martedì 16 febbraio 2016

MALEDETTO ART. 67 DELLA COSTITUZIONE

Esso recita: "Ogni membro del parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato". 
E' possibile che quei deficienti della Costituente non abbiano previsto che in questo modo si cadeva in una cotraddizione? Chi viene eletto passa attraverso le candidature di un partito. Inoltre viene eletto in un territorio (collegio elettorale). Dunque non può rappresentare la Nazione. Al massimo può rappresentare il suo territorio. Ogni eletto rappresenta un partito e e il suo territorio, non la Nazione. Se poi l'eletto passa da un partito all'altro tradisce l'elettore e dunque la sua volontà. Uno vota a destra e poi si vede portare il suo voto a sinistra e viceversa. Ma quasi sempre è capitato che i transfughi provengano da destra (chiamamola così anche se non esiste una vera destra, come non esiste nemmeno una vera sinistra, se per destra si intende una destra sociale, che rappresenterebbe meglio la sinistra, che invece è liberista e antioperaia).  Grillo ha imposto una multa di 150.000 euro per quelli di 5 Stelle che tradiscano il movimento passando ad altro partito. Multa buffonesca perché non applicabile. Infatti è in contrasto con lo stesso art. 67, che permette il fenomeno dei transfughi. E allora quale soluzione? La soluzione dovrebbe essere l'abolizione dell'art. 67 in modo che nessuno possa più tradire l'elettore facendosi traditore del partito per andare a costituire una maggioranza fasulla. Questo sgoverno si regge unicamente sui transfughi. Ben 176 su 630 nella Camera e 166 su 315 nel Senato (ancora più scandaloso). Transfughi che si inventano durante la legislatura dei partitini che non hanno prima affrontato le elezioni. In questo modo l'esagitato delinquente a capo dello sgoverno si regge su una lunga fila di traditori. A cominciare dal lurido Alfano e dai suoi seguaci, dati al 2%. In subordine vi sarebbe il sistema del recall o elezione di richiamo, con revoca dell'eletto con referendum popolare. Chi tradisce il voto dell'elettore può essere richiamato e dichiarato decaduto con voto popolare.  Ma, a parte il fatto che si dovrebbe fare un costoso referendum per ogni traditore, è evidente che gli elettori del partito entro cui è entrato il traditore sarebbero disposti a votare per il traditore. Dunque questa soluzione rimane teorica e costosa.  Bisogna riformare l'art. 67 includendo il vincolo di mandato. Ma allora ogni eletto diventerebbe solo una marionetta del partito che lo ha eletto? NO. Ogni partito deve presentarsi alle elezioni con un programma ben definto e dettagliato. Chi lo approva è tenuto a rispettarlo. Chi non lo rispetta deve essere dichiarato per legge decaduto dal mandato parlamentare. La libertà di voto rimane per tutte le questioni che non facciano parte del programma del partito. Finirebbe finalmente questo sconcio di governi fasulli fondati su maggioranze costituite con l'apporto dei traditori.      Fatte queste considerazioni a quale partito potrei dare il voto? A nessuno. Ho smesso di votare dal 1994.  Nelle ultime votazioni mi sono presentato al seggio elettorale per essere iscritto nel registro e poi ho rifiutato le schede. A questo punto il presidente del seggio è costretto a mettere a verbale il motivo del rifiuto del voto. Lo si sappia. Il non andare a votare per protesta serve a nulla. Esiste una alternativa al non voto pur non votando. Rifiutare le schede in modo da esprimere attivamente e non passivamente il rifiuto di dare un voto. Ma a questo punto bisogna aggiungere che bisogna modificare la Costituzione anche per introdurre il referendum propositivo (e non più soltanto abrogativo) di una legge di iniziativa popolare per introdurre quella democrazia diretta quale fu intesa da Rousseau nel Contratto sociale, dove si condanna la democrazia rappresentativa, che per Rousseau è una spoliazione della volontà popolare. Aggiungo che non dovrebbe essere garantito in ogni caso il numero delle poltrone indipendentemente dal numero dei non votanti. Anche il non voto (e a maggior ragione il rifiuto del voto) è una manifestazione di voto. Un voto contro tutti. Il numero degli eletti dovrebbe essere diminuito in proporzione al numero dei non votanti, fatta salva una soglia fisiologica del 15-20% dei non votanti. In questo modo sarebbe tolta da sotto il culo la poltrona a molti parassiti della politica, gente che nella vita non ha avuto mai alcun mestiere.      

2 commenti:

Anonimo ha detto...

E' proprio per non avere un padrone e un parlamento di servi (come in USA, servi delle Lobby), che esiste quell'articolo.
E' proprio per non avere un altro Mussolini, che esiste quell'articolo.
La democrazia del popolo e' una cacata che fin dagli antichi greci e' stata scartata.

Pietro Melis ha detto...

Nell'antica Atene un eletto poteva essere revocato dalla piazza. E si veniva eletti dalla piazza. Comunque, sino al 1940-41 Mussolini ebbe un consenso di massa. Come pure Hitler. Mancava una costituzione liberale che contemperasse principi irrinunciabili (non soggetti alla democraziacioè alla volontà della maggioranza) con la democrazia diretta. Coerentemente la prima parte della Costituzione non avrebbe dovuto essere sottoposta a votazione. Non è la maggioranza di una Costituente che possa dire se io abbia o non il diritto alla libertà d pensiero.