venerdì 15 settembre 2023

CARI OMOSESSUALI, HO IL DIRITTO DI DIRE CHE MI FATE SCHIFO

Inviato a Paolo Del Debbio (drittoerovescio@mediaset.it).              Perchè non lo si dice mai nelle trasmissioni? Ho ricopiato quanto segue dal mio libro Scienza, filosofia e teologia. Sottotitolo: Che cos'è veramente il diritto naturale (ed.Rubbettino). In questo libro ho citato in nota un libro di Del Debbio: Global. Perché la globalizzazione ci fa bene, Mondadori 2002. Le frasi che sotto riporto sono tratte dal mio libro Scontro tra culture e metacultura scientifica. L'Occidente e il diritto naturale, che ritengo sia il mio migliore libro perché racchiude per metà l'esegesi dell'Antico Testamento esponendo i risultati a cui sono giunti i più importanti studiosi mondiali di esso (che ne hanno ridotto i racconti a falsificazioni storiche proponendo racconti egizi e mesopotamici da cui risulta, per esempio, che Mosè è solo un personaggio romanzesco, e pertanto mai esistito, tratto da un racconto egizio) e per l'altra metà l'esposizione della filosofia antica utilizzando la più grande storia della filosofia antica in venti volumi che va sotto il nome di Zeller-Mondolfo, nonostante che Rodolfo Mondolfo (di origine ebraica ma ateo marxista) abbia fatto in tempo a scrivere le note dei primi quattro volumi. Le note di commento al testo di Zeller sono sempre molto più ampie del testo di Zeller, per cui la storia della filosofia di Zeller-Mondolfo si raccomanda per le note di commento piuttosto che per il testo di Zeller. Dopo Mondolfo commenteranno il testo di Zeller i maggiori studiosi italiani di filosofia antica, tra i quali voglio nominare Margherita Isnardi Parente (che insegnò anche a  Cagliari) e Giovanni Reale.  Il testo contiene anche l'esposizione dei maggiori filosofi dell'età moderna e contemporanea per un totale di 720 pagine. Purtroppo questo testo fu di fatto un'auto pubblicazione nella fretta di doverlo pubblicare per i miei ultimi anni di insegnamento di storia della filosofia. Ma spero di fare in tempo a pubblicarlo presso un serio editore. 

Le informazioni che seguono sono state tratte dal libro del biologo francese Jean-Didier Vincent Che cos'è l'uomo? Sui fondamenti della biologia e della filosofia (Garzanti 2002).     

La natura, dopo circa 3 miliardi di anni dalla comparsa delle prime cellule procariotiche (cioè dei batteri e delle alghe monocellulari che hanno prodotto l’ossigeno nell’atmosfera, che si riproducevano per gemmazione), ha dato forma alla cellula eucariotica tramite l’unione casuale di due cellule procaritiche, i cui residui sono presenti nel DNA mitocondriale della cellula eucariotica, senza la quale non vi sarebbe stata la differenziazione sessuale, che ha permesso il rimescolamento dei geni, con la conseguente possibilità di mutazioni che hanno dato origine a tutta l’evoluzione biologica, che ha realizzato per selezione naturale un meccanismo di riproduzione sessuale molto imperfetto. Infatti il cromosoma maschile Y (che fa parte del gene SRY) genera un abbozzo di gonadi sotto l’azione dell’ormone MIS, che permette la contemporanea regressione dell’abbozzo dell’apparato femminile, anch’esso presente in ogni feto. Il sesso femminile (con le ovaie) si forma in assenza  del gene SRY. Ma non basta la sola presenza del gene SRY a determinare il sesso maschile.[1] Questo gene interviene sul cromosoma maschile X tramite i geni SOX3 e SOX9. La femmina si forma quando SOX3 inibisce SOX9, mentre il maschio si forma quando SRY inibisce SOX3 permettendo la formazione delle gonadi. Dato questo complesso meccanismo, si capisce come sia facilmente possibile che accadano delle ambiguità e delle confusioni sessuali. Ma non basta che il sesso sia fisicamente precisato. Bisogna anche che le funzioni sessuali si manifestino in comportamenti distinti, maschile e femminile, che dipendono dalla costruzione dei circuiti cerebrali, su cui agiscono gli ormoni del feto e della madre. Perché si manifesti un comportamento maschile è necessario che il testosterone (ormone maschile) sia convertito in estradiolo (ormone femminile) nel cervello. Il comportamento femminile, a sua volta, è garantito dal progesterone (ormone femminile), che invece ha un effetto inibitore sul comportamento maschile. Da tutto ciò consegue che l’omosessualità è il risultato degli errori dovuti al complesso meccanismo della differenziazione sessuale, che non ha funzionato come normalmente avrebbe dovuto funzionare. Vi è stato anche uno studio che ha evidenziato l’esistenza di un legame tra una specifica sequenza di geni e l’omosessualità. Un’altra ricerca che studia le caratteristiche di una particolare area del cervello sembra avvalorare la tesi secondo cui determinati fattori prenatali potrebbero influenzare le preferenze sessuali. Lo studio condotto nel 1991 negli Stati Uniti è ritenuto la ricerca più importante sino ad oggi sugli orientamenti sessuali. Lewis ha esaminato il cervello di alcuni uomini omosessuali e eterosessuali e quello di alcune donne eterosessuali. Lewis ha analizzato una parte del cervello che è nota perché negli uomini e nelle donne presentano caratteristiche differenti. Tale area si trova nell’ipotalamo. Lewis l’ha chiamata INH3. L’INH3 degli uomini omosessuali sembra simile a quello delle donne e l’INH3 di entrambi i gruppi risulta essere più piccolo di quello degli  uomini eterosessuali.[2]  Dal punto di vista scientifico è dunque innegabile che gli omosessuali sono degli anormali, incolpevoli risultati di errori del sistema riproduttivo.

Una certa morale, ignorando le conoscenze scientifiche sull’argomento, vorrebbe ignorare la natura, sostituendola con la cultura dell’eguaglianza,  che, cancellando la differenza tra normale e anormale, vuole riconoscere agli omosessuali diritti che sono contro natura, come la pretesa del riconoscimento legale di coppia o il diritto all’adozione, producendo dei seri danni psicologici nello sfortunato che venisse adottato, che crescerebbe sopportando innocentemente l’egoismo di chi pretende di essere considerato normale, nella paradossale affermazione che il comportamento sessuale sia soltanto frutto di una preferenza soggettiva.  Gli omosessuali hanno soltanto il diritto di vivere liberamente la loro sessualità, riguardando unicamente la loro vita privata, ma non possono pretendere di essere considerati normali e di essere equiparati agli eterosessuali, per avere riconosciuti gli stessi diritti di coppia degli eterosessuali, che sarebbero costretti a farsi carico con le tasse di una pretesa normalità e dei pretesi diritti di coppia degli omosessuali, i quali possono sostituire l’istituzione pubblica della pensione di reversibilità con il sistema dei contributi versati ad una società di assicurazioni, nonché fare testamento l’uno a favore dell’altro.



[1]  Si sono presentati casi anormali di uomini che presentavano il doppio cromosoma XX  e  di donne che presentavano i cromosomi maschili XY. Ma è stato verificato che sia i primi che le seconde erano sterili. Evidentemente tali errori non venivano accettati dal resto dei geni. E’ stato verificato che il cromosoma X ha in comune con quello Y il 98, 8%  dei geni.  E’ dunque il restante segmento dei geni che fa la differenza sessuale.

[2] Si può aggiungere che un altro studio ha cercato di individuare una correlazione tra la lunghezza dell’indice della mano e l’anulare, che negli eterosessuali è più lungo dell’indice. Nelle donne eterosessuali l’indice e l’anulare hanno in genere la stessa lunghezza. Ciò non vale tuttavia nelle donne omosessuali, per cui il rapporto indice-anulare è risultato esattamente intermedio tra quello osservato negli uomini eterosessuali e quello osservato nelle donne eterosessuali. Il che significa che alcune delle donne che manifestano tendenze omosessuali  sono state esposte a livello più elevato di testosterone (ormone maschile) nell’utero rispetto alla gran parte delle donne eterosessuali. 

 

 

5 commenti:

Alessio ha detto...

Buonasera professore, anch'io come lei trovo sempre più odioso che la società di oggi di fatto imponga sempre di più alle persone che cosa devono provare, è una vera e propria follia, una specie di dittatura dei sentimenti che viene imposta per rendere le persone manipolabili e farle agire nella direzione voluta, perché le emozioni influenzano le azioni. Infatti si continua a ripetere che bisogna provare empatia e compassione (verso i migranti soprattutto, verso il diverso da noi, ecc.), ma i politici (in pratica tutti) sanno benissimo che tanto più le persone sono empatiche tanto più poi si immedesimeranno nel demagogo di turno e questa caratteristica viene sfruttata per generare consenso spegnendo il pensiero razionale. Quindi è la cultura che ci impone che cosa dobbiamo provare per guidare il comportamento umano.
Per quanto riguarda l'omosessualità, essa era considerata sino a non molto tempo fa una patologia mentale dal DSM (Manuale statistico dei disturbi mentali), ma poi è stata depennata a causa della sempre più forte pressione della lobby omosessuale, che voleva influenzare l'opinione pubblica per farla diventare un normale orientamento sessuale.

Anonimo ha detto...

Che culo ad aver io eliminato il televisore!
Ecco, adesso qualcuno potrebbe dire che ho usato una parola offensiva. Ma intendevo: che fortuna! sono passati quasi 10 anni da quando l'ho eliminato ed il senso di liberazione che ho provato è rimasto immutato. In merito alla cosiddetta informazione, che è solo propagandata, la cosiddetta mi faceva e mi fa schifo: per la mancanza della vera, come riporta il professor Melis nella bozza del suo post, e per l'informazione al contrario. Ecco, adesso qualcuno potrebbe pensare che ho ancora usato una espressione ambigua ("al contrario") :-D . Ma è consentita almeno un po' di ironia? specie quando si vedono certe immagini etichettate come "orgoglio gay", e dopo che si vuole arrivare a far considerare l'omosessualità come normale ed anormale l'eterosessualità della natura?! (v. anche la promozione dell'insegnamento della c.d. teoria gender nelle scuole). "Orgoglio gay" è scorretto anche dal punto linguistico. Sarebbe come dire "orgoglio vecchio", "orgoglio maschio", "orgoglio femmina",... espressioni, anche queste, che non hanno senso, pur descrivendo, queste, delle condizioni NORMALI in natura. Credo che la sensazione provata dal prof Melis, e da tanti altri, compreso me, sia dovuta proprio al fatto che si vuole a tutti costi far considerare normale qualcosa che normale non è, e, soprattutto, all'ostentazione di quella condizione, con immagini disgustose e nauseanti. Mentre nessuno punterebbe il dito verso persone omosessuali che non ostentano questa loro condizione, per la quale non hanno colpa.
(giovanni)

Pietro Melis ha detto...

Avviso i miei lettori che non funziona la posta e pertanto sto aspettando il tecnico perché provveda a riavviare Thunderbird per ricevere la posta urgentemente.

Pietro Melis ha detto...

Ha ripreso a funzionare dopo l'intervento del tecnico

Anonimo ha detto...

stai affermando che l'omosessualità è geneticamente determinata?