giovedì 15 ottobre 2015

PERCHE' MOLTI FILOSOFI GRECI FURONO ASSSAI MIGLIORI DI GESU'

Nell'Università di Cagliari (Facoltà di Lettere e Filosofia, corso di laurea in filosofia) diedi l'esame di storia della filosofia antica con la grande studiosa Margherita Isnardi Parente. Riporto un suo articolo saggio (postumo) da cui si deduce che la storia occidentale sarebbe stata assai migliore se sul cristianesimo fosse prevalso il pensiero di filosofi neoplatonici quali Plutarco, Plotino, Porfirio. Aggiungo da parte mia che sarebbe stato assai migliore se S. Paolo, invece di cercare di convertire Apollonio di Tiana (non citato dalla Isnardi), si fosse fatto convertire da lui. Non avremmo avuto la nefasta concezione biblica del mondo creato per l'uomo e non anche per tutti gli esseri viventi.   

 Persino un cristiano come Eusebio poteva conservare in una sua opera (Preparazione evangelica, IV, 13) il pensiero di Apollonio in questi termini: “Io credo che si osservi il culto conveniente alla divinità…se al Dio che diciamo Primo e che è l’Uno e separato da tutte le cose e che dobbiamo riconoscere superiore a tutti gli altri  non si immolino vittime, non si accendano lampade, non si consacri alcuna delle cose sensibili. Dio non ha bisogno di alcuna cosa…Con lui adopera solo la parola migliore, cioè quella che non esce dalle labbra, e da lui, che è il migliore degli esseri, invoca i beni mediante ciò che in noi v’è di migliore: l’intelletto, che non ha bisogno di alcun organo”. In una lettera (26) delle molte apogrife si legge: “Se gli dèi non hanno bisogno di vittime, che si dovrà fare per avere i loro favori? Credo si debba aver l’animo ben disposto a beneficiare gli uomini per quanto è possibile, secondo i loro meriti”. Apollonio passò alla posterità con la definizione di “Cristo pagano”. Il che sarebbe da ritenersi una grave offesa per Apollonio, non per il Cristo di S. Paolo. Giustamente, infatti, Porfirio oppose la figura di Apollonio a quella di Cristo, ritenendo che Apollonio fosse il vero salvatore. Se si riflette sul fatto che Gesù era un ebreo che non aveva preso mai le distanze dalla Torah, che egli pretendeva, al contrario, di avere completato, si può dire che nessuna vera salvazione poteva venire all’umanità dalla religione ebraica, scuola di macelleria, che portò a ritenere, tramite il cristianesimo, che il Figlio di Dio dovesse essere macellato in croce per redimere l’umanità. Fu il neoplatonismo a salvare in parte il cristianesimo dalla maledizione della Torah, del dio ebraico che maledice e che sparge sangue. 
05 mar 2012 - Margherita Isnardi Parente, Le radici greche di una filosofia non ... quindi a contrapporsi ad una concezione antropocentrica della provvidenza.

1 commento:

Sergio ha detto...

Ho riaperto l'altro giorno i Vangeli nella traduzione molto particolare di Tommaseo. Ma sono stato costretto a richiudere subito il libro, non per il linguaggio di Tommaseo, ma per la banalità delle parole di Gesù. Certo anche lui ogni tanto ci azzeccava, diceva cioè qualcosa di sensato o persino intelligente. Ma spesso dice cose nient'affatto straordinarie, anzi francamente strane, anzi inaccettabili (sono venuto a portare la spada; chi non lascia padre e madre e fratelli non è degno di me ecc. ecc.). E quest'uomo era il figlio di Dio (in senso stretto perché anche noi siamo o saremmo sue creature), anzi Dio stesso? Ma dài! Se è mai esistito (più sì che no), era il don Chisciotte di quei tempi. Don Chisciotte impazzì per aver letto troppi libri di cavalleria, Gesù anche lui era fuori di testa per aver letto troppo il Vecchio Testamento. Ma si sa che anche i folli ogni tanto ci azzeccano. Il buffone del re dice a volte cose scomode, la verità, ma ha licenza di dirla perché è appunto un buffone da non prendere troppo sul serio, deve solo divertire.
Se si leggono i vangeli, non in ginocchio e prendendo per oro colato ogni parola o gesto di Cristo, ma criticamente, be' non si può non essere spesso delusi o indifferenti. Ma tante generazioni hanno pensato - e molti ancora pensano - che il vangelo sia la parola di Dio. Sulla Lettera ai Romani di San Paolo sono stati scritti tanti commenti da riempire biblioteche intere. Ma se si legge con un certo distacco, non in ginocchio, be' la delusione è grande. Il fatto è che l'umanità era fissata sui testi sacri non meno che gli islamici sul loro Corano "increato". Ancora S. Tommano nel XIII secolo dice: non si può dubitare che la bibbia sia la parola di Dio! È chiaro, perché se s'insinua il dubbio le sue Somme non valgono una cicca! La logica di S. Tommaso è stringente, ammirevole, ma poggia sul nulla, sulla presunzione che quei libri antichi e i vangeli siano sacri perché contengono la parola di Dio. Sono libri "ispirati".