venerdì 25 luglio 2014

DUM ROMAE CONSULITUR SAGUNTUM EXPUGNATUR

Il pifferaio Renzi ha voluto come priorità la cosiddetta riforma del Senato. E ha detto che su questo punto non intende mollare, "pronto a giocarsi su di esso la carrierra". Forse è un bene se ciò sarà  la sua fine. Invece di occuparsi di cose importanti, come la riforma economica che ponga argine alla disoccupazione e la riforma della giustizia (che aveva promesso di riformare entro giugno) ha bloccato il Senato su una riforma scriteriata il cui contenuto ancora non si capisce in che cosa consista perché non esiste alcun disegno di legge che stabilisca che nuovi compiti dovrebbe avere dopo essere stato ridotto da 315 a 100 senatori. Il fatto è che sono stati fatti dei calcoli precisi che dimostrano che il risparmio sarebbe inesistente perché la maggiore spesa riguarda non i senatori ma tutti gli impiegati che girano intorno al Senato, che non resteranno disoccupati. Questo pifferaio sta costruendo la casa incominciando dal tetto. Cosa impossibile. Ma solo gli stronzi possono dare fiducia a questo pifferaio.  Al voto! Al voto! Perché se si andasse al voto senza l'anticostituzionale legge elettorale chiamata "italicum" (giustamente battezzata "bastardellum" da Giovanni Sartori) riprenderebbe automaticamente vigore il proporzionale. E il PD finirebbe di comandare. Finirebbe l'invasione dall'Africa a cui non si vuole porre rimedio facendo uno sbarramento di fronte alle coste della Libia. 
Si vergognino tutti gli imbecilli che, dandogli il 40,08 dei voti a quella pagliacciata di elezioni europee, hanno dato fiducia a questo esagitato inconcludente vendente aria fritta. Se ne accorgeranno nel mingere. Ha preso per il culo la maggioranza relativa degli italiani con la regalia di 80 euro (e solo a quelli che avessero uno stipendio inferiore a 1200 euro, dimenticandosi delle pensioni minime) mentre ha aumentato tutte le imposte indirette che sono le più ingiuste, perché non sono mai proporzionali al reddito.    

1 commento:

Anton ha detto...

Secondo me, il Governo vuole eliminare il bicameralismo perfetto, che prevede che per fare una legge deve essere approvata prima dalla Camera e poi dal Senato o viceversa; perché da fastidio al potere esecutivo allungando notevolmente i tempi. Ricordiamoci che la maggior parte delle leggi servono più al potere esecutivo che ai cittadini. Naturalmente questa riforma interessa anche l'Unione Europea di cui l'Italia fa parte per poter ratificare tutti i trattati, accordi o indirizzi economici internazionali nel più breve tempo possibile. E in più con una legge elettorale che abbia un forte sbarramento per i piccoli partiti e un forte premio per il partito o la coalizione di maggioranza, vuole ridurre notevolmente il potere alle opposizioni. Non vuole eliminare completamente il Senato, perché in quasi tutti gli altri stati membri dell'U.E. esiste una seconda Camera, ancorché privata del potere legislativo.