Forse avrò tratto la mia noia e quasi ripugnanza per le opere di Verdi, come per tutto il melodramma italiano dell'800, da mio padre, che disprezzava Verdi ed era un grande ammiratore di Wagner? No, non è così. Se Verdi avesse composto meno opere e più musica religiosa avrebbe fatto meglio. Ricordo che mio padre storceva un'aria del Rigoletto che dice: "parmi veder le lacri-ime"...aggiungendo, nell'accompagnare il ritmo dell'orchestra con "e pum, papazum, papazum, papazum... e poi, seguendo, "scorrenti da-a quel ci-iglio" aggiungendo ancora "e pum, papazum, papazum, papazum", per renderlo ridicolo. Non riesco ad ascoltare il coro del va' pensiero. Non lo sopporto. Salvo in parte l'Otello con le arie "Ave Maria e la Canzone del salice", oltre all'aria di Jago "Credo in un Dio crudele". Né posso trascurare l'aria "dormirò sol nel manto mio regale" dal Don Carlos (1867), sebbene precedente di molti anni l'Otello. Ma con l'Otello siamo ormai alla penultima opera di Verdi, che volle superare le banalità delle precedenti opere per non apparire più banale di fronte all'imperante Wagner. A ciò fu certamente indotto da Arrigo Boito, che, egli stesso musicista, ma noto quasi unicamente per la bella opera Mefistofele, fornì a Verdi gli ultimi due libretti, per l'Otello (1887) e per il Falstaff (1893), che danno un'immagine ormai diversa di Verdi, avendo superato il papazum. Dopo l'Aida (1871), con cui Verdi aveva iniziato a cercare di superare le precedenti banalità, lo stesso Verdi si sentì un musicista superato e non volle più scrivere opere. Fu l'occasione, per lui fortunata, della morte del Manzoni che lo indusse a scrivere, dedicandola al Manzoni, la Messa da Requiem, in cui Verdi ormai supera la scrittura tradizionale delle opere precedenti. A far uscire Verdi dall'isolamento operistico, che durava dalla data dell'Aida, fu Arrigo Boito, che precedentemente lo aveva pubblicamente offeso nel 1963 ritenendolo causa del provincialismo e dell'arretratezza della musica italiana del tempo. E così un nuovo Verdi musicò l'Otello a 74 anni nel 1887 e il Falstaff (unica opera comica) a 80 anni nel 1893. Rimane il fatto che la Messa da requiem di Verdi è un capolavoro, sebbene tradisca in alcune parti un'impronta operistica. Ma superato in quanto a bellezza della musica, dallo stupendo, insuperabile, Requiem di Mozart, le cui note di attacco mi fanno venire sempre i brividi, e da "Un Requiem tedesco" di Brahms che (scritto in memoria della madre) nella sua classica compostezza sia nelle parti corali che in quelle vocali dei solisti raggiunge i vertici del sublime. Un Requiem, quello di Brahms che non rispetta i contenuti classici di una messa da requiem in quanto Brahms musicò dei passi tratti dalla Bibbia nella traduzione di Lutero. A chi mi legge consiglierei anche il Requiem di Gabriel Fauré per la sua musica definita angelica.
Ascoltate la marcia funebre per la morte di Sigfrido dal "Crepuscolo degli dèi" di Wagner. Mio padre (morto a 86 anni) espresse tacitamente il desiderio che ai suoi funerali fosse eseguita questa musica. Lo accontentai portando l'allora mio impianto stereofonico in chiesa (pur non essendo mio padre credente) e la chiesa fu inondata da questa stupenda musica di Wagner. Ho scelto come prima versione quell'unica che non avesse un'immagine fissa. Ma mio padre preferiva come direttore d'orchestra Toscanini. Per resa del suono è preferibile la terza versione. Peccato che da morti anche questa musica cada nel silenzio del nulla.
Ascoltate la marcia funebre per la morte di Sigfrido dal "Crepuscolo degli dèi" di Wagner. Mio padre (morto a 86 anni) espresse tacitamente il desiderio che ai suoi funerali fosse eseguita questa musica. Lo accontentai portando l'allora mio impianto stereofonico in chiesa (pur non essendo mio padre credente) e la chiesa fu inondata da questa stupenda musica di Wagner. Ho scelto come prima versione quell'unica che non avesse un'immagine fissa. Ma mio padre preferiva come direttore d'orchestra Toscanini. Per resa del suono è preferibile la terza versione. Peccato che da morti anche questa musica cada nel silenzio del nulla.
Richard Wagner Siegfried funeral march - YouTube
www.youtube.com/watch?v=L8wHteSOwW420/nov/2009 - Caricato da MrRichardWagnerFurtwangler: Siegfried's Funeral March from Gotterdammerungby ... Siegfried's Death and Funeral March ...
arturo toscanini "siegfried´s death and funeral march" - YouTube
www.youtube.com/watch?v=vBCw90HTFDM04/set/2010 - Caricato da Addiobelpassatofrom Götterdämmerung by Richard Wagner (1813-1883) ... Buy "Morte di Sigfrido e Marcia Funebre ...
Richard Wagner - Marcia funebre di Sigfrido [WXVII] - YouTube
www.youtube.com/watch?v=ugtPOfnbv9M17/dic/2010 - Caricato da WolandXVIIla marcia funebre di sigfrido, appartenente al Crepusolo degli Dei, ultima opera ... Wagner: Die ..
5 commenti:
Non ha dimenticato il Requiem di Berlioz? Almeno alcune parti le trovo bellissime (Lacrymosa per es.). A lungo ho preferito il suo requiem a tutti gli altri che elenca. Comunque d'accordo su Fauré e Brahms (Fauré non ha musicato il Dies irae - che è una sequenza per un verso bellissima ma anche terribile e indegna di un Dio giusto e misericordioso (qui salvando salvas gratis / et ab haedis me sequestra / cum vix justus sit securus etc.) Purtroppo Verdi il Dies irae l'ha messo in musica con effetti per me troppo teatrali.
Il requiem mozartiano - che non è completo - è certamente bello, ma non condivido del tutto il suo giudizio. Ma si sa che de gustibus ...
Sì, anche questa musica scomparirà nel nulla. Ma forse - a mo' di consolazione - possiamo dire con Hölderlin: "Einmal lebte ich wie Götter, und mehr bedarfs nicht."
Egregio Prof. Melis, Verdi e Wagner sono sempre stato oggetto di due opposte, oserei dire, tifoserie: per me due Grandi pur nelle diversità. In questo link si esprime il mio pensiero:
http://cultura.panorama.it/musica/Wagner-contro-Verdi
Non è vero che sia andato nel dimenticatoio il 200° anniversario della nascita di Wagner , basta guardare i palinsesti di FD5 della Rai. Cordiali saluti
E' vero.Mi sono dimenticato Berlioz. Ho ascoltato il suo Requiem, se non ricordo male, una sola volta. Non l'ho mai avuto in disco, come, invece, la sinfonia fantastica. Forse questa è la mia colpa. Bisogna che lo riascolti su youtube. Ma evidentemente quando ascoltai il Requiem di Berlioz non ne rimasi impressionato. Cercherò di rimediare.
Vecchia ma fondata (anche se esagerata) l'ostilità dei wagneriani ai verdiani. Infondata invece l'ostilità di Brahms e dei brahmsiani a Wagner. Brahms rimane un classico post beethoveniano (la sua prima sinfonia fu definita dai critici la decima sinfonia di Beethoven), Wagner, pur ammiratore di Beethoven,è distante dal conservatore Brahms per il suo aver rivoluzionato il canto con il declamato e con una tessitura armonica che nel Tristano prelude al dissolvimento della tonalità. Si parla infatti di cromatismo wagneriano. Ma queste distinzioni non debbono minimamente inficiare il giudizio di valore. Brahms mai avrebbe saputo comporre un'opera, che sarebbe rimasta fuori del suo intimismo romantico ma classicheggiante. Beethoven compose una sola opera (il Fidelio) perché, come poi Brahms, non era capace di dare spettacolarità alla musica. Ma furono tutti e due due grandi. Ricordo le appena tre righe che il dizionario storico Melzi d'Eril del 1911 (tra i vecchi libri di mio padre)dedica a Wagner: "fu un vero genio, ma la sua musica non è digeribile per tutti".
P.S. Ricordo (anche se ciò non influisce minimamente sul giudizio di valore della sua musica) che Wagner era vegetariano.Wagner fu anche un rivoluzionario liberale nel 1848, e dovette fuggire dalla Germania per non subire una condanna a morte, poi ritirata. Paradossalmente fu idolatrato durante il nazismo. Hitler più volte andò a Bayreuth per assistere al festival wagneriano. La maggior parte del Parsifal fu composta da Wagner a Capri e amò molto l'Italia, dove morì improvvisamente a Venezia nel 1883 a 70 anni. Si racconta che in quel momento abbia detto: questa è la mia ora. Ma il suo cameriere lo negò dicendo che a Wagner era caduto l'orologio da taschino dalla mano e disse: oh! il mio orologio. Il commento di un critico storico (non mi ricordo il nome) fu questo: nessuno è un grand'uomo per il proprio cameriere.
Della "Grande messe des morts" di Berlioz ci sono due celebri interpretazioni: quella di Charles Munch e di Bernstein. Meriterebbe di essere ascoltata su un impianto adeguato, non so se youtube "rende l'idea". È un'opera monumentale (quattro orchestre, 600 coristi) per non dire mostruosa. Eppure ci sono dei passaggi sublimi.
Karlheinz Deschner, autore della "Kriminalgeschichte des Christentums" ha però detto che desidera una cerimonia di commiato semplice, senza fanfare. E senza Requiem. In effetti anche la Grande messe des morts è un'opera del passato, per quanto bella.
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