Il corporativismo fascista intendeva porre d'accordo gli interessi dei proprietari di una azienda con gli interessi degli operai.Era facile attuare ciò perché il fascismo riversava il socialismo nell'economia. Il fascismo attuò una economia statalista, antiliberista. Pertanto non ho mai capito l'antitesi tra fascismo e comunismo dovendosi trovare un contrasto tra fascismo e liberismo. Mussolini conservò sempre l'anima del socialista (fu anche direttore del quotidiano socialista Aventi!). Nella Repubblica Sociale, non più vincolato dagli interessi della borghesia che l'aveva mandato al potere, Mussolini socializzò le imprese imponendo che gli operai diventassero comproprietari dell'azienda con la loro partecipazione agli utili e alle decisioni economiche dell'impresa. Teorico di questa rivoluzionaria concezione dell'impresa fu Nicola Bombacci, che era stato uno dei fondatori del Partito Comunista insieme con Gramsci. Capì durante il fascismo che l'economia del corporativismo non poteva considerarsi antitetica al comunismo. Nel 1924 il partito scelse Bombacci perché si recasse a Mosca in occasione del funerale di Lenin. Durante il breve periodo della Repubblica Sociale attuò la partecipazione degli operai agli utili e alle decisioni dell'impresa. La Stellantis dovrebbe dire agli operai: fate voi. E così si vedrebbero quali diversi risultati si avrebbero. Una impresa non può continuare a vivere aumentando il passivo. La storia della Fiat è andata sempre avanti con la formula "utili all'impresa e debiti allo Stato". Di fatto gli operai della Stellantis vorrebbero che il governo ponesse a carico di tutti gli italiani il passivo della Stellantis per lasciare alla Stellantis solo il ricavato delle vendite. Questa è la conseguenza della globalizzazione dell'economia che vuole impedire che uno Stato si difenda ponendo delle tasse ai prodotti arrivanti dall'estero, e oggi soprattutto dalla Cina. Perché tutto dipende dal costo della mano d'opera. Persino alcuni degli Stati dell'UE diventano appetibili per una delocalizzazione delle imprese perché in essi costa meno la mano d'opera, non essendo schiavi della dittatura dell'euro avendo conservato la moneta nazionale. All'Italia converrebbe uscire dall'euro, e lo dico a costo di essere considerato un pericoloso eretico. Uscendo fuori dall'euro questa moneta straniera che è l'euro (nata traducendo il marco tedesco nell'euro) l'euro italiano, trasformandolo in una lira pesante (equivalente al valore attuale dell'euro) provocherebbe una benefica svalutazione della nuova lira che porterebbe ad un minore costo dei prodotti italiani nell'esportazione, ponendo in ginocchio persino la Germania, mentre in Italia nulla cambierebbe perché i costi dovrebbero adeguarsi al minore valore della nuova lira pena la chiusura dell'azienda.
Riporto quanto segue traendolo da un mio libro.
Nicola Bombacci, uomo mite, teorizzatore della socializzazione delle imprese, era stato prima segretario del partito socialista e poi cofondatore nel 1921 del partito comunista, delegato a Mosca dei comunisti italiani nel 1920 ed amico di Lenin, ma espulso nel 1923 dai miopi del suo partito quando alla Camera propose un'alleanza tra fascismo e comunismo, capendo l'affinità tra le origini socialiste del fascismo e il comunismo sovietico sino a quando condannò la svolta staliniana. Nella Repubblica Sociale, dove fu consigliere economico di Mussolini, continuava a chiamare “compagni” gli operai. Arrestato a Dongo insieme a dei gerarchi fascisti, fu assassinato dai partigiani e morì gridando:Viva il socialismo. Mussolini, anche contro la volontà di quei partigiani che l'avevano arrestato nella sua fuga verso la Svizzera, disposti a consegnarlo agli americani, fu sottratto ad essi da una banda di assassini che, al comando di una cupola di fanatici (in prevalenza formata da comunisti, ma tra cui si trovava anche Pertini), furono inviati da Milano a Dongo per anticipare l'arrivo a Milano degli americani e permettere a questi fanatici vigliacchi di fregiarsi di fronte ai vincitori di un'autorità che non avevano e di dare poi in pasto ad una folla scatenata la visione dei cadaveri appesi a testa in giù in piazzale Loreto. Quella stessa folla che, come commentò con disprezzo lo stesso Leo Valiani, leader del Partito d'Azione (e uno dei mandanti dell'assassinio di Mussolini), non era mai stata antifascista. E ora saltava indegnamente sul carro dei vincitori. E poi si parla di guerra di liberazione. Come se fosse stata una guerra di popolo.
2 commenti:
Tutto vero, ottimo articolo.
Lectio magistralis professore, poco o punto da aggiungere, meglio astenersi.
Solo vorrei rimarcare il fatto che la Fiat, Stellantis mi stride, è roba da Margherita Hack, la Fiat dicevo è compartecipata dalle famiglie italiane da decenni, le quali famiglie ripianano i debiti anno dopo anno con le tasse, talche' se negli anni 80 ad ogni nucleo familiare nostrano spettava di diritto una Panda, adesso spetterebbe senz'altro un fuoristrada da 30.000 euro....
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