La Banca Nazionale del Lavoro (BNL) nata
nel 1913 fu trasformata ne 1929 da Mussolini in banca di Stato dipendente dal Ministero del Tesoro, con lo scopo di contrastare le banche
private facendo scendere i tassi di interesse per i mutui,
soprattutto per concederli agli agricoltori. Ma dopo il fascismo la Banca
Nazionale del Lavoro fu prima trasformata in S.p.A. e poi tra varie
traversie nel 1992 fu trasformata in banca privata. Ora questo governo
sembra aver capito che la Banca Popolare di Bari deve essere trasformata
in una Banca del sud con partecipazione statale, che è tuttavia meno di
quanto Mussolini fece con la Banca Nazionale del Lavoro. Solo con una
banca statale possono essere contrastate le rapine operate dalle banche
private, associazioni a delinquere legalizzate. E' evidente che le
banche private hanno come unico scopo il profitto. Una banca statale si
limiterebbe soltanto a non operare in perdita. Ed avrebbe comunque la
copertura finanziaria dello Stato.
Oggi la BNL è in mano alla Banca di Parigi e dei Paesi Bassi (Paribas) che detiene il 48% del capitale, essendo divenuta BNL Paribas.
La Banca d'Italia durante il fascismo dipendeva dal Ministero del tesoro e aveva il compito di controllare le banche private. Ma nel 1981 venne avviato, per decisione dell'allora Ministro del tesoro Beniamino Andreatta il "divorzio" fra lo Stato (Ministero del Tesoro) e la sua banca centrale. Le cose peggiorarono qundo per preservare l'indipendenza dell'istituto dal potere politico fu previsto che le quote di partecipazione nel capitale della Banca d'Italia potessero appartenere solo a banche e assicurazioni aventi sede in Italia, fondazioni (ex art. 27 del d.lgs n. 53/1999), enti ed istituti di previdenza e assicurazione con sede in Italia.La conseguenza fu assurda. La Banca d'Italia, privata del potere sino allora avuto, di battere moneta con la scomparsa della lira e l'ingresso sciagurato dell'euro, divenne una succursale della Banca di Francoforte, avendo solo il compito di vigilare sulle altre banche. Ma poiché la Banca d'Italia era stata ridotta dal 1999 ad una corporazione di grandi banche private e di grandi compagnie di assicurazioni si arrivò ad una situazione considerata un'anomalia foriera di conflitti di interesse per l'identificazione del controllore con i controllati poiché i partecipanti al capitale della Banca comprendono anche le banche sul cui operato la Banca d'Italia è chiamata dalla legge a vigilare.
Ecco la spiegazione del fallimento di molte banche su cui la Banca d'Italia avrebbe dovuto esercitare un controllo. I suoi responsabili meriterebbero la galera a cominciare dal suo governatore. Che di fatto governa un bel nulla dipendendo da una banca straniera che è la BCE (Banca Centrale Europea) di Francoforte, che stampa la moneta straniera che è l'euro.
Questo bisogna dire a tutti i fanatici dell'Unione Europea e della moneta unica, a tutti i nemici del sovranismo.
Oggi la BNL è in mano alla Banca di Parigi e dei Paesi Bassi (Paribas) che detiene il 48% del capitale, essendo divenuta BNL Paribas.
La Banca d'Italia durante il fascismo dipendeva dal Ministero del tesoro e aveva il compito di controllare le banche private. Ma nel 1981 venne avviato, per decisione dell'allora Ministro del tesoro Beniamino Andreatta il "divorzio" fra lo Stato (Ministero del Tesoro) e la sua banca centrale. Le cose peggiorarono qundo per preservare l'indipendenza dell'istituto dal potere politico fu previsto che le quote di partecipazione nel capitale della Banca d'Italia potessero appartenere solo a banche e assicurazioni aventi sede in Italia, fondazioni (ex art. 27 del d.lgs n. 53/1999), enti ed istituti di previdenza e assicurazione con sede in Italia.La conseguenza fu assurda. La Banca d'Italia, privata del potere sino allora avuto, di battere moneta con la scomparsa della lira e l'ingresso sciagurato dell'euro, divenne una succursale della Banca di Francoforte, avendo solo il compito di vigilare sulle altre banche. Ma poiché la Banca d'Italia era stata ridotta dal 1999 ad una corporazione di grandi banche private e di grandi compagnie di assicurazioni si arrivò ad una situazione considerata un'anomalia foriera di conflitti di interesse per l'identificazione del controllore con i controllati poiché i partecipanti al capitale della Banca comprendono anche le banche sul cui operato la Banca d'Italia è chiamata dalla legge a vigilare.
Ecco la spiegazione del fallimento di molte banche su cui la Banca d'Italia avrebbe dovuto esercitare un controllo. I suoi responsabili meriterebbero la galera a cominciare dal suo governatore. Che di fatto governa un bel nulla dipendendo da una banca straniera che è la BCE (Banca Centrale Europea) di Francoforte, che stampa la moneta straniera che è l'euro.
Questo bisogna dire a tutti i fanatici dell'Unione Europea e della moneta unica, a tutti i nemici del sovranismo.
1 commento:
Come sempre, lei, è una miniera di informazioni. Grazie professore.
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