sabato 19 luglio 2014

CRESCETE E MOLTOPLICATEVI...SINO ALLA DISTRUZIONE DELLA TERRA

Da un mio corrispondente della Svizzera ricevo quanto segue.

Per quanto mi ricordi la sinistra e persino i verdi (che sono in genere di sinistra) hanno sempre considerato la sovrappopolazione uno pseudoproblema poiché - come continnuano a ripetere anche oggi - ci sarebbe da mangiare per tutti, è solo un problema di distribuzione (Jean Ziegler, socialista svizzero e incaricato ONU per queste problematiche, dice che la terra può nutrire anche 12 miliardi di persone, quasi la metà in più delle attuali - e sostiene pateticamente che ogni bambino che muore di fame è un assassinio che pesa sulle nostre coscienze). C'è però anche il problema enorme dell'acqua potabile, l'oro blu. Ma l'ossessione - di tutti - è la crescita, non solo economica. Non c'è un solo telegiornale, italiano o svizzero, in cui non si parli di crescita. E E. G. Tedeschi, ex presidente silurato dello IOR, cinque figli, sostiene che la mancata crescita economica è dovuta al decremento demografico. Come dimostra secondo lui la Cina, destinata a diventare la prima potenza economica mondiale proprio perché è il paese più popoloso e che sarà presto seguita dall'India (che tra breve supererà la Cina per numero di abitanti). Più siamo, più produciamo: elementare, Watson! Come non esserci arrivati prima! Ma ci sarà poi davvero lavoro per tutta questa gente, materie prime, acqua (!!!!). E i rifiuti, le montagne di rifiuti? Le isole di plastica negli oceani, le ecoballe di Napoli, le favelas del Tevere (non di Rio, del Tevere a Roma)?
Tra i diritti riproduttivi sanciti dall'ONU c'è la libertà di mettere al mondo il numero di figli che si vuole. Che deve poi ovviamente mantenere la collettività offrendo servizi e sovvenzioni. Gli italiani però, brava gente, si sono limitati nella riproduzione nel dopoguerra, 1 - 2 figli al massimo, tanto che sono il fanalino di coda del mondo nonostante la presenza ingombrante del papa - che ci invita oggi ad accogliere anche mezza Africa ... Certo l'ONU non può dire: ogni coppia deve avere al massimo due figli. Non siamo in Cina! Però la Cina è l'unico paese che si è posto seriamente il problema dello sviluppo demografico ed è riuscita a contenere l'incremento - con immenso dolore del papista Giuliano Ferrara, ateo devoto e senza figli pur essendo sposato con una cattolica (ma come farà a non far figli lui che piange sui cinesi non nati?).

Piccola consolazione. In novembre gli Svizzeri - una prima mondiale - voteranno sul contenimento della popolazione nel loro paese. Nella costituzione ci sarebbe un nuovo paragrafo: la popolazione non può crescere che dello 0,2% all'anno. Tutto il parlamento - tutto! - si è espresso contro l'iniziativa accusando gli iniziativisti di oscurantismo e mentalità gretta e colonialista (perché l'iniziativa prevede anche di devolvere il 10% degli aiuti allo sviluppo - 180 mln di franchi - per favorire la pianificazione familiare FACOLTATIVA nei paesi sottosviluppati). Un parlamentare molto originale ha definito gli iniziativisti “razzisti con i birkenstock”.

1 commento:

Anonimo ha detto...

In questa epoca definita post-industriale ci sarebbe bisogno di decrescita piuttosto di crescita. La nostra Terra è stata e continua ad essere saccheggiata dall'"uomo". Dalle industrie, dall'ingiustificato accrescimento edilizio, il più delle volte speculativo, dai capannoni di centri commerciali che spuntano come funghi in maniera ingiustificata in proporzione alla popolazione italiana (che non aumenta), dal continuo aumento di villaggi turistici e di agriturismo. Per non parlare dell'Expo 2015 che ha sottratto alla Lombardia definitivamente migliaia di chilometri quadrati di verde, per una sorta di Fiera che dura un anno e poi lascia tutte queste strutture di cemento e metallo che non servono per sempre. Tutte cose che specialmente in Italia stanno riducendo drasticamente lo spazio naturale agricolo-forestale. Ormai se si escludono i grandi parchi nazionali e le zone montuose, gli spazi verdi sono dei piccoli scacchi in mezzo a un immensa area di cemento. Di fronte a questa situazione così inequivocabile, i nostri politici di potere ma più in generale i governanti internazionali dei paesi potenti, in accordo anche con le grandi religioni monoteiste, hanno la faccia tosta di chiedere ancora la crescita industriale. Ma non capiscono (mi riferisco soprattutto all'Italia e ad altri paesi simili) che col calo delle nascite e col progressivo invecchiamento della popolazione ci sarebbe sempre meno bisogno di consumismo? Basterebbe invece un'adeguata distribuzione della ricchezza, che comunque c'è, perché la ricchezza economica, non si stabilisce con l'iperproduzione industriale, che poi è destinata a determinare un notevole numero di beni e manufatti invenduti. Dopo avere inquinato inutilmente l'ambiente questi beni dovranno essere distrutti, creando ulteriore inquinamento e riduzione di spazio ambientale.
Anton.