mercoledì 20 settembre 2023

VATTIMO: NESSUNA PERDITA PER LA FILOSOFIA...ANZI

Un grande minestrone. Faccio copia e incolla di ciò che ho scritto su Vattimo in un mio libro. 

G. Vattimo, traduttore di Verità e metodo di Gadamer, si è reso in Italia propagatore de La fine della modernità (1985) intesa come concezione della storia fondata sull’idea di progresso, incentrata sulla superiorità dell’uomo europeo,  nonché formulatore de Il pensiero debole (1983), tratto da una commistione di Nietzsche, di Heidegger ( ma decapitato della trascendenza dell’essere), di Wittgenstein e di Gadamer  per arrivare a giustificare una temporalizzazione dell’essere, da cui trarre la conclusione di una mancanza di fondamenti di ogni sapere, che deve indebolire la ragione per lasciare spazio ad una conoscenza intesa come pluralismo dell’esperienza storica, per cui non esistono verità ma solo interpretazioni (come disse Nietzsche).[1] Pertanto non rimane che un dialogo tra culture. Quando l’ignoranza delle conoscenze scientifiche, come quella di Vattimo, impregnato di sole conoscenze letterarie, viene portata in cattedra si arriva ad un pensiero che, più che essere debole, è spento. E’ evidente che all’omosessuale Vattimo fa comodo ritenere che la distinzione tra eterosessuale ed omosessuale è solo un fatto culturale e non naturale perché per lui la natura, intesa come verità oggettiva, non esiste, essendo solo un’interpretazione.

Carlo Augusto Viano, di cui fui assistente negli anni '60, scrisse contro Vattimo un libello intitolato Va' pensiero per prenderlo seriamente per i fondelli, definendo il suo "pensiero debole" "pensiero flebile".    



[1]  La sciocchezza pronunciata da Nietzsche si ritorce contro il suo autore. Infatti anche le sue affermazioni, che vorrebbero essere vere, sarebbero soltanto interpretazioni. E sarebbero  soltanto interpretazioni l’affermazione “dio è morto” o la definizione della natura come “volontà di potenza. E se la storia della filosofia è per Nietzsche una storia di menzogne, egli non poteva che aggiungerne delle altre. Ciò vale anche per lo spento Vattimo (opinionista della La Stampa!), che in una lettera indirizzata a chi scrive, si risentì accusandolo di voler denigrare il movimento di liberazione sessuale per averlo definito un “errore della natura, che, essendo molto imperfetta  nella sua evoluzione biologica, a causa dell’incidenza della casualità, spesso genera dei mostri”.      

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