martedì 30 luglio 2024

ESISTE L'IMMORTALITA' UMANA? LA RISPOSTA ACCOGLIE I PRO E I CONTRO

Avendo dedicato per molti  anni lo studio alla biologia evoluzionistica sono costretto a dire sinceramente che non esiste l'immortalità. Facciamo un ragionamento tratto dalla logica: in quale tempo sarebbe sorta l'immortalità?  Aveva l'homo erectus di 200 mila anni fa disposizioni mentali che gli consentissero di distinguere il bene dal male? Quando ciò avrebbe giustificato un diverso destino alla specie umana? Data la comune origine di tutte le forme di vita, compresa quella vegetale e non animale, hanno forse l'immortalità anche gli insetti, compresi quelli nocivi  come pulci, pidocchi, zanzare, le schifose zecche, etc.? Alfred Russel Wallace, contemporaneo di Darwin, arrivò, indipendentemente da Darwin, alla teoria della evoluzione delle specie. Ma considerando che il cervello umano si era evoluto in poco tempo rispetto all'evoluzione che occorse per arrivare dall'Australophitecus africanus all'homo abilis, all'homo erectus e poi all'homo sapiens, pensò che vi fosse stato un intervento divino. A questo punto Darwin gli scrisse: "tu hai ucciso il nostro comune figlio", cioè la teoria (che non è più teoria) dell'evoluzione biologica. Eppure rimango affascinato da racconti che riguardano i fantasmi o communque eventi che non sono spiegabili scientificamente. Vi fu un periodo in cui coltivai letture riguardanti la parapsicologia, come pure presunti racconti dall'aldilà. Compravo riviste mensili come Il giornale dei misteri e Arcana. Vi fu un architetto, Giorgio Di Simone, che pubblicò un libro di successo, Rapporto dalla dimensione X, in cui era allegato un disco che riportava "voci dall'aldilà" in più di una seduta spiritica.      

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5 commenti:

Anonimo ha detto...

Le consiglio un libro, "uncensored" di Adam Kadmon.

Anonimo ha detto...

L'immortalità non può esistere come concetto, perchè tutto ha una fine.
Se però la consideriamo come sinonimo di vita lunghissima, il discorso cambia.
Certamente non può esistere l'immortalità del fenotipo; ma su quella del pool genico se ne può discutere.
Lumen

Mauro b. ha detto...

Si scopron le tombe si levano i morti....
Se è vero quello che lessi qualche tempo fa in rete, per far nascere un Mauro Bartoli come me, roba.modesta, sono occorse centinaia di incarnazioni del ramo paterno, altrettante di quello materno, e così per tutti....

Ergo pensiamo alle miliardate di umani che furono, che sono e che saranno. Una volta ridestati dove li metteremmo? Quanti pianeti sferici o piatti? Mah.

Non restano che due soluzioni. Un sonno senza sogni, oppure sorta di rinascita in spirito vacuo, più o meno vicini alla eterna fiamma, a seconda dei meriti e/o raccomandazioni....

Pietro Melis ha detto...

Mi è rimasto impressa una frase del libro "Forza e materia" di Ludwig Büchner: E' più spaventoso il pensiero che dopo morti vi è il nulla o non è più tremendo il pensiero che dopo morti non possiamo più morire? (sono andato a memoria). E in effetti in tutti e due i casi il pensiero annega. Anche una immortalità di puro spirito mi atterrisce perché sarei costretto a divenire eterno. I miei studi di biologia evoluzionistica mi dissuadono dall'esistenza di un Dio ordinatore se penso a tutti gli insetti parassiti come pulci, pidocchi, zanzare (femmine), le schifose zecche etc. Non sono nemmeno utili nella catena alimentare degli uccelli. La reincarnazione si propone come soluzione. Ma chi decide sulla reincanazione se questa può venire in Africa o in uno Stato musulmano? Si aggiungerebbe una disgrazia. Platone ha cercato una diversa soluzione nel suo ammettere la reincarnazione anche se ne dà diverse rappresentazioni. Nella Repubblica ha concepito una reincarnazione in animali inferiori come punizione dovuta ad una vita precedente che avesse violato le norme della giustizia. Solo dopo diecimila anni vi sarebbe stata la reincarnazione nelle specie umana. Ma nello stesso tempo ha scritto che prima della reincarnazione ciascuno avrebbe dovuto scegliere in base ad una passata esperienza prima di reincarnarsi. Ma Platone non ha affrontato una questione importante. A che serve la reincarnazione se non si ha coscienza di una vita precedente? Mi ha impressionato un libro di Roberto Giacobbo (Aldilà. La vita continua?) dove si fa riferimento a dei bambini che hanno conoscenza esatta di luoghi in cui non sono mai stati. Ma questa conoscenza, che dovrebbe testimoniare a favore della reincarnazione, viene persa con la perdita della faciullezza. Che volete che vi dica? Forse aveva ragione Amleto: Vi sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante non ne sogni la tua filosofia.

Pietro Melis ha detto...

Errata corrige: Mi è rimasta impressa e non mi è rimasto impressa