mercoledì 24 luglio 2024

L'ULTIMO SCIAGURATO ERRORE DI MUSSOLINI CONTRO SE STESSO

Avrebbe dovuto rifiutare di essere liberato dalla dorata prigionia del Gran Sasso, dove era stato inviato dopo il trasferimento da Ponza, dove era stato tradotto in prigionia il suo ex amico Pietro Nenni, che fu suo compagno quando Mussolini era ancora socialista e direttore del quotidiano socialsta l'Avanti. La spericolata azione dei nazisti che arrivarono sul Gran Sasso silenziosamente con alianti fu la sua rovina. Fu costretto a fondare la Repubblica Sociale, così chiamata contro la volontà di Hitler che avrebbe voluto che si chiamasse Repubblica Fascista. Gli americani erano giunti a Como il 27 aprile e pretesero che Mussolini fosse loro consegnato secondo le clausole dell'Armistizio, Mussolini fu riconosciuto da partigiani non comunisti mentre cercava di arrivare in Austria con un camion pieno di soldati tedeschi che avevano avuto il lasciapassare per lasciare l'Italia. Lo raggiunse Claretta Petacci. I suoi custodi avevano intenzione di consegnarlo agli amercani. Ma un comando di partigiiani comunisti e loro alleati partirono da Milano con l'ordine di uccidere Mussolini per prevenire l'azione del comando americano. Fu prelevato con la forza delle armi dal comando partigiano il 28 aprile dalla casa dove era trattenuto dai partigiani non comunisti che volevano consegnarlo agli americani per farlo giudicare da un tribunale di guerra americano Il comando comunista asseriva bugiardamente di avere avuto l'ordine degli americani. Il comando partigiano che uccise Mussolini era comandato da un oscuro ragioniere, che, facendosi chiamare Valerio, si era dato da sé il grado di colonnello. Ma questa è la versione ufficiale ripresa dal film di Carlo Lizzani intitolato Mussolini ultimo atto, che è stato messo in programma oggi da La7. Pertini, che voleva che Mussolini venisse subito ucciso, si complimentò con il regista, ma aggiunse che non era stato Walter Audisio. E ciò dovrebbe risultare vero se Mussolini venne ucciso la mattina del 28 novembre e Audisio arrivò a Dongo la sera. Ma Pertini aggiunse a All'Audisio che il film non rispettava la verità sulla morte di Mussolini (e della Petacci). Ma chi allora uccise Mussolini? domandò Lizzani. Questo non posso dirtelo, rispose il futuro presidente della Repubblica. Pertini si portò nella tomba la verità storica. Forse perché vi fu una versione ritenuta non ufficiale, secondo cui l'assassino sarebbe stato Luigi Longo, futuro segretario del partito comunista dopo la morte di Togliatti nel 1964. Tra le versioni non ufficiali vi è quella secondo cui Mussolini sarebbe stato ucciso insieme con Claretta Petacci da un comando inglese voluto da Churchill che aveva il compito di far sparire il suo pericoloso carteggio con Mussolini, secondo cui sarebbe stato Churchill a indurre Mussolini ad entrare in guerra nel 1940 per moderare le aspirazioni di Hitler quando nel 1940, con l'occupazione del Belgio, dell'Olanda, della Francia, della Ceclosovacchia, dell'Ungheria e della Polonia, sembrava che la guerra fosse ormai finita. Pare che Mussolini fosse nettamente contrario all'invasione della Russia, che aveva, secondo lui, tre generali invincibili: la neve, il fango e la distanza. Certamente gli americani avrebbero salvato la vita a Mussolini, e magari l'avrebbero riciclato in clima di guerra fredda tra Occidente e Unione Sovietica. Ciò che si è voluto evitare di dire ufficialmente è il fatto che Mussolini e la Petacci furono selvaggiamente uccisi nudi perché l'autopsia fatta dal prof. Mario Cattabeni dimostrò che i fori dei proiettili sui due cadaveri erano di numero superiore rispetto ai fori sugli abiti. Inoltre furono riscontrate tracce di sperma e lesioni con tracce di sangue nella vagina della Petacci. Il che fece ritenere senza ombra di dubbio che la Petacci fu stuprata e lesionata con un bastone nella vagina prima di venire uccisa. Complimenti ai comunisti che hanno voluto sempre tacere su tutto ciò, con la connivenza degli altri partiti per non danneggiare l'immagine della Resistenza.           

5 commenti:

TEO TORIATTE ha detto...

salve ma Mussolini non era diretto in Svizzera?

TEO TORIATTE ha detto...

se sarebbe rimasto a Milano credo che si sarebbe salvato come il generale Graziani

Pietro Melis ha detto...

Ahai, Ahi, occorre il congiuntivo: se fosse rimasto e non se sarebbe rimasto. A parte ciò credo anch'io che si sarebbe salvato. Era un prigioniero troppo, troppo scomodo. Tra i più fanatici che volevano l'uccisione di Mussolini vi è da considerare Pertini. Tutti paurosi di ciò che avrebbe potuto dire. Sto tra quelli pronti a dichiarare che unico merito del fascismo fu la legislazione sociale. Non per nulla Mussolini conservò l'anima del socialista. Colgo l'occasione per chiedere ad un tecnico perché i commenti non mi giungano più nella posta e debba andare a trovarli nell'impianto del blog che dipende da Google.

Pietro Melis ha detto...

Ho dimenticato di scrivere che a Mussolini fu vietato l'ingresso in Svizzera. Cosa da condannare considerando che fu invece permesso il transito verso la Germania ai nazisti che rientravano in Germania disarmati in una lunga colonna di camion. Mancavano due giorni al suicidio di Hitler, rovina del fascismo.

TEO TORIATTE ha detto...

Ho letto anche che il cardinale Schuster lo avrebbe protetto se fosse rimasto in arcivescovato aspettando gli alleati