Provate a indovinarlo sapendo a chi penso. E non mi riferisco a questo papa, su cui ho già scritto abbastanza.
Mi riferisco a quella casta ben rappresentata dal CSM che dovrebbe significare Corporazione di Stampo Mafioso. E' ormai una Istituzione squalificata. Il fatto che venga approvata dal 40% degli italiani significa che quel 40% (che è comunque una minoranza) non ha una conoscenza esatta di questa casta che vuole continuare a sottrarsi ad una responsabilità personale quando faccia delle sentenze che sono piene di contraddizioni. E' l'unica categoria che risulta immune anche quando arriva a sentenze aberranti non tanto per ignoranza quanto per incapacità di ragionare. Un giudice ignorante può supplire alla sua ignoranza facendo funzionare il cervello. D'altronde nei procedimenti penali esistono i giudici popolari che non hanno nemmeno fatto studi di giurisprudenza. Essi, se vogliono, possono sottrarsi alle conclusioni dei giudici togati ponendoli in minoranza. I giudici non debbono interpretare la legge, come si suole dire. Se vi è un problema di interpretazione significa che la legge è mal fatta e deve essere riscritta. I giudici debbono applicare la legge senza problemi di interpretazione. Una macchina che sia impostata con intelligenza artificiale inserendole i dati della vicenda ragionerebbe meglio dei giudici. E adesso debbo esporre la mia vicenda civile durata 25 anni. Sono passato per giudici uno peggiore dell'altro. E debbo fare i loro nomi. In Tribunale ho trovato uno, totalmente scriteriato, che si chiama Mario Farina, che è giunto a scrivere che il liquidatore, pur essendo stato revocato dalla sua nomina dal successivo presidente del Tribunale, Antonio Porcella, doveva essere pagato perché credeva in buona fede di essere ancora liquidatore. Un giudice che arriva a scrivere cose del genere dovrebbe essere licenziato. Un altro, in Tribunale, si chiama Vincenzo Aquaro, anche lui autore di una sentenza piena di contraddizioni. Il massimo dell'incapacità di ragionare è ben rappresentato da una donna in Corte d'Appello, Donatella Aru, che ha fatto due sentenze orribili, che giustificherebbe il suo licenziamento. Faccio un esempio. In una pagina ha scritto che mi ero rivolto ad un giudice, Tiziana M(C)arogna, chiedendo un provvedimento di urgenza per sospendere la nomina del liquidatore in quanto chiaramente nulla perché poteva essere nominato solo con la volontà di tutti i soci. La M(C)arogna scrisse che avevo sbagliato indirizzo: mi sarei dovuto rivolgere alla Cassazione e non a lei, in Tribunale. Pertanto rigettò la mia domanda di sospensione della nomina del liquidatore. Costei aveva fatto riferimento ad una giurisprudenza minoriaria che era stata poi dichiarata superata dalla Cassazione a Sezioni Unite. Questo punto è stato l'inizio della mia rovina che mi ha dissanguato economicamento. Non basta. La Aru, invece di prender nota che la Cassazione dava ragione a me, tanto per difendere la collega disse che l'ordinanza della Tiziana M(C)arogna mi dava torto e dunque non poteva essere accolta la domanda di annullamento della nomina del liquidatore, pur in una società in cui io avevo il 66%. Era stato voluto il liquidatore da due disonesti fratelli che volevano costringermi a vendere per sanare i loro debiti PERSONALI, pur essendo la società da sempre in attivo giacché il suo oggetto sociale riguardava l'affitto a terzi di una grande sala cinematografica. E trovarono un presidente del tribunale, Marco Onnis, che nominò il liquidatore dandomi come consenziente mentre il mio avvocato aveva chiesto il rigetto della domanda avversaria. Questo presidente del Tribunale è morto da molti anni. E' stato lui l'inizio della mia rovina. Il gestore pagava regolarmente l'affitto per cui non vi era alcun motivo perché la società venisse messa in liquidazione. Da notare che la Aru nelle prime pagine aveva riconosciuto che avevo promosso un regolare giudizio per chiedere l'annullamento della nomina del liquidatore, che, ripeto, richiedeva l'unanimità dei soci. E tuttavia la Aru più avanti mi rimprovera di non avere promosso un giudizio ordinario per chiedere l'annullamento della nomina del liquidatore. Tutto il contrario di ciò che aveva scritto prima. Dimenticandosi che io avevo promosso proprio questo giudizio. Incredibile ma vero. La Aru ha voluto difendere la sua collega, passata poi in Corte d'Appello, e irritualmente, se non illegalmente, nello stesso collegio quando ha fatto le due sentenze, non volendo riconoscere che aveva gravemente sbagliato perché non aveva tenuto conto che la giurisprudenza maggioritaria diceva che mi dovevo rivolgere al Tribunale per chiedere, con ordinanza, l'annullamento della nomina del liquidatore. La Aru poteva utilizzare contro la M(C)arogna anche una sentenza della Cassazione a Sezioni Unite che aveva cancellato la giurisprudenza minoritaria per lasciare in vita quella maggioritaria che, come già detto, mi dava ragione dicendo che mi dovevo rivolgere al Tribunale e non alla Cassazione per chiedere l'annullamento della nomina del liquidatore. La Aru ha utilizzato l'ordinanza della M(C)arogna come uno dei motivi, se non il principale, per giustificare la nomina del liquidatore e ritenere in buona fede l'acquirente. La vendita avvenne il 13 novembre 1997 subito dopo l'ordinanza della M(C)arogna del 7 novembre. La vendita avvenne prima della notifica dell'ordinanza il 20 novembre per mettermi di fronte al fatto compiuto. Il liquidatore non attese nemmeno la notifica dopo la quale io avrei potuto ricorrere entro dieci giorni al Collegio contro l'ordinanza della M(C)arogna. La Aru non ha tenuto in conto una mia lettera indirizzata al promissario acquirente e al liquidatore in cui manifestavo la mia contrarietà alla vendita perché doveva attendere una sentenza passata in giudicato che convalidasse la nomina e dunque l'acquisto. La Aru ha scritto che la mia lettera non aveva alcun valore dovendosi il promissario acquirente attenersi solo alla nomina del liquidatore. Ma non basta. Pur risultando dagli atti che io ero contrario alla nomina del liquidatore (e occorreva per legge l'unanimità dei soci per giustificarne la nomina) questa sragionante o corrotta che è la Aru (perché nessuno può togliermi dalla testa che i giudici fossero collusi con il liquidatore Antioco Angius, che era curatore fallimentare e dunque stretto collaboratore dei giudici nella Sezione del Tribunale riguardante i fallimenti con conseguente familiarità con i giudici) ha avuto la sfrontatezza dello scrivere che anch'io ero favorevole alla nomina del liquidatore, nonostante che dagli atti del processo risultasse tutto il contrario, anche da processi collaterali. In Tribunale fui assolto dalla scriteriata accusa di calunnia dei due fratelli (uno crepato nel 2003 e l'altro, più grande di me, non so se sia ancora vivo) perché il fatto era insussistente, riconoscendo che io ero stato costretto a sottoscrivere una scrittura privata da parte dei due fratelli e pertanto ricattato da essi nella loro volontà di richiedere da me la vendita per un valore da me stabilito. Io avevo stabilito un valore di un miliardo e 800 milioni credendo che per questa cifra nessuno sarebbe stato disposto ad acquistare il locale della Cinecorallo. E invece si presentò un tale, Gesuino Fenu, disposto ad acquistare per un milardo e 800 milioni.
Uno dei due "fratelli" voleva costringermi a vendere perché doveva ancora pagare un mutuo di 100 milioni di lire alla BNL per avere acquistato una casa per l'amante. Qui, come si vede, non si tratta nemmeno di problemi di interpretazione perché si è arrivati a dire delle falsità materiali. Giudici che arrivano a questo debbono essere ritenuti o incapaci di ragionare o disonesti. Non vi è una via di mezzo. I magistrati fanno carriera per anzianità. Un giudice, come il Vincenzo Aquaro, può rimanere per tutta la vita in Tribunale, ma quando va in pensione la riscuote come se fosse stato consigliere in Cassazione. Gli esami che debbono sostenere ogni 4 anni sono una beffa perché vengono tutti promossi. Della Commissione fa parte anche un avvocato, che può soltanto parlare non avendo diritto di voto. In Cassazione ho trovato un giudice relatore, LUCA VARRONE, che si è limitato ad esporre la relazione di un vecchio baccucco di P.M. senza avere capito nemmeno lui che tutto il processo, durato 25 anni, era completamente nullo perché il soggetto principale, che era la Cinecorallo, risultava assente in giudizio. E' stato rilevato nella memoria da indirizzare 10 giorni prima dell'udienza. Ma è servito a nulla, nonostante che la nullità possa e debba essere rilevata per la prima volta anche in Cassazione. E' grave che arrivino in Cassazione giudici simili. Significa che non vi è una selezione di merito ma solo di anzianità. E lo mise in evidenza una sentenza della Corte d'Appello a me favorevole che disse che il processo era tutto nullo perché la Cinecorallo, litisconsorte necessaria, risultava assente, per ignoranza degli avvocati avversari. Ma nemmeno in Cassazione è stata rilevata questa nullità che bastava da sola per dichiarare nullo, e far dunque decadere, tutto il processo di 25 anni. Purtroppo nemmeno in Cassazione esiste il Collegio di 5 giudici. Ognuno si occupa solo delle cause in cui è relatore. Il mio avvocato si era preparato a leggere 4 pagine. Ma la presidente disse subito al mio avvocato che era inutile che leggesse le 4 pagine perché il Collegio sapeva già il contenuto della causa. FALSO! Al mio avvocato fu concesso di parlare solo per due minuti. Ero presente anch'io. Di fronte a sentenze così aberranti son dovuto ricorrere alla Corte Europea. Io mi rivolgerò al ministro Nordio (come previsto dalla legge) nel mio prossimo esposto in cartaceo contro tutti questi giudici che mi hanno costretto a resistere per 25 anni danneggiandomi economicamente nel pagare gli avvocati e privandomi di un bene che era stato svenduto dal liquidatore, che vendette per un miliardo e mezzo di lire facendosi una parcella di 166 milioni di lire. Nel 1994 (tre anni prima della nomina del liquidatore) avevo ricevuto un'offerta di un miliardo e 800 milioni da parte di Gesuino Fenu, oggi proprietario di una catena di supermarket sotto il nome GF). Doveva valere anche questo mio rifiuto per far capire che non ero disposto a vendere. Naturalmente la nomina del liquidatore Antioco Angius fu approvata da tutti i giudici, nonostante le mie osservazioni contrarie. Ed esporrò al ministro Nordio un mio pensiero. Invece di una Corte Europea dovrebbe esistere una Corte italiana costituita non da giudici togati, manovali del diritto, ma da giuristi, studiosi del diritto, che pongano rimedio a delle sentenze assurde che possono rovinare anche nel civile uno che chiede giustizia.
1 commento:
..che mu*ia zelen*ky ? Ma quello è giovane, ha quarant'anni. Speranza vana.
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