...dice una stronzata. Quandoque bonus dormitat Homerus (Orazio, Ars poetica).
Paragonare la donazione di un organo alla donazione di un ovulo o di sperma è veramente una stronzata pazzesca. Più spesso la donazione avviene da un morto. E meno male che gli viene il dubbio se sia meglio nascere o non nascere. Ma anche lui cade nel non senso linguistico (stronzata) del dire che la vita è un dono. Non ha mai letto Lettera a un bambino mai nato di Oriana Fallaci
"La maternità surrogata
è forma di donazione"
Prima
l'autrice scrive che “nulla è peggiore del nulla...nascere merita
sempre...perché l'alternativa è il vuoto e il silenzio...Il brutto
è dover dire di non esserci stato”. Notare la contraddizione:
infatti nel nulla non si può dire alcunché, nemmeno che nulla è
peggiore del nulla. Ma questo era un tentativo iniziale di dare, se
non un senso, una giustificazione alla vita. Infatti è il figlio mai
nato, involontariamente abortito, che deve parlare al posto
della madre per porla di fronte alla realtà che lei non voleva
riconoscere: “Non appena compresi che tu non credevi alla vita, io
mi permisi la prima ed ultima scelta: rifiutare di nascere...Si
nasceva perché altri erano nati e perché altri nascessero...Se non
accadesse così, mi dicesti, la specie si estinguerebbe. Anzi, non
esisterebbe. Ma perché dovrebbe esistere, perché deve esistere? Lo
scopo qual è? Te lo dico io: un'attesa della morte, del niente.
Nell'universo che tu chiamavi uovo lo scopo esisteva: era nascere. Ma
nel tuo mondo lo scopo è soltanto morire: la vita è una condanna a
morte. Io non vedo perché avrei dovuto uscire dal nulla per tornare
nel nulla”. E il mancato padre aggiunge: “Ti scrivo per
congratularmi, per riconoscere che hai vinto...Sei riuscita a non
cedere al bisogno degli altri, incluso il bisogno di Dio...Dio è un
punto esclamativo con cui si incollano tutti i cocci rotti: se uno ci
crede vuol dire che è stanco, che non ce la fa più a cavarsela da
sé. Tu non sei stanca perché sei l'apoteosi del dubbio...E solo chi
si strazia nelle domande per trovare risposte, va avanti. Solo chi
non cede alla comodità di credere in Dio per aggrapparsi ad una
zattera e riposarsi può incominciare di nuovo: per contraddirsi di
nuovo, smentirsi di nuovo, regalarsi di nuovo al dolore”. Ma poi
torna l'illusione della vita: “Ho il compito di battermi contro le
comodità dei punti esclamativi, ho da indurre la gente a porsi dei
perché”. Ma non può essere questo lo scopo della vita, cara
Oriana. Sarebbe un circolo vizioso. Se anche tutta l'umanità fosse
capace di porsi i tuoi perché – mentre è una grande massa di
ebeti, che vivono nell'anonimato del quotidiano o alla ricerca di
guadagni e di potere, sino ad arrivare ad uccidere – ognuno
vivrebbe solo con lo scopo di porsi dei perché. Ma perché vivere
per dei perché?
Ecco
allora la scappatoia che trovasti, scadendo però nella banalità: “A cosa serve volare come un gabbiano dentro l'azzurro se non si
generano altri gabbiani che ne genereranno altri ancora ed ancora per
volare dentro l'azzurro?”. In realtà, ti rispondo, solo gli uomini
gabbiani meritano di nascere. Se anche quasi tutti gli umani
dichiarassero di essere contenti di essere nati, cioè di dover
morire, non si potrebbe sacrificare il pensiero di una minoranza che
avrebbe preferito non nascere. Tu sei appartenuta ad una piccola
minoranza, come vi appartengo io. Né tu né io siamo nati gabbiani.
Che nascano e continuino a morire, nascendo, i gabbiani. Essi non si
pongono dei perché, come tutti gli uomini gabbiani. E se se li
pongono cercano di distrarsi con tutti i mezzi. Oppure vivono
ponendosi di fronte alla vita quello che tu hai chiamato un punto
esclamativo: Dio, per incollare i cocci rotti della loro esistenza.
Ti sei distratta facendo la giornalista, l'inviata di guerra, vedendo
la morte in faccia. Ma l'hai temuta perché avevi paura del nulla.
Sei nata per lasciare memoria di te? Ma quanti nascono senza lasciare
neppure memoria di sé. E, comunque, non può essere nemmeno il
lascito della memoria lo scopo della vita. Ti saluto, Oriana, nel tuo
nulla. In attesa del mio. “Non vi è differenza tra il non nascere
e il morire: tutte e due hanno come effetto il non essere” (Seneca,
La dottrina morale).
9 commenti:
Grandissimo post professare, complimenti.
Una boccata d'aria nelle paludi mefitiche del web.
Vanya
Nessuno chiede di nascere, benché per esempio alcune filosofie orientali affermino che ci reincarniamo col preciso compito di espletare quello che si chiama Karma.
Secondo tali dottrine, quando nasciamo lo facciamo con la precisa volontà di venire al mondo con un certo ruolo, o per espiare certe colpe commesse nella vita di prima o per completare un ciclo.
Ma allora, un animale che nasce per essere allevato a vita in cattività ed essere poi ucciso, lo fa con quello scopo?
E uno che è un assassino, anche?
Da qui quelli che sono i mei grandi dubbi sulla tanto diffusa legge del karma.
Cecilia
P.S. Veronesi mi è proprio scaduto anni fa, quando affermò che la vivisezione (che lui chiama elegantemente sperimentazione animale) è ancora un passo necessario e non può essere del tutto eliminata.
Vada quindi a quel paese, e non voglio essere volgare.
Avevo scritto un commento a riguardo ma non lo vedo, forse l'invio è andato a vuoto?
Cecilia
Cara Cecilia, generalmente mi arrivano i commenti nella posta. E soltanto la sera o la notte li pubblico. Come vede il precedente commento era arrivato.
Si, professore, appena inviato il secondo il primo veniva pubblicato, a volte succedono dei disguidi tecnici.
Cecilia.
Non si tratta di disguido tecnico. Ho scaricato dalla posta tutti e due insieme. Ero io in ritardo. Per pubblicare i commenti non devo andare nel blog ma nella posta, che mi avvisa che vi sono dei commenti: sta a me scegliere tra pubblica,elimina e spam. In quarta alternativa posso ignorare. Come faccio qualche volta quando vi sono insulti.
Io sono contraria anche alla donazione di organi. Non è affatto vero che il trapianto avviene da un morto. L'individuo fatto a pezzetti quando è ancora vivo, ma ha elettroencefalogramma piatto, quindi nessun segno di funzione cerebrale. Eppure il cervello è ancora irrorato dal sangue, il cuore batte... Ho visto filmati osceni su persone destinate al trapianto che ancora muovevano le gambe in stato di coma. No basta. Non si gioca con la vita, ne in vitro, ne con ovuli e sperma e nemmeno con pezzi di persone. Se un giorno dovessi necessitare di trapianto per non morire, lo rifiuterò e accetterò il mio destino. Che un vegetariano come Veronesi dica queste cose, mi fa pensare che la sua scelta veg sia solo salutistica e che della vita animale gli importi ben poco.
Per Eva De Molay... poterei anche aggiungere ...... mi sono trovato parecchie volte per lavoro negli ospedali ed ho anche assistito ad un commento che mi ha fatto star male.
I parenti di un paziente in attesa di un trapianto (non so dire di quale si tratti)
parlando fra di loro dissero : oggi e'venerdi domani sabato e di incidenti automobilistici ce ne sono generalmente... speriamo!
@ric: grazie, è la dimostrazione che siamo diventati tutti pezzi da macello.
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