Qualche volta mi sono immaginato il paradiso e allora mi sono tornate in mente alcune parole tratte dal filosofo positivista Ludwig Büchner (Forza e materia): E' più angosciante il pensiero che dopo la morte vi è il nulla o non è più angosciante il pensiero che dopo morti, divenendo immortali, non possiamo più morire?
E in che cosa consisterebbe questa immortalità se pur di beatitudine? Mi immagino una pura inedia. Che si fa? Si contempla Dio per l'eternità? Come si trascorrerebbe il tempo dell'eternità senza corpo? Senza corpo? Ma Gesù non ascese forse al cielo con tutto il corpo dopo essere resuscitato e avere dimostrato, dopo esseresi messo a mangiare di fronte ad alcuni apostoli del pane e del pesce, di essere resuscitato con tutto il corpo? Che fine fece il suo corpo? Dove avvenne la digestione visto che poco dopo fu assunto al cielo? Certamente avvenne nel cielo. Allora Gesù defecò dal cielo? Oppure il suo corpo si spiritualizzò insieme con tutte le feci? Anche le feci divennero spirito? Non voglio sembrare blasfemo, ma a rigor di logica non vedo altra soluzione. Ma lasciamo questo quesito evangelico, che già esposi in questo blog. Se in paradiso si è puri spiriti, in che cosa consiste la vita da puro spirito? Vita da angelo? Ma come passano la vita gli angeli? Si occuppano delle cose terrene? Mi immagino una diversa vita da spirito. Dalle mie vecchie letture di parapsicologia e di spiritismo (che avevo sempre preferito, come loro succedaneo, agli inutili romanzi di fantascianza) avevo tratto la conoscenza di una asserita esistenza un corpo ectoplasma (o corpo astrale) che era capace di staccarsi dal corpo vero e proprio in particolari stati di sonno (non comatoso) e di andare a visitare vari luoghi potendo avere persino rapporti sessuali. L'ectoplasma doveva rientrare nel corpo prima che questo si svegliasse perché avrebbe potuto provocarne la morte. E allora mi domandavo se non fosse quello dell'ectoplasma nell'aldilà una condizione ancora migliore perché mi sarei potuto permettere di avere congiungimenti con donne bellissime senza che queste se ne accorgessero. Ma gli ectoplasmi hanno anche orgasmi? Perché se non li hanno a che serve avere rapporti sessuali con donne bellissime?
Ma ora lasciamo perdere questi aspetti materiali che fanno pensare piuttosto al paradiso coranico, che fa veramente ridere in quanto le anime degli eroi (coloro che hanno ucciso gli infedeli) giaceranno tra due vergini tra fiumi di miele e vino purissimo (che finalmente potranno bere nell'aldilà). Mi vien fatto di paragonare il paradiso coranico all'isola di Giava, che nel lontano ricordo liceale di una sua scherzosa definizione, era l'isola dove si mangia, si beve e si chiava. Veniamo al serio.
Che si fa nell'eternità? Può lo spirito "viaggiare" per gli spazi intergalattici senza avere i limiti della velocità della luce? Potrà finalmente conoscere tutta la verità sull'universo? E anche se la conoscesse tutta d'un botto vedendola in Dio, che gli resterebbe poi da fare? Mi ricordo di una famosa frase di Lessing: "se Dio mi dicesse: in questa mano ho la verità, e in quest'altra la ricerca della verità, gli risponderei: tieniti la verità e lasciami la ricerca della verità". Non sono stato mai d'accordo con Lessing. La ricerca della verità non avrà mai fine, è una dura fatica. Ma se si conoscesse la verità su questa Terra non esisterebbero nemmeno le religioni, che hanno sostituito la verità con diverse verità, generatrici tuttora di guerre. Il papa ad Ankara ha detto che è necessario un dialogo interreligioso. Vecchia bufala da impostori. Un dialogo è possibile se i due dialoganti non partono dalla pretesa di ciascuno di avere la verità, non una sua verità. Dal momento in cui il papa chiede un dialogo interreligioso accetta (pur dissimulandolo) di rinunciare alla verità e di volersi limitare ad una verità relativa concordandola con l'altro. Ma in questo modo la conclusione è ridicola. Se il musulmano accettasse di avere solo una parte della verità non sarebbe più musulmano perché dovrebe rinunciare al Corano. E il papa dovrebbe rinunciare all'assolutezza della verità dei Vangeli per dichiararsi disposto ad accettare almeno parte della verità coranica. Il risultato è che nessuno possiede la verità. Perché la verità non ammette compromesssi. Due mezze verità (che sono due mezze falsità) non danno aritmeticamente una verità. Sarebbe stato vero invece dire: il dialogo interreligioso non può esistere se non a prezzo della rinuncia alla verità in cui ognuno dei due crede. Perciò facciamo una cosa: ognuno si tenga la verità in cui crede e, senza alcun bisogno di dialogo interreligioso, nessuno rompa i coglioni all'altro. Ignoriamoci a vicenda e vivremo in pace. Questo avrebbe dovuto dire il papa. Ma il fatto che il papa non potesse dirlo significa che il suo vero scopo era politico e non religioso, quello di chiedere pietosamente ai musulmani di rispettare la vita dei cristiani proponendo un dialogo con essi. E politicamente è andato a pregare nella moschea blu di Costantinopoli. TUTTO SBAGLIATO. Si è dovuto togliere anche lui le scarpe per pregare quale Dio? Certamente non ha potuto pregare Allah. Anche perché Allah esclude la trinità, sinonimo di politeismo e di bestemmia per quel pazzo analfabeta di Maometto. Avrà pregato certamente il Dio cristiano. E come mai i musulmani hanno permesso al papa di pregare da eretico? O il papa ha pregato un simbiosi di Dio cristiano e di Allah tanto per non scontentare i musulmani? Credo sia da escludere. Tutta politica e niente religione. Religiosamente avrebbe dovuto evitare di mettere i piedi dentro una moschea. Politicamente vi è entrato. Ha seguito l'esempio politico dei suoi due predecessori: Giovanni Paolo II entrò nella moschea di Damasco e Benedetto XVI nella moschea blu di Costantinopili. Religiosamente, e non politicamente, avrebbe dovuto dire: voi musulmani ignorateci e noi ignoreremo voi. Ognuno predichi liberamente il suo Dio secondo la propria fede senza rompere i coglioni agli altri. Allora si arriverebbe, non alla tolleranza religiosa, ma all'indifferenza religiosa degli uni nei confronti degli altri, che sarebbe la maggiore conquista nel rapporto tra religioni. In questo modo si salverebbero capra e cavoli. Infatti il dialogo interreligioso porta al relativismo e alla rinuncia da ambo le parti ad una verità assoluta, mentre l'ignorarsi reciprocamente salverebbe, ma pacificamente, la pretesa di ogni religione di rappresentare la verità assoluta. E poi si vedrà nell'aldilà, se si vedrà un aldilà, chi abbia ragione.
Di certo so che un aldilà privo dei miei grandi affetti che furono i gatti e i cani mi sarebbe insopportabile. Ma se sono immortali i cani e i gatti perché non dovrebbero essere immortali anche tutte le altre forme di vita data l'evoluzione biologica da una comune origine di tutte le forme divita? E i poveri animali, i più sfortunati, che sono stati uccisi per finire cadaveri sulle mense degli uomini? Forse che questi non dovrebbero essere ripagati delle loro sofferenze in un aldilà? Senza di essi l'aldilà sarebbe profondamente ingiusto. Ma allora dovrebbero essere immortali anche tutti gli insetti, compresi pulci, pidocchi, zecche, zanzare, etc. E i pesci in quali acque nell'aldilà sopravvivrebbero? In un uno spazio senza acque? Se sì diventano anch'essi puro spirito? A questa conseguenza il papa non ha accennato. Eppure egli ha accennato ad un famoso passo della Lettera ai Romani di S. Paolo ove si accenna all'immortalità di tutti gli animali. E si sa che Paolo è il vero fondatore del cristianesimo. Passo che sempre è stato ignorato dalla Chiesa ufficiale, che ha negato l'immortalità alle anime degli animali non umani. Si pensi che Pio IX aveva proibito (prima della scomparsa Stato temporale della Chiesa nel 1870) che si costituisse in Roma un'associazione a protezione degli animali perché aveva paura che la gente pensasse che anch'essi avessero un'anima immortale. Per reazione Garibaldi chiamò il suo cavallo preferito Pio IX per il gusto di poter dire che andava a cavallo di Pio IX.
Io ho citato il passo di S. Paolo nel mio Addio a Dio. Ho scritto al riguardo:
"Non si può tuttavia, tacere della bellezza di un passo (8, 21) - di per sé incomprensibile nell'economia del contesto della Lettera ai Romani, incentrata unicamente sull'escatologia umana - in cui tutte le creature, non solo l'uomo, 'saranno liberate dalla schiavitù della corruzione (umana) per ottenere la libertà propria dei figli di Dio'. Esse, contaminate 'dall'insulsaggine peccatrice dell'uomo', sarebbero così restituite alla loro essenzialità, ripagate di tutte le sofferenze causate dallo stato di sottomissione forzata, così da estendere la salvezza al mondo infraumano".
Da notare che questo stesso passo, di per sé ambiguo, è stato interpretato come testimonianza sicura dell'immortalità dell'anima degli animali non umani da parte di un teologo cattolico che ha curato l'ottima edizione critica e storica della Lettera ai Romani . Vedi Lettere ai Galati e ai Romani (Introduzione, versione e note a cura di Ugo Vanni, ed. San Paolo 2003, I ed. 1967). E la Lettera ai Romani fu considerata da Lutero il documento fondativo del cristianesimo.
Le
rivelazioni di Papa Francesco:
Giordano contro Papa Francesco:
Di certo so che un aldilà privo dei miei grandi affetti che furono i gatti e i cani mi sarebbe insopportabile. Ma se sono immortali i cani e i gatti perché non dovrebbero essere immortali anche tutte le altre forme di vita data l'evoluzione biologica da una comune origine di tutte le forme divita? E i poveri animali, i più sfortunati, che sono stati uccisi per finire cadaveri sulle mense degli uomini? Forse che questi non dovrebbero essere ripagati delle loro sofferenze in un aldilà? Senza di essi l'aldilà sarebbe profondamente ingiusto. Ma allora dovrebbero essere immortali anche tutti gli insetti, compresi pulci, pidocchi, zecche, zanzare, etc. E i pesci in quali acque nell'aldilà sopravvivrebbero? In un uno spazio senza acque? Se sì diventano anch'essi puro spirito? A questa conseguenza il papa non ha accennato. Eppure egli ha accennato ad un famoso passo della Lettera ai Romani di S. Paolo ove si accenna all'immortalità di tutti gli animali. E si sa che Paolo è il vero fondatore del cristianesimo. Passo che sempre è stato ignorato dalla Chiesa ufficiale, che ha negato l'immortalità alle anime degli animali non umani. Si pensi che Pio IX aveva proibito (prima della scomparsa Stato temporale della Chiesa nel 1870) che si costituisse in Roma un'associazione a protezione degli animali perché aveva paura che la gente pensasse che anch'essi avessero un'anima immortale. Per reazione Garibaldi chiamò il suo cavallo preferito Pio IX per il gusto di poter dire che andava a cavallo di Pio IX.
Io ho citato il passo di S. Paolo nel mio Addio a Dio. Ho scritto al riguardo:
"Non si può tuttavia, tacere della bellezza di un passo (8, 21) - di per sé incomprensibile nell'economia del contesto della Lettera ai Romani, incentrata unicamente sull'escatologia umana - in cui tutte le creature, non solo l'uomo, 'saranno liberate dalla schiavitù della corruzione (umana) per ottenere la libertà propria dei figli di Dio'. Esse, contaminate 'dall'insulsaggine peccatrice dell'uomo', sarebbero così restituite alla loro essenzialità, ripagate di tutte le sofferenze causate dallo stato di sottomissione forzata, così da estendere la salvezza al mondo infraumano".
Da notare che questo stesso passo, di per sé ambiguo, è stato interpretato come testimonianza sicura dell'immortalità dell'anima degli animali non umani da parte di un teologo cattolico che ha curato l'ottima edizione critica e storica della Lettera ai Romani . Vedi Lettere ai Galati e ai Romani (Introduzione, versione e note a cura di Ugo Vanni, ed. San Paolo 2003, I ed. 1967). E la Lettera ai Romani fu considerata da Lutero il documento fondativo del cristianesimo.
Il Papa: ci troveremo tutti in Paradiso, anche gli animali ...
www.liberoquotidiano.it/news/italia/.../Il-Papa--ci-troveremo-tutti.html
3 giorni fa - Ma cos'è il Paradiso? Come è fatto l'aldilà? Sono domande umane, antiche, a cui Papa Francesco dà una risposta. E lo fa davanti ai fedeli in ...
11 commenti:
Caro prof. Melis,
lei è sempre divertente e i suoi pezzi me li gusto. Però deve ammettere che è troppo facile fare dell'ironia sia sulla religione che sul papa attuale. Pensi un po' cosa Le avrebbero fatto se avesse pubblicato questo pezzo al tempo di Galileo (cioè l'altro ieri, appena quattro secoli fa).
Il dialogo tra cristianesimo e islam? Potrebbe servire al papa e al cristianesimo per rimetterci la museruola. Non si lamentano i cristiani delle offese alla loro fede mentre nessuno oserebbe fare altrettanto col Corano dei tagliagole? Una sana e bella alleanza fra questi pazzi potrebbe indurci a non scherzare troppo sulle cose sacre. L'islam ha ormai messo piede in Europa e in Italia ed è destinato a diffondersi. Negare l'esistenza di Dio, anche da parte di un non musulmano, potrebbe scatenare le ire degli islamici ... Chi nega Dio nega anche Allah e il profeta ,,.
Intanto questo bonaccione di papa (ma non dimentichiamo che è un gesuita) è stato accolto con tutti gli onori a Strasburgo dove ha fatto il suo bel discorsetto in italiano (aprite i cuori e le porte agli immigrati ...). La domanda è: perché questo papa piace tanto agli atei nostrani (detti atei devoti) e a quelli europei (Barroso & C.)? Immagino perché riconoscono al papa e alla religione ancora una funzione importante: è un punto di riferimento, può servire ancora a tenere a freno le masse nei tempi difficili che si prospettano. La religione serve ancora.
Fra parentesi: secondo la dottrina il corpo incorrotto e trasfigurato dei beati non è più sottoposto alle necessità naturali. Ma che razza di corpo sarà? Avrà ancora un sistema cardiocircolatorio, il fegato, l'intestino e tutto il resto? Ma ci sarà ossigeno per respirare in paradiso? E l'anidride carbonica espirata dove va? Ci vorrebbe il Suo Ravasi per spiegarci queste cose a noi increduli e impertinenti. E immagino lo farebbe da par suo facendoci fare la figura dei cretini, a digiuno di teologia ed esegesi.
Gentile Prof. Melis,
ancora una volta credo di comprendere le sue obiezioni ad un concetto forse un po’ troppo banale di eternità. Anche se credo che si tratta di un concetto che merita riflessioni un po’ meno riduzionistiche e più contemplative.
Ma ammetto che non è questa la strada che le interessa. E ne rispetto le esigenze!
Mi permetto, molto modestamente, di suggerirle che forse una via di possibile soluzione potrebbero essere le considerazioni di Miguel de Unamuno (ne’ El sentido tragico de la vida). Dove egli parla, a proposito della prospettiva religiosa escatologica, di un “edonico trascendentale” che è addirittura “economico”. E quindi permette di recuperare all’eternità non poco del piacere proprio del sensibile. Parla inoltre dell’eternità come di una realtà dove appunto la sete di Dio non si spegne mai, e pertanto, proprio nella beatitudine, la ricerca in effetti continua.
Prenderei in considerazione anche il concetto di “corporalità spirituale”, che effettivamente fu molto più pieno nei Padri greci che non in quelli latini, con la conseguenza di un’eternità in cui la corporalità è ben lungi dall’essere disprezzata
Va però anche considerato che quello della “ricerca” è un concetto un po’ troppo unilateralmente filosofico, nel senso di un eros della conoscenza che si limita ad un’ascesa puramente teoretica (Hadot), e quindi mai ascesi. A mio avviso i filosofi neoplatonici (tra i quali, a metà strada tra i due poli plotiniano e procliano, porrei come molto significativo Giamblico) si posero fortemente questo problema e cercarono di pensare appunto una vera e propria ascesi filosofica, sebbene con tutte le limitazioni imposte dalla sobrietà (affatto da disprezzare) di un pensiero non cristiano e quindi non militante.
Spero mi consenta (senza reciproco rancore per il passato ‒ ammetto di aver esagerato anch’io!) questo piccolo contributo. Senza alcuna pretesa però da parte mia di sminuire le sue considerazioni
Saluti
Nuzzo
Ho allungato l'articolo riguardo all'ingresso di questo papa nella moschea. E' un ridicolo paradosso. Ma vi è l'altra faccia della medaglia. Il suo ingresso nella moschea potrebbe essere interpretato come una vittoria del Dio cristiano su Allah se il papa ha pregato il Dio cristiano. Non vi è infatti entrato come turista. Perciò la museruola il papa l'avrebbe messa teologicamente ad Allah, ma nessuno è stato abbastanza intelligente da accorgersene.
La teologia è la più bella espressione di immaginazione allo sbaraglio. Nemmeno Ravasi potrebbe rispondere alle mie obiezioni. Persino S. Tomaso evitò nella Summa theologiae certi paradossi tacendone.
Poi ci si mettono anche dei filosofi avanzando la pretesa di sapere quale sia lo stato dell'anima beata nell'eternità. L'ascesa fisolofica di Plotino avviene sulla Terra. Ma dopo l'ascesa non si ascende più. Che resta da fare? Boh! D'altronde, che faceva Dio prima di creare il mondo? Si grattava le palle per la noia? Nel neoplatonismo Dio ha almeno una correlazione eterna con la materia non creata perché coeterna con lui. Ciò ha un minimo di senso logico perché rappresenta dall'eternità il principio logico da cui deriva il mondo. Questa è la sua funzione. Inoltre per il neoplatonismo (come per Pitagora-Platone) esiste la reincarnazione. Questo rinforza l'immagine di un circolo eterno tra l'UNO (Dio) e il mondo. E le anime per i neoplatonici sono anch'esse eterne, sottoposte a cicli di reincarnazione (per Platone ogni ogni ciclo dura 1000 anni). Dopo di che l'anima si reincarna, anche in un animale inferiore se dovrà subire una punizione. E quel è l'animale immediatamente inferiore all'uomo secondo Platone? Ponevo spesso questa domanda agli studenti. Tutti sbagliavano. Rimanevano sorpresi quando alla fine aggiungevo: la donna.
Se ho ben capito Dio è «puro spirito» (ma credo che non si sappia cosa sia un puro spirito, forse che non è soggetto alla trasformazione e corruzione come la materia creata). Ma non è solo puro spirito (?), è anche «perfetto» (così dicono i teologi) con i vari attributi (onniscienza, onnipotenza, massima bontà). In quanto tale questo essere perfetto non ha bisogno di nulla (è chiaro, se no non sarebbe perfetto, gli mancherebbe qualcosa, si trasformerebbe). Ed è con ciò, logicamente, fuori del tempo. Al tempo sono soggetti la creatura, il mondo. L'essere perfetto (?) dunque non si annoiava e non si grattava le palle. E allora perché ha creato questa valle di lacrime? "Bonum est effusivum sui" - per amore! Per sovrabbondanza di cuore (cuore non inteso come il nostro, un muscolo, ma in senso figurato ovviamente). Dio ci ama alla follia come sue creature, a condizione però che non facciamo cattivo uso della libertà che pur ci ha concessa (e che ce l'ha data a fare se non possiamo farne uso, se si incazza se la usiamo?). Ma può l'essere perfetto «incazzarsi»? Evidentemente no. E allora perché ha creato anche l'inferno per tormentare in eterno i ribelli, le formichine umane? Mistero! Che Cacciari però ha svelato adombrando il dubbio che il Male sia nello stesso Dio. Insomma, Sommo Bene e Sommo male!
Alla larga da certi filosofi!
Io trovo il Giudizio Universale della Sistina orrendo, mi fa schifo! Alla faccia del Dio buono e misericordioso.
MI viene in mente Schelling che nella tarda maturità (dopo la morte di Hegel, da cui era stato oscurato)
scrisse (Filosofia della rivelazione) che Dio, pur trascendente (al contrario del Dio hegeliano) ha un fondo oscuro che è la natura. Dunque Dio non può esistere se non in quanto anche origine del male che è la natura. Una lotta tra il bene e il male portata dentro la stessa sostanza divina. La solita fantasia filosofica. Tanto vale togliere il cappello metafisico del Dio trascendente e lasciare la natura a se stessa, che è al di là del bene e del male. Ogni giudizio è morale sulla natura è puramente antropomorfico.
Mi sia consentita un’osservazione (ammesso che venga pubblicata dal Prof). Che è poi una domanda.
Nonostante il vostro grande e lodevolissimo dispiego di intelligenza, acume e cultura, cosa combattete a fare contro Dio? Siete perdenti in partenza. Non lo sapete?
E gli esempi sono proprio filosofici : Agostino, Pascal, Edith Stein, Simone Weil, Adolph Reinach, Jean Hering…Lo stesso Husserl. Alla fine viene sempre il “surrender”
Il Dio vivo salva. Non uccide. Per questo muore ogni giorno con noi, mentre ci da la vita.
E ridete pure! Devo proprio dire che “il riso abbonda, etc…..!”
Uno di voi mi definì “un pazzo”. Mi va benissimo, secondo Tertulliano : credo quia absurdum.
Saluti a tutti
Nuzzo
Caro Nuzzo
vedo che lei è diventato un assiduo lettore del mio blog e la ringrazio. Evidentemente vi trova qualcosa di interessante. Perché ce l'ho con le religioni? Perché tutte pretendono di offrire una verità e non si accorgono che la stessa molteplicità delle religioni testimonia che esse non offrono alcuna verità perché la verità è una e non molteplice.
Nel mio caso poi io ce l'ho con le religioni perché sono tutte antropocentriche e se ne fregano della vita degli animali non umani. Io vegetariano non posso avere rispetto per una religione che non considera nemmeno peccato la crudeltà verso gli animali. Sotto questo aspetto le religioni sono peggio di Hitler, che era vegetariano. Il papa dei 7 milioni di vegetariani in Italia se ne frega. E io non posso pertanto attribuirgli alcuna autorità morale. Io sono migliore di lui. Il Natale e la Pasqua sono feste di sangue e il papa ne è corresponsabile nel suo silenzio. Agostino (Confessioni) godeva dello spettacolo di sofferenza degli animali. Pascal faceva parte delle anime "pie" dell'Abbazia di Port Royal dove ci si divertiva a crocifiggere dei cani su tavole di legno per vivisezionarli ed assistere alla circolazione del sangue. E questi due individui avrebbero qualcosa da insegnarmi? Ma per carità! Se i credenti hanno la libertà di fare propaganda altrettanta libertà debbono avere gli atei agnostici. Si tenga la fede per sé senza avere la pretesa di fare proselitismo. Io mi limito a rilevare le contraddizioni di ogni religione e l'inutilità di ogni forma di proselitismo. Chi la fede non ce l'ha non se la può dare (parafrasando don Abbondio). Che fine faranno secondo i cristiani quelli che credono in altre religioni? Tanto vale non credere in alcuna. Se esistesse un Dio giusto prima di tutto non avrebbe creato una natura così mal fatta e in secondo luogo si accontenterebbe del rispetto della legge naturale da cui discende il diritto naturale con la norma nemimen laedere. D'altronde s.Paolo scrisse che anche i pagani si sarebbero salvati se avessero rispettato la legge naturale. Ma allora a che serviva il suo proselitismo? Ecco un'altra contraddizione. Lei si salvi l'anima come crede, mentre io me la salverò in altro modo, anche migliore non credendo. Ho spiegato tutto ciò nel mio breve libro Addio a Dio. Per dimostrare, sulla base di una rigorosa lettura delle Epistole di Paolo e dei successivi vangeli che hanno più meriti di fronte a Dio (ammesso che esista) gli atei che rispettino la norma neminem laedere (non fare del male ad alcuno). Infatti si astengono dal male disinteressatamente, non opportunisticamente per salvarsi l'anima. Ciò mi basta.
Caro Nuzzo,
non combattiamo contro Dio - che è per definizione absconditus - dunque, inaccessibile, incomprensibile ecc. ecc. Ma combattiamo piuttosto contro certa gente che si pretende depositaria e interprete della "verità rivelata". Ma non si limita all'interpretazione, vuole imporla a tutti, anche con la violenza estrema (fisica e psicologica). Il progresso ha spuntato gli artigli del cristianesimo, l'islam invece commette ancora efferatezze che ci fanno inorridire. Sempre in nome del fantomatico Dio. "Il Dio vivo salva, non uccide." Basta leggere la Bibbia per sapere come pensa e agisce il Dio degli eserciti.
Quanto al fatto poi che alcuni "grossi personaggi" abbiano creduto (ma alcuni di quelli che Lei cita - Agostino, Pascal - mi fanno cadere le braccia) se ne possono citare altrettanti, anzi molti di più. Oggi la maggior parte dei fisici e degli scienziati "seri" non crede nelle storielle dei Vangeli.
Caro Prof. Melis, sono io che la ringrazio, e lo dico in tutta sincerità. La sorprenderà, ma comprendo (ed in alcuni punti perfino condivido) lo spirito della sua presa di posizione. Comunque ne riconosco la perfetta buona fede ed anche nobiltà.
Constato che lei è davvero una brava persona!
Se me lo consente, risponderò poi più articolatamente a ciò che scrive. Le dirò che sono anch'io molto diffidente verso diverse posizioni ufficiali della Chiesa cattolica. Intanto sarei veramente lieto di leggere il suo libro. Come posso fare?
Un saluto
Nuzzo
Non ho voglia di fare la fila alla posta. Può ordinare il libro (soli 13 euro) in libreria o tramite IBS. Può scrivere su Google: Zona editore pietro melis addio a dio. Le apparirà tra gli altri link questo:
Addio a Dio. Dialogo con Dio chiedente perdono
www.zonacontemporanea.it/addioadio.htm
ADDIO A DIO di Pietro Melis. ADDIO A DIO. DIALOGO CON DIO ... romanzo di Pietro Melis ZONA 2012 pp. ... Pietro Melis Già professore di storia della filosofia ..
Erroneamente è stato scritto che si tratta di un romanzo. Ha una lunga introduzione filosofica che prende in esame soprattutto Hume, Kant, Wittgenstein e Max Weber. Nello stesso link potrà leggere il trailer pubblicato dall'editore ZONA.
Scrivendo su Google zona editore pietro melis addio a dio le apparirà anche un altro link che comprende una lunga intervista fattami da un recensore.
Intervista a Pietro Melis autore di Addio a dio
www.recensionilibri.org/.../intervista-a-pietro-melis-autore-di-addio-a-di...
27 apr 2013 - Scopri l'intervista esclusiva a Pietro Melis, autore di Addio a dio. ... Ed egli le ricava da quella zona “di scelte di fondo oscure”, per cui non è in ..
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