martedì 1 luglio 2014

L'ULTIMA GENIALATA DI RENZI: IL PROCESSO CIVILE TELEMATICO.

L'esagitato ha pensato di riformare la giustizia civile sostituendo la carta con le email. Vi è da domandarsi se sia completamente imbecille o ci faccia. Non avendo interesse ad apparire imbecille non essendolo, bisogna concludere che è veramente imbecille, senza rimedio. 
Processo telematico dovrebbe significare che gli atti di citazione, le comparse di risposta, le comparse conclusionali e quelle di replica (queste ultime due a chiusura dell'istruttoria) dovrebbero essere inviate nei palazzi di "giustizia" tramite il computer. Ma io mi domando, prima di tutto, che cosa ci si guadagni in fatto di tempo. NULLA. Che uno scritto venga letto sulla carta o sul computer non fa differenza riguardo al tempo impiegato. Ma ora sentite le conseguenze già previste da giudici ed avvocati: poiché i giudici non sono disposti a rovinarsi la vista stando quasi tutto il giorno al computer, dovranno farsi scaricare in carta dalle varie cancellerie le email. E allora che cosa cambia? NULLA. Sembra inoltre, che per non aggravare le spese delle cancelleria con montagne di carta saranno gli stessi avvocati a pagare la carta scaricandone i costi sui clienti. L'esagitato ha detto che il processo civile non dovrà durare più di un anno. Per me, che tra Tribunale e Corte d'Appello sto aspettando il risultato da 16 anni di una causa civile causata da un presidente del Tribunale che scrisse scriteriatamente che ero favorevole alla nomina del liquidatore mentre risultavo documentatamente assolutamente contrario (con la conseguenza della nullità assoluta della sua nomina in baseall'art. 2272, n. 3 C.C. ) sarebbero bastati anche 2 anni in Tribunale. E invece la causa in Tribunale è durata 11anni, complicata da giudici ignoranti e sragionanti che dovrebbero andare a zappare la terra. E poiché quelli della Corte provengono dal Tribunale per anzianità e secondo le simpatie che riscuotono dentro il CSM (un organo di controllo eletto per 2/3 dai controllati) non si può pensare che un giudice di Corte d'Appello diventi migliore perché salito di grado senza concorso e senza nemmeno esami. Perché questa gente si sente padrona e non servitrice della giustizia. Gente  arrogante e persino vendicativa. Nel mio caso vi è il sospetto fondato di collusione con il liquidatore, tanto è pazzesca la sentenza parziale che doveva stabilire l'importo della parcella del liquidatore nonostante questo fosse stato revocato perché la sua nomina definita ABNORME (fuori delle norme, cioè, se non addirittura inesistente, nulla). Una volta revocato perché la sua nomina riconosciuta illegittima a quale titolo doveva essere pagato? E' del tutto illogico, anche perché la vicenda documenta la totale malafede con cui questo liquidatore si comportò precedendo la sua revoca in un procedimento in corso per mettermi di fronte al fatto compiuto. Ne dovrebbe risultare anche la nullità della vendita (quod nullum est, nullum producit effectum). Ma il Codice difende i diritti dei terzi che abbiano acquistato in buonafede anche se la vendita consegue da una premessa nulla (la nomina del liquidatore). La malafede del promissario acquirente è stata documentatamente dimostrata, perché con mia raccomandata  A.R. di 4 pagine l'avevo avvisato che vi era un giudizio in corso contro la nomina del liquidatore, gli spiegavo tutti i motivi di nullità e lo diffidavo dall'acquistare. Ma questi giudici, manovali, e non studiosi, del diritto, hanno voluto negare la verità dei fatti, giungendo alla conclusione pazzesca che il liquidatore, pur parte avversa nel procedimento riguardante la revoca della sua nomina, non aveva il dovere di attendere il risultato del giudizio (conclusosi con la sua revoca) perché, si sa, "i risultati in giudizio sono sempre aleatori". PAZZESCO. Ma proprio per il fatto che SAREBBERO aleatori (bella concezione della giustizia da parte di questi matti) il liquidatore non poteva presupporre che il risultato fosse favorevole a lui, mentre fu favorevole a me. Ma poiché  la vendita era già avvenuta dopo la sua revoca questo significa che ha ragione chi fa il furbo, cioè il disonesto processualmente che anticipa la decisione del giudice. Quanto all'acquirente, la mia racc. se la poteva mettere in culo perché egli doveva affidarsi solo al liquidatore sino al momento della sua revoca. E poiché la vendita era avvenuta 20 giorni prima della revoca la vendita era valida non avendo la revoca valore retroattivo (ex  tunc). Mentre la giurisprudenza della Cassazione dice che ha valore retroattivo se si tratta di vizio di illegittimità. Chi arriva prima al fatto compiuto fregandosene di un processo in corso vince la causa. Ebbene, ho trovato due "giudici" che di fatto hanno "ragionato" così. Il liquidatore, pur parte in causa, non era tenuto ad attendere la chiusura del procedimento e dunque la vendita era valida e ha agito in buonafede. Ditemi se giudici simili non dovrebbero essere ricoverati in un reparto psichiatrico.  Ora, occorrerebbe una Corte di giustizia che esaminasse certe sentenze quando sono palesemente aberranti (dettate da "ignoranza o vizi logici inescusabili" (art.1 Provvedimenti disciplinari). Una Corte però non formata da giudici, manovali ignoranti del diritto, ma da giuristi, studiosi del diritto. E il giudice autore di una sentenza aberrante dovrebbe pagare di persona assicurandosi, come fanno i medici. E nei casi più gravi essere licenziato perché se ha una testa che non sa ragionare non è pensabile che possa migliorare. L'incapacità di ragionare è peggio dell'ignoranza, a cui si può porre rimedio successivamente se accompagnata da capacità di ragionamento. 
Ora, torniamo all'esagitato RENZI. Il processo civile può essere riformato solo abolendo le udienze tranne una (se vi sia escussioni di testi). Altrimenti il processo civile, essendo documentale, deve svolgersi senza udienze. Per questo bisogna abolire la zavorra degli artt. 180-181-182-183-184 del C.P.C. Lo sto scrivendo da molti anni, anche in due miei libri. In cui ho riportato la mia assurda vicenda. E ho proposto una vera riforma dell'ordinamento giudiziario, che includa severi concorsi per aumentare di grado, non la buffonata dei controlli quadriennali che consistono nella valutazione di sentenze a campione scelte dallo stesso esaminato che voglia arrivare ad una classe superiore di stipendio, che non significa automatico avanzamento di grado. Infatti un giudice può trascorrere tutta la vita in Tribunale e tuttavia avere per anzianità lo stipendio di un consigliere di Corte di Cassazione. Todos Caballeros, disse Carlo V affacciandosi ad una finestra che dava su una piazza di Alghero in Sardegna. Tutti nominati cavalieri. E il merito? Va a farsi fottere. Questa è la giustizia italiana. La conseguenza è che in Cassazione si formano diversi orientamenti giurisprudenziali in contrasto tra loro circa l'interpretazione di una norma del Codice (per cui Mussolini chiamò anche giuristi antifascisti come Carnelutti e Calamandrei). Codice che contiene così tante norme vaghe e lacunose che costringe i parrucconi della Cassazione a divergere tra loro, cosicché ogni tanto deve intervenire la Cassazione a Sezioni Unite per dirimere i diverbi. E' evidente che anche i Codici dovrebbero essere riscritti, perché quando una norma dà luogo ad una giungla di interpretazioni significa che la norma è scritta male. Le interpretazioni dei giudici non dovrebbero nemmeno esistere se le norme fossero chiare. La giustizia civile è tutta un pasticcio. 
Ma l'esagitato RENZI ha intenzione di riformarla. Come, se dovrebbe essere riformata prima di tutto la sua testa?      
        




LA RIFORMA

2 commenti:

Giorgio Andretta ha detto...

Per come è organizzata la vita (leggi manichei) non ci si può aspettare nulla di positivo od evolutivo.
L'Italia sta vivendo un periodo storico più buio della pece, lo sostengo perché ne sono diretto testimone, tutti i libri storici, forte della mia ultima dichiarazione, gli uso in sostituzione della carta igienica.

Pietro Melis ha detto...

Manichee e non "manichei". Li uso e non "gli uso".