giovedì 27 luglio 2017

SI E' DOVUTA MUOVERE LA FRANCIA IN LIBIA AVENDO L'ITALIA UNO SGOVERNO DI INCAPACI, BUONISTI E ACCOGLIENTI

Uno sgoverno che mai è stato capace di prendere un'iniziativa per fare uno sbarramento di fronte alle coste della Libia, non avendo mai voluto riconoscere il governo laico di Tobruk invece di quello fantasma di Tripoli, dove l'ectoplasma di capo del governo fantasma A Serraj ha finalmente capito che senza l'uomo forte di Tobruk, il generale Haftar, non è possibile avere un vero governo della Libia per contrastare la continua invasione dall'Africa. Sarebbe bastato che l'Italia si muovesse da sola senza aspettare la Francia, più interessata al petrolio libico che all'invasione africana dell'Italia. Ora si sta affacciando il progetto dell'inetto conte Gentiloni di chiudere i porti alle navi ONG che non rispettino il controllo da parte delle navi militari italiane. Tutto qui? Se questo fosse l'unico risultato è il caso di dire che la montagna ha partorito un topo.   E infatti vi sono ancora degli scellerati che come unica soluzione vorrebbero che gli invasori africani venissero distribuiti in tutta Europa. Le cifre ufficiali per mantenere questi invasori nullafacenti naturalmente sono sottostimate.

Migranti, al Sarraj a Gentiloni:
"Navi italiane in acque libiche"


Migranti, macigno sul welfare
Curarli ci costa 4 miliardi

Costi folli per l'Italia. In un anno 53mila prestazioni sanitarie. Anche per quelle malattie che sembravano sparite

I paesi anglosassoni hanno politiche migratorie serie





E dobbiamo anche pagare gli invasori per tornarsene a casa loro? Pazzesco! Se siamo nella cacca con questa immigrazione di massa selvaggia dobbiamo ringraziare solo il nostro governo! Un paese sano ha politiche immigratorie sane, che non portano danno al tessuto sociale del paese, ergo ai cittadini autoctoni e regolari. Una immigrazione sana si basa solo sull'entrata nel paese per lavoro quando vi sia reale bisogno di questo. Avessimo avuto politici onesti, avremmo avuto le stesse regole e leggi immigratorie del Canada, dell'Australia, degli USA. In questi paesi ci entri solo con regole ferree per lavoro o per studio, con permessi temporanei o con tutor. La possibilità di rimanere nel paese dipende sempre dall'essere occupato con un lavoro o essere un imprenditore che da' lavoro in primis ai nativi del luogo. L'immigrazione in questi paesi avviene attraverso il filtraggio di liste rilasciate dalle loro ambasciate. Una immigrazione così apporta veramente benessere alla società ospitante e ne aiuta la crescita. Quindi Canada, Australia, Usa pensano a far crescere il loro paese, ergo fanno gli interessi dei loro cittadini, della loro nazione. Al contrario, la politica immigratoria italiana fa gli interessi di certi singoli a discapito del benessere della collettività, ergo della nazione italiana.

Paragoni improponibili

Nemmeno nella rossa Toscana li vogliono in casa

Fonte: La Nazione
       

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