il cristiano Samuel Pufendorf nel suo De jure naturae et gentium (da me citato in un mio ponderoso libro) rivendicava la libertà di pensiero sino a giustificare la bestemmia. E ciò sulla base della considerazione che non si può ritenere come limite della libertà di pensiero il sentimento religioso personale che è del tutto soggettivo e dunque non può sottostare ad un ordinamento giuridico che riguarda le azioni e non il pensiero. La stessa considerazione oggi potrebbe farsi riguardo all'accusa di fascismo e di razzismo. Una democrazia che neghi la costituzione di un partito fascista o nazista contraddirebbe se se stessa. E' vero che il fascismo e il nazismo andarono al potere appoggiati prima da squadre use alla violenza. Ma il potere fu poi assunto democraticamente con una maggioranza parlamentare. Notare poi l'assurdo del ritenere reato il saluto romano identificato con il saluto fascista o nazista solo perché il fascismo e il nazismo si appropriarono del saluto romano, oltre tutto molto igienico perché nella stretta di mano si ha uno scambio di batteri soprattutto se uno ha la mano sporca. Inoltre non capisco perché invece non sia proibito il saluto comunista con il braccio teso e la mano chiusa nel pugno. Eppure i morti causati dal comunismo sotto Stalin (con i famigerati gulag) furono maggiori di quelli causati dal nazismo. Il fascismo non costruì mai lager ma isole di confino. Non uccise mai i suoi oppositori. L'uccisione di Matteotti non fu voluta da Mussolini. Questo è accertato dalla storia. Per quanto riguarda il razzismo bisogna capire che cosa esso signichi. Se significa difendere i confini di uno Stato (come in guerra) o difendere l'identità nazionale messa in pericolo o distrutta dall'ideologia della società multiculturale e multirazziale allora deve essere lecito e razionale dichiararsi razzisti. La storia insegna che non vi può essere integrazione con gente che ha identità diverse.
La storia
europea, è vero, è stata una storia di guerre. Ma le guerre non hanno scalfito una comune identità data dalla comunanza delle scoperte scientifiche e anche da quella religiosa, nonostante le luci e le ombre del cristianesimo. Non per nulla l'ateo Croce scrisse il famoso Perchè non possiamo non dirci cristiani. Oggi questa identità è corrosa dall'ideologia nefasta della ideologia della globalizzazione non solo delle merci ma anche dei popoli che invadono l'Europa (anche in conformità con lo scellerato piano Kalergi), che sta portandol'Europa al suo meticciamento. Tanto meno vi può essere integrazione con gli islamici perché la loro fonte è il Corano, peggiore del Mein Kampf di Hitler, che oltre tutto valorizzava la cultura greco-romana nell'insegnamento scolastico. La storia degli USA nulla ha insegnato. Nonostante Lincoln vi sarà sempre mancanza di integrazione o razzismo tra bianchi e negri (perché io non rinuncio a dire negri avendo imparato a scuola che trai tipi di razze esiste quello negroide (e non neroide).
Il 29/12/2016 08:31, Sergio P. ha scritto:
Caro prof. Melis,le copio qui sotto alcuni miei commenti a un testo di Flores d’Arcais, pubblicati nel blog di un amico (“Il fenotipo consapevole”, di Massimo Matis di Torino). Vi si parla degli argomenti dei nostri tempi (razzismo, fascismo - ormai usati come il prezzemolo in ogni circostanza).Cordiali salutiSergio P.3 commenti:
Questo capitolo è stato pubblicato in francese da Philosophie Magazine nel 2015 e proposto, sempre in francese, da MicroMega, la rivista di Flores d'Arcais. La mia inutile e in parte non impeccabile traduzione l'ho fatta prima che si pubblicasse "La guerra del sacro".
Il libro di F. d'Arcais mi sentirei di consigliarlo nonostante parecchie riserve che io nutra per questo filosofo ex marxista e che oggi propone un quasi comunismo nella nuova costituzione italiana da farsi. Arcais è anche antipatico, si prende troppo sul serio, mai un sorriso o una battuta (eccheccazzo, lasciati andare una volta, "ridi pagliaccio"). Propaganda non più la democrazia ma l'ISOCRAZIA, il potere degli uguali.
Arcais intitola il suo libro "La guerra del sacro" in quanto constata che questa guerra è ancora in corso e il risultato incerto. Potrebbe anche vincere il sacro. Il dialogo delle religioni è la chiamata alle armi delle fedi per contrastare la modernità. Papa Francesco ha in pratica dichiarato la sostanziale parità delle religioni alleandosi con l'islam e altre confessioni. Dunque attenzione, la partita è ancora aperta: potrebbe anche vincere il sacro (per quanto strano e improbabile possa apparire a noi occidentali).
Stessa difficoltà per me quella di negare il diritto di cittadinanza a fascismo e razzismo. Di nuovo: non mi considero né fascista né razzista, ma probabilmente sarò considerato tale da non pochi contemporanei, preferibilmente "di sinistra". Voglio dire con ciò che questi termini sono oggi abusati. Vorrei che questi crimini (antisemitismo, fascismo, razzismo) fossero ben definiti, in modo preciso e inequivocabile che non possa dare adito a interpretazioni e scappatoie. Il razzismo per es. è diventato ormai il crimine dei nostri tempi (appena vent'anni fa il discorso sul razzismo non era così pervasivo e onnipresente come oggi). Uno che rifiuta "l'accoglienza" di mezza Africa passa per razzista, ma andiamo!
Un'altra boiata dei nostri tempi è il quasi dogma della "diversità come ricchezza" da insegnare fin dall'asilo! Perciò anche la guerra agli "stereotipi" che invece sono utili per orientarsi. I "modi di dire" (compresi i proverbi vetusti e ridicoli) hanno una loro utilità. Se li eliminassimo e ci inventassimo ogni giorno una lingua diversa - creativa, poetica - non so se ci capiremmo, non credo. Che bello invece che chiamiamo ancora il pane pane come i latini (e tanti altri termini e concetti tramandati). Che bella cosa la tradizione. Adesso sparate pure, denunciatemi come reazionario (e fascista, razzista, antisemita).
Ecco, sulla suscettibilità Flores d'Arcais ha mille ragioni, il discorso è chiuso, la sentenza definitiva. Ma sul resto non so (quel "quasi comunismo" nella nuova costituzione non mi piace).