Che debba esistere una unica tassa nella dichiarazione dei redditi mi sembra una cosa esagerata perché va contro il concetto di progressività. Chi guadagna di più deve pagare di più. I fautori della flat tax (chi come Berlusconi la vuole al 25% e chi, come Salvini, addirittura al solo 15%) cioè di una tassa eguale per tutti obiettano che anche con la tassa piatta vi sarebbe progressività perché il 25% (per esempio) di chi guadagna molto è assai superiore al 25% di chi guadagna poco. Ma non è così. Chi guadagna per esempio 100 (numero simbolico) in un mese con la flat tax pagherebbe comunque assai meno in proporzione a chi guadagna 20. La soluzione per fare pagare meno tasse a questo Stato ladro se non anche assassino deve consistere nel rivedere varie fasce di reddito abbassando di molto quelle inferiori senza abbassare di troppo quelle superiori. E il tutto deve essere collegato ad una riforma delle pensioni. Che non debbono più essere calcolate in base al reddito che si percepiva prima dell'andata in pensione ma ponendo, al contrario, un tetto massimo alla pensione, evitando il cumulo delle pensioni e abolendo i vitalizi giacché la politica non deve essere considerata alla stregua di un lavoro a tempo indeterminato. Chi è entrato in politica senza avere avuto prima un mestiere peggio per lui. Quanto ha percepito come parlamentare non deve essere calcolato ai fini della pensione. In questo modo non vi sarebbe una corsa alle poltrone da parte di gente priva di mestiere che poi pretende una pensione sulla base dei contributi versati durante il mandato parlamentare. E comunque un tetto massimo di 5000 euro netti salverebbe lo Stato da molta passività riducendo il debito pubblico. Chi ha goduto di lauti stipendi o comunque di un alto reddito non può pretendere di avere una pensione proporzionata al reddito di cui ha goduto prima della pensione. Doveva provvedere prima ad investire il suo alto reddito anche versando contributi per una pensione privata senza gravare sulla spesa pubblica. Se non l'ha fatto peggio per lui. Una pensione di 5000 euro netti (in attesa che una buona volta fallisca la moneta straniera impostaci dalla Germania con il marco travestito da euro) è sufficiente per condurre una vita dignitosa anche a chi ha avuto una vita da ricco prima dell'andata in pensione, anche se non avesse altri redditi. La questione dunque non sta nell'appiattire la tassa rendendola eguale per tutti ma nel diminuire a tutti le tasse secondo un criterio di proporzionalità perché imprese e commercianti non siano più costretti a lavorare per questo Stato ladrone per la maggior parte dei mesi di ogni anno come se lo Stato fosse socio di maggioranza. Deve diventare socio di minoranza. Solo così si contrasta l'evasione fiscale e si risolleva l'economia distrutta dai partiti delle tasse che oggi più che mai sono quelli del PD e dei suoi fuoriusciti. Che fuoriscano per sempre dal governo. Sanno parlare solo di antifascismo per usarlo come foglia di fico al fine di coprire i loro fallimenti in economia. Vi è una massa di dissennati che ancora vota per questa gentaccia, fautrice dell'invasione, dell'ius soli, e di tutte le altre malefatte che imporrebbero continuando a governare.
Hanno demonizzato l’evasione per nascondere l'oppressione
Testo di Paolo Sensini
Che la fiscalità dello
Stato cannibalizzi il tessuto produttivo è cosa nota, ma sentirlo
testimoniare dalla viva voce dei gestori di una locanda
enogastronomica romagnola è raggelante. Il mantra sul "cancro
dell'evasione" ha fatto breccia sul proprietario, il quale aveva
deciso fin dall'inizio della sua avventura imprenditoriale di non
evadere neppure un centesimo dei suoi guadagni. E così ha fatto. Ma
pur essendo il locale sempre pieno e frequentato, non solo è mai
riuscito a pareggiare i conti, ma ci sta rimettendo i soldi del
suo patrimonio personale per poter tirare avanti e pagare le tasse.
Tra Guardia di Finanza, SIAE, oneri comunali e continue vessazioni
burocratico-sanitarie, in pratica gli viene prelevato oltre il 100%
delle sue entrate. Ed è evidente che il salasso non potrà durare a
lungo. L'impietosa fotografia della situazione è dunque questa: uno
Stato che succhia a più non posso il sangue dei sudditi-produttori,
i quali tra non molto stramazzeranno al suolo privi di vita. Ma la
cosa più triste e avvilente è che, nonostante le prede siano
consapevoli del cupo destino che li attende, si offrano ai loro
carnefici nella più totale rassegnazione.
Lo Stato ti dice chi è il cattivo da odiare
Testo di Andrea Sperelli
La telenovela continua.
E allora ve la dico schiettamente: siete proprio una massa di
coglioni per lasciarvi distrarre dalla presunta violenza di una bandiera imperiale e dieci ragazzi in bomber nero trasformati in
mostri da dare in pasto ai cazzoni quali siete. L'unica
violenza che oggi interessa questa nazione stuprata è quella attuata
dallo Stato contro il proprio popolo impoverito fino alla miseria,
sfruttato e umiliato. Ma ripeto, siete talmente coglioni da meritarvi
quella corda che vi stanno stringendo al collo sempre più. E con la
quale mi auguro vi strozziate; voi insieme ai vostri padroni a cui
leccate generosamente il culo in cambio di un po' di merda: ottanta
euro al chilo. Schiavi. Schiavi e coglioni.
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