giovedì 6 ottobre 2016

ROBERTO BENIGNI: UN COMICO ORMAI ESAURITO E FINITO. IGNORATELO

Iniziò a farsi conoscere negli anni '80 con la trasmissione di Renzo Arbore "L'altra domenica" dove faceva il falso critico cinematografico (ma non faceva affatto ridere). Poi fece un film con la sceneggiatura di Arbore intitolato "Il papocchio": film che mi fece veramente ridere e che inspiegabilmente è scomparso dalla circolazione e che non si è mai più visto in TV. Poi fece alcuni film che rimangono nella storia dei film comici come "Jonny Stecchino" e "Il mostro". Passabile il primo tempo de "La vita è bella" (premio Oscar), mentre il secondo tempo è di una noia tremenda. Secondo me vinse l'Oscar sfruttando il filone della propaganda del cosiddetto olocausto ebraico. Da lì è iniziata la fase irresistibilmente decadente del Benigni con "Pinocchio" e "La tigre e la neve". Due fallimenti. Accortosi che aveva ormai usaurito la vis comica si improvvisò come commentatore di Dante pur non avendo alcuna preparazione in fatto di studioso. Un tremendo noioso commento che certamente non potrebbe essere impiegato nelle scuole, anche per le sue intrusioni nel falso comico e nella politica attuale, e che non poteva non riscuotere la giusta censura di quegli studiosi di Dante i cui commenti fanno parte dei programmi scolastici che accompagnano nelle scuole (soprattutto nel liceo classico) lo studio della Divina Commedia (ricordo che io studiai sul testo con commento del grande studioso Carlo Grabher). Come  se non bastasse fece alcune trasmissioni sulla Costituzione italiana da lui definita "la più bella del mondo".Oggi si rimangia tutto e ha dichiarato che voterà sì. Ma allora costui fa finta che la riforma non sia una schiforma. Benigni è uno schifoso individuo di regime. Pur di trovare spazio nella TV della RAI si è sempre riciclato per sopravvivere, non accorgendosi che ormai è professionalmente morto. Mi ricordo di uno squallido intervento alla TV quando, alla vigilia di elezioni politiche del 2001, fu chiamato da Enzo Biagi per fare propaganda contro Berlusconi. La sua esaltazione dell'Inno di Mameli fu un'altra sua squallida esibizione che non teneva conto di tutta la retorica di questo Inno, scritto da un povero ragazzo di 22 anni morto per le ferite riportate dopo la repressione armata della Repubblica Romana del 1849. 
Che questo individuo stia zitto per sempre perché ci farebbe una figura migliore.  Deve rendersi conto che è finito. Scompaia nell'oscurità. 
Ecco come Biagi cercò di sfruttare Benigni nella campagna elettorale del 2001 contro Berlusconi e a favore di Rutelli sfruttando disonestamente la RAI  per la sua propaganda elettorale. Ma il risultato delle elezioni fu favorevole a Berlusconi.

Roberto Benigni - La Repubblica.it

www.repubblica.it/online/politica/saticinque/benigni/benigni.html
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www.repubblica.it/online/politica/benigni/benigni/benigni.html
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