paese sovraffollato maggiore è la disoccupazione e maggiori sono i contrasti sociali con conseguente aumento della delinquenza comune. Purtroppo soprattutto la falsa sinistra è responsabile dell'aumento della popolazione residente in Italia, non avendo voluto contrastare le invasioni dall'Africa e dall'Asia. E sono soprattutto i cosiddetti immigrati (specie se islamici, ulteriore disgrazia) coloro che fanno più figli. Dunque anche da un altro punto vista, quello della responsabilità dell'aumento della popolazione, dovrebbero essere puniti coloro che facciano più di due figli. Invece, contro ogni logica, si è preteso di fornire sussidi maggiori e maggiori detrazioni fiscali alle famiglie numerose. Il solito buonismo morale che uccide la ragione.
Nel 1989 costituii
una lista elettorale sotto il titolo “Difesa del lavoro contro le
immigrazioni clandestine”. Riprendeva il titolo di una legge del
governo Craxi sulle immigrazioni. Il simbolo era una quercia, che
divenne poi, guarda caso, il simbolo del PDS, il partito fondato da
Occhetto dopo la sparizione del P.C.I. Fu uno scandalo. Alle
televisioni locali e sulla stampa (anche nazionale) fui accusato di
razzismo. Incredibile. Fu un insuccesso. Raccolsi lo 0,4. Ma non mi
arresi. L’anno successivo fondai la Lega Sarda. Chiesi ed ottenni
il collegamento elettorale con la Lega Lombarda di Bossi, che poi
divenne Lega Nord. Il simbolo era un albero d’ulivo stilizzato che
era l’emblema del giudicato d’Arborea. Avevo preso i contatti con
lo stesso Bossi, partecipando alle adunate di Pontida e a vari
convegni della Lega Nord. Allo stesso Bossi, che in quel periodo
aveva progettato di estendere la Lega nel resto d’Italia, dissi che
il simbolo del guerriero non sarebbe stato visto di buon occhio in
Sardegna. Bisognava dunque che nelle liste elettorali apparisse il
simbolo della Lega Sarda con un occhiello che riproducesse il simbolo
della Lega Nord per evitare di raccogliere firme per la presentazione
delle liste elettorali alla Camera e al Senato. Nelle varie riunioni
che Bossi organizzava nell’aula del gruppo parlamentare della Lega
per sentire i rappresentanti delle varie Leghe, che si erano
costituite nel centro-sud, gli dissi che saremmo andati ad un
insuccesso presentandoci con il simbolo del guerriero della Lega
Nord, che avrebbe dato l’impressione che il Nord volesse
colonizzare il resto dell’Italia. Non mi ascoltò. E i fatti
mi diedero ragione. Il tentativo di Bossi di estendersi nel
centro-sud fallì. Il maggiore “successo” della Lega
Sarda-Lega Nord lo colsi a Villasor, dove colsi il 3,3% dei voti.
Alle elezioni comunali di Quartu S. Elena colsi l’1,1%.
Alle
elezioni politiche del 1992, essendo candidato al Senato nella
provincia di Cagliari, ebbi 500 voti.
Poiché
era nel programma della Lega Nord di quegli anni la divisione
dell’Italia in tre macroregioni, secondo il progetto dell'allora
teorico della Lega Gianfranco Miglio, io avevo cercato, inutilmente,
di far capire che in tale progetto la Sardegna poteva essere portata
nel circuito economico del Nord, anche considerando la vecchia
appartenenza della Sardegna al regno sardo-piemontese. E questa mia
idea aveva riscosso ampi consensi ed applausi in un convegno della
Lega Nord a Bologna, dove intervenni con un breve discorso dal palco.
La TV nazionale mi ritrasse, in tale occasione, mentre dalla platea
facevo il gestaccio della mano sinistra sul braccio destro (il gesto
dell’ombrello) indirizzato al sindaco di Bologna (comunista) che
era venuto al convegno per porgere il saluto della città. Ma
non per questo riuscì a sottrarsi ad una bordata di fischi da
tutta la platea del teatro.
Comunque,
già nel 1989 avevo previsto che l’immigrazione clandestina
(con le varie sanatorie) avrebbe causato un maggiore dissesto
sociale. Io feci quel potevo fare. Avevo incluso nel programma l’idea
di una immigrazione rotatoria, nel senso che, dopo un certo numero di
anni, l’immigrato, tutelato nei suoi diritti di lavoratore, e non
discriminato, avrebbe dovuto far fagotto e tornare al suo Paese. E
per due motivi: 1) perché non ponesse per sempre radici in un
territorio già sovraffollato, annullando i benefici di una
diminuzione delle nascite; 2) per non privilegiare coloro che erano
arrivati per primi illegalmente, escludendo poi coloro che fossero
arrivati successivamente e non avessero goduto di una sanatoria. In
questo modo vi sarebbe stato un reciproco vantaggio. Si sarebbe
aiutato un maggior numero di immigrati (temporanei) e si sarebbe
impedito che questi potessero un giorno, mettendo radici, avere dei
figli che non si sarebbero accontentati di fare i lavori socialmente
non qualificati dei padri, ed avrebbero pertanto causato una maggiore
concorrenza, con una maggiore disoccupazione, anche nei settori di
lavoro più qualificati.
Circa
vent'anni fa scrissi una lettera al Corriere della sera (e ricevetti
lettere di adesione) immaginando che la popolazione che la
popolazione dell'Italia si riducesse con il tempo alla metà
di quella attuale. Quali sarebbero le conseguenze? Solo positive. 1)
Non sarebbe più necessario continuare a costruire alimentando
la speculazione edilizia e continuando a sottrarre spazi naturali
(compresi quelli dedicati all'agricoltura); 2) Sparirebbero le orride
periferie e si recupererebbero i centri storici; 3) L'inquinamento
atmosferico verrebbe dimezzato e la viabilità non sarebbe più
intasata; 4) Sparirebbe (o quasi) la disoccupazione perché non
vi sarebbe l'attuale enorme concorrenza per un posto di lavoro; 5) La
proprietà privata verrebbe raddoppiata insieme con il reddito.
D'altronde, la ferrea legge di Vilfredo Pareto dice che la ricchezza
di uno Stato è proporzionale al reddito e inversamente
proporzionale alla popolazione. Dunque una delle due: o si produce
continuamente di più (con conseguente aumento
dell'inquinamento) per inseguire l'aumento della popolazione, oppure
bisogna far diminuire la popolazione senza che sia necessario
produrre ed inquinare di più per aumentare la ricchezza di un
popolo Ecco perché come Paesi come la Finlandia e la
Svezia, avendo un rapporto ottimale tra estensione del territorio e
popolazione, hanno uno sviluppo economico avanzato che permette
un'assistenza sanitaria e sociale delle migliori. Ed è
scientificamente dimostrato che la criminalità è
proporzionale all'affollamento.
Palesavo
anche il pericolo di una immigrazione dai Paesi islamici (da me
definita come quarta invasione islamica dell’Europa, dopo quella
araba e dei Turchi, selgiuchidi e ottomani). Anche qui i fatti mi
hanno dato ragione. L’Europa vive oggi sotto il ricatto del
terrorismo islamico.1
Non
fui ascoltato, anche perché non riuscii a raggiungere una
notorietà che mi consentisse di essere ascoltato. Coloro che
hanno avuto successo in politica sono i veri falliti, responsabili
della situazione di caos in cui ora versiamo anche a causa di una
folle politica dell’accoglienza. Dal 1994 ho smesso di votare non
riconoscendomi né a destra né a sinistra.
Aveva
scritto Platone nelle Leggi
a proposito dell’immigrazione: “Dopo vent’anni” - troppi –
“gli immigrati prendano la loro roba e se ne vadano”. Già
Platone aveva capito il pericolo di una immigrazione permanente, che
avrebbe potuto espropriare gli ateniesi della loro politica e della
loro identità se fosse stata concessa agli immigrati la
cittadinanza.
La
morale ideologica, che propaganda la società multirazziale,
come se fosse un destino, e non il disegno di una follia politica,
alimenta nuove malattie derivanti dall'incrocio di genomi che da
sempre erano rimasti isolati In una società multirazziale
aumenta la variabilità genetica, e conseguentemente
l'incidenza delle mutazioni, con la corrispondente possibilità
di aumento del numero di nuove malattie ereditarie, che non
comparirebbero se i genomi rimanessero isolati. Una popolazione
chiusa, come quella dell'Islanda, si troverà avvantaggiata
quando si arriverà alla terapia genica delle malattie.
Le
generazioni future, se continuerà la follia ideologica della
società multiculturale e multirazziale, dovranno maledire le
conseguenze di tale follia. Se ne accorgeranno nel mingere.
Soprattutto se verrà attribuita la cittadinanza agli stranieri
nati in Italia e a coloro che siano residenti da un certo numero in
Italia. Non sono capaci questi folli della politica di capire –
oppure lo capiscono ma antepongono la morale del buonismo alla
politica se non sono dei disonesti che vogliono prepararsi un pacco
di voti a sinistra sperando che gli ex clandestini diventino
cittadini – che essi stanno mettendo in essere la teoria di Marx
dell'“esercito di riserva” di disoccupati che serve a tenere
bassi i salari per aumentare il profitto delle imprese. E oggi questo
“esercito di riserva” è già costituito dagli ex
clandestini regolarizzati, pronti a prendere il posto di lavoro dei
licenziati perché disposti ad avere salari più bassi.
Se gli immigrati avranno la cittadinanza la situazione peggiorerà
perché la disoccupazione si estenderà anche per i
posti di lavoro socialmente più qualificati. E' evidente,
infatti, che i figli degli ex clandestini non si adatterebbero a fare
i lavori che – si dice – gli italiani disoccupati non vogliano
fare , e aumenterebbero la concorrenza per i lavori socialmente
qualificati. Non sapendo resistere alla coalizione cattocomunista,
anche la cosiddetta destra vorrebbe estendere la cittadinanza agli ex
clandestini. In tal modo gli ultimi arrivati, divenuti cittadini,
avrebbero gli stessi diritti degli italiani che hanno avuto come
antenati coloro che, nell'arco di secoli, per una lunga serie di
generazioni, combatterono per l'Italia, anche con sacrificio della
vita, sino alle due guerre mondiali. Ognuno eredita anche le
benemerenze dei suoi avi, che verrebbero vanificate se si
concedessero eguali diritti agli ultimi arrivati, anche se non
abbiano particolari benemerenze.
Purtroppo
la classe operaia è stata sostituita dalla falsa sinistra con
la classe degli sbandati, dei drogati, degli omosessuali, dei
frichettoni dei centri sociali, degli immigrati con o senza lavoro,
complice di una politica che va a danno della classe operaia. Una
sinistra traditrice di Marx. E' un paradosso.
1
V. l'articolo della sociologa
Ida Magli pubblicato su Il
Giornale del 9 agosto
2009, riportato nel mio blog (pietromelis.blogspot.com) in data 19
marzo 2010 sotto il titolo “Il fenomeno devastante
dell'immigrazione”.
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