Non poteva iniziare peggio la filosofia moderna. Meglio quella medievale di S. Tomaso che era cosmocentrica e non antropocentrica, pur entro un sistema astronomico ancora geocentrico. Con la filosofia moderna il diritto naturale diventa diritto della ragione. E poiché gli animali non umani sono privi della ragione umana essi non hanno nemmeno alcun diritto naturale. Come se la natura vivente fosse solo quella dell'uomo. E ciò nonostante la rivoluzione astronomica che aveva decentrato la Terra e perciò anche l'uomo, che non si trovava più al centro dell'universo finito quale era ancora quello medievale, ereditato dall'astronomia antica di Eudosso di Cnido (IV sec. a.C.) e poi ancora di Tolomeo (II sec. d.C.) con la sua teoria degli epicicli. Nemmeno nel '700, quando con i materialisti francesi (soprattutto con Diderot) si capì che unica era l'origine di tutte le forme di vita, si riconobbe coerentemente che, se esiste il diritto naturale, esso riguarda tutte le forme di vita. Il diritto naturale di uno ha come limite il diritto naturale dell'altro, come nella catena preda-predatore. L'uomo è peggio di ogni predatore,che non uccide mai per crudeltà ma per motivi di sopravvivenza. Il predatore non alleva le sue prede. Solo l'uomo uccide per crudeltà.
LA VISIONE
DI CARTESIO: L’ANIMALE MACCHINA
Non esistono
uomini così ebeti né stupidi, senza eccettuare nemmeno i dementi, che non siano
capaci di combinare insieme diverse parole e comporre un discorso attraverso il
quale fare intendere le proprie idee; e
al contrario
che non esiste alcun altro animale, per quanto perfetto e felicemente dotato,
che faccia lo stesso.
Ciò non
deriva dalla mancanza di organi, perché si vede che le gazze e i pappagalli
possono pronunciare parole come noi, ossia dimostrando che pensano ciò che
dicono; mentre anche gli uomini che, nati sordomuti,
sono privi come e più delle bestie, degli organi necessari per parlare, sono
abituati ad inventare certi segni con i quali si fanno capire da quelli che,
vivendo ordinariamente con loro, hanno agio di imparare il loro
linguaggio. E questo testimonia non soltanto che le bestie hanno meno ragione
degli uomini, ma che non ne hanno affatto.
Cartesio
Per
Descartes l’uomo è l’interazione tra il fisico e lo psichico. Ma indovinate da
dove origina questa interazione? Ma dalla ghiandola pineale ... bellezza! Lì
risiede l’anima. Con l’interazione il burattino-corpo di
Cartesio si attiva e si agita (anche troppo). Pascal dirà, in seguito, che meno
si agita e meglio è.
Ma per gli
animali funziona la ghiandola pineale? Ma certo che no... gli
animali non hanno né una coscienza, né un’anima. Sono degli automi fatti di
nervi e carne. Per questo genio francese osannato per il cogito ergo
sum (che la scienza più tardi polverizzerà) “les animaux sont machines”, però
superiori agli automi in voga in quell’ epoca. Quelli che Salvatores descrive
nel film “La Migliore Offerta”. Creature di metallo costruiti con molle,
cinghie, cingoli, viti, chiodi, borchie, bulloni, marchingegni e diavolerie
varie.
Insomma gli
animali sono automi creati da un Dio un po’ burlone ma sono superiori a quelli
costruiti in Metallo . Merci monsieur Descartes! Se fai a pezzi un cucciolo non
ti preoccupare i guaiti sono reazioni dei marchingegni
interiori. Molle, cinghie, cingoli, viti, chiodi, borchie, bulloni,
marchingegni e diavolerie varie ma fatte di nervi e carne e inventate dal
benigno creatore. Quindi procedi con tutti gli orrori perché gli animali non
provano dolore come noi.
Vivisezione?
E perché no?... non sentono niente! Caccia? Un passatempo sublime come ci
insegna San Francesco di Sales. Nell’Illuminismo conta solo l’uomo.
L’Illuminismo è un tripudio antropocentrico. Non più
geocentrico ma ancora antropocentrico. Con l’anima nella ghiandola pineale
siamo il centro di tutto. La misura di ogni cosa. Per il filosofo francese le cose
che riguardano l’anima e il pensiero sono “cose pensanti”
quelle che riguardano la vile materia -che include il nostro corpo -sono “cose
estese” (povera materia... fa tenerezza, è bistrattata da tutti) E c’è un
abisso tra di loro. Il nostro corpo è una macchina,l’anima è
spirito. E le due cose sono inesorabilmente distinte. La panzana della
ghiandola pineale se le bevvero in molti.
Ma la
visione di Cartesio era già stato un superamento di quelle anteriori. La
filosofia, senza l’aiuto di una scienza valida,
barcollava verso mezze verità. Con l’avvento dell’Illuminismo sembrava che
fosse venuto il tempo per consegnare Tommaso d’Aquino nell’avita soffitta tra
gli antichi balocchi e le seggiole a dondolo tarlate. Ma non fu mai così.
Tommasone resistette e resiste tuttora a tempeste e a capovolgimenti filosofici
e climatici. Magari i suoi pianeti guidati da puri spiriti, i tre cieli, e i
quattro elementi che compongono i corpi sono stati messi in cantina, ma
nonostante l’ordine del suo mondo sia collassato e tutta l’architettura geocentrica
sia andata a farsi benedire, il suo antropocentrismo teologico ha retto e
regge. Quello è inossidabile tra le schiere dei fedeli. Non si tocca.
L’immagine
del mondo medievale andò in frantumi. Copernico, Galileo, Kepler e altri la
distrussero.
Entrarono
nel negozio di ceramiche e, come potenti elefanti, polverizzarono le
cianfrusaglie aristoteliche.
Ma c’è gente
che persiste nell’errore e resta imperturbabilmente antropocentrica. Resta
dell’idea che l’uomo è il centro di tutto. Il che è pura hybris. E questa
contorta visione del mondo ha prodotto fiumi di sangue. Ha lacerato il non
umano. Lo ha sbranato come un branco di cani sbrana una lepre.
La verità e
che siamo una specie dominante su un pianeta -pulviscolo
-infinitesimale
perso nell’infinità.
E ogni
specie dominante su un pianeta pulviscolo -infinitesimale si inventa di tutto.
Leggi, religioni, filosofie, arte ... tutto. E ogni specie dominante su un
pianeta pulviscolo -infinitesimale finisce sempre per considerarsi
sublime, come uomini o donne raccapriccianti che si guardano allo specchio e si
trovano incantevoli. Fino a quando qualcosa, come un’estinzione di massa, mette
fine alla tracotanza della specie egemone. Perché di hybris si muore. Periscono
civilizzazioni e specie dominanti, come i dinosauri 62 milioni di
anni fa, e poi scende la notte.
۩
DENIS
DIDEROT
Tutti gli
esseri circolano gli uni negli altri, e per conseguenza tutte le specie ...
tutto è un flusso perpetuo ...Ogni animale
è più o meno uomo; ogni minerale più
o meno pianta; ogni pianta più o meno animale. Non c’è nulla di
perfettamente distinto in natura ... Il nastro di padre Castel ... Sì padre
Castel, il vostro nastro e nient’altro. Ogni cosa è più o meno una qualunque
altra cosa, più o meno terra, più o meno acqua, più o meno fuoco;
più o meno d’un regno o d’un altro ... E la vita?...Un seguito di azioni e
reazioni. Vivo, agisco e muoio, dunque?... No, senza dubbio in questo senso non
muoio, né io né nessuno ... Nascere, vivere e morire è
cambiare di forma ... E che importa, questa o quella forma? Ognuno ha la
felicità e l’infelicità che le è propria. Dall’elefante alla pulce, dalla pulce
alla molecola sensibile vivente, origine del tutto, non un punto dell’intera
natura che non goda e non soffra.
1 commento:
professore,
se gli animali sono dei "robot biologici", allora lo è anche l'uomo.
anche perché fra un po' di anni i robot non saranno più come quelli ai tempi di Descartes, cioè fatti di viti, bulloni e nastri magnetici, ma biologici appunto. miracoli della bioingegneria.
e questo aprirà un nuovo interrogativo : e l'anima ? ma sarà una domanda alla quale non troveremo risposta...
saluti,
marco
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